PIEMONTE ARTE: LE ACQUEFORTI DI FATTORI A NOVARA, IL MOVIMENTO SPAZIALISTA AL MUSEO ACCORSI-OMETTO, DEMARCHI, LUCA’ AL PASTIS, TRA L’ACQUA E IL CIELO, VEGLIO…
Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo
NOVARA. MOSTRA “GIOVANNI FATTORI. IL PAESAGGIO TOSCANO NELLE ACQUEFORTI”
La mostra Giovanni Fattori. Il paesaggio toscano nelle acqueforti sarà visitabile dal 17 ottobre 2025 al 1° febbraio 2026 presso la Galleria Giannoni di Novara con apertura dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19. L’esposizione, inclusa nel biglietto della Galleria Giannoni, si inserisce nel calendario di eventi previsti per la celebrazione del bicentenario della nascita di Giovanni Fattori (Livorno 1825 – Firenze 1908).
L’Ufficio Musei del Comune di Novara si era unito alle celebrazioni di questa ricorrenza organizzando una prima esposizione dal titolo Giovanni Fattori. Il tema militare nelle opere di grafica, che ha avuto luogo in Galleria Giannoni dall’8 maggio al 6 luglio 2025, in cui sono stati esposti disegni e acqueforti restaurati per l’occasione. La celebrazione dell’artista prosegue ora con l’esposizione di altre sette acqueforti recentemente restaurate, ancora una volta, grazie a un proficuo rapporto di collaborazione e di scambio con un ente museale, in questo caso la Pinacoteca Cantonale Giovanni Züst di Rancate, Mendrisio (CH). L’intento di questa mostra è rendere noto al pubblico il risultato di questa campagna di restauri, nonché rendere fruibili opere solitamente conservate nei depositi al fine di proporre una rotazione delle collezioni.
Il restauro, autorizzato dalla Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Biella Novara Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli, è stato realizzato dalla dottoressa Francesca Telli sotto la direzione della Funzionaria della Soprintendenza dottoressa Benedetta Brison. L’intervento di restauro consente una maggiore leggibilità delle opere e ha permesso di eliminare le cause di degrado.
Con quest’ultima campagna di restauri si conclude il ciclo di interventi conservativi che ha interessato tutte le opere di grafica di Giovanni Fattori di proprietà delle collezioni dei Musei Civici di Novara.
Nei Musei Civici di Novara si conservano diciotto opere di Giovani Fattori, quindici collezionate da Alfredo Giannoni e altre tre entrate nelle collezioni con il lascito dell’avvocato Pier Luigi Cassietti. Il paesaggio, la celebrazione della vita umile, scandita dai ritmi semplici del mondo rurale sono i temi principali della produzione incisoria dell’artista livornese e sono ben rappresentati dalle sette acqueforti esposte.
In mostra si potranno ammirare: Contadino e buoi, 1885 ca., Buttero a cavallo, 1888-1890 ca., Paesaggio in Toscana, 1890-1895 ca., Porticciola presso Firenze, 1900 ca., Cavallo bardato, 1903 ca., Cavalli al pascolo, 1903-1905 ca., Il ponte, 1905-1908 ca.
L’inaugurazione della mostra è prevista giovedì 16 ottobre 2025, alle ore 17, in Galleria Giannoni. Ingresso gratuito.
MUSEO ACCORSI-OMETTO. DA FONTANA A CRIPPA A TANCREDI. LA FORMIDABILE AVVENTURA DEL MOVIMENTO SPAZIALISTA
A cura di Nicoletta Colombo, Serena Redaelli, Giuliana Godio
Con la consulenza scientifica di Luca Massimo Barbero
Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto, Torino
17.10.2025 – 15.02.2026
Con la mostra DA FONTANA A CRIPPA A TANCREDI. LA FORMIDABILE AVVENTURA DEL MOVIMENTO SPAZIALISTA (Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto, Torino, 17.10.2025-15.02.2026), a cura di Nicoletta Colombo, Serena Redaelli, Giuliana Godio e con la consulenza scientifica di Luca Massimo Barbero, il Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto prosegue la sua ricerca sull’arte italiana del Novecento e intende indagare il ruolo dello Spazialismo nel rinnovamento artistico dell’immediato secondo dopoguerra.
La trasformazione dell’arte italiana iniziata nella seconda metà degli anni quaranta è inimmaginabile senza l’approccio concettuale al problema dello spazio, individuato, in pittura, da segni-base, linee, buchi e tagli nelle tele. Questo cambiamento trova in prima linea i protagonisti del Movimento spazialista, affascinati da una nuova visione del cosmo. Lucio Fontana, che ne è leader provocatore e rivoluzionario, si fa principale interprete e ispiratore del concetto di spazio e materia.
La mostra passa in rassegna ventiquattro maestri, presenti con oltre cinquanta opere, provenienti da collezioni museali, istituzionali e private.
Il percorso espositivo prende avvio da una sala interamente dedicata a Fontana, per proseguire con un nucleo consistente di opere di Roberto Crippa; la rassegna prosegue poi con i protagonisti dello Spazialismo di area milanese e veneta, nonché con artisti internazionali transitati nel Movimento spaziale.
LIRICHE PAGINE ASTRATTE DI ROBERTO DEMARCHI
Lo studio torinese dell’artista di Roberto Demarchi, in corso Rosselli 11 (www.robertodemarchi.info), ospita una sua mostra personale che rispecchia il clima di una ricerca ricca di contenuti culturali. Per questa occasione, si sviluppa nello spazio espostivo una vera e propria visione d’insieme delle immagini, dalle preziose e luminose cadenze espressive alle sensazioni che affiorano dai versi del poeta Giuseppe Ungaretti.
Una scrittura, quindi, che unisce la parola alla materia pittorica, le “Immagini passeggere” (titolo della mostra) alla struttura compositiva formata da “Quadrati e rettangoli nei quali ognuno può riconoscersi “immagine passeggera” “, sottolinea Roberto Demarchi. Impressioni di un linguaggio che appartiene indissolubilmente alla stagione di Ungaretti: “Dopo tanta/ nebbia/ a una/ a una/ si svelano/ le stelle./ Respiro/ il fresco/ che mi lascia/ il colore del cielo./ Mi riconosco/ immagine/ passeggera/ presa in un giro/ immortale” (da “Sereno”, bosco di Courton, luglio 1918).
La suggestiva e interiorizzata sequenza delle opere esprime il senso di un dipingere sempre controllato, misurato e meditato nel fissare un’emozione, un sentimento e il fascino della tavoletta “Per una Annunciazione” o, ancora, la lieve e aerea atmosfera degli azzurri, che concorre a delineare e definire l’essenza poetica di un’idea o una riflessione.
Una riflessione che rinnova l’attenzione intorno alla pittura secondo “un intento comunicativo – ha scritto Claudio Strinati per il catalogo “Vangeli astratti” – che vuole coinvolgere l’osservatore in una esperienza globale fatta di bellezza e armonia”.
Angelo Mistrangelo
CASTELLO DI PIOVERA. CONFERENZA “AMEDEO MODIGLIANI: LA VITA E LE OPERE”
Una serata d’arte e cultura al Castello di Piovera con ospiti d’eccezione.
Il 24 ottobre 2025 la suggestiva dimora storica del Castello di Piovera (AL) ospiterà un evento culturale di grande prestigio dedicato ad Amedeo Modigliani, figura simbolo dell’arte del Novecento.
L’iniziativa, dal titolo “Amedeo Modigliani: la vita e le opere”, è organizzata dal Lions Club Specialty Valli Cultura Filosofia – Distretto 108 Ib1, presieduto da Anna Maria Bello, con il patrocinio del Comune di Alluvioni Piovera.
La serata si aprirà alle ore 20.00 con un’apericena (prenotazione obbligatoria), per proseguire alle ore 21.00 con la conferenza ad ingresso libero, che vedrà la partecipazione di relatori di rilievo internazionale:
Prof. Christian Parisot, storico e critico d’arte di fama mondiale, archivista ufficiale di Amedeo Modigliani;
Prof. Giancarlo Graziani, storico e critico d’arte.
La direzione artistica dell’evento è affidata a Michelangelo Lanza, mentre il coordinamento è a cura di Anna Maria Bello.
Luogo: Castello di Piovera (AL)
Data: 24 ottobre 2025
Ore 20.00 Apericena (prenotazione obbligatoria)
Ore 21.00 Conferenza – Ingresso libero
Per informazioni e prenotazioni: Cell. 338 9357661
Mail: lionsclubvalliculturafilosofia@gmail.com
Nicus Lucà al Pastis tra memoria, materia, forma, illusione e contemporaneità
È in questa mostra una selezione essenziale dei famosi libri scolpiti in pietre fossili. Un estratto da quella “biblioteca” ideale che Nicus aveva realizzato anni addietro. Il catalogo di questa collana editoriale contiene libri che hanno titoli famosi, ma sono tutti di Nicus Lucà perchè lui si è sostituito a ciascun autore/autrice. È un archivio di volumi di pietra che nel tempo si è disperso in altre mostre, in altre biblioteche, su altri scaffali, mensole, piedistalli, in altri luoghi.
Altri, come lo sono questi bei tomi che sembrano, che sono e non sono, che sfuggono all’uso quotidiano. Sono libri che diventano spazi simbolici, rappresentazioni radicali di altri libri che non si devono aprire. Solidi, pesanti e interessati, perché la cultura vera è solida, pesante e interessata, non interessante. Luoghi di sorpresa e di curiosità squilibrata che permettono all’essere umano di astrarsi dal sé e dal più ostinato dei suoi destini: la produzione del senso.
Se per Umberto Eco il libro è una tecnologia perfetta, resistente all’oblio, nei lavori di Nicus Lucà il libro si fa ancora altro, persino più antico del linguaggio: diventa un reperto in cui la memoria ha battuto il tempo. Nicus ha salvato un corpus di titoli scelti con cura, non per dovere o per nostalgia, ma per funzione. Vuole ricordarci che in ogni epoca è nascosto un capolavoro, che la bellezza nasce anche nella selezione, nel collezionismo, nel mettere insieme oggetti che raccontano storie invisibili. Per questo ne ha fatto degli strumenti di scavo culturale, contenitori muti e mutati, incisi nella materia come se la parola si fosse materializzata in tempo pesabile, si fosse fossilizzata.
Soprattutto ora, in quest’epoca digitale che annuncia minacciosamente la morte del libro, queste opere appaiono premonitrici: il libro fisico, l’oggetto che abbiamo davanti ha una durezza storica, una persistenza che nessuna tecnologia potrà mai sostituire completamente. Non viviamo alla fine del libro, ci dice Nicus, ma in una stagione in cui il libro, quello che si sceglie per consiglio, per la sua veste editoriale, che si tocca, si annusa, si conserva, resiste imperterrito. Sottolinea, se mai ce ne fosse bisogno, che l’ipotesi della “morte del libro” è un’ipotesi impossibile, una minaccia inattuale. Il libro ha una resistenza formidabile: è resistenza. Incisi nella materia fossile, i libri di Nicus diventano la metafora estrema della memoria che permane nel tempo, che non si cancella, anche quando il contenuto é sparito.
Accanto a questi piccoli monumenti si trova una riproduzione in scala monumentale del profumatore per auto “Arbre Magique”, l’alberello profumato che si appende allo specchietto retrovisore. Lucà ne propone una versione nera, al profumo di Coltan, acronimo di columbo-tantalite, un minerale nero alla base dell’elettronica che ci circonda: smartphone, computer, auto. Una sostanza preziosa e invisibile, estratta quasi sempre in condizioni brutali, all’origine di un circuito globale di guerre, sfruttamento e lavoro minorile. Il profumo, qui, non profuma: copre, nasconde, denuncia. È l’odore delle miniere illegali, delle mani che scavano, delle terre saccheggiate. Una fragranza che non addolcisce, ma accusa.
La mostra si chiude con un’opera a terra: un grande zerbino con la scritta “TUTTO PASSA”. Parafrasando Eraclito, qui l’artista ha usato un oggetto domestico, funzionale, che si calpesta senza pensarci. Eppure, è proprio lì che il gesto attiva il senso: chi passa lascia qualcosa, chi legge lo fa con i piedi, chi guarda è già oltre, altrove. È una soglia, un avvertimento, un’invito, forse una liberazione. Non marsalarti diceva Alighiero, ché nulla resta immutato, la realtà (cos’è poi in fondo la realtà?) é in costante divenire: tutto passa (nel bene o nel male avrebbe detto Voltaire). Come spesso accade nelle opere di Nicus Lucà, è lo spettatore a completare l’opera, trasformandola in quel che più gli pare; in pensiero, presenza, azione, visione.
Nicus Lucà unisce storia, materia, forma, contenuto e attualità con la poetica di chi crede che l’arte sia relazione, contesto, memoria, oblio e alla fine dei conti un atto di coscienza critica.
GALLERIA D’ARTE PIRRA. TRA L’ACQUA E IL CIELO
INAUGURAZIONE VENERDÌ 24 OTTOBRE 2025
Un orizzonte che si apre infinito e l’immensità del mare che riflette le nuvole mutevoli, la serenità e l’inquietudine, l’apertura e il limite: questo progetto espositivo racconta le affinità tra l’acqua e il cielo, due elementi naturali che si intrecciano e dialogano in modo continuo, e invita il visitatore a immergersi in un viaggio fatto di paesaggi e visioni aeree.
Le sale accolgono opere di pittori che, con sensibilità e formazione profondamente diverse, hanno saputo cogliere la magia dell’incontro tra acqua e cielo. Tra gli italiani, Giovanni Molteni (1898-1990) svela dolcemente le armonie delicate di una Portofino primaverile, Thayaht (1893-1959) incanta con un magnetico notturno sul mare – esposto al Mart di Rovereto nel 2005 –, Edgardo Corbelli (1918-1989) offre un’interpretazione dal sapore più espressionista, mentre Luisa Albert (1969) valorizza sfumature e riverberi. In mostra non possono mancare la danese Birgitte Lykke Madsen (1960), che ha fatto dell’acqua il principale focus della sua produzione pittorica, e il francese Henry Maurice Cahours (1889-1974), maestro della luce, le cui suggestive marine bretoni sono intrise di poesia. I russi delle scuole di Mosca e San Pietroburgo, tra cui Georgij Moroz (1937-2015) e Dmitrij Kosmin (1925-2003), restituiscono tutta la potenza lirica della natura del Nord, tra vasti fiumi e cieli profondi. Dal paesaggio figurativo all’astrazione pura, in cui il colore è utilizzato come linguaggio primario capace di stimolare pensieri o suscitare emozioni: la Composizione astratta turchese di Dora Maar (1907-1997) ne è un esempio.
Accanto alle suggestioni naturalistiche, il percorso si apre a una nuova dimensione, quella del volo narrato dai protagonisti del Secondo Futurismo. Ne sono interpreti i poliedrici Giovanni Acquaviva (1900-1971), Arturo Ciacelli (1883-1966), Renato Di Bosso (1905-1982), Umberto Di Lazzaro (1889-1968), Michele Falanga (1865-1937), Osvaldo Peruzzi (1907-2004), Ugo Pozzo (1900 – 1981) e un rarissimo Giuseppe Cominetti (1882-1930) del 1919: con loro il cielo non è più soltanto contemplazione, ma conquista, uno spazio dinamico, attraversato da linee spezzate, colori vibranti e slanci che raccontano l’ebbrezza di librarsi oltre i limiti umani.
Tra l’acqua e il cielo è dunque un racconto duplice: la quiete del paesaggio che accoglie e l’impeto futurista che proietta verso l’alto. Un invito a guardare, a sognare, a lasciarsi attraversare dalla forza senza tempo degli elementi.
La mostra rimarrà aperta fino al 30 novembre 2025.
ALBA. CORSOTORINO18. MOSTRA “IL SOGNO AMERICANO” DI SERGIO VEGLIO
Corso Torino 18 Professional Workshop propone per l’autunno 2025 un percorso espositivo dedicato all’artista torinese Sergio Veglio, una mostra dal titolo “IL SOGNO AMERICANO, visioni a pennello in CORSOTORINO18” attraverso le opere di Iperrealismo passando dalla produzione PopArt, concludendo con l’esposizione delle nuove opere prodotte in esclusiva per il mercato americano.
Sergio Veglio nasce nel 1958 a Torino dove vive e lavora. Negli anni ‘70 frequenta l’Istituto di Arti Grafiche G.B. Bodoni dove si diploma, materia preferita Storia dell’Arte che finirà per plasmare quello che sarà il suo spirito artistico, ostinato e costantemente controcorrente.
Incurante delle mode propone i suoi lavori in modo emozionalmente suo, opere che non hanno bisogno di essere capite. Sono quello che si vede, né più né meno; opere che ti lasciano sbigottito o ti fanno sorridere. Oppure ti lasciano basito perché a volte la semplicità viene scambiata per ovvietà.
Nel 2019 durante una mostra collettiva tenutasi a Taggia, era presente il Prof. Vittorio Sgarbi che a chiosa dell’evento in un commento personale cita le opere esposte da Sergio, due sguardi sulla Route 66:
“…Osservando le opere di maggior impegno accademico, interessanti poiché esprimono, aldilà dell’inventiva, lo studio e l’applicazione per perfezionare una certa tecnica, spiccano in una dimensione americana i quadri di Sergio Veglio …”.
Qui ad Alba, nuovamente espone tra le altre un’opera monumentale dove esprime la sua bravura non solo nel dipingere ma anche nel progettare un disegno asimmetrico fatto di intarsi di linee continue che si rincorrono perfettamente da una tela all’altra e che colgono e incorniciano gli attimi di un ordinato caos che include un circo di personaggi con le loro manie, i brand della nostra spesa quotidiana e le espressioni che caratterizzano le nostre emozioni. Insomma “PopArt” allo stato puro, popolare, tutti comprendono, tutti si sentono inclusi. La travolgente allegria della sezione PopArt lascia spazio ai nuovi paesaggi realizzati con uno stile distintivo che fonde realismo e romanticismo; momenti sospesi, immersi in un’atmosfera di nostalgia. Ambientazioni che richiamano i fotogrammi cinematografici della West Coast, contribuendo a creare un senso di fascino retrò.
Insomma non una mostra ma un percorso di vita tra il reale e l’Iperreale, il sogno e il desiderio.
La mostra verrà inaugurata sabato 18 ottobre, dalle ore 18 alle 20, presso la ns. sede di Alba, Corso Torino 18 e rimarrà aperta al pubblico fino al 31 dicembre 2025.
Orari di visita: dal lunedì al venerdì dalle 8:00 alle 20:00, sabato su prenotazione.
Ingresso libero e gradito.
Partner tecnici: gettodesign S.r.l.
“Tormenti, visioni, evasioni” mostra di Art Brut a Palazzo Lascaris
La mostra di Art Brut “Tormenti, visioni, evasioni”, esposta a Palazzo Lascaris fino al 16 gennaio 2026, è un progetto realizzato in collaborazione con l’associazione Forme in bilico e il Centro di Documentazione sulla Psichiatria, ex Ospedale Psichiatrico di Collegno dell’AslTO3, Asl Città di Torino, MAET / Museo di Antropologia dell’Università degli Studi di Torino, Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e Galleria Gliacrobati. L’esposizione rientra nei programmi della Settimana della Salute Mentale che si svolge dal 6 al 10 ottobre, della Giornata contro la solitudine del 21 ottobre e della Giornata Internazionale della Disabilità del 3 dicembre. La mostra, a cura di Tea Taramino e Lillo Baglio, propone una selezione di opere pittoriche e piccole sculture di grande impatto visivo che fanno parte della ricca collezione del Centro di Documentazione sulla Psichiatria di Collegno, realizzate da artisti di formazione non accademica che hanno frequentato il Centro Sociale Basaglia tra il 1983 e il 1999 e in anni precedenti.
Gli autori in esposizione: Giorgio Barbero, Fedele Canuto, Pietro Augusto Cassina, Enrico Ferretti, Fioralba Nicosia Lippolis, Natale Napoli, Lucia Saltarin, Luigi Sopetti, Alfio Sampugnaro.
La mostra, corredata da un ricco catalogo, è aperta al pubblico, con ingresso gratuito, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17 e nelle giornate di apertura straordinaria di Palazzo Lascaris del 7, 14 e 21 dicembre. Chiuso venerdì 2 gennaio 2026. Visite guidate gratuite tutti i venerdì pomeriggio dalle 14.30 alle 18.
COSTIGLIOLE SALUZZO. BAM BIENNALE D ‘ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DEL PIEMONTE
Palazzo Sarriod de La Tour
Costigliole Saluzzo CN
Via Vittorio Veneto, 103
18 ottobre – 23 novembre 2025.
Artisti invitati
Sezione pittura:
Agre (Antonio Agresti) – Ermanno Barovero – Viola Barovero – Claudio Bellino
Antonio Carena – Fulvio Donorà – Hanieh Eshtehardi – Raffaello Ferrazzi – GEC (Giacomo Bisotto)
Sabrina Milazzo – Guido Persico – Davide Pesce – Alberto Ribè Massimo Romani – Michelangelo Rossino Annarita Serra – Eraldo Taliano – Akira Zakamoto
Sezione fotografia: Laura Berruto – Marisa Caichiolo – Aldo Galliano – Valeria Sangiorgi.
Sezione scultura: Ruggero Maggi – Calogero Lillo Marrali.
Sezione installazione: Alga (Lorenzo Alagio – Giordano Gardelli).
Sezione video-arte IA: Michelangelo Rossino
Sezione Fashion Shooting: Anna Maria Carrieri – Manuela Cavallo (TÌNVICA) – Romina Dogliani (Dorò)
Olesea Ionita (Amrita Kids) – Monica Pasta (Vidor) – Alberto Pescarmona – Chiara Schembari (Sché)
Inaugurazione
sabato 18 ottobre 2025 ore 16.00 > 19.00
Orari di apertura
Sabato e domenica 9.30 – 12.30 / 15.00-18.30
Ingresso libero
Fondazione Giorgio Amendola: Viola Barovero | Nicolò Borgese | Sonia Gavazza
Via Tollegno, 52 – Torino Beauty and Change 16.10.2025_17.11.2025
Inaugurazione Giovedì 16 ottobre 2025 h.18.00 a cura di Luca Motto
ROCCATRE. Mostra Andrea Barin in dialogo
INAUGURAZIONE: giovedì 16.10.2025, ore 18
SEDE: Galleria d’Arte Roccatre Via della Rocca, 3b – 10123 Torino
ORARI: martedì-sabato 10.30-12.45 15.30-19.30
APPUNTAMENTO in galleriaGiovedì 23 ottobre 2025 ore 18 “A TU PER TU” con l’artista Andrea Barin
Dopo un certo periodo di silenzio espositivo, Andrea Barin ritorna in galleria con una nuova produzione che segna il passaggio dal monocromo al colore senza però rinnegare il lavoro del passato. Questo nuovo percorso si fonde al lavoro precedente. La svolta non è unicamente formale ma anche concettuale, poiché riflette un rinnovato rapporto con la memoria ed il tempo. Queste opere recenti si concentrano sulla rappresentazione di ambienti intimi e raccolti: interni di studi d’artista, opere d’arte e oggetti della quotidianità, luoghi carichi di stratificazioni visive e affettive. In questi spazi, vengono ritratte opere di maestri storicizzati del Novecento, quadri, sculture, frammenti, a volte appartenenti alla sua stessa collezione.
Non si tratta di una semplice operazione di catalogazione visiva, ciò che avviene durante la creazione dell’opera è un processo di appropriazione, in cui la pittura si fa lo strumento per comprendere, analizzare e infine “possedere” queste immagini.
Questa mostra segna quindi un ritorno che è anche un nuovo inizio.
TELEPHONE “Il progetto artistico globale. collega più di 1.300 artisti in 64 paesi
Evento online lanciato il 10 ottobre 2025
In un’epoca di crescenti divisioni globali, un innovativo progetto artistico sta creando connessioni oltre i confini, attraverso una reinterpretazione creativa del gioco infantile del “telefono senza fili”. TELEPHONE, giunto alla sua terza edizione, trasforma l’espressione artistica attraverso diversi linguaggi: le opere evolvono dalla pittura alla musica, dalla poesia alla danza, dando vita a una catena di collaborazioni artistiche globale e senza precedenti.
Nato a New York nel 2010, il progetto è cresciuto fino a diventare più grande della Biennale di Venezia, e oggi coinvolge oltre 1.390 artisti provenienti da più di 900 città in tutto il mondo. Gli artisti ricevono in modo anonimo un’opera da un collega in un altro paese, la reinterpretano nel proprio linguaggio espressivo e la trasmettono ad altri, creando una rete in espansione esponenziale di interpretazioni artistiche.
“Il gioco rappresenta un potente contrappunto alle tendenze anti-globaliste dei nostri tempi”, afferma il fondatore Nathan Langston. “TELEPHONE crea connessioni umane concrete tra artisti che forse non si incontrerebbero mai, superando confini nazionali e culturali.”
Il processo è di una semplicità elegante: gli artisti si iscrivono sul sito telephonegame.art, ricevono un’opera “sussurrata” da interpretare e hanno due settimane di tempo per creare la loro risposta in un diverso medium. Ogni nuova opera viene poi trasmessa a più artisti, dando origine a percorsi ramificati di evoluzione artistica. Le identità dei partecipanti restano anonime fino alla rivelazione finale.
Il progetto ha attirato un’ampia attenzione sin dal suo esordio, con articoli su The New York Times, Hyperallergic, Seattle Times e Poets & Writers Magazine. Le precedenti edizioni del 2015 e del 2021 avevano già coinvolto centinaia di artisti in tutto il mondo, ma quella attuale segna la sua espansione più ambiziosa.
TELEPHONE è realizzato interamente grazie al lavoro volontario, senza finanziamenti istituzionali né quote di partecipazione. Il progetto culminerà in una mostra online permanente e gratuita, che sarà lanciata il 10 ottobre 2025, accompagnata da mostre fisiche presso i Base Camp Studios di Seattle e da eventi celebrativi simultanei in varie città del mondo.
Mentre il progetto ha suscitato l’interesse del mondo accademico: studiosi di cinque continenti stanno indagando le sue implicazioni per la traduzione intersemiotica, la neuroscienza e la storia dell’arte.
E all’evento ha aderito, come nelle precedenti edizioni, anche l’artista torinese Maria Rosa Benso con l’opera “MIRROR” 2024, recentemente presentata all’interno della mostra personale “Sintassi del Segno Sospeso” nello spazio esposivivo del Teatro di Palazzo Saluzzo Paesana a Torino, che esprime il senso di una ricerca dalle cadenze astratte, secondo una interiorizzata visione e interpretazione di questo nostro tempo, tra pittura e un linguaggio dalle meditate, lievissime e impalpabili sequenze espressive.



Via Tollegno, 52 – Torino Beauty and Change 16.10.2025_17.11.2025
