Cappella della Beata Vergine Del Suffragio

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Cappella della Beata Vergine Del Suffragio

Questa cappella, con la tomba di famiglia, venne fondata nel 1652 da Giorgio Turinetti, conte di Castiglione, Cordova, Cortanzane e Pertengo, banchiere di corte, Presidente delle Finanze, Rettore della Compagnia di S. Paolo, maggior azionista della “Compagnia di assicurazione dei resighi marittimi”. Tuttavia, quando passò a miglior vita non fu sepolto in questa sua cappella chierese, ma nella chiesa di S. Carlo di Torino, dove possedeva una cappella ancora più prestigiosa.

In assenza di altri spazi disponibili, per realizzarla Giorgio Turinetti dovette prendere accordi con i Broglia, e farsi cedere una della due campate che costituivano la loro cappella delle Reliquie: come in altri casi, quindi, di una cappella se ne fecero due. La decorazione Giorgio Turinetti la affidò alle maestranze luganesi che in quel periodo stavano decorando la cappella del Corpus Domini.

Cosa abbastanza rara, questa cappella non ha mai conosciuto cambiamenti di patronato: è sempre rimasta ai Turinetti, prima del ramo di Pertengo, poi di quello di Priero. E ha sempre conservato il suo aspetto originario e la sua decorazione barocca, anche in occasione dei restauri di fine Ottocento.

Negli ultimi anni Sessanta del Novecento la cappella fu oggetto di un generale restauro che vide all’opera anche il pittore chierese Luigi (Vigìn) Roccati. Nel 2003 sull’unica finestra fu posta una vetrata di Silvio Vigliaturo che raffigura l’episodio evangelico delle Nozze di Cana.

NUVOLONE Carlo Francesco e Giuseppe (attrib.), La Beata Vergine del Suffragio (1652)

NUVOLONE Carlo Francesco e Giuseppe (attrib.), La Beata Vergine del Suffragio (1652)

La pala dell’altare rappresenta la Madonna col Bambino e, nel registro inferiore, le Anime del Purgatorio. Scrive Oreste Santanera che questa tela “con le sue figure dal morbido plasticismo, immerse in una tenue atmosfera sfumata, rimanda alla famiglia Nuvolone”. Santanera, cioè, attribuisce quest’opera ai fratelli milanesi Carlo Francesco e Giuseppe Nuvolone, figli di Panfilo, tutti pittori, che dipingevano alla maniera di Giulio Cesare Procaccini, del Morazzone e di Daniele Crespi e lavorarono ripetutamente a Torino nelle residenze sabaude.

ANONIMO. Affreschi della volta. Scene bibliche (1652)

ANONIMO. Affreschi della volta. Scene bibliche (1652)

Sulla volta a botte, all’interno delle cornici in stucco, sono dipinti a fresco episodi dell’Antico Testamento che hanno per protagonisti personaggi liberati da situazioni di grande pericolo e sofferenza (Daniele nella fossa dei leoni; Giona rigettato dalla balena; Giuseppe estratto dal pozzo) nei quali la Chiesa per tradizione ravvisa altrettante prefigurazioni della liberazione che attende le Anime del Purgatorio.

L’autore di questi affreschi è ignoto, né è possibile individuarlo ricorrendo ai raffronti stilistici essendo state le pitture molto compromesse in occasione di restauri ottocenteschi. Tuttavia, essendo questa cappella contemporanea di quella del Corpus Domini, ed essendo Giorgio Turinetti implicato in entrambe, in questa come proprietario, in quella come membro autorevole della Compagnia del Corpus Domini e come finanziatore della sua costruzione, si può supporre che gli autori degli stucchi e dei dipinti siano gli stessi che dai documenti risultano aver lavorato in quella cappella, cioè i luganesi Francesco Garove, Tommaso Carlone, Gio. Luca Corbellino e Giovanni Marocco e, forse, il chierese Carlo Francesco Fea.

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