S. Giorgio

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S. Giorgio


Dal “Testamentum seu decretum”  del vescovo Landolfo di Torino (1037) apprendiamo che  all’inizio dell’XI secolo egli “In Chieri completò la torre e il castello, con mura altissime e con una migliore opera…”.  Ciò significa che fin da tempi remoti nel luogo più elevato di Chieri c’era un castrum, cioè un luogo fortificato, e in esso una torre. Grazie ad una bolla di papa Innocenzo II (1141) sappiamo che c’era anche una cappella dedicata a San Giorgio Martire, cavaliere della Legione Tebea, scelto come protettore dalla Società del Popolo, cioè dalla borghesia  (mentre San Guglielmo di Aquitania lo era dalla Società dei Nobili). La cappella, di proprietà comunale, dipendeva dalla Collegiata di Santa Maria della Scala, che ne designava il rettore o parroco. Quella torre e quella chiesa sono giunte fino a noi, sia pure con mutazioni profonde verificatesi lungo i secoli.

Sembra che l’antica cappella nel 1412 sia stata distrutta da un incendio. I  Villa, signori di Villastellone, la ricostruirono molto più grande della precedente, di tre navate (delle quali la centrale absidata), improntata allo stile gotico allora in auge. Venne consacrata dal vescovo di Torino  mons. Ludovico Romagnano  il 10 ottobre 1441.

Nel 1531, su invito del Rettore Matteo Buschetti, sull’altura di San Giorgio, presso la chiesa omonima, si insediarono i frati Francescani Minori Osservanti i quali, collaborando in tutto con il rettore, vi restarono fino al 1775.

All’inizio del scolo XVII, per iniziativa del rettore Lorenzo Broglia e dei frati, la chiesa cambiò completamente aspetto: venne ampliata grazie alla creazione di quattro cappelle, due a destra e due a sinistra, e decorata in chiave barocca dai principali artisti del momento.

Verso la metà dl XVIII secolo, forse in seguito agli interventi seicenteschi, la chiesa cominciò a dare segni di cedimento strutturale, soprattutto nella parte anteriore. Nel 1752, incaricato di porvi rimedio, l’architetto Bernardo Vittone  ricostruì le volte della prima campata e, piuttosto che  ricorrere a strutture di rinforzo come aveva pensato in un  primo momento, ricostruì ex novo l’intera facciata.

Alla fine dell’Ottocento e all’inizio del Novecento, per iniziativa del parroco Giuseppe Olivero,  l’interno  conobbe un ulteriore rimaneggiamento, questa volta in stile Neogotico, con i risultati tuttora constatabili.

Sono in corso (2016) restauri che riporteranno la chiesa all’aspetto che aveva a metà dell’Ottocento.

Il campanile, tuttora di proprietà comunale, è l’erede della torre del castrum,  sottoposta a rimaneggiamenti nei secoli XI-XII e nel Trecento.  La cuspide orientaleggiante è un’aggiunta del 1676.

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bibliografia
Bosio  Antonio,  Memorie storico-religiose e di belle arti del Duomo e delle altre chiese di Chieri, Torino 1878.
Ferrua Ferruccio, Il  Murè, Riva presso Chieri 2009.
Valimberti Bartolomeo, Spunti storico-atistici sopra la città di Chieri, II, Chiesa parrocchiale urbana di San Giorgio, Bozza di stampa dattiloscritta.
Vanetti Guido, La chiesa di San Giorgio di Chieri, Torino 1991.

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