Santa Maria in Betlem

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Santa Maria in Betlem

Santa Maria in Betlem

Santa Maria in Betlem

Appena usciti da Chieri in direzione di Torino, sulla destra, subito dopo il distributore dell’Agip, in località chiamata Balermo, si nota una cappella molto malridotta, quasi completamente ricoperta di teli di plastica che hanno la funzione di proteggerla dalle  infiltrazioni di acqua che ne segnerebbero la fine.

Non si sa quando sia stata fondata ma, sia pure ricostruita e rimaneggiata più volte, esiste almeno da sette secoli e mezzo: la prima testimonianza, infatti, risale al 1266.

Fu eretta, insieme ad un piccolo ospizio, dai Betlemitani, un ordine religioso che si dedicava all’assistenza dei pellegrini.  All’estinzione di quell’Ordine, venne retta da un cappellano nominato dal vescovo. Nel 1457 nei suoi pressi si insediarono i frati Minori Osservanti, che non molti anni dopo (1506)  si trasferirono prima in zona Vallero, poi a San Giorgio e infine nel convento di Sant’Antonio, già dei Gesuiti.

A partire dal Cinquecento il patronato sulla cappella fu acquisito dai De  Bernardi, seguiti dai Vasco e dai Robbio. I cappellani erano quasi sempre esponenti delle loro famiglie, che in questo modo si garantivano il godimento del pingue beneficio.

In un documento del 1700 la cappella viene descritta  con il portico davanti. Attigua ad essa, dalla parte verso mezzanotte, “una piccola casetta per l’habitatione dell’Eremita, qual compone due piccole stanse una à tera et l’altra sopra, fatta bona parte di mattoni crudi senza sternito, minaccianti rovina”.  La descrizione non corrisponde alla realtà odierna.Infatti nel secolo XVIII la cappella venne ricostruita dal canonico Carlo Arduino.

Nel 1865, per effetto delle leggi Siccardi, che avevano soppresso molti enti religiosi, la cappella venne incamerata dallo Stato insieme ai suoi beni. Messa all’asta, fu acquistata da Giuseppe Stella, il quale negli anni 1867-68 la ricostruì quasi completamente, decorandone la facciata con stucchi e l’interno con marmi e dipinti. Alcuni di questi vi si conservano tuttora.

Gestita da massari, fino a tempi recenti è stata oggetto di devozione da parte della gente del posto e anche di abitanti della città. Vi si celebrava la festa nella quarta domenica di agosto, a partire dal 1870 anticipata alla seconda, con decreto vescovile del 1° agosto 1870.

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