CENTOTORRI/SFOGLIA LA RIVISTA – L’Enciclica del Papa sulla fraternità universale

Un Documento di ampio respiro che fa riflettere

di P. Pio Giuseppe Marcato op

“Siamo pienamente d’accordo con l’invito-sfida ad abbandonare l’indifferenza e il cinismo che governa la nostra vita ecologica, politica, economica e sociale in genere, come di unità centrate su sé stesse o disinteressate, e a sognare il nostro mondo come una famiglia umana unita”. Così il Patriarca ecumenico ortodosso di Costantinopoli in visita a Roma commenta l’enciclica “Fratelli tutti” di Papa Francesco in un’intervista ai media vaticani, e prosegue: “Prima ancora di conoscere nei dettagli il testo del Nostro Fratello Papa Francesco, abbiamo avuto la certezza che si sarebbe trattato di un altro esempio del suo incrollabile interesse per l’uomo, “amato da Dio”, attraverso la manifestazione della solidarietà verso tutti gli affaticati, i gravati e i bisognosi, e che avrebbe contenuto proposte concrete per affrontare le grandi sfide del momento, ispirate dalla fonte inesauribile della tradizione cristiana, e che emergono dal suo cuore pieno di amore. Le nostre aspettative sono state pienamente soddisfatte dopo aver completato l’analisi di questa interessantissima Enciclica la quale non costituisce semplicemente un compendio o un sommario delle precedenti Encicliche o altri testi di Papa Francesco, ma il coronamento e la felice conclusione di tutta la dottrina sociale. Con questo spirito esprimiamo l’auspicio e la speranza che l’Enciclica si riveli fonte di ispirazione e dialogo fecondo attraverso l’assunzione di iniziative e azioni su un piano inter-cristiano, interreligioso e pan-urbano”.

Le dichiarazioni rilasciate dal Patriarca di Costantinopoli sono il valido commento a questo nuovo Documento di Papa Francesco. Non è un semplice encomio di circostanza ma una condivisione delle preoccupazioni che le diverse comunità cristiane sparse nel mondo percepiscono e soffrono per la mancanza e perdita di valori morali e sociali.

Responsabilità, quindi, per il rispetto della natura, della dignità della persona umana, della collaborazione dei popoli per costruire legami di giustizia e di pace. Dopo l’Enciclica sul dovuto rispetto della natura la “Laudato si”, era necessario l’approfondimento del rapporto dei ‘fratelli’ della società umana, questa dei “Fratelli tutti”. Le due celebri espressioni del Santo di Assisi indicano nella semplicità dell’annuncio la serietà e gravità del momento presente che stiamo vivendo non nascondendoci dietro facili giochi di parole che delegano ad ‘altri’ le responsabilità dei disastri e del decadimento degli impegni e doveri di tutti e di ciascuno. Leggendo con calma il pensiero ampio e articolato di Papa Francesco si nota il modo in cui individua e nomina le ‘ombre’ del mondo moderno, i peccati moderni. Le conquiste della scienza non sempre rispondono alle fondamentali ricerche esistenziali e non le hanno eliminate, la conoscenza scientifica non penetra le profondità dell’animo umano. L’uomo questo lo sa, ma fa finta di non sapere, di non vedere!

Lo sviluppo economico non ha ridotto il divario tra ricchi e poveri, ma ha stabilito piuttosto la priorità del profitto, scatenando la protesta degli ultimi, degli affamati di pane e di giustizia. E così la politica è diventata serva dell’economia. La proposta cristiana ha come fondamento l’amore, la giustizia e la pace, quindi l’apertura all’altro, la cultura della solidarietà. Di fronte al moderno e ‘arrogante’ “Uomo-dio, la Chiesa propone il “Dio-Uomo” e dà posto ad una economia ecologica basata sulla giustizia sociale e, alla politica del più forte, oppone il principio del rispetto dell’uomo e il diritto internazionale.

A modello di una riflessione ampia da condividere, la bella figura del ‘Buon Samaritano’. Gesù Maestro e Signore collegando i due precetti dell’amore di Dio e del prossimo, principi fondamentali della dignità dell’uomo e sintesi perfetta della Legge umana e rivelata, indica che una religiosità chiusa in sé stessa, osservante il solo atto di culto esterno, non può produrre frutti di verità e giustizia, non garantisce il ’diritto’ della gioia perfetta del Regno, ci vogliono fatti concreti di condivisione e solidarietà. Questa parabola anticipa e dà la chiave di lettura del momento finale del Grande Giudizio: ‘avevo fame, sete, ero nel bisogno…’. Il Papa propone un cammino di verifiche e azioni concrete.

La Chiesa, e anche il poverello di Assisi, Francesco, ha sempre chiamato i suoi figli col delicato nome di “fratelli”. Questa fratellanza spirituale, cristocentrica, è ben più profonda di quella semplicemente umana, della parentela naturale. Questo non riguarda i soli credenti ma abbraccia tutta l’umanità. Tutti gli esseri sono creazione di Dio, tutti sono inseriti nel piano della salvezza, tutti sono amati e tutti hanno gli stessi diritti sui beni concreti della creazione. L’amore e la giustizia non possono restare sentimenti astratti, semplice forma di simpatia verso l’umanità. La dimensione della comunione personale e della fratellanza sa distinguere l’amore dall’umanesimo astratto.

Da questa ampia visione i vari temi quali la politica, il diritto ai beni della natura, l’avere un tenore di vita dignitoso, il lavoro, il benessere e il profitto, la pena di morte e la guerra diventano oggetto di seria riflessione e di presa di posizione perché ognuno/tutti se ne faccia(-no) carico e capisca(-no), anche in questo di tempo di pandemia, la gravità del momento presente. Parole forti ma necessarie, quelle di Papa Francesco, per non perdere questa occasione, ed entrare in un percorso di un non ritorno.