CENTOTORRI/SFOGLIA LA RIVISTA – Opere d’arte da salvare: due preziose gemme del ‘700 a San Domenico

Una Maddalena di Operti e un San Domenico

di Antonio Mignozzetti

Nel numero di dicembre dell’appena terminato 2021, con questo titolo Centotorri ha dato il via ad una  rubrica con la quale intende segnalare alcune opere d’arte chieresi che hanno bisogno di essere restaurate, prima che vadano completamente in rovina con grave danno del patrimonio artistico della città. Una segnalazione che non vuole essere un fatto puramente formale, ma  che punta a mettere in moto episodi concreti di mecenatismo.

A dicembre abbiamo iniziato con due grandi tele conservate nella cappella della Residenza Giovanni XXIII.  Questa volta proponiamo all’attenzione dei chieresi due quadri che si trovano  nella chiesa e nel convento di San Domenico, e che, pur non versando in condizioni disastrose, meritano un restauro. Il primo è un ovale dalle dimensioni di circa cm 150×100, collocato nella sacrestia della chiesa, dove è sempre stato, sopravvivendo anche alla soppressione napoleonica del convento. Raffigura Santa Maria Maddalena, una Santa particolarmente cara ai frati Domenicani: la si riconosce dai consueti particolari iconografici, specialmente dal vaso del profumo con il quale unse i piedi di Gesù, suscitando le ire di Giuda Iscariota indignato per l’inutile spreco. E’ attribuito a Pietro Paolo Operti di Bra: un pittore attivo nella metà del Settecento.  L’ovale ha bisogno di un restauro che restituisca l’originaria brillantezza ai suoi colori, uno dei principali pregi di questo artista, che si formò a Bologna alla scuola dei Carracci.

Il secondo quadro, più grande del primo (circa 200 cm x 100), attualmente si trova lungo la scala che conduce al primo piano del convento.  Abbiamo precisato “attualmente”, perché  in passato fungeva da pala d’altare della cappella di San Domenico, nella chiesa omonima. Nel 1900 ha lasciato il posto alla tela di Luigi Morgari raffigurante San Domenico che dagli Apostoli Pietro e Paolo riceve il libro dei Vangeli e il bastone del pellegrino, gli emblemi della sua missione. Anche questo quadro raffigura San Domenico, ma in un altro contesto: quello di una apparizione che ebbe per protagonista un frate domenicano, fra Lorenzo da Grotteria, e per teatro la località di Soriano Calabro, presso Vibo Valentia, e il suo grande convento domenicano. Si racconta che nel 1530 la Vergine Maria, insieme alle Sante Caterina d’Alessandria e Santa Maria Maddalena, sia apparsa al  frate e gli abbia affidato un’immagine di San Domenico  da consegnare al Priore del convento perché la esponesse alla venerazione dei fedeli.  Il quadro raffigura quella scena: la Vergine che al centro, fiancheggiata dalle due Sante, consegna l’immagine di San Domenico al frate, caduto in ginocchio davanti a lei. Si tratta di un’opera settecentesca di autore ignoto. Ad aver bisogno di restauro non è soltanto la tela, offuscata  da oltre due secoli di esposizione alle polveri e al fumo delle candele, ma anche la bella cornice dorata.