CENTOTORRI/SFOGLIA LA RIVISTA – “Per un uso corretto dell’acqua” le proposte del Distretto del Cibo

Lo scenario:  siccità e cambiamento climatico.

Si intitola “Proposta per una corretta gestione delle risorse idriche del territorio del Distretto del Cibo del Chierese-Carmagnolese” il documento che Ugo Baldi, presidente del Distretto, ha inviato ai sindaci dei 25 comuni che ne fanno parte. Ne riportiamo i passi salienti.

“Una grande crisi economica, di proporzioni non ancora definite, sta attraversando il mondo agricolo e le sue produzioni ed in questo scenario, già sufficientemente critico, si inserisce prepotentemente il problema delle risorse idriche disponibili. In tale contesto, il rapporto agricoltura-ambiente ed il tema della intensificazione sostenibile animano la discussione tra le aziende agricole nello scegliere modelli che meglio si adattino alle diverse realtà produttive, con l’obiettivo di incrementare le produzioni riducendo gli impatti ambientali dei processi coinvolti. La situazione di criticità relativa alla disponibilità di acqua per uso irriguo che colpisce il territorio del Distretto del Cibo del Chierese-Carmagnolese non può essere ascritta ad una condizione di emergenza quanto piuttosto all’effetto delle modificazioni del clima(…)”

“L’obiettivo generale del Distretto del Cibo Chierese-Carmagnolese è il sostegno alle imprese e agli attori connessi alle differenti componenti della filiera agroalimentare locale. In ragione di ciò è urgente sostenere le aziende preservando la loro redditività anche attraverso la tutela della risorsa idrica, così da garantire il soddisfacimento dei bisogni delle varie componenti socioeconomiche del territorio.

La riduzione, se non assenza, di precipitazioni che ha caratterizzato per mesi gran parte del territorio nazionale ed in particolare le nostre aree, si inserisce in un quadro di incremento dell’intensità e frequenza di fenomeni estremi, in primis siccità e precipitazioni intense.”

Vista l’adesione dei 25 Comuni che ne hanno sottoscritto l’atto di costituzione, il Distretto del Cibo del Chierese-Carmagnolese rappresenta un’opportunità per promuovere un disegno a scala sovracomunale di riduzione della vulnerabilità del territorio a questi nuovi scenari. Ciò consentirebbe di agire alla scala propria degli elementi naturali di quest’area: i bacini idrografici e idrogeologici. Ribadendo l’importanza di azioni immediate per sostenere da subito il settore agroalimentare, si ritiene utile condividere con le amministrazioni locali una serie di proposte organiche, secondo una visione coerente con gli obiettivi del Piano del Distretto e che consenta di affrontare il pericolo della siccità, ma anche quello delle alluvioni associate ai fenomeni di precipitazione intensa. Si propone pertanto un Master-plan dell’acqua, costituito da misure che operino su differenti fronti coordinati (…) per aumentare i co-benefici generati dalle singole proposte:

  1. Preservare la risorsa idrica, favorendo l’infiltrazione delle acque piovane nelle banche dell’acqua del nostro territorio, le falde acquifere:
    1. creando zone di infiltrazione/laminazione mediante la costituzione di aree umide e/o aree forestali di infiltrazione per la ricarica delle falde;
    2. recuperando/ripristinando/riqualificando il reticolo idrografico minore dei rii, bealere e canali per intercettare il ruscellamento superficiale verso i sistemi di infiltrazione/laminazione e gli invasi esistenti;
    3. preservando e tutelando gli invasi (lago di Arignano, lago della Spina, lago di Ternavasso) e peschiere esistenti, importanti riserve di acqua e biodiversità;
    4. potenziando la pulizia dell’alveo dei corsi d’acqua;
    5. promuovendo e favorendo processi di gestione attiva degli incolti e delle aree in abbandono (es. le aree boscate) per ripristinare le loro funzioni ecosistemiche, anche in relazione alla ricarica degli acquiferi.
  2. Ridurre e ottimizzare i consumi:
    1. promuovendo sistemi di irrigazione e basso consumo (es. irrigazione a goccia), e la raccolta delle acque piovane (es. cisterne);
    2. favorendo una riconversione verso colture poco idroesigenti;
    3. promuovendo pratiche volte a ridurre l’evaporazione (es. pacciamatura, cover crops);
    4. incoraggiando lavorazioni del terreno che favoriscano la capacità di ritenzione idrica dei terreni operando sulla tessitura dei suoli e incrementando il contenuto di sostanza organica;
    5. favorendo la diffusione di colture utili alla riduzione dei fenomeni di evaporazione e di erosione del suolo (es. cover crops), o che favoriscono l’ombreggiamento (es. agroforestry);
    6. promuovendo l’agricoltura e l’allevamento di precisione per il monitoraggio delle condizioni del suolo, delle colture e del bestiame al fine di quantificare i fabbisogni reali e definire con precisione i conseguenti interventi irrigui;
    7. supportando l’incremento della redditività e della sostenibilità delle produzioni, in funzione delle diverse tipologie e dimensioni aziendali, con la promozione della multifunzionalità, l’attivazione di processi di economia circolare (valorizzazione dei sottoprodotti) e riconoscendo il valore dell’intensificazione sostenibile quale strumento per la crescita delle aziende agricole e per la salvaguardia dell’ambiente.Queste soluzioni incrementano la resilienza degli agroecosistemi e consentono una loro diversificazione con aumento della qualità del paesaggio, dei servizi ecosistemici e dell’attrattività del territorio.
  1. Promuovere processi di innovazione delle aziende e formazione degli agricoltori per l’introduzione di sistemi che ottimizzino l’uso della risorsa idrica(…)
  1. Promuovere il riuso delle acque grigie di origine civile per uso irriguo, come insegna l’esempio di Israele(…)