CENTOTORRI/SFOGLIA LA RIVISTA – L’ Edicola di ieri

L’ Edicola di ieri

a cura di Valerio Maggio

Il Monastero, Benedetto XVI nove anni di papato-ombra

(Massimo Franco. Solferino 2022)

Il monastero è l’eremo nel cuore dei Giardini vaticani, nel quale dal maggio 2013 si è ritirato Benedetto XVI (…). Ormai ha passato più tempo al Monastero da papa emerito che da pontefice, dal 2005 al febbraio 2013. E questo rende ancora più imprevedibile e intrigante la sua traiettoria esistenziale (…). La sua sopravvivenza per tutto il pontificato di Francesco ha moltiplicato gli interrogativi sui motivi delle “dimissioni”, elevandolo a emblema di una fase unica della vita della Chiesa: anche perché la sua scelta di continuare ad abitare all’interno della Città del Vaticano è un’anomalia che si aggiunge a quella del successore, Francesco, che ha deciso di vivere in una suite dell’albergo di Casa Santa Marta, sempre dentro le sacre mura, e non nel Palazzo apostolico. (…) Ma è il Monastero la chiave che permette almeno di tentare di decifrare quanto accaduto (…). Quell’ex convento (…) e il suo inquilino eminente hanno riproposto in questi anni il mistero irrisolto della rinuncia di Benedetto; e riflesso in una sorta di gioco involontario di specchi l’evoluzione del pontificato di Francesco. Casa Santa Marta si è rapportata al Monastero molto di più di quanto non sia stato il contrario. (…)  Benedetto è stato invitato a parlare, a essere presente; insomma a cogestite di fatto il papato: quasi fosse la parte teologica e ortodossa che mancava a Francesco per essere legittimato agli occhi di una nomenklatura e di un mondo cattolico disorientati e frastornati dalla rinuncia, e scettici e diffidenti rispetto all’indirizzo del nuovo corso del papà gesuita. Man mano che la spinta di Francesco perdeva velocità e forza e aumentavano le resistenze e le critiche, però, il Monastero ha cominciato ad assumere contorni diversi (…). Da vertici di una stessa strategia di rinnovamento della Curia e del cattolicesimo, Monastero e Santa Marta sono diventati poli antagonisti, al di là e perfino contro la volontà del “due papi”; quasi per forza d’inerzia, sotto la pressione di cerchie di potere troppo tentate di regolare vecchi e nuovi conti e di spezzare la continuità miracolosa che i due anziani pontefici hanno cercato e cercano di salvaguardare”.