CENTOTORRI/SFOGLIA LA RIVISTA – Ricordo Papa Benedetto XVI

È entrato nella storia svolgendo un grande servizio alla Chiesa e al mondo.

di P. Pio Giuseppe Marcato op

Non poteva mancare nelle pagine del nostro giornale un pensiero del tutto particolare in memoria del papa emerito Benedetto XVI°. I tanti commenti di questi giorni e i servizi giornalistici delle diverse tendenze, e certamente ce ne saranno ancora molti altri, hanno fatto conoscere in modo approfondito la statura morale, culturale, religiosa e la personalità così elevata dell’Uomo e del Pastore della Chiesa universale. Ognuno di noi ha potuto evidenziare e riconoscere quei caratteri peculiari che ben oltre il tempo ci hanno permesso di valutare l’opera da Lui compiuta in soli 8 anni di pontificato: dall’insegnamento cattedratico nelle università tedesche, dal servizio pastorale nelle più importanti sedi della Germania come Cardinale. A Roma, come Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, e infine come Papa quale Vicario di Cristo, successore nella Cattedra di Pietro e Vescovo di Roma. Tre scritti magistrali e magisteriali che direttamente o in modo mediato rivelano la profondità ed esattezza del suo pensiero, quali la Fides et Ratio, il rapporto che può e deve esistere tra fede e ragione, la stesura e la meticolosità del dettato del Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC), cui a fatto seguito il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica (CCCC) e infine i tre volumi di Gesù di Nazareth, uno studio accurato storico scientifico della vita e dell’opera di Gesù Cristo. Si possono riconoscere l’ampiezza delle sue vedute filosofiche e teologiche, l’acume dei suoi diversi interventi nelle diverse sedi scientifiche a livello mondiale come specifiche sollecitazioni ad una sempre più precisa volontà di conoscere, condividere e amare la verità. Col suo misurato sorriso non voleva mai mettere in difficoltà il suo interlocutore fosse pure un filosofo, un capo di stato, un politico, un congresso di studi scientifici o un semplice fedele.

Puntuale e preciso nell’esposizione e nella scelta terminologica, incline alla riflessione ha sempre manifestato con delicatezza l’urgenza di non formarsi alle semplici e immediate osservazioni, anche scientifiche, senza averne la piena consapevolezza, padronanza e conoscenza dei possibili diversi effetti. Studioso di fama internazionale non ha mai ‘corretto’ alcune sue affermazioni perché intese e legate a ideologie o retaggi culturali diversi, ma le ha pensate e sostenute poiché appartenenti ad una visione ‘più aperta e positiva’ che puntavano direttamente ad affermare una verità non solo soggettiva ma più apertamente oggettiva. Studioso di S. Tommaso e della Scolastica, profondo conoscitore della visione e della dottrina agostiniana della fede cattolica, non ha mai smesso di sollecitare i singoli fedeli cristiani, ma ancor più i teologi docenti nelle università, di approfondire il dettato e aprirsi alle nuove prospettive stimolate dai tempi nuovi e dalle aperture culturali derivanti dalle discipline e scienze moderne. Non si è mai tirato indietro di fronte alle difficoltà che si presentavano e di cui veniva a conoscenza e che lo riguardavano, assumendo in proprio le responsabilità quale Pastore universale della Chiesa fino al giorno in cui, il famoso 11 febbraio 2013, in Concistoro ha dichiarato che per età, per le nuove difficoltà che non era più in grado di assolvere, per prudenza e rispetto del servizio che aveva assunto di fronte a Dio, alla Chiesa e all’intera umanità, secondo coscienza e in piena libertà, lasciava il ministero petrino e rassegnava le sue dimissioni. Se si può fare un riferimento, comunque inadeguato, ai Papi precedenti, la sua figura di Maestro e Pastore la si può confrontare con quella di S. Paolo VI°, il Papa che, dopo la figura carismatica di S. Giovanni XXIII°, ha saputo, dall’inizio del Concilio alla sua conclusione, condurre la Chiesa alla sua nuova identità moderna. Questa enorme e difficile eredità portata avanti con entusiasmo da S. Giovanni Paolo II°, e oggi da Papa Francesco, permettono alla Chiesa quella presenza e quella testimonianza della fede cristiana in un mondo che soffre e che ha paura del suo futuro. Sarà la Chiesa di oggi e di domani a valutare con saggezza l’ampio lavoro svolto da Papa Benedetto XVI° nel suo breve ma intenso pontificato, riconoscendogli tutti quei meriti di aver condotto la comunità dei fedeli nel vivere in pienezza, con apertura di mente e di cuore, la fede nel Cristo Risorto, Signore della storia e sorgente della Verità e della vita. È stato quel “Testimone fedele” davvero grande di cui la Chiesa e il mondo di oggi aveva e ha ancora bisogno. Mentre manteniamo vivo il suo ricordo, lo affidiamo alla Misericordia infinita di Dio, ringraziandolo per avercelo dato.