CENTOTORRI/SFOGLIA LA RIVISTA – I giorni pasquali macchiati di sangue!

I disperati appelli di Papa Francesco per costruire la pace

di P. Pio Giuseppe Marcato op

In questi giorni pasquali ho avuto modo di riflettere sul testo di un profeta-poeta di ieri, ma attualissimo per l’oggi P. Davide M. Turoldo. È un’invocazione, quasi una pretesa sulla situazione di ieri e di sempre. Le immagini di questi giorni testimoniano un’impressionante violenza.  È vero, i poeti sognano e insieme dipingono una realtà che sfugge ai più, ci stupiscono e ci accusano. Si vuole la pace o si prosegue ostinatamente il doloroso cammino della violenza ben sapendo che così non si concluderà mai nulla ma si peggiorerà una situazione già di per sé drammatica e scandalosa?

La pace non la può dare nessuno e le strade che si stanno percorrendo sono sbagliate! La pace non si ottiene con le armi. Tutti vogliono essere forti, e solo colui che è forte può imporre la ‘sua’ pace, ma, e lo si percepisce subito, la pace non si impone perché è effetto dell’amore. La pace non ha niente a che fare con la forza. I potenti ammazzeranno sempre, ma a loro volta saranno ammazzati e per queste strade di sopraffazione e di terrore non ci può essere pace. Nessuno può sradicare l’idea della libertà del cuore che desidera costruire la vera pace e non si può vivere senza questo desiderio incrollabile. La pace dove e per chi? È pace perché non si muore qui, ma in Ucraina, in Africa, in Siria? È pace perché qui si può andare in vacanza, visitare città dell’arte o andare ad un concerto, mentre altrove si muore di fame, sete, sotto le bombe? E ancora, vendette ataviche, guerriglia, battaglie con droni e missili o pacchetti di sanzioni producono effetti positivi? Questa non è la pace sospirata e attesa. La pace non è di questo mondo, può esistere nel mondo ma non è di questo mondo! Essa è presenza del Regno, è dove ‘vive’ Dio. Non esiste una casa della pace e una casa della guerra, perché nella stessa casa oggi ci può essere la pace e domani la guerra, gli equilibri sono davvero instabili. Certe nazioni non sono paesi di pace perché possono essere centrali di guerre lontane, centrali di egoismo, focolai di rivolte vissute altrove. La pace non può essere monopolio di nessuno, né frutto di sistemi ideologici e il mondo è incapace di darsi la pace una volta per sempre. Nulla di più fragile di una situazione di pace nella vita e nel cuore dell’uomo, in ognuno di noi vi è il germe della guerra e …della pace. Ogni guerra inizia da ciascuno di noi, mentre da nessuno di noi può cominciare la pace. La pace è più grande dell’uomo. Viviamo nella foresta e nella foresta non c’è pace. La pace è proprio dono di Dio, presenza del Regno. Lui è il principio, la fonte e il frutto della pace e senza di Lui non ci può essere pace per l’uomo. Gesù l’ha affermato nell’incontro pasquale con i discepoli: Io vi do la pace, la ‘mia’ pace, non quella del mondo! Il mondo non sa neppure cosa sia la pace. Finché non si è poveri, tutti ugualmente poveri, liberamente poveri, poveri per amore, poveri per aiutare i poveri, non ci può essere pace! Finché non si è capaci di perdonare e condividere, non ci può essere pace! Poveri e liberi dal proprio io. Finché non ci si libera dal proprio orgoglio culturale o sociale e non si entra nella logica del rispetto della propria e altrui coscienza, non ci può essere pace. Anche la religione, mal professata, può essere focolaio di guerra. Come afferma Papa Francesco: la guerra è la religione del maligno, per questo, ‘lui’ fin dal principio è omicida! La pace è e resta un bene assoluto, il solo bene che dev’essere desiderato e perseguito per se stesso. Solo allora si è costruttori di pace. Chi ha paura fa la guerra, e chi è libero da ogni paura è figlio della pace, perché figlio di Dio. Nella forza dello Spirito del Risorto dobbiamo diventare costruttori del Regno.