CENTOTORRI/SFOGLIA LA RIVISTA – CHIERI E LE SUE CAPPELLE. La Cappella della Beata Vergine di Loreto e dei Santi Apostoli Pietro e Paolo

E’ tra le più antiche (metà del ‘500), a pochi metri dalla Rocchetta

di Antonio Mignozzetti

A pochi metri dalla Rocchetta, sulla destra del Mercatò (il supermercato che recentemente ha preso il posto del mulino Berruto), fra la strada vecchia di Riva (via Anselmo Montù) e la strada per Pessione ( via Conte Rossi di Montelera), sorge questa bella cappella: la sua facciata è incorniciata da lesene, ingentilita da un elegante portale e da un inusuale  rosone ellittico  e culminante in un timpano dalle cornici fortemente aggettanti.  Non si conosce l’origine della duplice titolazione alla B. V. di Loreto e ai due Apostoli, né quando sia stata fondata. Ma di certo è molto antica: la prima testimonianza della sua esistenza è del 1545 (Archivio Comunale, art. 145, par. 1, vol. 5, f. 19 r) e Ottavio Gaiotti (Vol. II, p. 5) asserisce che nel 1601 il Consiglio Comunale stanziò  80 fiorini per la sua riparazione.

Certamente all’origine era molto diversa da come appare ora:  G. B. Gioacchino Montù  dice che era molto più piccola: fu ingrandita utilizzando dei mattoni caduti qua e là dalle mura e dai bastioni. La visita pastorale di mons. Vittorio Gaetano Baldassarre Maria Costa di Arignano, del  10 settembre 1782,  ne fa una descrizione abbastanza dettagliata: “La cappella di Maria Vergine di Loreto, situata davanti alla Porta del Gialdo, guarda ad oriente, è coperta con una volta, ha l’altare in laterizio e il tabernacolo di legno. È di patronato della Società degli  Ortolani, che ogni anno eleggono due Massari, i quali con le offerte raccolte fra gli altri ortolani curano la cappella e le suppellettili… Nella cappella sono conservate, in una piccola teca,  le reliquie provenienti dalla limatura della catena di San Pietro” (reliquie che evidentemente sono frutto del bisogno di avere qualcosa di fisico sul quale concentrare la devozione popolare, ma della cui autenticità non esiste alcun attestato).

Fino alla fine dell’Ottocento è stata fiancheggiata da un grande olmo, del quale il settimanale L’Arco del 12-13 marzo 1892 dice: “Il famoso e secolare olmo di Loreto, che sta a cavaliere delle due strade di Pessione e di Riva (strada vecchia), è in fin di vita”: alcuni ragazzacci avevano acceso un fuoco nella cavità del suo tronco facendolo apparire  “una cappa di un camino in fiamme”. In quella stessa epoca la cappella era affidata ad  un “eremita” noto come  “Il Pellegrino”, che in precedenza aveva svolto la stessa funzione presso le cappelle del Vibernone e di San Liborio: un personaggio che ne curava la manutenzione e che gli ortolani compensavano con i prodotti dei loro orti.  Il 30 maggio 1840, essendo entrata in funzione la nuova strada per Riva e Villanova, il Comune decise di dividere quella vecchia in lotti e di venderli ai frontisti. Solo l’area attorno alla cappella di Loreto non venga venduta “onde lasciare un piazzale alla cappella”. (Archivio comunale, Ordinati, 58, 2, vol. 98).

Come si presenta attualmente, la cappella è il risultato di un quasi completo rifacimento ottocentesco realizzato per iniziativa della Società degli Ortolani. In un documento dell’Archivio Arcivescovile, infatti, si legge che il  25 giugno 1877 l’Arcivescovo mons. Lorenzo Gastaldi delegò il Canonico Curato della Collegiata “ a visitare e benedire la nuova cappella dedicata  alla  B. V. di Loreto e ai SS. Pietro e Paolo”. Ma importanti restauri della cappella furono effettuati anche nel 1948 per iniziativa e a spese dei Berruto, titolari del vicino mulino (Corriere di Chieri e dintorni del 26 giugno): furono riparati il tetto, il pavimento, l’intonaco e la preziosa cornice barocca in stucco della pala dell’altare. Quest’ultima, un affresco, nel registro superiore raffigura  la Madonna col Bambino e gli Angeli che trasportano  la Santa casa di Loreto e in quello inferiore i due Apostoli in atteggiamento di venerazione verso la Vergine. Il dipinto venne  restaurato dal frate domenicano padre Sorbi, che disegnò anche il nuovo altare in marmo con il quale i Berruto sostituirono quello vecchio in laterizio.

In passato, il 29 giugno si celebrava la festa dei Santi Pietro e Paolo con Messe e con la Benedizione Eucaristica, con la partecipazione della Schola Cantorum del Duomo, sul cui territorio sorge la cappella (L’Arco n. 26 del 1914).  Nel pomeriggio venivano organizzati giochi popolari, gare sportive e concerti della Filarmonica Chierese (Il Chierese, n. 25 del 1947). Numerosissimi fedeli  vi accorrevano da tutta la città e anche da fuori, tanto che in certi anni, come nel 1938, la Pia Società degli Ortolani e dei Giardinieri chiese al Comune l’autorizzazione per ampliare provvisoriamente la cappella con tendaggi sorretti da pali.Vi si celebrava la Messa anche nella domenica fra l’ottavario della festa della Nascita di Maria SS (8 settembre) e qualche volta, specialmente nei periodi di siccità, di piogge ininterrotte o di altre calamità naturali,  anche in altre domeniche (Archivio Arcivescovile, Carte Sparse, 19. 37).