PEDALE CHIERESE

logo pedale chiereseIn piazzetta della Meridiana, alla Bottiglieria della Posta, nasce, il cinque novembre del 1904, La “Moltiplica”, antenata dell’odierno “Pedale Chierese”, società ciclistica fondata da un folto gruppo di sportivi che frequentava la “piola”. Cent’anni sono passati da quel momento storico – sportivo. Cent’anni di avventure in bicicletta che hanno regalato ai chieresi addirittura allori olimpici e mondiali. Con il 1930 Dal ciclismo fatto in casa si va velocemente verso uno sport delle due ruote più istituzionalizzato. I giovani chieresi sentono il bisogno di avere una propria società indipendente che raccolga, sotto un’unica bandiera, le forze disperse nei vari piccoli club cittadini e nelle squadre torinesi. Sta prendendo forma un nuovo progetto che, il due novembre ’33, porterà alla fondazione dell’ Unione Sportiva Pedale Chierese: il glorioso “Pedale”. La società eredita anche il ricco medagliere della Moltiplica, pronta a rinverdirlo con nuove ed entusiasmanti vittorie fino allo scoppio della seconda guerra mondiale.
Sono gli ultimi bagliori di luce prima che le tenebre e la tragedia del conflitto bellico scendano definitivamente sul mondo ed anche su Chieri. C’è ancora il tempo, però, per un ragazzino delle elementari di nome Piero De Paoli – fanatico dello sport delle due ruote – di prendere carta e penna ed iniziare ad annotare nei suoi appunti – che diventeranno, alcuni anni dopo, veri e propri diari – la storia dello sport cittadino e del ciclismo in particolare
Il secondo dopoguerra vede il rilancio del “Pedale”. Nel Settembre ’45 si riprende con la “I Coppa Liberazione” categoria allievi. La volata finale immortala, al primo posto, un certo Mario Ghella. E’ la prima vittoria del futuro campione italiano, olimpico e mondiale. Ghella occuperà, così, tutto lo spazio delle cronache per il periodo 1945/1952 . Successivamente il club forgia, tra le sue file, una nuova stella iridata: Carlo Simonigh. Cresciuto ed allevato tecnicamente sotto l’ala giallomarrone diventerà campione del mondo inseguimento dilettanti con altra maglia conquistando, comunque, con i colori cittadini, nel ’56, un campionato piemontese inseguimento dilettanti. A fine anni Cinquanta, inizi anni Sessanta è la volta del “piccoletto”, il classico soldo di cacio, scartato, troppo frettolosamente, da altre società: Luciano Galbo. Si rivelerà un autentico campione, dotatissimo di grinta e temperamento. Dimostrerà un esemplare attaccamento ai colori “battesimali”. Non li abbandona se non al suo passaggio al professionismo dove, con discreta fortuna, partecipa a vari Giri d’ Italia indossando la maglia rosa il 17 maggio del ’65. Vince, infatti, la tappa L’Aquila – Rocca di Cambio relegando, tra i primi dieci, i “grandi nomi”: Ziloioli, Bitossi, Dancelli, Massignan, Poggiali, Gimondi, Balmamion, Passuello nell’ordine. C’è ancora tempo per annotare le gesta di un altro professionista, Luigi Sartoraro, poi la storia cede il passo alla cronaca. Una cronaca anch’essa ricchissima di eventi e di vittorie che dura tutt’ora. Decisamente un secolo non è passato invano!