PIEMONTE ARTE: CARMAGNOLA, POESIA PALAZZO GROSSO, G.A.M., IL MITO DI VENEZIA, FLASH BACK, AGOSTI, ROTHKO, VIALE, ANDREOTTI, ISAIA, BIONDO…

coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo

 

CARMAGNOLA. “COMPAGNI DI VIAGGIO 2” MOSTRA COLLETTIVA ORGANIZZATA DALL’ASSOCIAZIONE “AMICI DI PALAZZO LOMELLINI”

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Dal 5 novembre al 5 dicembre 2021  Palazzo Lomellini, Piazza Sant’Agostino, 17 • Carmagnola (Torino) Inaugurazione: 5 novembre 2021 alle ore 18:00. Giorni e orari di visita: giovedì, venerdì e sabato ore 15:30 > 18:30 | Domenica ore 10:00 > 12:30 e 15:30 > 18:30

Verrà inaugurata venerdì 5 novembre 2021, alle ore 18 presso le sale di Palazzo Lomellini in Carmagnola, la mostra collettiva “Compagni di viaggio 2” che rimarrà allestita e visitabile sino a domenica 5 dicembre nei seguenti giorni e orari: giovedì, venerdì e sabato ore 15:30 > 18:30; domenica ore 10:00 > 12:30 e 15:30 > 18:30. La mostra è organizzata dall’Associazione “Amici di palazzo Lomellini” e a cura di Elio Rabbione, con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura di Carmagnola. Si tratta di una “riapertura” per l’Associazione che, per ovvi motivi legati all’emergenza sanitaria, non aveva più avuto modo di esprimersi nella propria completezza. Considerando anche l’apporto dell’Associazione “Il Labirinto Artistico”, la mostra viene allestita con le opere di oltre cinquanta artisti, tra pittori e scultori. Ricordiamo, tra gli altri, il classicismo rivisitato delle ragazze di Sergio Ùnia, le donne di Raffaella Brusaglino che sembrano sospese tra sogno e realtà, gli stati d’animo percorsi da Rita Scotellaro, che sanno di sofferenza ma anche di energia pronta a rimettersi in gioco, gli abbracci ritrovati che possono anche coinvolgere gli alberi di Antonio Presti, ormai ricercati dalle gallerie d’Oltralpe e oltre, gli acciai e i legni di Mario Mondino che danno vita ad armonie e a forme che già avevano riscosso in diversa occasione il successo dai frequentatori del Lomellini, le macchie di Guido Mannini, che ha (momentaneamente?) tralasciato i suggestivi panorami africani attraversati dai suoi uomini blu per affrontare prove nuove. E ancora i ceselli che danno anima e vita agli animali di Xavier de Maistre ed ai suoi alberi frondosi o autunnali che paiono dolcemente usciti da un mondo di fiabe; i quadri di Flaviana Chiarotto che affondano le proprie radici nella terra e nelle atmosfere che stiamo dolorosamente vivendo, la consapevolezza di un presente e di un futuro sempre più guasti, anch’essi esempi di una nuova strada intrapresa felicemente dall’artista; il colore acceso e vibrante che domina, nei rossi, nei blu, nei gialli, nelle tele di Bruno Molinaro, ossequiose all’Impressionismo dei grandi maestri. Ci saranno anche immagini di qualche nascosto paese di Langa, caro a Pavese, certe luci e certe ombre sulla parete della vecchia casa tratteggiate da Daniela Bertolino, le spirali dorate di Angela Betta Casale, i tanti materiali con cui esprime emozioni tra moduli classici e appagate libertà nel regalare profili perfetti, piumaggi, tessuti; e poi i labirinti circolari inventati da Isidoro Cottino, l’uso dei legni fossili nelle sagome che ondeggiano tra realtà e irrealtà nelle opere di Giancarlo Laurenti, la leggerezza e le ariose suggestioni nei grappoli di piccole case o di oggetti che un mago saprebbe costruire nelle tele fantasiose di Carlo Dezzani, i luoghi vuoti, la ricerca trepidante di chi li possa abitare, la percezione del mistero negli acquerelli di Eleonora Tranfo, la felicità affidata ai colori dei fiori che trovano spazio nelle tele di Adelma Mapelli e Mariarosa Gaude, le bambine di Giacomo Gullo che nell’eleganza d’altro tempo delle loro camere paiono uscite – all’ombra degli interventi di fascinosi quanto dispettosi fenicotteri rosa, per noi inaspettati – dalle pagine di Lewis Carroll. L’apporto dell’Associazione “Il labirinto artistico” porta al Lomellini opere del pittore Gianfranco Gavinelli e di altri 15 artisti, pittori e scultori, tra i quali Germana Eucalipto, Rodolfo Trotta, Angela Maisano, Dede Varetto, Adriano Carpani e Carla Ghisolfi, presentati nella serata inaugurale dal critico Davide Trotta.

TUTTI GLI ARTISTI IN MOSTRA

A cura della Associazione “Amici di Palazzo Lomellini”

Andreina Bertolini, Ines Daniela Bertolino, Angela Betta Casale, Martino Bissacco, Evelyn Blum, Raffaella Brusaglino, Giorgio Cestari, Flaviana Chiarotto, Isidoro Cottino, Ezio Curletto, Xavier de Maistre, Carlo Dezzani-Dejan, Franco Fasano, Roberta Fassio, Silvia Finetti, Mariarosa Gaude, Valentina Giarlotto, Giacomo Gullo, Lia Laterza, Giancarlo Laurenti, Pippo Leocata, Sara Luciani, Guido Mannini, Adelma Mapelli, Giulia Martino, Guglielmo Meltzeid, Mario Menardi, Bruno Molinaro, Mario Mondino, Nicoletta Nava, Antonio Presti, Luisella Rolle, Giacomo Sampieri, Silvana Sargiotto, Rita Scotellaro, Valeria Tomasi, Eleonora Tranfo, Sergio Ùnia.

A cura della Associazione “Il Labirinto Artistico”

Corrado Alderucci, Giorgio Benci, Sergio Bilucaglia, Adriano Carpani, Germana Eucalipto, Gianfranco Gavinelli, Carla Ghisolfi, Angela Maisano, Elena Radovix, Maurizio Rinaudo, Adelaide Scavino, Simonetta Secci, Rodolfo Trotta, Olivio Vacchina, Dede Varetto.

 

RIVA PRESSO CHIERI. ECCO I VINCITORI DEL PREMIO NAZIONALE DI POESIA PALAZZO GROSSO 2021. XXVIII EDIZIONE

7 novembre 2021 ore 16,30 Palazzo Grosso – Riva presso Chieri – Centro Storico. Premiazione – Salone delle Feste. Momenti  musicali a cura di Gabriele Bosco alla chitarra. Presentazione e lettura poesie premiate a cura di Michela Rapetta e Roberta Lanave  per l’ingresso è richiesto il Green Pass

PREMIATI     PREMIO DI POESIA    PALAZZO  GROSSO 2021

SCUOLE PRIMARIE – Classi V 1° premio:  Vittoria Visca di Chieri

2° premio:  Cristian Inchico, Fabio Sulejmanasi, Riccardo

Albicenti di Chieri

3°premio:  Fabio Sulejmanasi di Chieri

Segnalati:  Kawtor Simad, Maria Maggipinto

SCUOLE SECONDARIE 1° GRADO 1° premio:  Eleonora Dai Zotti di Chieri

2° premio:  Gianluca Longobardi di Aversa ( CE )

3° premio:  Federica Sociale di Aversa (CE )

3° premio:  Francesca Barral di Chieri

Segnalato:  Antonio Di Martino di Casaluce ( CE )

SCUOLE SECONDARIE DI  2° GRADO 1° premio: Corrado Conte di Chieri

2° premio: Corrado Conte

3° premio:  Carlotta Merotto di Chieri

Segnalata: Anna Longhin

Menzione:  Josè Christian Grosso

 

SCUOLE ISTITUTI PENITENZIARI

1° premio: Luca Moiso

2° premio: Giuliano Guglielmo

3° premio: Eugenio Lombreschi

UNIVERSITÀ

1° premio: Roberto Bertazzoni di Torino

2° premio: Anna Negrini di Torino

3° premio: Roberto Bertazzoni di Torino

SCUOLE PARTECIPANTI – INSEGNANTI

Liceo Monti di Chieri, prof.ssa Elvira Prato, prof.ssa Marta

Audisio

Liceo Artistico Torino 1, prof.ssa Micaela Grosso

Primaria 4° Circolo, Borgo Venezia di Chieri, prof.ssa Maria

Concetta Costa

Sec. di 1° grado G.Pascoli  di Aversa,   prof.ssa  Elvira Santagata

Sec 1° grado Oscar Levi di Chieri,  prof.ssa  Martina Faccio

Sec 1° grado S. Luigi di Chieri,  prof.ssa Annachiara Berruto

 

G.A.M.: UNA COLLEZIONE SENZA CONFINI.  ARTE INTERNAZIONALE DAL 1990

a cura di Riccardo Passoni. Dal 3 novembre 2021. GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino

La GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino rinnova l’allestimento delle collezioni permanenti del Contemporaneo con un nuovo percorso che presenta 33 grandi artisti della scena artistica internazionale. Una collezione senza confini nasce dalla volontà di dare visibilità a una importante selezione di opere del patrimonio del museo focalizzando l’attenzione su 56 opere, molte delle quali non hanno avuto negli ultimi anni la possibilità di essere esposte al pubblico, se non per brevi periodi.  Nel corso del tempo il museo ha raccolto opere di grande importanza, e tutti i lavori oggi esposti fanno riferimento alla storia recente di acquisizioni: sono giunti in museo negli ultimi vent’anni attraverso diversi canali, dalle scelte effettuate ad Artissima grazie al contributo determinante della Fondazione CRT per l’Arte Contemporanea, alle opere entrate a far parte della collezione in seguito a serie espositive, quali ad esempio il ciclo di mostre dal titolo Avvistamenti nei primi anni 2000, oltre a doni e acquisti mirati. L’esposizione offre anche lo spunto per dimostrare come il museo abbia perseguito negli anni un percorso di internazionalizzazione avviato con successo all’indomani della seconda guerra mondiale. Lo sguardo e l’interesse verso l’arte straniera prese inizio dal 1948 con l’acquisizione di Dans mon pays di Marc Chagall alla Biennale di Venezia, per poi proseguire coerentemente con gli indirizzi internazionali nei decenni successivi, come già dimostrato con la mostra Strangers. Tra informale e pop dalle collezioni GAM, realizzata nel 2012. Dopo 10 anni da quella prima testimonianza, la GAM oggi presenta Una collezione senza confini con una prospettiva completamente diversa: nella dimensione globale in cui siamo ormai giunti a percepire la nostra presenza, grazie alla circolazione delle notizie, delle opere e delle persone e per il moltiplicarsi delle occasioni di viaggi ed esposizioni a livello mondiale, è diventato difficile, se non impossibile, stabilire i confini entro i quali operare sul fronte dell’accrescimento internazionale della collezione. Se, fino a pochi decenni fa era normale aprirsi all’arte parigina soprattutto e poi americana, nel corso degli ultimi 25-30 anni sono entrate nella collezione della GAM opere di artisti certamente europei, ma si sono accolte anche opere provenienti da culture e linguaggi espressivi diversi: dalla Cina, Cuba, Africa ad esempio, ormai elevate a stima globale grazie ai principali eventi espositivi, come Documenta, Biennali e Triennali internazionali.

Gli artisti selezionati per questo appuntamento appartengono a diverse generazioni: si va dai nomi dei protagonisti nati negli anni Trenta (Georg Baselitz, Christian Boltanski) fino alla generazione nata negli anni Settanta (Kcho, Hannah Starkey, Laurent Grasso).

Gli artisti esposti: Marina Abramović (Belgrado, Serbia, 1946); Georg Baselitz (Kamenz, Germania, 1938); Chen Zhen (Shangai, Cina, 1955 – Parigi, Francia, 2000); Christian Boltanski (Parigi, Francia, 1944-2021); Cecily Brown (Londra, Regno Unito, 1969); Pedro Cabrita Reis (Lisbona, Portogallo, 1956); Matt Collishaw (Nottingham, Regno Unito, 1966); Tony Cragg (Liverpool, Regno Unito, 1949); Mark Dion (New Bedford, Massachusetts, Usa, 1961); Liam Gillick (Aylesbury, Regno Unito, 1964); Antony Gormley (Londra, Regno Unito, 1950); Laurent Grasso (Mulhouse, Francia, 1972); Carsten Höller (Bruxelles, Belgio, 1961); Alfredo Jaar (Santiago del Cile, Cile, 1956); Ilya and Emlia Kabakov (Dnepropetrovsk, URSS, oggi Ucraina, 1933 e 1945); Kcho (Nueva Gerona, Cuba, 1970); William Kentridge (Johannesburg, Sudafrica,1955); Terence Koh (Pechino, Cina, 1967); Anselm Kiefer (Donaueschingen, Germania, 1945); Jim Lambie (Glasgow, Scozia, 1964); Marcos Lutyens (Londra, Regno Unito, 1964); Mona Marzouk (Alessandria d’Egitto, Egitto, 1968); Aleksandra Mir (Lubin, Polonia, 1967); Tracey Moffatt (Brisbane, Australia, 1960); Hermann Nitsch (Vienna, Austria, 1938); Albert Oehlen (Krefeld, Germania, 1954); Cornelia Parker (Cheshire, Regno Unito, 1956); Tobias Rehberger (Esslingen, Germania, 1960); Julião Sarmento (Lisbona, Portogallo, 1948-2021); Sean Scully (Dublino, Irlanda, 1945); Kiki Smith (Norimberga, Germania, 1954); Hannah Starkey (Londra, Regno Unito, 1971); Jessica Stockholder (Seattle, Washington, Usa, 1959).

GAM – GALLERIA CIVICA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA – Via Magenta, 31 – 10128 Torino

tel. +39 011 4429518 – email: gam@fondazionetorinomusei.it   www.gamtorino.it

Biglietti: Intero 10,00€ Ridotto 8,00€ Ingresso gratuito Abbonamento Musei e Torino Card

 

NOVARA. MOSTRA “IL MITO DI VENEZIA. DA HAYEZ ALLA BIENNALE”

Per celebrare i 1600 anni della città di Venezia, la cui fondazione è stata tradizionalmente fissata al 25 marzo dell’anno 421, Mets Percorsi d’arte, la Fondazione Castello e il Comune di Novara propongono dal 30 ottobre 2021 al 13 marzo 2022 la bella mostra Il mito di Venezia. Da Hayez alla Biennale, curata da Elisabetta Chiodini con un prestigioso Comitato scientifico diretto da Fernando Mazzocca di cui fanno parte Elena Di Raddo, Anna Mazzanti, Paul Nicholls, Paolo Serafini e Alessandra Tiddia. Punto di partenza del percorso espositivo sono le opere di alcuni dei più grandi maestri che hanno operato nella città lagunare nel corso dei primi decenni dell’Ottocento influenzando significativamente con il loro insegnamento e i loro lavori lo svolgersi della pittura veneziana nella seconda metà del secolo, vera protagonista della rassegna. Settanta opere divise in otto sale nella splendida cornice del Castello Visconteo di Novara per raccontare il mito della città lagunare. Partendo dal grande Hayez attraverso una ricca selezione delle opere più importanti – e spesso mai viste perché provenienti da prestigiose collezioni private  – dei più noti artisti italiani della seconda metà  dell’Ottocento come, tra gli altri, Ippolito Caffi, Guglielmo Ciardi, Pietro Fragiacomo, Giacomo Favretto, Luigi Nono, Ettore Tito. Scorci veneziani e vedute intime, paesaggi incantevoli, ritratti e scene familiari di grande suggestione in un percorso molto godibile che racconta Venezia e l’evolversi della pittura italiana dalla metà alla fine dell’Ottocento, verso i fermenti che caratterizzeranno i primi del Novecento.

 

FLASHBACK. L’ARTE È TUTTA CONTEMPORANEA. DAL 4 AL 7 NOVEMBRE IN VIA ASTI

Manca pochissimo all’inaugurazione della IX edizione di Flashback. l’arte è tutta contemporanea. Dal 4 al 7 novembre, gli spazi di via Asti 22 a Torino, sede diffusa del Museo della Resistenza, saranno uno spazio che accoglie l’arte in tutte le sue diversità, una “zona franca”, un luogo al di là della norma, del consueto, che per queste sue caratteristiche, rappresenta uno spazio di confronto. “Flashback – dichiarano le direttrici Ginevra Pucci e Stefania Poddighe – si è contraddistinto fin dalla nascita come un format innovativo e in divenire che si concentra sulla capacità di guardare a ciò che già esiste, a ciò che è stato trascurato per ribadirne l’esistenza e la forza. Questo è il compito che ci siamo poste e che realizziamo anche grazie a tutte le gallerie e gli artisti che partecipano al progetto. Ci interessa quello che è stato dimenticato. Una modalità di azione fondamentale soprattutto in un momento storico come quello attuale dove la mancanza di memoria e di attenzione minano la costruzione del nostro futuro. Anche l’immagine scelta per accompagnare il tema di quest’anno si sintonizza con la linea della manifestazione perché si tratta di una fotografia dimenticata, “scartata”, parte di un più ampio progetto di ritrovamento e raccolta dal titolo Miracoli dell’artista Enrico Bertelli. Tutte le gallerie partecipanti hanno lavorato per presentare opere che, benché siano di periodi storici diversi, abbiano in comune il senso della ricerca e la volontà di riscoprire elementi significativi trascurati. Scultura, pittura, oggetti di design, arredi e gioielli di varie epoche, provenienze e tecniche accomunati dall’attualità del loro significato.

Le gallerie di Flashback

800/900 Art Studio, Livorno, Lucca (I); Aleandri Arte Moderna, Roma (I); Art Decoratif di Roberto Centrella, Fiumicino (RM); Artemisia Fine Art, Dogana (RSM); Benappi Fine Art, Londra (UK); Biasutti & Biasutti, Torino (I); Caretto & Occhinegro, Torino (I); Flavio Gianassi – FG Fine Art, Londra (UK); Flavio Pozzallo, Oulx – To (I); Galleria Alessandro Bagnai, Foiano della Chiana – AR (I); Galleria Carlo Virgilio & C., Roma (I), Londra (UK); Galleria d’Arte Niccoli, Parma (I); Galleria d’Arte Roccatre, Torino (I); Galleria Del Ponte, Torino (I); Galleria dello Scudo, Verona (I); Galleria Luigi Caretto, Torino (I) – Madrid (E); Galleria Russo, Roma (I); Il Cartiglio, Torino (I); Longari Arte Milano, Milano (I); Lorenzo e Paola Monticone Gioielli d’Epoca, Torino (I); MB Arte Libri, Milano (I); Mirco Cattai Fine Art & Antique Rugs, Milano (I); Miriam Di Penta Fine Art, Roma (RM); Photo & Contemporary, Torino (I); Schreiber Collezioni, Torino (I); Secol-Art di Masoero, Torino (I); Studio d’Arte Campaiola, Roma (I); Umberto Benappi, Torino (I); Untitled Association, Roma (I); White Lands, Torino (I). Una zona franca densa di opere e di artisti, dalla più antica Suonatrice di Flauto (di Schreiber Collezioni) risalente alla dinastia Tang che governò la Cina dal 618 al 907 d.C, si  indagano poi i secoli 1300 e 1400 con le opere presentate da Flavio Gianassi – FG Fine Art, Flavio Pozzallo e Longari Arte Milano con autori come Bicci di Lorenzo (Firenze 1373 – 1452), Gregorio di Cecco di Luca, attivo a Siena all’inizio del XV sec, e Baldassarre degli Ubriachi con opere tra 1390 e il 1410. Una particolare menzione va alla veneziana Commedia di Alighieri Dante (1265-1321) – Boccaccio Giovanni (1313-1375), del 1477 presentata dalla libreria antiquaria Il Cartiglio. Poi il Paradiso Terrestre del 1530 di Herri Met de Bles II (Galleria Caretto & Occhinegro), il tappeto della categoria Lotto della metà del XVII secolo di Mirco Cattai Fine Art & Antique Rugs, l’Ottocento con Marco Calderini e Carle Vernet di Carlo Virgilio & C. e Mirian Di Penta Fine Art e il novecento con Medardo Rosso (Galleria Russo), Mario Sironi (Aleandri Arte Moderna), Gino Severini (800 e 900 Art Studio), Alberto Burri (Artemisia Fine Art), Giulio Turcato (Studio d’Arte Campaiola), Carlo Levi (Galleria del Ponte), la Transavanguardia di Sandro Chia e Mimmo Paladino (Galleria Alessandro Bagnai e Galleria dello Scudo), Aldo Mondino (Umberto Benappi) fino a George Rousse (Galleria Photo & Contemporary).

Flashback è anche exhibition, video, talk e lab

Come da tradizione, Flashback animerà le giornate di fiera con una proposta di exhibition, video, talk e Lab. Una mostra monografica dell’artista Enrico Bertelli, autore dell’immagine guida di questa edizione della fiera, la presentazione dei manifesti di Opera Viva Barriera di Milano a cura di Christian Caliandro degli anni 2020 e 2021 (Maïmouna Guerresi, Iginio De Luca, Serena Fineschi, Noura Tafeche, Luigi Presicce, Giammarco Cugusi, Luisa Turuani,  Emanuela Barilozzi Caruso, Erika Nevia Cervo, Mariapaola Infuso, Lucrezia Testa Iannilli, Federica Peyrolo, Federica Belli e Alessandro Bulgini, Tatiana Villani e Ilaria Abbiento), la restituzione del workshop Artista di Quartiere vincitore del premio Creative Living Lab del Ministero della Cultura di Alessandro Bulgini con Beatrice Sacco,  Marco Curiale,  Brenno Franceschi,  Francesca Fiordelmondo,  Ado Brandimarte, Sara Tosti, Vincenzo Francesco Di Chiano, Giuseppe Formiglio, Valentina Catano, Manuel Picozzi, il film Stanze dei fratelli Gianluca e Massimiliano De Serio, i talk, i Lab di Maria Chiara Guerra ma soprattutto il nuovo progetto di Flashback quello delle Edizioni d’Arte. La Zona Franca di Flashback vuole essere il luogo-rifugio delle diversità, siano esse opere, persone, movimenti, pensieri, un luogo dove nella libertà si ricompongono i conflitti e grazie a questa si interroga sul futuro.

SERGIO AGOSTI. INVARIANZA E MUTAMENTO

Mutabilis Arte ospita dal 6 al 26 novembre “Invarianza e Mutamento“, la personale di Sergio Agosti. Esposte una  serie di opere su carta datate 1995/1997 e realizzate con la tecnica della velinatura che intensifica e rende più misterioso l’effetto generale di espansione e di rarefazione dell’immagine. “Una vera ricerca nasce da una riconoscibile impronta per quanto rilevanti possano essere le modificazioni nel corso degli anni. È il mondo dell’artista. In Agosti domina un senso di lontananza, come a volere assumere un punto di vista che cerca di scoprire il più possibile della realtà, così che l’organizzazione compositiva mostra strutture che lo sviluppo della ricerca continuamente rinnova. Ciò che sembra informale è riduzione-approfondimento per dare esistenza a una più ricca e varia morfologia. Il procedere compositivo è lento, con ritorni, velature, leggeri raschiamenti così da produrre un’atmosfera che unifichi forme, segni, spazi: accordi o sommessi contrasti degli elementi della realtà e dell’esistere. Ambiguità è termine ricorrente in Agosti. E nei suoi modi di esprimersi il senso della lontananza coesiste con il cosmo che misteriosamente si tocca, ha odori, sapori, suoni, limita ma anche rende partecipi. Un alternarsi del perdersi e del ritrovarsi, dell’espandersi e del ritirarsi nella interiorità.(…)

La mostra sarà visitabile, con ingresso contingentato e presentazione del green pass, presso Mutabilis Arte in via dei Mille 25/c a partire dalle ore 18:00 di sabato 6 novembre.

 

LE MONUMENTALI STATUE TATUATE DI FABIO VIALE ARRIVANO A TORINO

Fino al 9 gennaio 2022 le sculture dell’artista piemontese, celebre in tutto il mondo per le sue finzioni in marmo, sono allestite in Piazzetta Reale e all’interno di Palazzo Reale con il supporto di Galleria Poggiali

Possenti corpi e delicate figure femminili, capolavori di maestri come Canova e Michelangelo, espressione dell’iconografica classica, la cui purezza marmorea contrasta con l’aggressività dei tatuaggi colorati, provocatori, che emergono dalla pelle. Ogni apparenza è sovvertita nella nuova mostra In Between ai Musei Reali, che per la prima volta ospitano a Torino le monumentali opere di Fabio Viale, che ha conquistato la notorietà internazionale grazie alla sua straordinaria abilità nel trasformare il marmo. Con la collaborazione della Galleria Poggiali, fino al 9 gennaio 2022 cinque sculture monumentali allestite in Piazzetta Reale e un percorso curato da Filippo Masino e Roberto Mastroianni all’interno di Palazzo Reale testimoniano la continua sperimentazione dell’artista piemontese e presentano due opere inedite, svelate al pubblico negli spazi della residenza sabauda. Dopo la personale al Glyptothek Museum di Monaco di Baviera, la partecipazione al Padiglione Venezia della Biennale 2019, l’esposizione al Pushkin Museum di Mosca e Truly, mostra diffusa nei luoghi simbolo della città di Pietrasanta nell’estate 2020, Viale porta anche nel capoluogo piemontese le sue sculture che impressionano non solo per il virtuosismo tecnico, ma soprattutto per la capacità di reinterpretare in chiave contemporanea le forme e i temi dell’arte classica. I modelli eterni di bellezza e il tribalismo metropolitano, la tradizione e l’innovazione, un passato senza tempo e l’immaginario più attuale si incontrano in questa esposizione pensata per far interagire e dialogare lo spazio pubblico e quello spazio museale. La mostra è l’occasione per rendere ragione della ricerca pluriennale e della poetica raffinata ed eccentrica di Viale, approfondendo il tema delle tecniche di realizzazione all’interno di un moderno atelier professionale di scultura, tra saperi tradizionali e tecnologie a controllo numerico.

 

 

APART FAIR 2021 / V edizione

Torino, 3-7 novembre 2021, Promotrice delle Belle Arti. APART ART AND ANTIQUES FAIR. L’arte come viaggio tra i continenti, nei secoli.

Dal 3 al 7 novembre 2021 APART FAIR introduce nuovamente la settimana dedicata alle arti a Torino. Giunta alla quinta edizione la mostra si consolida come il più importante appuntamento in Piemonte per il mondo dell’antiquariato e tra i più rilevanti a livello nazionale. Nella storica Palazzina della Promotrice delle Belle Arti i quaranta espositori, provenienti da tutta Italia e dall’estero, porteranno le loro opere migliori dall’archeologia al design contemporaneo, dall’Europa all’Asia ed all’America. L’impegno dell’associazione ha portato ad avvalersi del comitato scientifico della Federazione Italiana Mercanti d’Arte coordinato dal presidente Fabrizio Pedrazzini. Di grande rilievo l’omaggio a Torino della Galleria Previtali di Bergamo che riporterà alla Promotrice dopo 150 anni la grande scultura di Antonio Tantardini (Milano 1829-1879) “La Bagnante”. Qui presentata nel 1870 ebbe un successo straordinario, fu anche esposta alle Esposizioni Universali di Londra e Filadelfia, all’artista ne vennero richieste repliche per la collezione Rotschild ed il Museo di Buenos Aires. Altre opere di grande interesse per la storia di Torino sono i gessi di Edoardo Rubino (Torino 1871-1954) che presenterà la Galleria Bertola. Sono i bozzetti per i gruppi plastici monumentali del Padiglione delle Belle Arti al Valentino nella Prima Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna di Torino del 1902. Emozionante per i torinesi l’esposizione al pubblico per la prima volta della  Madonna Consolata di Antoniazzo Romano. Fu commissionata probabilmente dal Cardinale Della Rovere ad Antoniazzo Romano sul finire del ‘400 insieme a quella ora conservata nel Santuario della Consolata e sarà esposta nello spazio della Galleria L’estampe di Torino. Una sezione della mostra è dedicata all’arte tessile con alcuni dei più noti mercanti europei. All’interno della mostra sono previste contaminazioni contemporanee grazie alla collaborazione della Galleria Franco Noero per l’inserimento nel salone centrale di una grande scultura di rilievo internazionale: Black Fern di Mark Handforth. E’ inoltre prevista un’importante mostra collaterale dedicata ai Pink Floyd. Saranno esposti manifesti originali già presenti nella Pink Floyd Exhibition organizzata dal Victoria and Albert Museum di Londra. Questi 30 manifesti risalgono alla fine degli anni sessanta e rappresentano la fase psichedelica di questo tipo di produzione. Con l’Istituto Europeo di Design IED ed il quotidiano La Repubblica, APART FAIR ha nuovamente istituito un contest fotografico che coinvolgerà all’interno della mostra gli studenti dei corsi di fotografia. La giuria sarà presieduta da Fulvio Gianaria, presidente di OGR Torino. La mostra è organizzata dall’Associazione Piemontese Antiquari APA in collaborazione con ASCOM Confcommercio Torino e Provincia e Federazione Italiana Mercanti d’Arte FIMA.

Sito internet:

www.apartfair.it

www.associazionepiemonteseantiquari.org

 

TORINO. FOREVER GREEN, MARK ROTHKO & FRIENDS

dal 29 ottobre al 26 novembre 2021 a cura di Chiara Massimello, in collaborazione con Robilant+Voena

Ersel presenta Forever Green Mark Rothko & friends, una mostra a cura di Chiara Massimello, dedicata al colore del nostro Tricolore, con Mark Rothko e “amici”, gli artisti che hanno usato il colore che Piet Mondrian definiva invece inutile. Dopo “White Not” e “Red”, Ersel, in collaborazione con Robilant+Voena e alcuni collezionisti privati, propone nei suoi nuovi spazi espositivi una panoramica sul tema del colore verde, dalla pittura antica all’astrazione. La mostra, in programma dal 29 Ottobre al 26 Novembre, accoglie opere di Bertozzi & Casoni, Remo Bianco, Giulio Boetto, Maurizio Cattelan, Ceretti-Derossi-Rosso, Giulia Crespi “Cerana”, Hsiao Chin, Roberto Crippa, Gerardo Dottori, Tano Festa, Lucio Fontana, Franco Garelli, Peter Halley, Cesare Maggi, Luigi Mainolfi, Mario Merz, Armando Marrocco, Aldo Mondino, Gianfranco Pardi, Giuseppe Pelizza da Volpedo, Tania Pistone, Mauro Reggiani, Mimmo Rotella, Mark Rothko, Salvo, Sergio Sarri, Paolo Scheggi, Mario Schifano, Tino Stefanoni, Hendrik Frans van Lint, Francesco Zuccarelli. Ersel ritorna a parlare d’arte nel mese in cui la città ospiterà Artissima e gli ATP Finals e lo fa con una mostra che parte dal colore come unico motivo e vero pretesto per accostare dipinti, disegni e sculture di epoche molto diverse tra loro. Dal Seicento al XXI secolo. Forever Green.

 

 

TEMPORARY LANDSCAPE. ERBARI, MAPPE, DISEGNI. EUGENIO TIBALDI

a cura di Marco Scotini. Opening 5 novembre 2021, ore 18

Venerdì 5 novembre 2021, alle ore 18, nella cornice di Artissima, il PAV è lieto di inaugurare la mostra personale di Eugenio Tibaldi dal titolo Temporary Landscape. Erbari, mappe, diari. Curata da Marco Scotini, l’esposizione intende focalizzarsi sull’opera grafica dell’artista, come modalità ibrida al confine tra rappresentazione estetica, fotografia, progettazione architettonica e riflessione teorica. Tale comunque da presentarsi come modello eterogeneo di conoscenza e di intervento ambientale in grado di registrare le trasformazioni ecologiche del nostro tempo sulla micro-scala, nell’obiettivo di trovare una precaria e mai definitiva corrispondenza tra realtà franta e sua rappresentazione temporanea, tra uomo e ambiente, in sostanza. Se è vero che da sempre la ricerca di Eugenio Tibaldi si focalizza sulle dinamiche informali di appropriazione dello spazio e sull’attenzione ai territori marginali, è altrettanto vero che questa nuova mostra ruota attorno al diario grafico che l’artista ha prodotto durante la pandemia e chiamato Heidi, dove il rifiuto della retorica di una natura incontaminata si accompagna al rifiuto, altrettanto categorico, del progetto neoliberista ed estrattivista che, come tale, non può essere certo curato da un mitico mondo perduto. Al contrario ad agire nella pratica di Tibaldi è tanto quel concetto di porosità che Walter Benjamin e Asja Lacis avevano individuato a Napoli quanto quello di “filosofia del rotto” che il loro amico Alfred Sohn-Rethel aveva teorizzato nella stessa città, negli anni ‘20.  L’attenzione di Tibaldi alle aree periferiche si appunta sempre sulla ricchezza delle biodiversità e su quelle che l’artista definisce le loro “risultanze estetiche”, un insieme di soluzioni informali, vernacolari alle necessità degli abitanti, realizzate da questi in maniera del tutto spontanea ed autonoma: Tibaldi le attraversa, le analizza e le campiona, costruendo elementi di un inventario che va poi a stratificare all’interno delle sue opere, facendo emergere ora le macro dinamiche, ora i dettagli, di un complesso rapporto fra legalità, economia, società ed estetica. La produzione dello spazio è la pratica permette di cogliere l’ecosistema come piano delle relazioni in cui le esistenze e l’ambiente si modificano dinamicamente e si inventano reciprocamente. Le aree periferiche” afferma l’artista “con i loro ‘non confini’, si prestano ad entrare in relazione con il materiale umano secondo dinamiche ‘altre’ da quelle centrali, dando luogo a soluzioni adattative e di convivenza tra le parti spesso impreviste”. In questo spazio di ecologie del margine Tibaldi attiva una pratica da bricoleur, mosso da un desiderio di de-professionalizzazione e di riappropriazione dei poteri autonomi e collettivi sottratti dal capitalismo.  Tibaldi ha realizzato progetti partecipativi legati alle dinamiche sociali del territorio in numerose città del mondo il progetto Tabula Rasa in occasione di Manifesta 7 a Bolzano, My personal bridge sul Ponte di Galata ad Istanbul, Transit a Salonicco o Play Bucharest a Bucarest, fino ad arrivare al recente Anthropogenic Connection ad Addis Abeba. L’hinterland partenopeo, dove l’artista ha vissuto a lungo, riveste un ruolo speciale all’interno della sua concezione, costituendo la matrice esperienziale di una riflessione estetica ri-applicata a diversi contesti, una modalità di sguardo laterale, di seconda possibilità: un metodo di lavoro che valorizza i moti centrifughi, fuori- controllo e difficilmente normalizzabili.  Come recita il titolo della mostra, in quest’ottica, ogni paesaggio non può che risultare temporaneo: Tibaldi lo sottolinea evidenziando le tempistiche imposte dall’abusivismo inerenti all’edilizia commerciale, concentrandosi in particolare su “quelle strutture che, destinate a durare per pochi mesi, diventano definitive, parte di un paesaggio, come cantieri sotto sequestro, abusi in cemento mai terminati, testimoni immobili di una situazione anomala che proprio per la sua staticità diventa paesaggistica e ci porta a spostare i nostri confini estetici”. Ma anche il nostro modo di abitare non potrà che essere nomade, lontano da una “scienza di Stato”, come avrebbero detto Deleuze e Guattari.

 

LE “NATURE MORTE” DI LUCA ANDREOTTI A NOVARA

Continua fino al prossimo 7 novembre la personale di Luca Andreotti presso lo Studio Artistico “Dentro l’Arte” di Novara (Viale Dante Alighieri 22). La mostra dal titolo “Profumi e sapori di ricordi” è presentata in catalogo da Emiliana Mongiat e curata da Luigi Sergi e osserva i seguenti orari di apertura: giovedì e venerdì 17,30-19,30, sabato e domenica 11,00-13,00, 17,30-19,30; visite su appuntamento: tel. +39 339 3050809. L’esposizione propone una serie di singolari ed avvincenti nature morte, eseguite con sicura perizia tecnica. Tutte realizzate nel 2021, hanno sostituito nell’immaginario artistico del pittore le sue caratteristiche figure, mantenendone però la capacità cromatica e la luminosità. “Le pennellate, sottili e ripetute –scrive Mongiat- definiscono la struttura volumetrica dei soggetti restituendone sia il riverbero del più piccolo raggio di luce che li colpisce sia la diversità della materia di cui sono formati, fermando la loro immagine nel tempo, offrendo loro una seconda vita”. Vassoi metallici, barattoli, bottiglie di vetro, taglieri in legno, cipolle, pesche e pere sono i soggetti dei suoi lavori oltre a oggetti che non compaiono solitamente nelle tradizionali composizioni di “nature morte”. Mi riferisco a: finestre, particolari di termosifoni, un pitale, una toilette da camera, una poltroncina rossa, tutti elementi che richiamano significativamente la vita quotidiana e non solo quella attuale ma anche quella del tempo andato, resi quindi ancor più “magici” dal ricordo nostalgico di un passato antico ma non dimenticato. Mostra interessante quindi che invoglia a ricordare, a pensare… Qualche nota biografica dell’artista. Luca Andreotti nasce a Novara nel 1962, frequenta il Liceo Artistico novarese, quindi si iscrive alla Accademia di Belle Arti di Brera in Milano, dapprima seguendo il corso di pittura di Beppe Devalle poi, dal terzo anno, quello di Luciano Fabro, maestro con cui consegue il diploma. Espone dagli anni Ottanta, con numerose personali e collettive. All’inizio degli anni Novanta si trasferisce per qualche tempo in Francia, a Lille, dove continua a dipingere. Ora vive e lavora in provincia di Vercelli.

Enzo De Paoli 

 

LE BELLEZZE DELL’AFGHANISTAN NELLE FOTO DI RADOVIX

 

WUNDERKAMMER GAM: LUIGI ONTANI. ALAM JIWA & VANITAS

a cura di Elena Volpato – 3 novembre 2021- 30 gennaio 2022. Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino

La GAM di Torino dedica per la prima volta all’esposizione di opere contemporanee il suo spazio denominato Wunderkammer e forse nessun altro artista avrebbe potuto più di Luigi Ontani restituire a quel nome i molti suoi significati originari. Ontani (Vergato, 1943) è andato creando attorno sé numerose Camere delle meraviglie, a partire dalla fine degli anni Sessanta quando compose la sua Stanza delle Similitudini. Per tutta la vita ha ridisegnato sin nei minimi dettagli decorativi lo spazio dei suoi diversi studi e delle sue abitazioni. Ha fatto delle sue opere una proliferazione pervasiva di simboli e forme con cui dare vita a un microcosmo intriso del suo immaginario. Anche questa mostra è un ambiente-mondo attraversato da un’unica ghirlanda allegorica di innumerevoli figure e significati, sacri e profani, della cultura d’Oriente e d’Occidente. Sono simulacri intrecciati tra loro per principio di analogia e per gusto sincretico che si rispondono da un capo all’altro della stanza prendendo di volta in volta forma di scultura, di fotografia acquarellata, di immagine lenticolare, di maschera, di burattino da teatro d’ombre o di acquerello. Vi sono esposte più di 130 opere su carta alle quali Ontani ha rimesso mano negli ultimi due anni, ultimando e dipingendo disegni a china realizzati negli anni Ottanta e Novanta. Il corpus si compone di diverse serie. Molti sono nudini tracciati dal vivo, di fronte al modello, ma nessun naturalismo ha spazio in queste opere. Le linee vi si intrecciano leziose. Si attorcigliano e tornano, narcise, su sé stesse. Tutto è elegantemente calligrafico, esotizzante di arzigogoli. Gli arti dei ragazzi ritratti si metamorfizzano in zampe di Ganesha, in uova dorate, in foglie di ontano, in code di tritone. Anche il fiore sensuale dell’Alam Jiwa, da cui l’esposizione prende il titolo e di cui Ontani adorna una serie unitaria di 18 acquerelli, è trasfigurazione di se stesso. La tattilità dei suoi petali, il suo profumo, il suo umidore vegetale, tutto questo si è rappreso nella chiusa ieraticità del simbolo, nella sua trasformazione in maschera, volto sacro dai molti occhi. Alam Jiwa significa in balinese Natura dell’anima. L’unione, nel titolo, di quel nome con la parola Vanitas appare come una voluta ripetizione di significati simili. La natura dell’anima è quella di essere soffio, anemos, vento. E non diversa è la natura della Vanitas la cui insistita iterazione in Vanitas vanitatum et omnia vanitas è, nel dettato originale ebraico, la ripetizione di hebel: soffio, vuoto, perfetto nulla. Un soffio dà la vita, la vita è un soffio. Forse è questa la verità-vanità, bifronte e contraddittoria, che si può scorgere iscritta, come una cifra nascosta, tra le sinuose linee dell’opera di Ontani.

 

 

 

“LA LUCE TRA CIELO E TERRA”. IMMAGINI FOTOGRAFICHE DI ENZO ISAIA

Presso la galleria Berman in via Arcivescovado, 9  Torino fino al 22 dicembre 2021

Prosegue, presso la Galleria Berman di via Arcivescovado, 9, a Torino, la mostra di Enzo Isaia dal titolo “La luce tra cielo e terra”. Una cinquantina di opere, stampate in varie misure, dedicate a Torino, ai paesaggi piemontesi e alle auto stradali Ferrari. Isaia propone un percorso in un mondo di scelte di stile, di giochi di luce, contrasti e “ombre di nuvole”. L’artista coglie l’attimo, irripetibile, che trasforma uno scatto in un capolavoro. Una ricerca che continua quotidianamente, infinita come la passione di Isaia. Un monitor con foto aggiuntive è visibile presso la Galleria Berman per tutta la durata dell’allestimento. La galleria, che ha ormai compiuto i 50 anni di attività, riparte dopo la pandemia con rinnovata energia e con grande soddisfazione. La mostra “La luce tra cielo e Terra” è già stata ammirata da un buon numero di visitatori ed appassionati di fotografia.

Sede espositiva in Via Arcivescovado, 9 a Torino. telefono +39 011 859417  info@galleriaberman.it o arte@galleriaberman.it. Orari dal mercoledì al sabato dalle ore 10,30 alle ore 12,30 e dalle ore 16 – 19. Domenica – lunedì e martedì chiuso.

 

ALBA. “BEPPE FENOGLIO 22”. A CENTO ANNI DALLA NASCITA DI BEPPE FENOGLIO

1 marzo 2022 – 1 marzo 2023

Il primo marzo del 2022 ricorrono i cento anni dalla nascita di Beppe Fenoglio, scrittore e partigiano, per utilizzare le sole parole con cui chiedeva di essere ricordato, abile traduttore e drammaturgo, capace di raccontare la Resistenza e il mondo contadino delle Langhe con uno stile tanto efficace e peculiare da renderlo uno degli autori di riferimento della letteratura italiana. Il Centro Studi Beppe Fenoglio, l’associazione culturale di Alba che ha come obiettivo principale la divulgazione e lo studio degli scritti fenogliani, organizza dal 1° marzo 2022 fino al 1° marzo successivo “Beppe Fenoglio 22”: dodici mesi di appuntamenti in cui la letteratura si fonderà con il teatro, la musica, la storia e l’arte visiva per celebrare al meglio la memoria e l’opera di uno scrittore che rivela una straordinaria contemporaneità. Oltre ad Alba e alle Langhe, amate e vissute profondamente da Fenoglio, saranno molti i luoghi in Italia e oltre confine che assumeranno il ruolo di “interpreti del patrimonio intellettuale fenogliano” mescolando culture e linguaggi per valorizzare l’opera di uno dei protagonisti della letteratura italiana del Novecento. Tra le principali sinergie in atto va evidenziato il coinvolgimento degli istituti scolastici, delle Università e delle associazioni del territorio. Lasciandosi ispirare dal cadenzare della natura e seguendo la stagionalità come avviene nel mondo contadino narrato da Fenoglio, l’anno fenogliano sarà suddiviso in quattro capitoli: ogni singolo trimestre sarà identificato con il titolo di uno degli scritti dell’autore albese. Il primo capitolo “Primavera di Bellezza” andrà ad identificare gli appuntamenti che tra il 1° marzo e il 1° giugno daranno inizio alle celebrazioni. L’evento di apertura sarà un momento di alto impatto emozionale: dalla città di Alba partirà il “segreto cardiopulso”, utilizzando la terminologia coniata da Fenoglio, un segnale che risuonerà e vibrerà indicando con un gesto artistico l’inizio delle celebrazioni. Il linguaggio fenogliano sarà inoltre protagonista in un’esposizione, che racconterà, come sottolinea Fulvia in “Una questione privata”, “Quella maniera di metter fuori le parole” propria dello scrittore albese. In primavera la casa editrice Einaudi, da sempre legata a Beppe Fenoglio, avvierà una serie di iniziative editoriali e promozionali, tra cui il lancio di una uniform edition con prefazioni d’autore, che proseguirà per l’intero Centenario. Le nuove uscite in libreria riguarderanno “I ventitrè giorni della Città di Alba” con la prefazione di Davide Longo, la riedizione ampliata della biografia di Beppe Fenoglio “Questioni private” curata da Piero Negri Scaglione, “Il Partigiano Johnny” con la prefazione di Gabriele Pedullà, “Una questione privata” con la prefazione di Nicola Lagioia e con una nuova edizione ampliata delle “Lettere” di Fenoglio a cura di Luca Bufano. Nei mesi di marzo e aprile andrà in scena “Fenoglio a teatro” attraverso momenti celebrativi e spettacoli ispirati alle opere dello scrittore, a partire dalla figura femminile, in collaborazione con il Comune di Alba, le compagnie teatrali e le attrici albesi. Il 25 aprile sarà come sempre dedicato alla “Festa della Liberazione” con approfondimenti storici dedicati al Partigiano Johnny, in collaborazione con gli Istituti storici della Resistenza e l’ANPI.  Il secondo capitolo, ovvero l’estate racchiusa nel calendario degli appuntamenti tra il 2 giugno e il 7 settembre, sarà intitolato “Un giorno di fuoco” e comprenderà il progetto “Lassù, dove il cielo si attacca alle colline” per fruire, grazie ad una nuova applicazione, dei percorsi outdoor sulle tracce di Agostino, Milton, Johnny, Placido e altri protagonisti fenogliani. La stagione estiva, nota per essere anche la stagione dei festival del territorio di Langhe, Monferrato e Roero, fonderà la musica alla letteratura, all’arte, al cinema e riunirà le diverse espressioni artistiche con il comune denominatore “Over the Rainbow”. E poi immancabile la Maratona per le 100 candeline, un’occasione per ascoltare ma soprattutto per dare voce alla scrittura di Beppe Fenoglio in una vera e propria festa collettiva che si ripete ogni anno. La stagione autunnale e l’inizio dell’inverno, declinati all’interno del calendario dall’8 settembre al 31 dicembre, saranno dedicati a “I ventitre giorni della città di Alba”. Da ottobre a dicembre, una grande mostra in Fondazione Ferrero sarà l’occasione immersiva per addentrarsi negli scritti di Fenoglio. Un percorso esperienziale e didattico per conoscere l’uomo, lo scrittore e il partigiano. La Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba sarà inoltre un’occasione per raccontarsi al pubblico in visita ad Alba e al territorio. Sempre nella stagione si andrà al cinema con “Fenoglio e il cinematografo”: attività e mostre a cura del Museo del Cinema di Torino, in collaborazione con Film Commission Torino Piemonte.  Il capitolo conclusivo, dal 1° gennaio al 1° marzo 2023, sarà identificato con “Una questione privata”. Il nuovo secolo di Fenoglio sarà raccontato all’interno di un convegno internazionale e sarà lanciato un “atlante fenogliano”: una mappa geografica, storica e metaletteraria che raccoglierà i percorsi dell’app e li completerà con un apparato completo di studio. La conclusione del Centenario segnerà un importante passo avanti nella condivisione dei materiali con la “Digitalizzazione Fondo Fenoglio” grazie alla quale, per gentile concessione degli eredi che hanno reso disponibili i documenti originali per la fotoscansione, sarà possibile fruire con agilità della documentazione fenogliana senza intaccare il patrimonio originale.  Il calendario si completerà nei prossimi mesi e si arricchirà nel corso dell’anno fenogliano.

 

LA FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO INAUGURA IL 5 NOVEMBRE TRE MOSTRE.

Martine Syms: Neural Swamp

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta una nuova installazione di Martine Syms, assegnataria della seconda edizione della Future Fields Commission in Time-Based Media, conferita all’artista congiuntamente dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e dal Philadelphia Museum of Art. Neural Swamp è una installazione immersiva che vede protagoniste tre entità: Athena, Dee e la narratrice. Ciascuna appare su un monitor o su uno schermo, le loro immagini si proiettano sulla superficie espositiva, invadono lo spazio insieme alle loro voci, impegnate nella lettura di un copione che è generato in tempo reale da un software AI di scrittura.

Safe House

Safe House è la mostra collettiva che avvia la seconda stagione di Verso, il programma espositivo ed educativo rivolto alle giovani generazioni. Con opere di Arthur Jafa, Sharon Hayes, Sandra Mujinga, Ho Tzu Nyen, Tobias Zielony, la mostra riflette sulla segretezza e sull’invisibilità come forme di governo e (auto)organizzazione delle vite umane. La non trasparenza è osservata come il terreno in cui hanno luogo le politiche che disciplinano i rapporti tra stato e cittadinanza e i processi di raccolta dati e gestione della privacy delle società private.

Stretching the Body

Stretching the Body riunisce dieci artiste internazionali, tra cui Jana Euler, Christina Quarles, Avery Singer, Anj Smith e Ambera Wellmann, che riflettono sul tema della figura umana attraverso il medium della pittura. Nelle opere in mostra il corpo emerge come spazio conteso, di conflitto tra definizioni e appartenenze, in cui i limiti tra soggetto e oggetto vengono continuamente rimessi in discussione.

 

POLVERE D’ARTISTA. MOSTRA PERSONALE DI NAZARENO BIONDO

a cura di Enrico Debandi. 3 – 21 NOVEMBRE 2021 Teatro Paesana Via Bligny n. 2 – Torino. Inaugurazione, mercoledì 3 NOVEMBRE, ore 18.00

Ingresso libero

L’Associazione Culturale BArock presenta POLVERE D’ARTISTA, una mostra personale dedicata all’artista scultore NAZARENO BIONDO con inaugurazione mercoledì 3 novembre alle ore 18.00 negli spazi dell’ex Teatro Paesana e apertura gratuita al pubblico fino a domenica 21 novembre (ingresso da Via Bligny n. 2 – Torino). La mostra presenta negli spazi dell’ex Teatro Paesana una selezione di diverse opere in marmo di Carrara dove oggetti di uso comune, scarti del quotidiano come mozziconi di sigaretta, cartoni di pizza, mascherine usate, rappresentati in grandi dimensioni, sono resi eterni dal materiale nobile in cui vengono scolpiti. Particolare attenzione verrà dedicata ai lavori più recenti dell’artista, dal 2019 ad oggi. Il lavoro principale che verrà presentato in mostra, intitolato OLD LADY, è una replica in scala 1:1 di una vecchia Fiat 500 che verrà rifinita dall’artista stesso in una performance visitabile a ingresso gratuito il 4-5-6-7 novembre durante il weekend di Artissima 2021. L’idea di far nascere una vecchia Fiat 500 da un blocco di marmo di Carrara pesante 15 tonnellate nasce nel 2017 nell’atelier dell’artista di Cafasse (TO) inaugurato nel 2012 e in cui dal marmo, materia e matrice delle sue sculture, emergono oggetti del quotidiano in una ricerca di rielaborazione concettuale. In occasione della mostra verrà inoltre presentata l’edizione 2021 del catalogo dedicato all’opera di Nazareno Biondo, che raccoglie tra l’altro le immagini delle opere esposte in occasione della mostra “Polvere d’Artista”, ospitata nel maggio 2019 negli spazi del Teatro Paesana e dell’Appartamento Padronale situato al Piano Nobile dello stesso Palazzo Saluzzo Paesana, e di cui “Old Old Lady” è prosecuzione ideale.

ORARI VISITE:

POLVERE D’ARTISTA è visitabile da giovedì 4 novembre fino a domenica 21 novembre 2021, dalle ore 16.00 alle ore 20.00).

In occasione di Artissima 2021, la mostra godrà delle seguenti aperture straordinarie:

–           Mercoledi 3 novembre dalle 18 alle 21 (inaugurazione)

–           Giovedì 4 e venerdì 5 novembre dalle 16 alle 21

–           Sabato 6 novembre dalle 16 alle 24 (Notte delle Arti Contemporanee)

–           Domenica 7 novembre dalle 16 alle 20

Ingresso libero (chiusura i lunedì, i martedì e i mercoledì).

 

MONDOVI’. “GIOCARE A REGOLA D’ARTE”AL MUSEO DELLA CERAMICA

Fino al  20 febbraio. Il gioco come strumento educativo, di aggregazione, opera d’arte e testimone di vita e memoria.

Il gioco è una cosa seria! La mostra “Giocare a regola d’arte”, che sarà inaugurata il 27 ottobre al Museo della Ceramica di Mondovì, ha come tema il gioco: strumento educativo, di aggregazione, ma anche opera d’arte e testimone di vita e memoria. Il progetto espositivo, curato da Ermanno Tedeschi, in collaborazione con Christiana Fissore, direttrice del Museo di Mondovì, e da Pompeo Vagliani, direttore del MUSLI (Museo della Scuola e del Libro per l’Infanzia) di Torino, fa parte di un programma più ampio, partito nel 2019 da Palermo con la mostra “Bimbumbam”, che proseguirà al Mann – Museo Archeologico di Napoli, al Negev Museum di Be’er Sheva in Israele e all’Art Museum – Man di Shanghai. I giocattoli, le opere d’arte, i libri, i fumetti e le fotografie esposti, dialogano con gli spazi del Momuc, coinvolgendo i visitatori in un percorso divertente e interattivo alla scoperta del “GIOCARE”, il sapere divertirsi, conservare un gioco, apprezzarlo in tutte le sue forme. La mostra si articola in sei sezioni: il gioco come mezzo per tramandare la memoria: Matilde e l’ospedale delle bambole; il gioco di tornare bambini: la piazza di Mondovì e le bimbe di Margherita Grasselli; arte o gioco? entrambi!; il gioco per diventare grandi: il gioco che educa, il gioco per tornare bambini; il gioco semplice; la stanza dei giochi: il gioco degli adulti e in alcuni focus specifici: Topolino, Pinocchio, il gioco degli Scacchi, il gioco d’azzardo contrapposto al gioco del risparmio. Nell’ambito della mostra, una sezione speciale sarà dedicata alla storia del chiodino Quercetti che, partendo dallo storico Coloredo e passando per il classico Fantacolor, arriva fino all’ultimo nato, il Pixel Art. Il visitatore, che avrà a disposizione migliaia di chiodini colorati, sarà invitato ad inserirli in autonomia nelle tavolette traforate appese a muro, al fine di riprodurre l’immagine del gallo, simbolo di Mondovì e del Museo della Ceramica. La figura sarà composta man mano da ogni visitatore, che diverrà artefice di un’opera di Pixel Art partecipata.  Bambini e ragazzi, sotto la guida di personale qualificato, potranno partecipare ad un laboratorio in cui la creta e i famosi chiodini Quercetti saranno utilizzati per creare inediti mosaici colorati. Le relazioni tra il gioco e l’arte sono evidenziate da una settantina di opere, che spaziano dalla pittura alla scultura. Particolare attenzione agli artisti che trattano il tema del gioco utilizzando la ceramica come mezzo di espressione. Si va dal raku alla terracotta, dal paper clay, alla porcellana. La serie di “giochi di ruolo” provenienti dal Musli prende spunto da una nota e preziosa ceramica Essevi di Enrico Vacchetti (1935 circa) presente al Museo, e raffigurante la bella lavanderina.  Il pezzo più interessante è un lavatoio giocattolo italiano di fine Ottocento di produzione artigianale in legno e zinco che, in scala mignon, riproduce un lavatoio reale, perfettamente funzionante, in modo che la bimba, giocando, imparava a lavare veramente.  Non poteva mancare il collegamento tra la produzione di servizi di piatti di Mondovì e il gioco molto diffuso del “servizio di piatti” per le bambole, di cui sono esposti alla Mostra interessanti esemplari. Dal Musli provengono, poi, preziosi volumi francesi, inglesi e italiani di Otto e Novecento che raffigurano bambine intente nel gioco con le bambole. Altri giochi storici giungono dal Museo Rocca de’ Baldi. Esposte anche le bambole della collezione della lucchese Renata Frediani e alcune Lenci in stoffa e in ceramica. Fulcro della mostra saranno le proposte didattiche, dove verranno insegnati i valori del bello, della sostenibilità e della consapevolezza delle proprie azioni. Sono previste visite animate, dove l’operatore accompagnerà i genitori e i loro bimbi in una “passeggiata fantastica”, audiovisivi informativi, giochi interattivi, laboratori. Reale Mutua collabora a un’importante sezione distaccata della mostra, ospitata all’interno di alcune sale del Museo Storico Reale Mutua, in via Garibaldi 22 a Torino. Le opere di Margherita Grasselli, Pietro D’Angelo e Antonio Marciano e gli approfondimenti legati all’ambiente della scuola e a quelli del lavoro, in collaborazione con il vicino Musli, raccontano la stretta connessione esistente tra il mondo dell’infanzia e i concetti di protezione e prevenzione, attraverso visite gratuite e inclusive, come consuetudine del Museo Storico della Compagnia.

La mostra è visitabile esibendo il green pass e indossando la mascherina ai seguenti orari: venerdì e sabato 15 – 18; domenica 10 – 18.  Il costo del biglietto per la mostra è di € 5 intero, di € 3 ridotto, studenti gratuito fino ai 25 anni. Per informazioni telefonare al 0174 330358 o via mail all’indirizzo iatmondovi@cuneoholiday.com (Ufficio Turistico di Mondovì: mercoledì – sabato 10 – 13 /15 – 18, domenica 10 – 18).

 

LA VIA DELLA SETA. ARTE E ARTISTI CONTEMPORANEI DALL’ITALIA

Quasi quaranta artisti italiani, tra grandi maestri e giovani talenti, per un progetto internazionale dal forte carattere di novità. È la mostra “La Via della Seta. Arte e artisti contemporanei dall’Italia”, a cura di Angela Tecce, che ripercorre idealmente e geograficamente l’antica Via della Seta, da Kiev, in Ucraina – dove è stata inaugurata il 30 luglio al Kyiv History Museum – al China World Art Museum di Pechino, a Chongqing al Sichuan Fine Arts Institute Art Museum sino a Xi’an all’Art Museum, dove, nel 2022 Anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina, concluderà il suo viaggio rientrando in Patria, dopo aver percorso oltre 30.000 km (in linea d’aria). Ideata e realizzata dall’Istituto Garuzzo per le Arti Visive con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, con le Ambasciate e gli Istituti Italiani di Cultura nel mondo e con il patrocinio del Ministero della Cultura. La Mostra è un caleidoscopio di tendenze e tecniche artistiche espresse da 38 opere, 8 delle quali provenienti dalla Collezione Farnesina, la collezione d’arte contemporanea del MAECI. La “Via della Seta” è una vera carovana contemporanea che toccherà, dopo Kiev, Ankara (Turchia) presso il CerModern Museum, Tbilisi (Georgia) al Tbilisi History Museum, e Tashkent (Uzbekistan) al Fine Arts allery of Uzbekistan – NBU.

Gli artisti in Mostra: Carla Accardi, Marisa Albanese, Yuri Ancarani, Francesco Arena, Enrico Baj, Gabriele Basilico, Bianco-Valente, Alighiero Boetti, Diego Cibelli, Gianni Dessì, Pamela Diamante, Flavio Favelli, Eugenio Giliberti, Paolo Grassino, Emilio Isgrò, Mimmo Jodice, Francesco Jodice, Jannis Kounellis, Maria Lai, Luigi Mainolfi, Domenico Antonio Mancini, Umberto Manzo, Masbedo, Sabrina Mezzaqui, Marzia Migliora, Nino Migliori, Nunzio, Luigi Ontani, Mimmo Paladino, Giulio Paolini, Perino&Vele, Michelangelo Pistoletto, Tamara Repetto, Pietro Ruffo, Ettore Spalletti,The Cool Couple, Eugenio Tibaldi, Fabio Viale.

Istituto Garuzzo per le Arti visive

Tel. 011.8124456

info@igav-art.org

www.igav-art.org

 

BRA. LEZIONE DI LUCA MERCALLI SUL TEMA “NOI E L’AMBIENTE”

Alla rassegna CuneiForme 2021 di Progetto Cantoregi e Le Terre dei Savoia una lezione di Luca Mercalli sulla nostra relazione con l’ambiente e l’emergenza climatica. Venerdì 5 novembre, ore 18.30 – Bra, Teatro Politeama (Piazza Carlo Alberto 23)

Il meteorologo Luca Mercalli è il prossimo ospite della rassegna CuneiForme di Progetto Cantoregi e Le Terre dei Savoia, dedicata quest’anno al tema “riCostruire”. Venerdì 5 novembre a Bra terrà una lezione sul tema “Noi e l’ambiente” incentrata sull’emergenza climatica (ore 18.30 – Teatro Politeama, Piazza Carlo Alberto 23). Com’è cambiata la nostra relazione con l’ambiente? Come “riCostruire” un rapporto sano e rispettoso con l’ambiente, l’ecosistema, il clima? Sono alcune delle domande a cui la lezione di Mercalli tenterà di dare risposte. L’incontro, aperto al pubblico e gratuito, è realizzato in collaborazione con la Città di Bra. Il Bookshop a cura di Premiata Libreria Marconi. L’ingresso è gratuito fino a esaurimento posti ed è consentito ai possessori di Green Pass.

Prenotazione consigliata. Info: 349.2459042 – info@progettocantoregi.it.

Luca Mercalli (Torino, 1966), climatologo, direttore della rivista Nimbus, presiede la Società Meteorologica Italiana, associazione nazionale fondata nel 1865. Si occupa di ricerca su climi e ghiacciai alpini, insegna sostenibilità ambientale in scuole e università in Italia (Università di Torino-SSST), Svizzera e Francia e la pratica in prima persona, vivendo in una casa a energia solare, viaggiando in auto elettrica e coltivando l’orto. È consulente dell’Unione Europea e consigliere scientifico di ISPRA-Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Per RAI ha lavorato a Che tempo che fa, Scala Mercalli e TGMontagne e Rainews24. Editorialista per Il Fatto Quotidiano, ha lavorato prima a La Repubblica e poi a La Stampa e ha al suo attivo migliaia di articoli e oltre 2200 conferenze. Tra i suoi libri: Filosofia delle nuvole (Rizzoli), Che tempo che farà (Rizzoli), Viaggi nel tempo che fa (Einaudi), Prepariamoci (Chiarelettere), Clima bene comune (Bruno Mondadori), Il mio orto tra cielo e terra (Aboca), Non c’è più tempo (Einaudi), Il clima che cambia (BUR) e il libro per bambini Uffa che caldo (ElectaKids).