ALLEGRO MOLTO a cura di Edoardo Ferrati

Torino-  UN PIANISTA DALL’UCRAINA- La 76.ma stagione dell’Unione Musicale, che si protrarrà fino al 22 maggio, per un totale di 107 concerti, affida l’aperura al pianista  ucraino Vadym Kholodenko (foto), interprete autentico di una grande scuola, diviso tra tradizione e letteratura contemporanea.  Nato a Kiev ha tenuto il suo primo concerto all’età di tredici anni. Ai lati estremi del suo recital è posto il nome di Prokof’ev con i Quattro Pezzi op. 32, scritti nel 1918, dopo un lungo e avventuroso viaggio attraverso la Siberia per sfuggire alla guerra civile e al nuovo regime sovietico, che lo portò negli Stati Uniti a Chicago dove si trovò ad agire in un contesto del tutto nuovo  decise di sfruttare le proprie straordinarie doti  di pianista. mentre la sua musica veniva accolta con freddezza dal pubblico che lo definì  “pianista dalle mani ‘acciaio”. La Sonata n. 7 in si bemolle maggiore (1938-43) , eseguita per la prima volta da Sviatoslav Richter,

è un frutto maturo del cammino di Prokof’ev che rimanda al virtuosismo ottocentesco di Liszt e Skrjabin coagulato, però, in una vigorosa energia. Al centro della serata due lavori idi Schubert: la Sonata in  mi bemolle maggiore D. 568, nota come una rielaborazione di quella in la bemolle maggiore D. 567, presenta una forte coesione stilistica dove l’autore svela i suoi segreti più profondi; i Tre Pezzi D. 946 appartengono alla sua ultima fase che andava, decisamente, a favore delle forme brevi.

Torino, Stagione Unione Musicale, Conservatorio, mercoledì 12 ottobre , ore 20,30

VADYM KHOLODENKO (pianista). Musiche di Prokof’ev, Schubert

 

Torino. DIALOGO TRA FUORICLASSE- Ritroviamo Prokof’ev con la Sonata n. 2 in re maggiore op. 94bis scritta nel 1944,ripresa dalla Sonata per flauto e pianoforte, su suggerimento di David Oitsrahk, è un gioco di  leggere e trasparenti sonorità di  marcata linea classicheggiante dove trova spazio  un vivace senso dell’umorismo sorretto da eleganza di scrittura. Si cambia passo cn la Sonata in mi minore K. 304, facente parte delle cinque Sonate scritte a Parigi dove Mozart incassò una cocente delusione per la mancata protezione di eventuali amici e mecenati- Una composizione serena,  nonostante  lo stato d’animo del momento. La Sonata in la maggiore op. 78 appartiene alla maturità di Brahms. Nota con il sottotitolo “Regensonate”, è costruita interamente  sui motivi del Lied “La canzone della pioggia” dal ciclo op.59 (n.7) con la tecnica della variazione e della forma ciclica che sono un po’la peculiarità del suo autore. Chiusura con Introduzione e Rondò capriccioso op. 28 di Saint Saens, non a caso dedicato al virtuoso Pablo de Sarasate, che guarda alle risorse dello strumento.

Torino, Stagione Unione Musicale, Teatro Vittoria, v. Gramsci, 4 domenica 16 ottobre- ore 16.30

CLARISSA BEVILACQUA (violino), YU NITAHARA (pianoforte),foto

Musiche di Prokof’ev, Mozart, Brahms, Saint Saens

 

Torino-UN RICCO ARISTOCRATICO MUSICISTA-Il quartetto d’archi “Altemps” (foto) nasce dall’incontro di musicisti con esperienza nella prassi esecutiva storica, indirizzata verso una  differente lettura del grande repertorio classico-romantico attraverso un approccio innovativo e originale alla cui base sta  lo studio e la comparazione delle fonti originali dei manoscritti e delle prime edizioni dell’epoca.

Viene proposto   il nome di George Onslow (1784-1853), figlio di un  ricco aristocratico inglese che ebbe come strumento di elezione il violoncello suonato durante le serate di musica nei salotti della migliore aristocrazia.  Questo autore, quasi sconosciuto al pubblico italiano, era noto soprattutto per la sua musica da camera che includeva anche trentasei quartetti per archi dal cui folto catalogo viene eseguito il Quartetto in do minore op. 46. Inizia con un clima tempestoso (Allegro ma non troppo vivo) con repentini cambi  armonici e frenetica alternanza tematica tra le parti. Segue un Andante religioso dai silenzi funebri di grande intensità dinamica, Quasi frivolo il Minuetto, mente il conclusivo Presto  corre su un del ritmo incalzante dove le quattro voci si lanciano in velocità. Il Quartetto in la minore D. 804 (“Rosamunde”)  segna l’abbandono di Schubert, senza reticenza, dsllla musica in voga al suo tempo. Lo stile, infatti, assomiglia a quello della musica vocale con un motivo ricavato da un lied dove la forma Sonata si articola in modo assai ambiguo in una incessante trasformazione armonica dei vari episodi.

Torino, Stagione Unione Musicale, Teatro Vittoria, lunedì 17 ottobre, ore 20.30

QUARTETTO D’ARCHI “ALTEMPS”: Stefano Zaneschi,), Fabio Ravasi (violini), Ernst Braucher (viola), Marco Testori (violoncello)

Musiche di Oslow, Schubert