IRAN. CHIERI ESPRIME SOLIDARIETÀ ALLE DONNE E AL POPOLO DELL’IRAN

Sostegno e solidarietà alle donne, alle studentesse, agli studenti e al popolo iraniano e condanna della sanguinosa repressione attuata dalle autorità iraniane contro le manifestazioni delle donne e di tutti coloro che stanno lottando per la libertà: è quanto affermato nell’Ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio comunale di Chieri e presentato dalla consigliera di minoranza Rachele SACCO (Progetto per Chieri-Salviamo l’ospedale insieme). Il documento chiede al Governo italiano di fare pressione con urgenza sul Governo dell’Iran affinché cessi immediatamente la repressione sanguinosa delle mobilitazioni, vengano liberate le persone detenute in seguito alle proteste, venga garantita la libertà delle donne iraniane e il pieno rispetto dei diritti umani. «Le donne iraniane non si sono arrese ed hanno riempito le strade e le piazze trascinando giovani e uomini al loro fianco, trasformando la protesta per le violenze subite in una denuncia del regime-spiega la consigliera Rachele SACCO-Una protesta che coinvolge tutte le classi sociali a partire dai lavoratori e dagli studenti che stanno scendendo in piazza accanto alle donne per rivendicarne la liberazione dall’hijab obbligatorio imposto dalla Repubblica islamica dell’Iran, quale strumento di marginalizzazione femminile» «In Iran la lotta delle donne è diventata la battaglia di un intero popolo contro un regime oscurantista e violento a causa del quale si può morire per una ciocca di capelli fuori posto o per aver preso parte ad una manifestazione di protesta-commenta la consigliera Manuela OLIA (Partito Democratico)-Da quel 16 settembre, quando Mahsa Amini veniva assassinata dalla Polizia Morale, le vittime della repressione sono state circa 600. Molte le ragazze e i ragazzi che ogni giorno finiscono in carceri dove subiscono abusi, torture, stupri. Per questo abbiamo approvato l’Ordine del giorno con cui esprimiamo il nostro sostegno alle iraniane e agli iraniani che lottano per la libertà».