CURIOSITA’ NOVARESI 38. L’ANTICHISSIMA CHIESA DI SAN PIETRO APOSTOLO E IL MONTE DI PIETA’ “AMICO CANOBIO”

Chiesa di S. Luigi, già chiesa di S. Pietro Apostolo

Sono veramente numerose le chiese che nei secoli sono sorte nella città di Novara. Alcune di queste sono ancora esistenti, ma molte sono o scomparse, in quanto totalmente demolite, oppure completamente trasformate nella loro struttura originale e quindi certamente non più riconoscibili. In entrambi i casi però, purtroppo, di esse non resta spesso neppure il ricordo, che sarebbe doveroso per edifici che hanno segnato, spesso profondamente, la vita e quindi la storia della Città.

Una di queste chiese ormai dimenticate è certamente l’antichissima chiesa di San Pietro Apostolo, che tuttora esiste, con l’attuale intitolazione di San Luigi e una facciata settecentesca, in via Mossotti, angolo corso Cavallotti (nella foto), completamente trasformata nei secoli, chiusa da molti anni al pubblico, sconsacrata e inagibile per le sue attuali condizioni strutturali, come si può notare anche per i ponteggi e le protezioni che la coprono, mentre gli arredi interni sono stati recuperati e destinati ad altri edifici di culto cittadini.

Si dice fosse una delle chiese con origini più antiche, con l’antica Cattedrale paleocristiana di Santa Maria, l’antica Basilica di San Gaudenzio e la chiesa di Ognissanti (le prime importanti chiese cristiane erano spesso intitolate a Santa Maria e agli apostoli Pietro e Paolo). I documenti più antichi, che ne testimoniano l’esistenza, sono del 1202, quando suo rettore era prete Robaldo, ma pare che il nucleo originario dell’edificio fosse un rifacimento di una costruzione decisamente precedente, di epoca romana. Nella sua cripta, secondo una leggenda, si troverebbe una fonte d’acqua, addirittura già utilizzata dai Celti per i loro riti, quando appunto, prima della conquista romana, in quell’area era forse ubicato l’abitato celtico. C’è chi dice di essersi calato circa trent’anni fa, con una fune, nella cripta, sotto l’altare maggiore, e di avervi visto, al centro, un pozzetto da cui scaturiva un flusso d’acqua.

Fabbricato di corso Cavallotti, prima sede del Monte di Pietà

La chiesa era detta di San Pietro Apostolo o anche di “San Pietro de civitate” per non confonderla con altra chiesa omonima chiamata di “San Pietro de ruga muta”, perché collocata in una via appartata, presso la porta di S. Agabio. La chiesa, che fu a lungo sotto il patronato della Confraternita del Monte di Pietà, fu anche sede di parrocchia, poi trasferita in quella di San Pietro al Rosario. Distrutta in parte a seguito di un fulmine nel maggio del 1761, venne subito ricostruita. Nel 1807, nel periodo napoleonico, per un decreto del Governo che aveva concentrato il Monte di Pietà nell’amministrazione dell’Ospedale Maggiore, venne sconsacrata e utilizzata per altri scopi. Abbiamo notizia, ad esempio, che nel 1811 alcune persone, unite in società, decisero di aprire un teatro filodrammatico appunto nel locale della chiesa di san Pietro, teatro di cui poi però non abbiamo più alcuna informazione. Fu quindi acquistata il 17 settembre 1906, col consenso e il sostegno della nobile famiglia Tornielli Bellini, dal Consorzio di San Luigi, che aveva abbandonato la vecchia sede della chiesa di San Nicolò, che era stata ceduta alla Banca Popolare di Novara (il Consorzio di S. Luigi era stato canonicamente eretto il 17 aprile 1826 nella chiesa di San Filippo al Carmine e là era rimasto fino al 1834, quando ebbe dalla nobile famiglia Tornielli Bellini l’uso perpetuo della chiesa di San Nicolò). Venne quindi riaperta al culto il 20 giugno 1908 e intitolata a San Luigi. Aveva l’altare maggiore in marmo e una artistica balaustra, egualmente in marmo, di stile barocco. Le reliquie del santo vi furono trasportate da Romagnano nel 1927. Dopo essere stata luogo di culto, venne utilizzata negli anni Ottanta del secolo scorso dalla Diocesi per alcune attività ricreative e infine fu definitivamente abbandonata. La proprietà, che era inizialmente della nobile famiglia sopra citata, fu poi condivisa con la Curia, ma essendo i proprietari inadempienti, i recenti lavori, ancora in corso, a partire dalla messa in sicurezza della struttura, sono stati realizzati dal Comune.

In un interessante opuscolo, stampato nel 1911 dalla tipografia Fratelli Miglio di Novara, è pubblicato il “Discorso per l’Inaugurazione della Nuova Chiesa di San Luigi Gonzaga”, che si è tenuto il 20 giugno 1908, a cura del prof. Giovanni Rossignoli, canonico della Cattedrale e direttore del Consorzio di San Luigi Gonzaga

Stemma del Monte di Pietà, sopra il portone di corso Mossotti 10

(la chiesa intitolata nel 1908 a San Luigi era infatti diventata, come si è detto, la nuova sede del Consorzio), con commemorazione della Contessa Giuseppa Tornielli Bellini e di Monsignor Pietro Scavini.

In questo “Discorso” Rossignoli, dopo aver trattato a lungo delle personalità e dei grandi meriti della Contessa Bellini e di Monsignor Scavini, fondatori del Consorzio di San Luigi Gonzaga, così come della recente storia del Consorzio, si sofferma sull’antica chiesa di San Pietro Apostolo, che era finalmente “tolta all’abbandono” (siamo nel 1908) e ribenedetta con la nuova intitolazione e anche lui la considera una delle chiese più antiche di Novara, facendo a questo punto una lunga digressione storica. Parla del crollo dell’impero romano, dell’arrivo prima degli Eruli e poi degli Ostrogoti, quindi di Odoacre e poi di Teodorico. Regnando Teodorico, Rossignoli ricorda come fosse diventato, a quei tempi, vescovo di Pavia Ennodio. “Di Ennodio –scrive- ci restano parecchi scritti e fra gli altri un epitaffio, che egli compose in lode di Vittore, Vescovo di Novara, una lettera al medesimo Vescovo e un discorso che inviò al successore di Vittore, il Vescovo Onorato. Così noi veniamo a sapere che Vittore aveva preso a instaurare (restaurare) un tempio pagano in parte cadente, che si trovava appunto qui dove noi siamo, facendo di esso una Basilica cristiana, che Onorato consacrò al nome dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, convocando per la solenne funzione i Vescovi vicini. Tra questi c’erano l’Arcivescovo di Milano Lorenzo, allora nostro Metropolita, ed esso Ennodio, Vescovo di Pavia, che lesse appunto in quell’occasione un discorso, dal Bescapé riportato nella sua ‘Novaria’…”. Rossignoli ricorda che si era agli albori del Cristianesimo e poi continua: “…Quello che importa è il rilevare come quell’antico delubro (tempio pagano) degli dei falsi e bugiardi sia divenuto al tempo dei Vescovi Vittore e Onorato il Tempio degli Apostoli Pietro e Paolo, e più tardi il primo ritrovo dei Confratelli del Monte di Pietà, stupenda istituzione novarese dovuta all’Abate Amico Canobio…, finché cessò affatto di essere tempio, e venne dissacrato… Perché un decreto del Governo Italiano del 1807 concentrava il Monte di Pietà nell’Amministrazione dell’Ospedale… Ma caduto nel 1815 il despota glorioso (Napoleone), la Confraternita del Monte di Pietà rinacque e riebbe l’Amministrazione del Monte, non però la chiesa sua, già venduta a privati, e dovette quindi riparare nella Chiesa del Rosario… Ed ora il vetusto delubro degli dei falsi e bugiardi torna di nuovo Tempio Cristiano, e Monsignor Giuseppe Gamba, il successore di Onorato, di nuovo lo consacra al Dio vero, dedicandolo a onore di S. Pietro e di S. Luigi Gonzaga…”.

Ho ritenuto di riportare stralci del “Discorso” di Rossignoli particolarmente ampi, perché, oltre a confermare la preesistenza di un edificio romano, probabilmente un tempio pagano (e sappiamo come fosse consuetudine edificare le chiese cristiane dove già sorgevano precedentemente templi pagani), che poteva effettivamente avere addirittura un’origine celtica, come dice la leggenda, evidenzia l’importanza della antica chiesa dei Santi Pietro e Paolo nella città di Novara e infine ci conduce sinteticamente ai successivi sviluppi storici dell’edificio: prima chiesa della Confraternita del Monte di Pietà, poi, dopo un utilizzo privato, in quanto sconsacrato, il ritorno alla consacrazione e all’intitolazione a San Luigi. Solo nella seconda parte del Novecento la chiesa è stata definitivamente sconsacrata, vista anche la sua inagibilità.

Dopo la nostra “riscoperta” della antica chiesa di S. Pietro Apostolo, è il caso di soffermarci sul Monte di Pietà, per l’importanza che ebbe nella vita sociale ed economica di Novara per più di quattro secoli (circa 430 anni). Lo stesso Rossignoli ci ha raccontato nel suo “Discorso” come la chiesa di San Pietro Apostolo abbia legato una parte significativa della sua storia al Monte di Pietà “Amico Canobio”.

Monumento funerario di Amico Canobio nella chiesa di S. Pietro al Rosario

Il Monte fu eretto per iniziativa di quell’Amico Canobio, grande benefattore novarese, al quale si deve anche la prima assistenza medica e farmaceutica ai poveri e l’istituzione dell’antica scuola denominata appunto Casa Canobia della Sapienza. Canobio presentò istanza di istituire Monte di Pietà e relativa Confraternita a Papa Pio V, in quanto a quell’epoca le istituzioni di beneficenza dovevano essere autorizzate dall’Autorità Ecclesiastica e rimanevano sotto la sua giurisdizione. L’istanza fu accolta con Breve del Pontefice in data 11 giugno 1566. Il Monte di Pietà aveva come suo scopo l’esercizio del prestito su pegno senza interesse, mentre l’omonima Confraternita “provvedeva all’amministrazione e gestione del Monte, all’assistenza spirituale e materiale dei Confratelli, specialmente in caso di malattia, all’esercizio di pratiche religiose, all’assistenza dei carcerati e dei condannati a morte e ad ogni forma di carità a favore dei poveri”, come scrive Sante Scolari nella sua pubblicazione “Il Monte di Pietà di Novara” del 1943 (Tipografia San Gaudenzio).

Monte di Pietà e Confraternita furono legalmente eretti il 15 agosto 1566, ma già l’anno precedente Amico Canobio aveva predisposto i locali per l’oratorio e la sede della nuova istituzione. Aveva infatti ottenuto dal Sacerdote Giov. Batt. De Comite, parroco della chiesa di San Pietro Apostolo, la cessione di alcuni locali della chiesa e della casa parrocchiale. Peraltro la stessa chiesa di San Pietro Apostolo, adiacente alla sede del Monte di Pietà, è stata, come egualmente ricordato da Rossignoli, sotto il patronato della Confraternita del Monte. Scolari annota che fu abbattuta una vecchia sacrestia, una cappella dedicata a S. Antonio, alcuni sepolcri di un vecchio cimitero, un salotto, una camera inferiore e superiore e al loro posto e con i loro stessi materiali dice che venne costruito l’oratorio, una camera per riporre i pegni, l’abitazione del Cappellano e quella del custode dei pegni, formando così un corpo di fabbricato con la facciata verso il corso di Porta Milano, che ai tempi di Scolari era corso Regina Margherita e ora è corso Cavallotti (nella foto). Qui il Monte di pietà ebbe sede (fatta eccezione del periodo “napoleonico”, come si è detto) fin verso il 1826, per poi trasferirsi nella sede di via Mossotti 10, poi ampliata nel 1868, sede ove restò fino alla sua chiusura avvenuta il 31 dicembre 1995. Ancora oggi, sopra il portone di accesso al primo cortile del Monte, si può vedere il caratteristico stemma/simbolo dell’antico Sacro Monte di Pietà, con la rappresentazione di Cristo (nella foto). Lasciato il patronato della chiesa di San Pietro Apostolo, il Monte aveva poi acquisito quello della chiesa di San Pietro al Rosario (piazza del Rosario ora piazza Gramsci), vicina alla nuova sede.

L’attività del Monte era consentita dalla raccolta delle elemosine fatta dai confratelli a Novara dintorni. Una elargizione di L. 7500 imperiali fu fatta da Amico Canobio nei primi tempi, seguirono quindi lasciti anche di notevole importo, che attestano il favore incontrato in Città dalla nuova istituzione. Ci fu poi una donazione dello stesso Amico Canobio in data 31 agosto 1584. Le offerte dei fedeli, piccoli lasciti e le donazioni di benefattori non avrebbero potuto tuttavia assicurare al Monte una grande e duratura vitalità. “Fu quindi provvidenziale -come ricorda ancora Scolari- per il Monte e per la Città di Novara la generosità di Amico Canobio manifestata con la donazione del 16 febbraio 1589 e col suo testamento 11 febbraio 1591, che, fornendo al Sacro Monte cospicue rendite, lo misero in grado di provvedere largamente a diversi rami della beneficenza cittadina prima completamente trascurati”.

Nella chiesa di San Pietro al Rosario, che era di patronato del Monte di Pietà, nella prima cappella, entrando, a sinistra, si trova attualmente il monumento funerario, con i resti mortali di Amico Canobio, dopo il trasferimento dalla Cattedrale alla chiesa di San Pietro al Rosario. Si tratta di una grandiosa opera marmorea del secolo XVII, di autore ignoto, che avrebbe certo necessità di un restauro, magari con l’intervento del Comune, della Diocesi e della attuale Associazione Amico Canobio, anche perché già da diversi anni uno dei due angeli posti nella parte alta del monumento non è più in sede, ma adagiato a terra, a lato della cappella, dietro una colonna (nella foto il monumento). Sarebbe certamente un modo per ricordare ancora oggi quanto fatto per Novara da Amico Canobio e dal suo Monte dal 1566 fino a tutto il XX secolo.

Enzo De Paoli