LE PERLE NERE DELLA MUSICA a cura di Edoardo Ferrati

Eduard van Beinum  Complete Recordings on Decca, Philips-

Musiche di:  J.S. Bach e J.Ch. Bach, Beethoven, Berlioz, Brahms, Britten, Bruckner, Debussy, Edgar, Mozart, F.J. Haydn, Mendelssohn, Mahler, Schubert, Sibelius, Rimskij Korsakov,  Franck, Lalo,  Ravel, Cajkovskij,  Borodin, Bizet, Stravinskij, Kidaky Reger, Piper, Hemkemaus, Dieperbrock + rarità 79 giri e “van Beimun ricordi” a cura di L. Tolansky

Registrazioni dal 1941 al 1958

Orchestra Concertegebown di Amsterdam e London Philharmonic Orchestra

Note a cura di Nick Nelissien e John Tolansky (102 pagine)

Pubblicazione: 7 gennaio 2023

 

Eduard van Beinum

Eduard van Beinum  (1901-1959) fu un direttore d’orchestra olandese di fama internazionale accanto a celebri nomi a cominciare da Willem Mengelberg  che per mezzo secolo resse le sorti del Concertgebown. carattere arrogante e incomprensibile , venne esiliato dal proprio paese e in cui fu vietato di dirigere per sempre, a causa della sua aperta collaborazione con gli occupanti nazisti tedeschi. Morì in Svizzera.

Altra figura da non dimenticare è Bernard Haitink, grande interprete di Bruckner e Mahler, scomparso novantenne nel 2021 che fu a lungo direttore musicale della celebre orchestra olandese. Inoltre, figure notevoli furono Cornelius Dopper (1870-1929) che diresse le prime olandesi di Ravel e Debussy, Willem van Otterloo (1907—1978). Hans Vonk (1932-2004) a lungo attivo a Radio Colonia e alla Staatskapelle di Dresda. Infine, oggi felicemente attivi sulla scena internazionale sono: Abraham de Meij, Edo de Waart e Jaao van Zweden che dividono le loro carriere tra Gran Bretagna, Germania e Stati Uniti.

Eduard van Beinum, nipote di un direttore di una banda militare e figlio di un contrabbassista, iniziò gli studi di violino e pianoforte. Acquisì esperienza nella conduzione dirigendo formazioni amatoriali. Direttore della Società Orchestrale di Haarlem (1927-31), nel ’29 esordì con l’Orchestra Concertgebown, diventandone secondo direttore (1931). Dopo la seconda guerra mondiale ne assunse la carica di direttore principale fino alla morte (1959). Ebbe incarichi stabili alla London Philharmonic (1947-49). Nel ’54 esordì negli Stati uniti con la Philadelphia Orchestra  e poi direttore della Los Angeles Philharmonic (1957-59).Il 13 aprile 1959 morì stroncato da un infarto mentre provava la Prima Sinfonia di Brahms ad Amsterdam.

Per prima cosa vengono ristampate, per la prima volta, in versione CD, le registrazioni a 78 giri realizzate per la Telefunken e Deutsche Grammophon tra il 1941 e il 1949 tra cui troviamo il preludio dall’atto III° del “Lohengrin”, “Don Giovanni” di R. Strauss, le danze slave di Dvorak, la “Moldava” di Smetana. Questo grande direttore del passato, oggi ai più sconosciuto, natura estranea agli eccessi retorici e scelte eccentriche o radicali. Nessuna ricerca all’effetto spettacolare o sottolineature imposte alla musica. Da un attento ascolto emerge la ricerca costante di naturalezza e fluidità costruite su un sovrano equilibrio formale e profondo coinvolgimento -Il cospicuo materiale del cofanetto rispecchia il repertorio affrontato da van Beinum. Il suo Mozart èbellissinmo con la Posthorn Serenade, le Sinfonie K. 201, K. 319, K. 385, gioielli di misura e poesia, mentre di sobrietà non mancano le Sinfonie nn. 94, 96, 97, 100  di F,J. Haydn esempi di eleganza e arguzia. Prosciugate da ogni effetto sentimentale le Sinfonie nn. 3, 4, 5, 6, 8 di Schubert dalle quali emerge il fascino discreto di un direttore che non annoverava eccessi di sentimentalismo, pur senza trascurare all’occorrenza tenerezza espressiva e vivacità. Abbiamo, poi, una Sinfonia Fantastica op. 14 di Berlioz energica e trascinante che resta tra le più importanti realizzazioni degli anni Cinquanta. Di grande rilevanza i risultati ottenuti nelle Sinfonie nn, 5,,7, 8, 9 di Bruckner, meravigliose nella loro fluidità discorsiva e luminosa. radiosità dei timbri e nella morbidezza dei fraseggi. La sinfonia n. 4 e “Il canto della terra” di Mahler sono interpretazioni di taglio moderno e classicheggiante nei tratti. La musica russa viene affrontata con vivo senso del colore e costante controllo. “Sjhèhérazade di Rimskij Korsakov, la suite da “Lo schiaccianoci di Cajkovskij, Danze polovesiane di Borodin. Meravigliose le musiche francesi: Trois Nocturnes, terza serie  di “Images”, “la Mer” di Debussy, la Raphsodie espagnole, Bolero e “La Valse” di Ravel che non mancano di farsi notare per modernità interpretativa , capace di evocare atmosfere.. Per chiudere le quattro Sinfonie di Brahms vertice della lezione interpretativa di Van Beinum.