CHIERI.  A SAN DOMENICO CAPOLAVORO PER FIATI DI MOZART

Appuntamento  domani giovedì alla chiesa di San Domenico  (ore 21.00) per la stagione “Chieri Classica” organizzata dall’Assessorato alla Cultura. La sezione dal titolo “Il respiro della musica” vede il ritorno a Chieri, dopo dieci anni dell’Orchestra da Camera “Giovanni Battista Pedrollo”, diretta da Federico Bisio  e intitolata all’ultimo esponente della  scuola violinistica piemontese. La formazione nasce nel 2012 a Torino con l’obiettivo di valorizzare i giovani talenti e di promuovere anche un repertorio di rarità musicali senza trascurare alcuni capisaldi come J.S. Bach, Haydn, Mozart, Schubert, Mendelssohn, Brahms.

Dalla sua fondazione il direttore stabile è il chierese Federico Bisio che ha seguito un doppio percorso di studi umanistico e musicale. Dopo aver conseguito la maturità classica , s’iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino dove si laurea in Storia con indirizzo medievale . In parallelo frequenta i corsi di composizione presso il Conservatorio “Verdi” di Milano. Si dedica quindi allo studio della direzione d’orchestra. Dopo una serie di esperienze internazionali in Germania e negli Stati Uniti completa i suoi studi con il M.° Gilberto Serembe.

La Serenata in si bemolle maggiore K. 361, nota anche come Gran Partita, è considerata per l’innovativa scrittura un vero e proprio monumento della musica per strumenti a fiato.  Si ignora la data della composizione: l’anno presente sull’autografo è 1780. Scritta a Monaco dopo la prima rappresentazione dell’opera “Idomeneo” dove vedono la luce i primi quattro movimenti, i rimanenti tre dovrebbero risalire all’estate 1781.

La Serenata si articola in sette movimenti e supera questo genere musicale che veniva eseguito all’aperto

In cui il grado di attenzione si realizza in melodie facili e l’orchestrazione che ne deriva ne era la logica conseguenza. Essa si discosta dal clima galante, mentre l’organico prevede dodici fiati e il contrabbasso. Per la prima volta in una partitura di Mozart compare il corno di bassetto, tipo di clarinetto che suona una quinta sotto., più pastoso e scuro  rispetto al clarinetto classico.

L’impianto è quello tipico della Serenata. Aperta da un Largo di struttura quasi sinfonica, sarebbe consueto trovarlo in un quartetto o in una sinfonia. L’Allegro si regge su un unico tema che si sviluppa nel dialogo tra i vari strumenti. Seguono due Minuetti con Trii che evocano melodie popolari. Tra i due  Minuetti è   inserito il celebre Adagio, uno dei vertici della produzione mozartiana sia per la raffinatezza del suono e la dolcezza della melodia. Una Romanza  anticipa il Tema con variazioni in cui di volta in volta vengono aggregati i diversi timbri strumentali. Il finale un Rondò Allegro molto è un brano di grande colore, quasi prossimo a una marcia dove viene espresso lo spirito allegro e giocoso di Mozart e dove gli strumenti dialogano in un modo mai prima raggiunto.

EDOARDO FERRATI