Chieri. “La Cascina Maddalena può essere salvata. Amministratori assumetevi le vostre responsabilità.”

Lunedì 30 ottobre si è svolto nella sala della Parrocchia Santa Maria Maddalena un incontro pubblico per la presentazione del progetto di rigenerazione dell’area della cascina Maddalana, con la presenza del sindaco Sicchiero, dell’assessore alla pianificazione territoriale e lavori pubblici Flavia Bianchi, della consigliera con delega alla partecipazione nel quartiere Maddalene Mariella Tagliavia e di Carlo Fenoglio, dirigente del Comune.

 

Carlo Bagnasacco, architetto, appassionato di storia chierese, ha partecipato all’incontro e scrive a 100torri:

 

“Lunedì sera nella sala parrocchiale della Maddalena è stato presentato (per modo di dire) non ce lo hanno mostrato se non in copia appoggiata su di un tavolo, visto a distanza, il progetto per il recupero e la valorizzazione del sito “ex cascina della Maddalena”; si perché hanno deciso a priori di demolirla, anzi verrà demolita subito, entro una quindicina di giorni, senza sentire il parere, la volontà dei residenti hanno ripetuto più volte che è irrecuperabile, che non è tutelata dalla soprintendenza, che è un rudere, perciò va demolita. Io ho fatto un intervento, anzi, ho cercato di fare un intervento, ma non ci sono riuscito, l’Assessore Bianchi mi ha stoppato brutalmente più volte negandomi il diritto di parola. E’ profondamente scorretto che un Assessore, che dovrebbe rappresentare i cittadini, neghi loro il diritto di parola. Eppure nella mia premessa ho detto chiaramente che non avrei messo in discussione la qualità del progetto, né la loro ferma decisione di voler demolire a tutti i costi la cascina, avrei voluto solamente raccontare la storia e l’importanza di quell’edificio per la rinascita del quartiere, chiedendo loro di non demolirla totalmente, proponendo una soluzione alternativa per salvare un nostro monumento, la nostra identità chierese. Espongo qui di seguito quanto avrei voluto dire.

– La Maddalena ha origini antichissime, non è un edificio del 1300 come detto da qualche amministratore locale, risale all’impero romano; come riporta Goffredo Casalis nel suo Dizionario Subalpino nel 1847, nei pressi della cascina sono state rinvenute lapidi in marmo con iscrizioni che rimandano a Vennonio, un cavaliere romano, giudice augusteo della quinta decuria. Questo legame del territorio con la struttura romana è stato confermato nel 1988 con uno studio del prof. Guido Vanetti, sulla centuriazione romana. Per questo motivo la Soprintendenza aveva riconosciuto la Cascina Maddalena come testimonianza della Centuriazione Romana dichiarandolo Monumento Nazionale. La cascina manteneva e mantiene ancora le caratteristiche di edificio rurale di impianto romano, con le due corti separate, col suo portale in mattoni, con la sua centuriazione territoriale ancora riconoscibile nel suo intorno.

– Ancora oggi, nonostante il suo “degrado pilotato” è recuperabile gran parte dell’edificio principale, la grande corte interna, e parte del rustico; il tessuto della centuriazione romana, esteso oltre la ferrovia potrebbe essere l’asse viario principale di un quartiere ora senza identità, l’elemento di rammendo urbano necessario per ricucire insieme la Chiesa, i servizi mancanti ricavabili nell’antica cascina e le case sparse di un quartiere senza nome.

– Privare la Maddalena del suo “Centro Storico” sostituendolo con un giardinetto di periferia è estremamente pericoloso, si corre il rischio di creare a Chieri una nuova “Falchera”, si sta creando un contesto insicuro, aggressivo, in cui la casa è l’unica nicchia di sopravvivenza in cui rifugiarsi.

– Tutto questo poteva e potrebbe essere evitato; sarebbe bastato recuperare l’edificio principale, già il prossimo anno, e con una spesa contenuta, il quartiere avrebbe potuto avere a disposizione una grande quantità di locali ora mancanti, uffici, servizi, ambulatori, centri d’incontro, locali commerciali di ogni genere, sistemati attorno ad una corte pavimentata di circa 1700 mq. Non dimentichiamo che l’edificio principale da solo sviluppa circa 400 mq di superficie distribuito su tre piani. Perché voler rinunciare a tutto questo?

– Ora il quartiere dovrà accontentarsi dell’ennesimo giardinetto di periferia, di nuove aree verdi gestite alla bene meglio, con la promessa che verranno costruiti chissà quando da chissà chi nuovi palazzi per i servizi sociali.

– Povera Chieri, abbandonata nelle mani di amministratori antiquati, che non riconoscono minimamente i valori e la storia della nostra città, con idee che sanno di naftalina, con soluzioni pericolose che se attuate in un quartiere ad alto rischio come “Le Maddalene”, favoriscono la delinquenza.

– Mi chiedo perché non fosse presente l’Assessore alla Cultura, è forse sufficiente il “degrado pilotato” e relativo declassamento da Monumento Nazionale ad edificio senza vincolo da parte di una Soprintendenza sorprendente ( di questo passo sarebbe sufficiente l’incuria per poter abbattere il Colosseo), per rinnegare i valori culturali della nostra città?

– E lei, Signor Sindaco, da che parte sta? Anche Lei pensa che l’abbattimento della cascina della Maddalena sostituendola con un giardinetto di periferia, sia la soluzione migliore? Che l’annullamento dell’unico edificio storico del quartiere non favorisca la delinquenza? Anche Lei pensa che quell’edificio sia da abbattere?

– E non dica che è colpa della Soprintendenza, la Soprintendenza non ne ha ordinato l’abbattimento, l’ha semplicemente escluso dall’elenco dei monumenti senza una ragione, ciò non implica la necessità di abbatterlo.

La cascina della Maddalena non è pericolante e può essere recuperata.

CHI HA DECISO DI ABBATTERLA SI ASSUMA LE PROPRIE RESPONSABILITA’”

 

Carlo Bagnasacco