STORIE IN BIANCO E NERO. Federico Gatti, avanti con…Brio

Gatti in Nazionale

Sergio Brio, anni Ottanta

Federico Gatti è l’uomo del giorno, ma che dico, del mese. Di Rivoli per nascita, di Chieri e Pavarolo per formazione, ha scatenato di recente la fantasia di cronisti e tifosi. Chi lo definisce un mix di Chiellini e Bonucci, chi fa un salto nel passato non remoto e ricorda le sue origini da operaio che con fatica scala le categorie del calcio dilettantistico, alla…Torricelli, insomma. A me viene in mente un altro gigante che si era fatto strada con il cuore e con un coraggio da leone, Sergio Brio, centrale difensivo del ’56 che negli anni Ottanta era diventato il perno di una difesa di fenomeni (Zoff. Gentile, Morini, Scirea…), lui che certo fenomeno non era, ma valoroso e indomito certamente. Anche Brio sapeva segnare gol da almanacco: ne ricordo uno alla Roma  colpendo di testa ad altezza di volo d’aquila e un altro, di piede, al Napoli di Maradona. Gatti comincia da Brio. E non è proprio un brutto inizio.

Gianni Giacone