CHIERI. SORPRESE DI ARTE E DI STORIA. Nel duomo una misteriosa pietra tombale

Cripta del Duomo. Pietra tombale

La pietra tombale nel disegno di Prospero Balbo

Visitando il Duomo di Chieri, se si scende sotto il presbiterio per dare uno sguardo alla cripta e alle antichità che vi sono conservate, non si può non notare una pesante lastra di pietra appoggiata al muro (fig. 1),  che infatti attira l’attenzione dei turisti, che chiedono tutti di che cosa si tratti. Si tratta di una  pietra tombale: una delle tante che tappezzavano il pavimento della chiesa, recuperata a differenza di altre  perché probabilmente ritenuta di particolare valore storico. Ma a chi è appartenuta quella tomba? Chi è il personaggio raffigurato sulla pietra? E a quale famiglia appartiene lo stemma che compare accanto al personaggio? Tutte domande di fronte alle quali ci troviamo a mal partito  perché sia l’ immagine che lo stemma, sui quali la gente ha camminato per secoli, sono diventati illeggibili. Per di più, le poche notizie documentali pervenute sono contraddittorie. Si sa per certo che la pietra proviene dalla cappella di Sant’Antonio Abate, cioè dal transetto destro. Ma quella cappella, dopo la rinuncia che ne fece il duca Amedeo VIII di Savoia, che la possedette per primo, è stata appannaggio prima dei Villa di Villastellone, poi dei Balbo di Vernone. Non solo: anche la famiglia dei Vegli, pur non essendone proprietaria, vi ebbe una sua tomba. Ora, fra le carte dei Balbo che si conservano presso l’Archivio di Stato di Torino c’è una riproduzione a matita di questa lapide, eseguita da Prospero Balbo (fig. 2), secondo la cui didascalia la lapide apparterrebbe “ad uno di casa Balbo” (e anche gli stemmi vengono completati come stemmi dei Balbo). Ma, al contrario, la visita pastorale di mons. Bergera (1646), nel descrivere la cappella di Sant’Antonio Abate, dice che “Davanti al detto altare c’è una grande lapide con l’effigie di un Dottore, che si dice chiamato Conrotto Vegli”: non ne siamo certi, ma potrebbe trattarsi di questa lapide.  E perché – potremmo aggiungere noi – escludere che si possa trattare  di un esponente della famiglia Villa?  Insomma, l’incertezza sull’identità del personaggio e della sua famiglia di appartenenza regna sovrana. I turisti in visita alla cripta continueranno a chiedere chi sia quel personaggio misterioso, e le guide che li accompagnano continueranno a rispondere con rassegnazione che non si sa.

Antonio Mignozzetti