MONDONIO SAN DOMENICO SAVIO – Via Crucis per il venerdì Santo.

Quest’anno per la prima volta a Mondonio, in occasione del Venerdì Santo, si svolgerà una Via Crucis all’esterno, alle ore 21con la partecipazione delle tre comunità parrocchiali di Mondonio, Pino e Albugnano. Le tre parrocchie condividono la presenza dei Padri Missionari della Consolata, alla guida delle parrocchie ormai da numerosi anni. La Sacra Rappresentazione, dopo l’Ultima Cena nella chiesa parrocchiale, si snoderà nel concentrico, intorno al Castello e in via Cavallone, con due brevi prolungamenti fino al pilone di san Domenico Savio in via Turco e via san Rocco, presso la chiesetta secentesca dedicata a san Rocco, dove si svolgeranno rispettivamente la scena del tradimento di Giuda e l’incontro tra Gesù e Pilato. La lettura della Passione è tratta dal Vangelo di Luca. Il commento alle stazioni sarà accompagnato da meditazioni, utili per accompagnare i partecipanti a riflettere sulla storia divina e umana di Cristo. La Crocifissione e la deposizione nel Sepolcro saranno in Piazza Conte Balbo. L’iniziativa, si avvale anche della preziosa collaborazione degli amici Cristina e Dante Bruno di Busca, che in diverse occasioni hanno offerto la loro amicizia a Mondonio e unito l’affetto per i santi castelnovesi. Da diversi anni in Avvento e quest’anno nel corso della Santa Notte le messe parrocchiali sono state allietate dal suono della cornamusa e della ghironda.

Si tratta della prima volta in cui si dà vita ad una sacra rappresentazione. Tuttavia a Mondonio, fino agli anni ’50 era consuetudine che il Venerdì santo, quando si “legano” le campane in segno di lutto per ricordare Cristo morto, i giovani, suddivisi ingruppi , andassero lungo i vicoli e le strade che conducevano in aperta campagna per “suonare il mezzogiorno”, e avvisare i contadini nelle vigne e nei campi di rientrare a casa per il pranzo, o per le funzioni religiose e per dare loro un orientamento temporale. Alcuni giovani, poi, avevano il compito di salire sul campanile con gli strumenti appositi e annunciare l’ora centrale del giorno dal punto in cui l’annuncio avrebbe avuto la più ampia eco. Come si suonava? Con gli strumenti tipici della Settimana Santa. Qui a Mondonio la “patatraca”, ‘l cantaran o cantaran-a , ‘l trictrac e ‘l corn. Patatraca= battola (o crepitacolo), una tavola rettangolare in legno, con uno o due fori sul lato corto per l’impugnatura. Su entrambe le facce sono fissati due anelli mobili di metallo che, nel momento in cui si scuote la piastra, ricadono rumorosamente su apposite placche sottostanti.

‘l cantaran= raganella, è composta da una ruota dentata che, nella rotazione, va a colpire una linguetta.‘ tric trac= martelletto, una impugnatura in legno sorregge una tavoletta su cui, con moto alternato, battono a martello due legnetti. Scuotendo lo strumento avanti e indietro, si provoca, appunto, la percussione dei martelletti. Questi strumenti sono detti delle “tenebre” perché suonati in un periodo in cui si ricorda la sofferenza e la morte di Cristo. Il loro suono è in contrasto con quello melodioso delle campane (In Francia si parla di “contre-cloche”)A Mondonio ricordiamo anche ‘l corn , nella duplice versione del suono grave e del suono acuto. Ricordiamo due persone molto longeve che ne hanno conservato un esemplare nelle loro abitazioni e di cui hanno sempre parlato con affetto e orgoglio: Giovanni Molino e Luigina Serra. Si ricorda la testimonianza di Giovanni (Gioanin) che, nel cercare di rintracciare l’origine di quella bellissima e grande conchiglia, concludeva che forse il padre emigrato in Francia per lavoro nei pressi di Marsiglia, l’avesse portata a Mondonio proprio da quel mare lontano…Questi due strumenti aggiungevano la loro particolare sonorità a quella dura dei legni e dei metalli.

Come non ricordare, poi, il momento tanto atteso dai ragazzini incaricati come chierichetti durante la funzione del Sabato santo, della “Luce”? Al momento della recita del Gloria, il parroco, il nostro don Pietro Trinchero, alla guida di Mondonio per 42 anni, invitava a festeggiare la solennità del momento “consentendo” di suonare con la maggior foga possibile tutti quegli strumenti più la campanella interna (quella che annuncia l’ inizio alla Messa) e i diversi campanelli ai piedi dell’altare. Una quasi scanzonata babele di suoni che si aggiungeva a quella grandiosa della campane, finalmente liberate e gioiose nel loro annuncio di Risurrezione. Il sorriso e il moto di riso sulle labbra dei bambini era talvolta incontenibile. Le campane dicevano la nuova possibilità di vita, la Risurrezione, il Rinnovamento , il “passaggio” possibile della Pasqua dalla morte alla vita e la promessa dell’Eternità. Un momento di grande “forza” e di rinascita vissuto dal singolo e dalla collettività nella loro comunità. Gli strumenti della Settimana Santa sono visibili all’interno del piccolo museo di vita contadina, annesso alla Biblioteca in via Municipale 1, a Mondonio.(per interessati 3407317079)