Verbania-Domodossola. Truffe agli anziani, 6 persone arrestate in Campania
DISARTICOLATO DAI CARABINIERI DEL COMANDO PROVINCIALE DI VERBANIA GRUPPO CRIMINALE CAMPANO DEDITO ALLE TRUFFE AGLI ANZIANI CON LA TECNICA DEL FALSO CARABINIERE
Nelle prime ore del 13 maggio i Carabinieri del Comando Provinciale di Verbania, unitamente apersonale dei Comandi Arma territorialmente competenti, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dal G.I.P. del Tribunale di Verbania, nei confronti di 6 persone (di cui 2 in carcere, 2 agli arresti domiciliari e 2 all’obbligo di presentazione alla PG) ritenute responsabili a vario titolo, di reiterate truffe aggravate ai danni di persone anziane.
L’attività investigativa in argomento, scaturita da vari episodi di truffa aggravata, avvenuti nei mesi di settembre 2024 nei confronti di persone anziane dimoranti nella provincia del VCO ed in particolare in Domodossola, ha consentito di documentare complessivamente 23 episodi di truffe aggravate in danno di altrettante persone anziane, perpetrate attraverso la tecnica dei “falsi carabinieri e/o avvocati”.
Il cui modus operandi utilizzato dagli indagati ha seguito in tutti gli episodi lo stesso cliché,contraddistinto dalle seguenti distinte fasi:
– il preliminare contatto telefonico, dove un “telefonista” membro del gruppo criminale, contatta la potenziale vittima sull’utenza telefonica fissa attestata presso la sua abitazione, presentandosi come un “Maresciallo dei Carabinieri”;
– il fantomatico “Maresciallo dei Carabinieri”, informa la vittima che un suo parente prossimo (figlio e/o nipote) a seguito di un grave incidente stradale che lo vede coinvolto è trattenuto presso una caserma Carabinieri;
– un altro “telefonista” dopo aver appreso dalla vittima il suo numero di cellulare, onde evitare che questa si metta in contatto con qualche altro famigliare/conoscente, lo contatta presentandosi come un sedicente “avvocato” nominato dal parente in difficoltà;
– sia il telefonista che l’avvocato, esercitano una grossa e costante pressione psicologica nei confronti della vittima designata e con il pretesto dello scarso tempo a disposizione, assicurando una rapida soluzione del problema (evitare denunce penali), il falso “avvocato” spinge la vittima a mettere subito a disposizione il denaro detenuto in casa (dai 3.000 ai 10.000 euro) e a consegnare tutti i preziosi posseduti;
– una volta che la vittima ha avuto la materiale disponibilità della somma in denaro o il bene pattuito con il “telefonista” o il sedicente “avvocato”, questi ultimi comunicano alla parte offesa di consegnare tutti i valori ad un loro “assistente” disponibile, a lì a breve, a raggiungere la vittima presso la sua abitazione;
– effettivamente, dopo pochi minuti, presso l’abitazione della vittima si presenta “l’assistente dell’avvocato” il quale si fa consegnare la somma di denaro e/o gli oggetti preziosi.
Il conseguente sviluppo investigativo, proseguito sino allo scorso mese di marzo 2025, e condotto anche con attività tecniche, ha permesso di:
– ricostruire l’intera articolazione della compagine criminale, stabilmente suddivisa nei ruoli di:
▪ telefonisti, operanti nella città di Napoli, con il compito di contattare il più ampio numero possibile di persone anziane, al fine di comprendere la quantità di denaro e oro che le vittime potevano mettere subito a disposizione;
▪ batterie di falsi “assistenti” pronti, di lì a breve, a raggiungere la vittima presso la sua abitazione per ritirare il denaro e i monili d’oro.
– arrestare, in flagranza di reato, 2 persone immediatamente dopo che avevano consumato una truffa rispettivamente a Latina e Modena, nonché recuperare la somma di 2000 euro in contanti e circa mezzo chilo d’oro in monili vari.
I 6 destinatari del provvedimento cautelare sono stati rintracciati tutti in provincia di Napoli, 2 nel capoluogo uno a Caivano, uno ad Aversa e due a Grumo Nevano. Di questi i due residenti nel capoluogo erano i principali elementi del gruppo, ovvero i telefonisti, che quotidianamente contattavano le potenziali vittime, mentre gli altri componenti del gruppo costituivano le batterie operative sul territorio, spostandosi in tutta Italia guidati dai telefonisti, entrando in azione nelle abitazioni delle vittime una volta cadute nella truffa. Il soggetto rintracciato ad Aversa, un 44enne,costituiva l’anello debole del gruppo, anche per la sua condizione di tossicodipendente. Lo stesso infatti si prestava ad effettuare le lunghe trasferte con la promessa oltre che di un compenso in denaro,anche dello stupefacente. Ma i suoi sodali, temendo che potesse intascare qualcosa per sé, gli imponevano di effettuare una videochiamata al fine di riprendere tutto quello che veniva preso, al fine di verificarne la corrispondenza una volta rientrato a Napoli e consegnato loro.
Nel corso dell’indagine i carabinieri hanno effettuato anche una perquisizione nell’abitazione dei telefonisti, dove una stanza era stata adibita a call-center, per raccogliere ulteriori fonti di prova. In quell’occasione uno dei due telefonisti era riuscito a scappare calandosi da una finestra dileguandosi per i vicoli del quartiere, ma i militari erano riusciti comunque ad identificarlo grazie alla chiave della sua auto lasciata in casa e una volta individuata la vettura in strada si era risaliti al proprietario. Lo stesso, in sede di interrogatorio preventivo con il GIP di Verbania, mimando una evidente balbuzie ha negato di essere uno dei telefonisti, ma l’eloquio fluente e privo di inflessioni delle numerose telefonate intercettate lo hanno smentito.
I 23 episodi documentati, dei quali la maggior parte al nord Italia (complessivamente: 7 in Piemonte,4 in Lombardia, 3 in Veneto, 2 in Liguria, 1 in Valle d’Aosta ed 1 in Emilia Romagna, 2 nel Lazio, 2 in Puglia ed 1 in Calabria), avvenuti tutti a cavallo dei mesi di settembre, ottobre e novembre 2024, hanno messo in evidenza l’estrema mobilità delle batterie operative, in grado muoversi senza sosta da un giorno all’altro da nord a sud, ad esempio, da Aosta alla provincia di Foggia, per poi tornare in Liguria ed il giorno dopo ancora nel foggiano