PIEMONTE ARTE: VAN EYCK E MINIATURE, REBECCA HORN, GAZZERA, TOSCANO, CANTARELLA, VITALE…
Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo
PALAZZO MADAMA. JAN VAN EYCK E LE MINIATURE RIVELATE
50 capolavori dalla raccolta di manoscritti di Palazzo Madama
a cura di Simonetta Castronovo
Palazzo Madama, Corte Medievale
Piazza Castello, Torino
Apre al pubblico venerdì 23 maggio il progetto espositivo Jan Van Eyck e le miniature rivelate, curato da Simonetta Castronovo, conservatrice di Palazzo Madama, e realizzato in partnership con il Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino.
La mostra nasce dalla volontà di valorizzare e approfondire la conoscenza della collezione di manoscritti e miniature ritagliate (cuttings) del Museo Civico d’Arte Antica di Torino, costituita da 20 codici miniati, 10 incunaboli e da un ricco fondo di 80 tra fogli e miniature ritagliate, databili tra il XIII e il XVI secolo raramente esposta perché particolarmente delicata.
Il progetto intende svelare e illustrare al pubblico un patrimonio che pochi conoscono, affiancando alle vetrine una grafica che, oltre a inquadrare ciascun volume e ciascun frammento nel giusto contesto geografico e stilistico, apra anche degli approfondimenti sia sulle tecniche di realizzazione dei manoscritti e i materiali impiegati, sia sulle biblioteche nel Medioevo e nel Rinascimento e sulla circolazione dei libri in questo periodo.
Il progetto ha preso avvio nel 2021, in collaborazione con il Dipartimento di Studi Storici (prof. Fabrizio Crivello) e il Dipartimento di Chimica dell’Università di Torino (prof. Angelo Agostino), e il Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica dell’Università del Piemonte Orientale (prof. Maurizio Aceto). Il primo intervento è consistito nella schedatura sistematica dei materiali e in una campagna fotografica di tutte le opere prese in esame, seguite da una campagna di analisi scientifiche (quali misurazioni con le tecniche FORS e XRF riguardanti i supporti, i pigmenti, le dorature). La mostra nasce quindi dalla volontà di presentare, terminati i rilevamenti e le ricerche su questo fragile patrimonio, gli esiti degli approfonditi studi appena conclusi.
L’esposizione è articolata in sei sezioni cronologiche. Aprono la mostra, all’interno della sezione dedicata al Duecento e al Trecento, gli Statuti della Città di Torino del 1360 (manoscritto noto come Codice delle Catene, oggi conservato nell’Archivio Storico del Comune), un volume di grande importanza politica e simbolica per Torino, dal momento che racchiude i primi ordinamenti che regolavano la vita cittadina e i rapporti del Comune con i conti di Savoia; quindi, due statuti di Corporazioni medievali, la Matricola degli orefici e quella dei Cordovanieri di Bologna, e infine una Bibbia del 1280, autentico capolavoro del Duecento bolognese.
Al Gotico internazionale e lombardo appartengono una serie di frammenti provenienti da raffinati Libri d’ore e Antifonari legati al gusto della corte dei Visconti, come il Giovanni Battista di seguace di Michelino da Besozzo; mentre nella sezione dedicata al XV secolo in Francia e nelle Fiandre sarà presentato il celebre codice delle Très Belles Heures de Notre Dame di Jean de Berry, noto anche come Heures de Turin-Milan, con miniature di Jan van Eyck, l’opera più preziosa in assoluto del Museo Civico di Torino, mai più esposto al pubblico dal 2019; affiancato da altre testimonianze dell’arte fiamminga e franco fiamminga, alcune giunte precocemente in Piemonte: come il Messale commissionato dalla famiglia Buschetti di Chieri, il Libro d’Ore di Simon Marmion e il Libro d’ore di Chalons-sur-Saone di Antoine de Lonhy, il pittore borgognone poi attivo tra Savoia, Valle di Susa, Torino e Chieri nell’ultimo quarto del Quattrocento. Risalenti al XV e XVI secolo e provenienti da Ducato di Savoia sono invece, il Libro d’Ore Deloche del Maestro del Principe di Piemonte e il Laudario della Confraternita di Santa Croce di Cuneo.
Seguono una quinta sezione, dedicata al Rinascimento, con il Messale del cardinale Domenico della Rovere miniato da Francesco Marmitta e numerosi frammenti, e infine quella dedicata agli incunaboli miniati, con il raro Libro d’Ore di Antoine Vérard (Parigi 1481-1486). Chiude la mostra il cosiddetto Libro di Lettere Astrologiche (1550), in realtà un manuale di calligrafia, forse realizzato per il giovane Emanuele Filiberto di Savoia, con straordinarie iniziali a inchiostro, ancora di ispirazione medievaleggiante.
La pubblicazione del catalogo sistematico di questa collezione, dove confluiranno anche i risultati delle indagini diagnostiche e che vede la collaborazione di ventisei specialisti di miniatura medievale e rinascimentale, è prevista per giugno 2025 per i tipi dell’Artistica Editrice di Savigliano.
In occasione della mostra Palazzo Madama e il Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino propongono tre conferenze di approfondimento con Fabrizio Crivello, Giovanna Saroni e Giovanni Carlo Federico Villa, per conoscere la tecnica della miniatura, la tradizione dei libri decorati, e alcuni dei protagonisti – in primis il fiammingo Jan van Eyck e l’emiliano Francesco Marmitta – che hanno contribuito a rendere questa pratica cruciale per lo sviluppo artistico tra Medioevo e Rinascimento.
Lunedì 26 maggio ore 17.00
Le Ore di Torino-Milano e gli inizi della pittura fiamminga
con Fabrizio Crivello, Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Studi Storici
Mercoledì 4 giugno 2025, ore 17.00
I Libri d’Ore: preghiere e immagini per la devozione privata
con Giovanna Saroni, Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Studi Storici
Lunedì 30 giugno 2025, ore 17.00
In miniatura, rinascenze padane. Francesco Marmitta sulle vie del Po
Con Giovanni C.F. Villa, Direttore di Palazzo Madama
Le conferenze sono a ingresso libero fino a esaurimento posti.
ARTE, NATURA E PAESAGGIO NELLE LANGHE
Si è tenuta nelle Langhe, sabato 24 maggio, una giornata immersiva tra arte, natura e paesaggio nell’ambito del progetto culturale Resté che unisce creatività, territorio e partecipazione per scoprire i luoghi e i protagonisti dell’arte contemporanea diffusa tra Montelupo Albese e Diano d’Alba.
Una iniziativa che si è sviluppata attraverso l’appuntamento con “Arte in movimento sui luoghi di Resté” e i wokshop creativi degli artisti di Resté: dal Laboratorio Creativo condotto da John Blond alle attività a cura degli artisti della Galleria GART e di Alice Lotti.
E successivamente è stato presentato il libro “Resté. Percorsi d’arte contemporanea nelle Langhe”, edito da SAGEP, che, curato da Davide Vero e Valerio Pennasso, presenta una serie di approfondite riflessioni sociali e d’ambiente insieme alle esperienze d’arte, ai molteplici e innovativi aspetti del contemporaneo, ai luoghi mappati sino alle documentate interviste.
I testi e i saggi pubblicati sono firmati da Davide Vero, don Valerio Pennasso, Enrica Asselle, Giorgia Greco, Elisa Gandino, Andrea Bartoli, Francesca Carbone e Annalisa Ghella, Angelo Mistrangelo e i ritratti d’artista nelle interviste a John Blond, Seb Toussaint e Luca Bortolato.
Infine per tutta la giornata è stato possibile visitare le mostre diffuse negli spazi della Tenuta con le opere di John Blond, Seb Toussaint, Luca Bortolato, Jacopo Mandich, Martina Gagliardi e Alice Lotti, mentre l’esposizione “Forme e colori nel mondo di Luzzati” è stata curata dall’Istituto Comprensivo di Diano d’Alba.
Un ampio e articolato progetto, quindi, all’insegna della storia, della ricerca e delle trasformazioni socio-culturale del territorio (A.M.)
CASTELLO DI RIVOLI. REBECCA HORN CUTTING THROUGH THE PAST
A cura di Marcella Beccaria
23 maggio – 21 settembre 2025
Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea è lieto di annunciare Rebecca Horn – Cutting Through the Past. La mostra, a cura di Marcella Beccaria, è la prima retrospettiva dedicata all’artista in un museo italiano e la prima grande esposizione dopo la sua recente scomparsa.
Il progetto nasce dalla cooperazione tra il Castello di Rivoli e Haus der Kunst, Monaco di Baviera, a seguito della personale dell’artista organizzata dalla stessa istituzione nel 2024. Rebecca Horn – Cutting Through the Past riconosce il ruolo fondamentale di Rebecca Horn (Michelstadt, 1944 – Bad König, Germania, 2024) nello sviluppo della pratica artistica contemporanea, attraverso opere che negli anni hanno dato vita ad un inquietante teatro performativo, nel quale sono protagoniste tematiche fondamentali quali tempo, memoria, desiderio e relazioni di potere.
Il lavoro di Rebecca Horn propone un inscindibile intreccio tra l’umano e il meccanico e anticipa problematiche al centro dell’attuale dibattito culturale, in un contesto definito da tecnologie e macchine che tendono a diventare nostre estensioni. La mostra, il cui titolo rimanda a quello di una delle grandi installazioni dell’artista presente nella collezione del Castello, presenta oltre 35 opere dell’artista tra installazioni, sculture, video, film e disegni che si estendono dagli esordi negli anni sessanta a opere recenti, con importanti prestiti di opere raramente esposte provenienti dalla Fondazione Moontower, originariamente istituita in Germania dalla stessa artista.
Il percorso espositivo include iconiche macchine cinetiche come Pfauenmaschine (Macchina pavone), originariamente ideata dall’artista per la sua partecipazione a documenta, Kassel nel 1982, sino alla recente Hauchkörper (Corpo che respira), 2017, oltre alle installazioni monumentali Inferno, 1993-2024, Turm der Namenlosen (Torre dei senza nome), 1994, e Concert for Anarchy (Concerto per l’anarchia), 2006. Nella sezione centrale della mostra, i visitatori potranno osservare le performance di esordio di Horn attraverso i video Performance I, 1970-1972, Performance II, 1972 e Berlin (10.11.1974 – 28.1.1975), 1974-1975.
Recentemente digitalizzati, saranno proiettati in grande scala come in un paesaggio continuo. Valorizzando il nucleo di importanti lavori di Horn presenti nella collezione del Castello, la mostra presenta inoltre il film Der Eintänzer (Lo gigolò), 1978, e le coinvolgenti installazioni Cutting Through the Past (Tagliando attraverso il passato), 1992-1993, l’opera che dà il titolo alla mostra, e Miroir du Lac (Specchio del lago), 2004. Dopo la mostra presso Haus der Kunst e la scomparsa dell’artista, la mostra al Castello pone inoltre particolare attenzione ai suoi disegni, pratica che la accompagna dagli esordi. Sono presenti rari disegni realizzati dal 1964 e soprattutto un importante gruppo di Bodylandscapes. Tra gli ultimi lavori di Horn, questi disegni pittorici di grande formato nascono da un processo performativo.
La selezione evidenzia la ricorrente presenza di forme arrotondate e cerchi, interpretabili quali simboli del tempo concepito come entità ciclica e non lineare e allusioni ad una rigenerazione senza fine. Insieme all’installazione Das Rad der Zeit (La ruota del tempo), 2016, anch’essa presentata per la prima volta in un museo pubblico, queste opere manifestano la dimensione spirituale di Horn, in linea con una ricerca che comprende Piccoli Spiriti Blu, la grande opera pubblica che dal 2000 connota il paesaggio di Torino dall’alto della Chiesa di Santa Maria al Monte dei Cappuccini. In concomitanza con la mostra, in accordo con la Fondazione Moontower, un disegno a muro di Rebecca Horn sarà nuovamente visibile al pubblico dopo essere stato nascosto per molti anni. Si tratta di una notazione quasi segreta eseguita dall’artista durante la metà degli anni novanta mentre si trovava al Castello. In occasione di Rebecca Horn – Cutting Through the Past, opere dell’artista saranno presenti anche alla Collezione Federico Cerruti, quale secondo episodio di Interferenze, programma incentrato su affinità e differenze tra il Castello di Rivoli e Villa Cerruti. In questa occasione, la selezione di opere, inclusiva di un grande Bodylandscape ed installazioni, comprenderà Cello (Violoncello), 1999. Originariamente allestita dall’artista a Weimar quale parte del grande progetto Konzert für Buchenwald (Concerto per Buchenwald), quest’opera, concepita come un violoncello che suona da sé con due archetti, è presentata nella sala della musica della Villa.
Francesco Manacorda, Direttore del Castello di Rivoli, dichiara: “Rebecca Horn ha avuto un rapporto privilegiato con il Castello di Rivoli, partecipando a quattro mostre tra cui quella di apertura nel 1984. Siamo onorati di poter celebrare questa vicinanza con una grande mostra che rende chiara la rilevanza e l’incontenibile visionarietà di quest’artista molto amata anche per via del suo iconico intervento al Monte dei Cappuccini”. Marcella Beccaria, Vice Direttrice del Museo e curatrice della mostra, dichiara: “Rebecca Horn ha manifestato la capacità, propria dei grandi artisti, di piegare tecniche e linguaggi alla propria volontà, anticipando molteplici ambiti di ricerca contemporanei che spaziano dal pensiero multispecie ai nuovi orizzonti che si vanno delineando, con tecnologie che manifestano atteggiamenti assimilabili alle emozioni umane”. La mostra nasce dalla collaborazione tra Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino e Haus der Kunst, Monaco di Baviera, dove è stata curata da Jana Baumann.
DUE APPUNTAMENTI PER LA STAGIONE ARTISTICA DI ROMANO GAZZERA
A quarant’anni dalla scomparsa si rinnova l’incontro con la stagione artistica di Romano Gazzera, nato a Cirié il 18 agosto del 1906 e morto a Torino il 24 maggio del 1985, con gli aspetti e i contenuti della pittura “Neofloreale” e di un’esperienza ricca di incontri socio-culturali.
E proprio sabato 24 maggio è stata inaugurata a Cirié la mostra “Romano Gazzera. Le opere della natura”, curata da Giulia Caffaro, allestita nelle Sale Gazzera di Palazzo D’Oria, in corso Martiri della Libertà 33. Un’importante rivisitazione dell’arte di Gazzera realizzata dalla Città di Cirié, in collaborazione con la Fondazione Romano Gazzera, presieduta da Giorgio Gagna, e il sostegno del Consiglio Regionale del Piemonte.
L’esposizione celebra sottolinea – il Sindaco Loredana Devietti Goggia – un “artista nato qui, capace di dare voce ai fiori e alla natura e di creare una sua corrente artistica, di cui ancora oggi è considerato il principale esponente”.
Un omaggio, quindi, che propone i dipinti donati dall’artista alla Regione Piemonte con accanto, per l’occasione, i due quadri, “Il Ritratto di Emanuele D’Oria” e il “Convegno di Cavalieri”, che la moglie Clarissa Gazzera ha donato alla Città di Cirié, e ancora le due opere custodite dalla “Scuola Gazzera” e dalla “Scuola Nino Costa” di Cirié. E così ha preso forma un itinerario che lega l’artista alle opere, l’intuizione dei “Fiori Giganti” alla storia dell’arte del Novecento, e non solo, la resa elegante dei soggetti alla realtà pittorica italiana e, in particolare, all’amicizia con Giorgio de Chirico.
La mostra è inserita all’interno delle iniziative organizzate dalla Città di Cirié per celebrare i 120 anni dell’intitolazione a Città. E in questo ambito Palazzo D’Oria e le vie centrali sono arricchite da spettacolari installazioni floreali.
Un ricordo, quello intorno alla pittura di Romano Gazzera, che venerdì 23 maggio ha visto la partecipazione del pubblico e degli studiosi alla conferenza “Il Caso Gazzera. 40 anni dopo. Un nuovo racconto”, che si è tenuta nel Salone d’Onore dell’Accademia Albertina di Belle Arti a Torino. Promossa dalla Fondazione Romano Gazzera e il sostegno del Consiglio Regionale del Piemonte, la conferenza, introdotta e moderata da Giulia Caffaro (Responsabile dei progetti culturali della Fondazione Romano Gazzera), si è aperta con i saluti istituzionali di Giovanni Quaglia e Salvatore Bitonti, rispettivamente Presidente e Direttore dell’Accademia Albertina, di Giorgio Gagna Presidente della Fondazione Romano Gazzera e della già presidente dell’Accademia Albertina Paola Gribaudo. Interventi e relazioni, tra riflessioni, percorso artistico e patrimonio d’arte da scoprire, di Angelo Mistrangelo, Emiliana Biondi, Simona Bartolena e Luca Avataneo.
E, infine, presentazione del “Premio Gazzera”, con Paola Gribaudo e Giorgio Gagna, e musiche di Giulio Nobile, studente di pianoforte jazz del Conservatorio di Torino (A.M.).
BIELLA. ESSERE IN VALIGIA Roberta Toscano
opening: venerdì 30 maggio ore 18.30
a cura di Gigi Piana
Palazzo Gromo Losa – Corso del Piazzo 22/24, Biella
30 maggio – 14 settembre 2025
Dal 30 maggio al 14 settembre 2025, l’installazione site-specific Essere in valigia di Roberta Toscano sarà parte della VI edizione della mostra Viaggio, Orizzonti, Frontiere, Generazioni, organizzata nell’omonimo Festival da StileLibero e ospitata presso Palazzo Ferrero e Palazzo Gromo Losa a Biella. L’inaugurazione si terrà venerdì 30 maggio alle ore 18.30 a Palazzo Ferrero.
ALESSANDRIA. A PALAZZO CUTTICA LA MOSTRA “RUBINO 1871-1954”, LE FOTOGRAFIE DI LAURA CANTARELLA
Sarà inaugurata giovedì 29 maggio alle 17.30 nel Museo Civico di Palazzo Cuttica ad Alessandria la mostra di Laura Cantarella, architetto, fotografa, ricercatrice indipendente e operatrice culturale, che ha il pregio di rivelare la dimensione intima delle sculture torinesi di Edoardo Rubino.
La mostra “RUBINO 1871-1954” è realizzata da Fondazione Matrice, nell’ambito delle iniziative della rete delle Gipsoteche In Luce (Giulio Monteverde a Bistagno, Edoardo Rubino a Monastero Bormida, Claudia Formica a Nizza Monferrato) con il supporto della Regione Piemonte, progetto La Valle Bormida Si Espone 2025.
L’esposizione a Palazzo Cuttica è realizzata in collaborazione con ASM Costruire Insieme, Città di Alessandria e Italia Nostra Alessandria.
La storica dell’arte Chiara Lanzi, studiosa di Rubino e curatrice, insieme a Roberto Sciuto, dell’allestimento della Gipsoteca “Edoardo Rubino” di Monastero Bormida, è l’autrice dei testi in mostra a Palazzo Cuttica. Il coordinamento generale è del Servizio Eventi di ASM Costruire Insieme e di Italia Nostra – sezione di Alessandria.
Edoardo Rubino, che studiò e insegnò all’Accademia Albertina di Torino, si dedicò a una scultura di impostazione monumentale e di gusto liberty. Le sue opere sono parte del paesaggio, dell’urbanistica della città di Torino, dei parchi, delle piazze, dei portici, degli edifici: ne sono un esempio la decorazione esterna e interna delle Poste centrali di Via Alfieri, il monumento a Edmondo De Amicis in piazza Carlo Felice, la scultura della Dora nel gruppo della Fontana dei Mesi al Parco del Valentino, il Faro della Vittoria al Colle della Maddalena, il Monumento al Carabiniere ai Giardini Reali, Maternità nel giardino di Palazzo Cisterna in via Carlo Alberto, Federico Sclopis in piazza Arbarello, i tanti monumenti funerari al Cimitero Monumentale.

Laura Cantarella
Le fotografie di Laura Cantarella offrono l’occasione di scoprire la levatura artistica dello scultore che, nonostante abbia nel capoluogo piemontese un museo a cielo aperto delle sue numerose opere, è ancora poco conosciuto.
La cifra stilistica di Laura Cantarella è stata saper catturare il lato anti monumentale delle sculture di Edoardo Rubino, restituendo un’espressività domestica. Il dispositivo messo in atto dalla fotografa è consistito nella sostituzione del basamento (ciò che trasforma l’opera scultorea in monumento) con una cornice astratta, accogliendo le opere di Rubino in un formato assimilabile al ritratto, individuale e di famiglia. Le fotografie creano così un’inaspettata narrazione delle opere, e l’ala del Monumento del Faro della Vittoria, per esempio, risulta pop, un disegno manga da animazione giapponese, un oggetto pacifico e gioioso in una scultura che non lo è affatto.
“Far conoscere lo scultore Rubino attraverso i particolari catturati dalla fotografa Cantarella è una modalità che ci entusiasma perché aggiunge curiosità e desiderio di vedere dal vivo le sculture – afferma Otto Bugnano direttore generale di Fondazione Matrice. – La mostra, di proprietà del Comune di Monastero Bormida sede della Gipsoteca Edoardo Rubino, è stata affidata a Matrice che la porterà prossimamente in altre località. L’appuntamento di Alessandria costituisce senza dubbio una tappa interessante, data anche la presenza di scatti dedicati al Monumento al Carabiniere di Torino e la Festa per l’Arma che cade proprio nei primi giorni di apertura”.
La mostra a Palazzo Cuttica resterà aperta fino al 30 giugno, visitabile dal venerdì alla domenica dalle ore 15 alle ore 19.
RUBINO 1871-1954
Mostra fotografica di Laura Cantarella
Museo Civico di Palazzo Cuttica, Via Parma 1, Alessandria
Inaugurazione 29 maggio ore 17.30
Apertura dal 30 maggio al 30 giugno 2025
Visitabile dal venerdì alla domenica dalle ore 15 alle ore 19
CHIERI. DA SABATO 24 MAGGIO LA MOSTRA “AMARCORD” DI DOMENICO VITALE
L’artista pinese Domenico Vitale ci invita alla mostra che lui ha realizzato insieme ad altri 15 artisti.
L’appuntamento è da sabato 24 maggio a martedì 27 maggio presso lo spazio espositivo Santa Lucia a Chieri (accanto al Duomo).
SETTIMO TORINESE. LIBER-AZIONE, COLLETTIVA DI ARTI VISIVE CON LA CHIERESE TEGI CANFARI
ALESSANDRIA. INCHIOSTRO FESTIVAL A PALATIUM VETUS CON LA MOSTRA NOT – NOT ONLY TOYS
LA RASSEGNA AFFIANCA LA MOSTRA DELLE OPERE DEL MONCALVO
“NOT – Not Only Toys – Quando l’illustrazione prende forma” è il titolo della rassegna che sarà inaugurata a Palatium Vetus giovedì 5 giugno alle ore 11 a cura di Inchiostro Festival APS ed aperta al pubblico da sabato 31 Maggio.
È collaterale alla mostra Il Moncalvo e la sua bottega. Movimento e sentimento nella Controriforma – dedicata al pittore Guglielmo Caccia, in occasione dei 400 anni dalla sua morte – allestita nelle sale d’arte al piano terreno della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e nel “broletto”.
Forme artistiche molto diverse le une dalle altre che trovano ospitalità nella storica sede medievale di Palatium Vetus: le tele di Guglielmo Caccia, detto il Moncalvo, pittore piemontese di fama internazionale, uno dei protagonisti del tardo Cinquecento e dell’inizio del Seicento piemontese, affiancheranno circa una trentina di opere di 12 artisti europei tra toy designers, ceramisti e scultori protagonisti della mostra NOT.
Questa mostra collaterale nasce dalla volontà di dare spazio ai giovani, con le loro idee e le loro proposte a volte irriverenti, ma ricche di messaggi tanto complessi quanto espliciti – afferma il presidente della Fondazione, notaio Luciano Mariano – Ironia, spensieratezza e immediatezza sono il cardine della ricerca stilistica di tutti gli artisti che prendono parte all’esibizione. Inchiostro Festival è un evento molto atteso dagli alessandrini e si rinnova da oltre un decennio con immutato entusiasmo da parte di artisti e di visitatori. Siamo certi che la “contaminazione” tra le sale medievali di Palatium Vetus, le opere del tardo Cinquecento del Moncalvo e gli “art toys” saprà coinvolgere un ampio pubblico offrendo interessanti occasioni di confronto e di riflessione.
Che cosa succede quando l’illustrazione editoriale e figurativa scappa dal foglio, dallo schermo, dalle pareti? NOT nasce da qui, dal provare a esplorare quello che dal bidimensionale si trasforma in scultura, seguendo tutti i canoni principali dell’illustrazione moderna.
Il racconto parte dagli gli art toys, espressioni contemporanee, che si smarcano dal pregiudizio “ma sono solo giocattoli” attraverso l’utilizzo dissacrante degli archetipi popolari per veicolare messaggi tanto complessi quanto espliciti.
E quindi Theodoru direttamente da Vienna, The Rabbix da Lussemburgo, RX da Bolzano, ma anche i più emergenti Sebastiano De Rosa e Tokyo Tommy presentano differenti interpretazioni del la tridimensionalità, con forme iconiche che proiettano i toys nella scultura accessibile, pop.
Il racconto continua e si trasforma, indaga i contorni cartooneschi attraverso la lente della tradizione: Plazma mette in mostra pezzi unici in plastilina, Monumenty gioca con la nostalgia anni ’90 fondendola con il classico, Salmistraro, da designer, espone vasi dalle sembianze animalesche.
Saranno presenti anche sculture e ceramiche, senza rinunciare a un retrogusto dissacrante, ancorato agli anni che stiamo vivendo: qui si inseriscono i personaggi ironici di Nastia Calaca e le ceramiche divertentissime portate da El Gato Chimney, mentre Giorgio Di Palma ci fa fare una scorpacciata di realtà con hamburger, patatine e addirittura il gelato come dessert, il tutto contemplando i paesaggi architettonici in miniatura di Useless Scapes.
La mostra è curata da Inchiostro Festival APS, la curatela e l’allestimento sono di Matteo Bergo, l’allestimento e l’organizzazione di Luca Zanon, gli elaborati grafici di Francesca Grassano e Giulia Vuillermoz.
Gli artisti coinvolti sono: The Rabbix, Theodoru, RX, Tokyo Tommy, Sebastiano De Rosa, Plazma, Nastia Calaca, El Gato Chimney, Elena Salmistraro, Giorgio Di Palma, Useless Scapes.
NOT – Not only toys
Dal 31 maggio al 22 giugno 2025
Palatium Vetus – piazza della Libertà 28 Alessandria
Sabato e domenica – dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19
Ingresso gratuito
Visite guidate su prenotazione
SUGGESTIONI D’ITALIA. Ad Ankara e Madrid la mostra fotografica prodotta dalla GAM di Torino
Dal Neorealismo al 2000. Lo sguardo di 14 fotografi.
La Fondazione Torino Musei presenta la mostra prodotta dalla GAM Suggestioni d’Italia in due distinte edizioni internazionali, realizzate rispettivamente al CerModern di Ankara e all’Istituto Italiano di Cultura di Madrid.
L’esposizione al CerModern di Ankara nasce dalla collaborazione con l’Ambasciata d’Italia in Turchia e con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e si inserisce nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile.
L’edizione organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Madrid, sotto l’egida dell’Ambasciata d’Italia a Madrid e grazie al sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, rientra nella sezione “sedes invitadas” del Festival Internazionale di Fotografia PHotoESPAÑA 2025, uno dei principali appuntamenti europei dedicati all’immagine contemporanea.
Curata da Riccardo Passoni, già direttore della GAM, la mostra propone una narrazione visiva intensa e variegata del paesaggio, delle città, dell’architettura e della dimensione sociale della nostra penisola, attraverso lo sguardo di 14 tra i più importanti fotografi italiani: Nino Migliori, Gianni Berengo Gardin, Mimmo Jodice, Mario Cresci, Mario Giacomelli, Franco Fontana, Luigi Ghirri, Ugo Mulas, Uliano Lucas, Ferdinando Scianna, Gabriele Basilico, Aurelio Amendola, Enzo Obiso, Bruna Biamino.
Le opere provengono dalla collezione fotografica della GAM di Torino e della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, a testimonianza dell’impegno delle due istituzioni torinesi nella valorizzazione della fotografia come linguaggio fondamentale della contemporaneità.
Le fotografie, in bianco e nero e a colori, delineano un viaggio per immagini che va dalle Alpi a Torino e Milano, lungo la dorsale emiliana fino a Napoli, Matera e la Sicilia. Agli scatti in ambito di Neorealismo e alle cronache socio-politiche si affiancano visioni inedite del paesaggio e interpretazioni dell’architettura, connotate da alto formalismo e intensa introspezione. Ogni immagine rappresenta una narrazione autonoma, che dialoga con le altre in un fluido alternarsi di sensibilità e atmosfere, tra scatti istintivi e composizioni studiate.
Il progetto sottolinea l’importanza della fotografia come strumento di conoscenza, memoria e riflessione, offrendo al pubblico internazionale due appuntamenti che contribuiscono alla valorizzazione e alla diffusione del vasto patrimonio fotografico custodito alla GAM di Torino.
SALUZZO, CASTIGLIA. Mostra “Sintesi a colori. Tecnologia, arte e design dal 1945 ad oggi”
Apertura della mostra “Sintesi a colori. Tecnologia, arte e design dal 1945 ad oggi” che si terrà sabato 31 maggio 2025, alle ore 16.30, presso gli spazi espositivi della Fondazione alla Castiglia di Saluzzo.Il progetto, realizzato in occasione di START – Saluzzo Arte 2025 per la 17ª edizione di “Saluzzo Contemporanea”, incarna al meglio il connubio tra progresso tecnico e sviluppo artistico.
Saranno presenti alcuni dei più iconici esemplari degli oggetti che hanno fatto la storia del design e dell’eccellenza tecnologica italiana, affiancati ad opere di artisti contemporanei che si ispirano ad analoghi valori.
La mostra intende condurre a una riflessione sulla consapevolezza del fare, dell’innovare e del creare, esplorando i legami tra forma e funzione, tra intuizione e progetto, e lasciando emergere il valore della creatività italiana come sintesi di cultura, estetica e visione del futuro.”Sintesi a colori” è realizzata in collaborazione con Carlo Massironi, docente di Psicologia dei processi decisionali presso l’Università degli Studi di Milano – Bicocca, e curatore dell’Italian technology Hall of Fame, ente creato allo scopo di promuovere le eccellenze tecnologiche italiane, e Pietro Camardella, celebre designer per Pininfarina, Fiat e Iveco, che ha disegnato alcuni tra i modelli più iconici delle Ferrari ed è riuscito a costruire nel tempo una delle collezioni più ricche e complete sul design italiano.I pezzi esposti provengono dalla sua collezione, CoKama, che conta più di 2.500 pezzi di prodotti tecnologici italiani di successo realizzati dal dopoguerra ad oggi. Il percorso espositivo mette in dialogo alcuni tra gli artisti italiani contemporanei più interessanti – Elizabeth Aro, Maura Banfo, Silvia Beccaria, Elias Bertoldo, Nicola Bolla, Filippo Centenari, Davide Maria Coltro, Alessandro Fabbris, Octavio Floreal, Corinna Gosmaro, Matteo Sanna, Enrico Smerilli, Marco Tagliafico, Luisa Valentini, Alessandro Vasapolli — con opere storiche e iconiche del design e della tecnologia italiana provenienti dalla collezione CoKama di Pietro Camardella.
Completano l’esposizione figure di rilievo come Alighiero Boetti, Ugo Nespolo e Lucio Fontana, artisti che, ognuno a proprio modo, hanno saputo integrare nei propri linguaggi una riflessione profonda sulla materia, sulla forma e sul concetto stesso di innovazione.Accanto a loro, un grande nome del design come Giorgetto Giugiaro, la cui opera ha contribuito a definire l’identità estetica e funzionale del Made in Italy.
MIASINO. TRE MOSTRE IN CONTEMPORANEA
30 maggio alle ore 18.00 inaugurazione presso Villa Nigra, a Miasino (No) T
dal 31 maggio al 29 giugno 2025
venerdì, sabato, domenica h 15,30-18,30 aperto anche il 2 giugno.
Con la mostra dal titolo Codice Naturale, il mondo vegetale nel progetto di design sarà partner dell’evento il Museo Alessi. La mostra presenterà una selezione di oggetti iconici nati dalla collaborazione con designer e artisti che hanno tratto ispirazione dal mondo naturale, rielaborando forme e strutture di piante e fiori. Completano il percorso espositivo, una serie di vasi e strumenti per il giardinaggio, interpretati attraverso i linguaggi progettuali di autori come Zaha Hadid, Enzo Mari, Andrea Branzi e Michael Anastassiades.
Dichiara Francesca Appiani, curatrice del Museo Alessi, “La natura, e in particolare il mondo vegetale, è da sempre una fonte inesauribile di ispirazione per la creatività, non solo nel design. La selezione dei pezzi in mostra non è stata semplice, tanti e tali sono i progetti che, in modo più o meno diretto, si ispirano alla natura. Senza contare i designer che nutrivano una vera passione per le piante e il giardinaggio, come Enzo Mari o Andrea Branzi per il quale i fiori sono ‘oggetti inutili, ma indispensabili’ — un pensiero che ci ha accompagnato in questo lavoro.” A Villa Nigra avrà luogo anche l’esposizione di ceramiche di Maura Banfo / Cristina Mandelli dal titolo Chimere Vane che ha per protagonista l’argilla. Ecco la presentazione nelle parole delle artiste “La ceramica è capace di plasmarsi senza alcuno sforzo, trova una sua strada dalla comunione spontanea delle nostre mani per concretizzarsi in forma con naturalezza, senza scopo preciso. È la Natura, parte integrante delle nostre rispettive vite artistiche, ad emergere come un sottotraccia costante: forme antropomorfe e vegetali, mondi sommersi, mondi sconosciuti, inesistenti molto probabilmente, alla ricerca dell’imperfezione, una bellezza imperfetta come ci insegna il wabi-sabi – la visione del mondo giapponese, o estetica, fondata sull’accettazione della transitorietà e dell’imperfezione delle cose, della crepa e del segno della rottura come valore”.
Massimo Bergamasco è Professore Ordinario di Meccanica Applicata alle Macchine presso la Classe di Scienze Sperimentali della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa dove ha fondato nel 1991 il Laboratorio di Robotica Percettiva e nel 2021 l’Istituto di Intelligenza Meccanica. E’ titolare dei corsi di Meccanica dei Robot e di Percezione in Ambienti Virtuali. La sua attività di ricerca riguarda lo sviluppo di sistemi robotici esoscheletrici e Umani Virtuali. Da molti anni ha sviluppato un forte interesse nella pittura ad acquerello secondo la tecnica classica monocromatica che consiste nell’utilizzare velature di colore molto tenui, sovrapposte in diversi livelli, fino ad ottenere la tonalità più scura. La mostra Alberi raccoglie alcuni esempi degli acquerelli che hanno come soggetto gli alberi, in particolare cipressi, ulivi e castagni, caratteristici del Piemonte e della Toscana, zone in cui vive l’autore.
ACCADEMIA ALBERTINA. Premio Alberto Nurisso, Quarta Edizione
Mercoledì 28 maggio 2025 alle 17.00 – Sala Eventi della Rotonda di Talucchi
Accademia Albertina di Belle Arti di Torino
La mostra delle 10 opere finaliste sarà visitabile negli spazi della Rotonda del Talucchi da lunedì 26 maggio
con orario dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 18.30.
Via Accademia Albertina 6, Torino.
Il Premio, a scadenza biennale e giunto quest’anno alla sua quarta edizione, nasce nel 2018 in memoria di Alberto Nurisso (1979-2014) giovane talentuoso artista diplomatosi nel 2008 presso l’Accademia Albertina di Torino, con il massimo dei voti, prematuramente scomparso.
Il Premio è rivolto ai soli studenti dell’Accademia Albertina di Torino, ed è istituito e sostenuto dalla famiglia Nurisso in stretta collaborazione con l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, motivata a incentivare e sviluppare la ricerca, la didattica e le opportunità di formazione professionale per i suoi studenti. Per la IV edizione del Premio, istituita per l’Anno Accademico 2024 – 2025, il tema scelto è L’AUTORITRATTO
Ispirandosi ad una dei soggetti più ricorrenti nella produzione di Alberto, “Lo spazzino delle stelle”, figura in cui l’artista individuava una sorta di poetico e stralunato alter ego, i candidati sono chiamati a realizzare un’opera (disegno, pittura, scultura, installazione nelle dimensioni massime indicate in bando) che possa rappresentare un loro autoritratto, inteso nella sua accezione più ampia. L’opera, immaginata anche in media diversi da quello bidimensionale del disegno e della pittura, dovrà essere espressione della loro creatività, sia che li rappresenti fisicamente nei tratti o che, per traslato, li rappresenti perché fulcro della loro ricerca e dei loro studi: un’opera che parli di loro in modo libero attraverso i codici dell’Arte.
Il vincitore è designato tra i dieci finalisti ed è deciso da una giuria composta da due persone nominate dalla famiglia Nurisso, dalla Presidente dell’Accademia Giovanni Quaglia e dal Direttore dell’Accademia Salvo Bitonti; la giuria è presieduta dal Direttore dell’Accademia.
Il Premio prevede la somma di € 2.000 al vincitore, messi a disposizione dalla famiglia di Alberto, e la possibilità di una mostra personale presso la galleria Dr. Fake Cabinet di Torino.
CHERASCO. “ETERNE MEMORIE”. MOSTRA FOTOGRAFICA COLLETTIVA DEDICATA ALL’ARTE CIMITERIALE
Cherasco- Chiesa di San Gregorio dal 7 giugno al 27 luglio 2025
La Chiesa di San Gregorio farà da sfondo ad una nuova mostra fotografica: “Eterne memorie” dedicata all’arte cimiteriale, da sabato 7 giugno a domenica 27 luglio 2025.
Si tratta di una esposizione collettiva dal forte impatto emotivo, che riscuote un ampio consenso tra gli appassionati di necroturismo: un viaggio tra cimiteri, monumenti funerari, architetture commemorative, simboli carichi di storia. Un’occasione per sensibilizzare il pubblico sulla necessità di tutelare questi luoghi che ci regalano un museo a cielo aperto.
Le foto in mostra sono di: Daniela Pavese (@soloperoggi), Federica Corbelli, Francesca Villani (@babybaby.bonbon), Grazia Zappalà, Laura (@incubus void), Manuela Neboli (@blackdustrose), Margherita Guccione, Memento Maleficarum, Simona Manzone (@blasfemia.digitalart) e Vilma Tarable.
Ospiti speciali sono: Frida Ghiozzi, classe 1986, tatuatrice e pittrice, la sua realtà è di ispirazione esoterica e surrealista; Marzio Scanavino, classe 1981 appassionato di esplorazioni urbane, archeologia moderna e scatti in libertà; Renzo Riva, classe 1977, i suoi quadri sono ispirati al memento mori e all’iconografia dell’ex-voto.
«Il necroturismo, o turismo cimiteriale, è una forma di viaggio culturale che invita a riscoprire i luoghi della memoria attraverso l’arte, l’architettura, la storia e il silenzio meditativo dei cimiteri monumentali. – dice Mara Degiorgis delegata alla cultura – Questi spazi, spesso dimenticati o relegati al solo ambito del lutto, custodiscono invece straordinari patrimoni artistici, testimonianze storiche e memorie collettive che meritano attenzione e rispetto. Con la mostra fotografica di San Gregorio intendiamo valorizzare la bellezza nascosta di questi luoghi, raccontando attraverso le immagini le molteplici forme espressive che si incontrano tra lapidi scolpite, angeli in pietra, mausolei e simboli funerari. La fotografia diventa così uno strumento di narrazione e conservazione, capace di restituire dignità e luce a spazi spesso trascurati, invitando il pubblico a uno sguardo nuovo, sensibile e rispettoso».
L’esposizione cheraschese è a cura di Memento Maleficarum e Simona Manzone.
L’inaugurazione si terrà sabato 7 giugno 2025 dalle ore 16.00
“Eterne Memorie” sarà aperta da sabato 7 giugno a domenica 27 luglio 2025 ad ingresso libero e gratuito, Il sabato dalle 14.00 alle 19.00, la domenica dalle 11.00 alle 19.00
Per aperture straordinarie e informazioni 333.1841618 – IG: @eterne_memorie
UN’OPERA DI PELLIZZA DA VOLPEDO DEL MUSEO CIVICO DI ALESSANDRIA IN MOSTRA A ILLEGGIO (UDINE)
Sarà esposta anche un’opera del Museo Civico di Alessandria alla mostra allestita a Illegio dal titolo: “Ricchezza. Dilemma perenne”
Lo “Studio di figura maschile” (figura centrale del “Quarto Stato”) di Giuseppe Pellizza da Volpedo datata 1894-95, di proprietà civica, ha lasciato nei giorni scorsi il museo per la mostra “Ricchezza. Dilemma perenne” in allestimento presso la Casa delle Esposizioni di Illegio – Tolmezzo – (Udine). La mostra verrà inaugurata il prossimo 6 giugno e sarà aperta al pubblico fino al 2 novembre 2025.
L’esposizione, a cura di Don Alessio Geretti, è organizzata dal Comitato di San Floriano di Illegio (Udine).
L’opera “Studio di figura maschile” è stata richiesta in prestito per il suo significato allusivo alle tensioni sociali di un’epoca di grandi speranze ma anche attraversata da profonde tensioni sociali. Il carboncino su carta da spolvero fu acquistato dall’Amministrazione Comunale nel 1940 da Nerina Del Conte Pellizza unitamente al dipinto “L’annegato” dello stesso autore. Il disegno rappresenta la figura maschile centrale del ‘Quarto Stato’, quella del contadino in maniche di camicia e farsetto che avanza con decisione verso l’osservatore. Con il volto teso e lo sguardo deciso avanza verso un futuro greve di minacce e sfide.
FOSSANO. EVENTI IN BORGOVECCHIO. MOSTRA DI ASTRID FREMIN
Per la stagione EVENTI d’Arte e Culturali in Borgovecchio a Fossano 2025, il secondo evento d’arte.
Mostra di ASTRID FREMIN dal 7 al 22 GIUGNO 2025 in Fossano, nella Chiesa di San Giovanni in Borgo Vecchio, via Garibaldi, 71.
Apertura SABATO 7 GIUGNO 2025 ore 18,00.
ORARIO VISITE: VENERDI’ 17,30 – 19,30
SABATO e DOMENICA 16,00 – 19,30
INGRESSO LIBERO
AVIGLIANA. GIARDINI, CERAMICHE D’ARTE DI GIULIANA CUSINO E SONIA GIROTTO
Galleria “Arte per Voi” – Piazza Conte Rosso, 3 – 10051 Avigliana (To)
Organizzazione: Associazione culturale “Arte per Voi” – Avigliana (To)
Inaugurazione: sabato 31 maggio 2025 ore 16:00
Periodo: da sabato 31 maggio a domenica 6 luglioio 2025
Orari di apertura: sabato, domenica 15:30–19:30
La parola “paradiso”, attraverso il latino (paradisus) e il greco (paradeisos), ha origine dal persiano pairidaez che significa giardino.
L’arte di Giuliana Cusino e Sonia Girotto è un viaggio attraverso la felice sintonia tra due artiste che rappresentano il meglio della maestria artigiana che sa esplorare le potenzialità dell’argilla, la materia che come gli esseri viventi porta con sé il respiro della terra.
Potrete entrare in punta di piedi nel giardino incantato di Alice, ricco di erbe e fiori, che strizza l’occhio al grande artista svizzero Paul Klee. E che dire dell’originalissimo Stregatto, sulla cui testa dondola una chiave misteriosa, mentre tra le alte erbe si nasconde la carta della Regina di cuori. A voi spetta la decisione se bere o no la mezza tazza di tè.
Non distante dal giardino di Alice sorge la bellissima pagoda blu dell’Imperatore, sul cui tetto il fiore di loto dischiude i suoi petali lattiginosi. Chissà se al suo interno vive il bellissimo usignolo che con il suo canto può scacciare la tristezza per far posto al sorriso e alla gioia.
Ma che ci fa l’airone azzurro tra i fiori di loto e i nodi Tit che legano gli steli del papiro?
Ora ricordo: è lo splendido giardino del palazzo di Amarna, dove la regina Nefertiti amava conversare con la sua famiglia.
Le meravigliose teiere di Sonia Girotto sono dei piccoli capolavori a tutto tondo che sanno dialogare con la natura e con il lontano Oriente.
Forse la moglie del Kubilay Kan offrì a Marco Polo un caldo tè profumato con i fragranti semi del cardamomo, oppure impreziosito dai piccoli fiori carnosi del gelsomino cinese.
Ve lo sussurro piano piano: venite, venite a visitare questo luogo incantato quali sono i giardini interpretati dalla sapiente arte ceramica di Giuliana Cusino e Sonia Girotto, ne uscirete depurati … In fondo frequentare giardini fa bene all’anima.
Donatella Avanzo
archeologa e storica dell’arte