Passione Fumetti: le ragazze ribelli di Thomas Gilbert

Thomas Gilbert
Thomas Gilbert è un autore di fumetti nato in Francia nel 1983 e formatosi prima a Parigi alla École Nationale Supérieure des Beaux-Arts e poi a Bruxelles alla École Supérieure des Arts Saint-Luc. In Italia è conosciuto per i suoi lavori più recenti, pubblicati da Diabolo Edizioni, mentre diverse serie da lui realizzate per Francia e Belgio al momento sono inedite. I suoi primi lavori nel mondo delle Bande Dessinée risalgono al 2009 e sono la serie Bjorn le Morphir, un heroic fantasy scritto da Thomas Lavachery e pubblicato da Casterman (7 volumi di cui l’ultimo del 2018), e Oklahoma Boy – su testi suoi – per la casa editrice Manolosanctis di Parigi, una delle prime ad attuare una forma di crowdfunding, proprio per la pubblicazione della miniserie di Thomas Gilbert, inizialmente in due volumi, poi completata nell’Integrale di 240 pagine pubblicato dalla Vide Cocagne. In Oklahoma Boy, Thomas Gilbert si caratterizza fin da subito per volontà e capacità di inserire nelle sue storie temi forti: il protagonista è un ragazzo di inizio ‘900 che viene allevato e instradato alla violenza da un padre fanatico religioso. Figlio di quella provincia americana dominata dal razzismo del KKK, viene inviato a combattere in Europa durante la Prima Guerra Mondiale, tornandovi psicologicamente e moralmente distrutto.

Oltre ad avere partecipato ad alcune pubblicazioni collettive (tra cui David Bowie en BD) e lavorato a diverse serie per ragazzi (Odyssée, Nordics, Midnight Tales), tutte inedite in Italia, Thomas Gilbert si dedicato soprattutto a graphic novel destinati ad un pubblico adulto, la cui caratteristica comune è quella di avere per protagoniste delle tostissime ragazze ribelli. Questi libri sono stati pubblicati in Italia, il primo, Velenose, da Edizioni BD (2015), La saggezza delle pietre (2017), Le figlie di Salem (2019), Corpi alchemici (2022) e Nostra Signora dei Lupi (2024), da Diabolo Edizioni.

Velenose

Velenose di Thomas Gilbert
Velenose è la storia di Domitilla e Nour, due quindicenni amiche per la pelle da sempre, figlie di una borghesia che dà loro tutto quello che si pensa possano desiderare. Tutto e niente, per loro che non sono più bambine, ma non sono ancora adulte, con genitori il cui esempio non le è di alcun aiuto, le ramanzine ancora meno. Sono sensuali e sanno di esserlo, vivono una vita al massimo, o almeno cercano di farlo passando le serate alle feste o nei locali, desiderando l’amore dei ragazzi, ma disgustate dall’essere oggetto degli appetiti sessuali di ogni uomo che incontrano. Nour e Domitilla sono due dee: Atena e Medusa, o almeno così si vedevano quando erano bambine. Ora rimane solo una simbiosi asfissiante – raccontata da Thomas Gilbert con impietosa e spietata lucidità – e un viaggio senza ritorno dai colori psichedelici, tra desideri e insoddisfazioni, amori confusi e nausea di vivere.

La saggezza delle pietre

La saggezza delle pietre di Thomas Gilbert
La saggezza delle pietre è un racconto che si colloca esattamente agli antipodi rispetto a Velenose, a partire dall’impostazione grafica: a differenza degli altri lavori di Thomas Gilbert, La saggezza delle pietre è interamente in bianco e nero, salvo qualche dettaglio in rosso: la volpe, il cuore, il sangue. Anche lo stile di disegno si concede qualche particolare meno realistico, come il nasone della protagonista, che ricorda quello di Dora de L’intervista di Manuele Fior e quello di Polza nel Blast di Manu Larcenet. Se poi Velenose rappresentava la frenetica ed effimera vita moderna, ne La saggezza delle pietre è la natura ad essere protagonista, in particolare del percorso di rinascita di una donna di cui non ci viene mai detto il nome, ma che dà il titolo all’edizione in originale Sauvage ou la sagesse des pierres. Tutto parte da una gita in montagna, in cui per una serie di circostanze – che non cito per non fare spoiler – una giovane donna si ritrova persa e sola in una foresta, imparando a poco a poco a sentirsene parte, anche grazie all’aiuto di una volpe.
Un libro in cui le sequenze di sole immagini sono molte, perché la natura è osservazione, ascolto, saper annusare e comprendere, ritrovare la pace ma anche imparare a cacciare per sopravvivere. Un viaggio in una natura selvaggia e implacabile, dal mondo animale a quello vegetale, fino ad arrivare alla saggezza delle pietre, a riscoprire come essere presenti a sé stessi, ritrovare un’autonomia che sembrava irraggiungibile e, forse, un posto nel mondo.

Le figlie di Salem

Le figlie di Salem di Thomas Gilbert
Frutto di un’accurata ricerca storica e documentale, Le figlie di Salem si rifà alla tragica caccia alle streghe che, alla fine del XVII secolo, ha reso nota la colonia di Salem nel Massachusetts.
La vita di Abigail è stata spensierata fino ai tredici anni, fino al giorno in cui il suo amico d’infanzia Peter le regala un piccolo asino intagliato nel legno. Per la comunità è il segno che non è più una bambina e da quel giorno Salem diventa per lei una prigione. Ritrova un po’ di felicità solo quando riesce a fare una passeggiata nella foresta, dove incontra di nascosto il suo amico indiano Mikweh, coinvolgendo in queste sue uscite anche l’amica Betty, figlia del Reverendo Parris, il pastore del villaggio. Parris è però ossessionato dalla necessità – anche economica – di tenere costantemente nel timore gli abitanti del villaggio, e lo fa instillando costantemente paura e odio. Tutto quello che devia dal suo fanatismo religioso è opera del demonio. Non importa se a farne le spese sono la locandiera e sua figlia, vittime dell’ipocrisia, della stupidità e della violenza di uomini che credono in questo modo di pulirsi la coscienza.

Quando la violenza sfocia in tragedia, le donne – almeno quelle più giovani – si uniscono per cercare di resistere alla follia che cresce nel villaggio o quantomeno per darsi conforto a vicenda. “Immaginiamo un futuro migliore. Non siamo noi a doverci preoccupare dei problemi degli adulti. Siamo ancora giovani, c’è tempo per invecchiare” dice Abigail a Betty. Ma per il Reverendo Parris e per gran parte degli uomini del villaggio la libertà è un grave pericolo, soprattutto se viene da una donna: un ulteriore segno della corruzione del maligno. E così a Salem – “una comunità in lotta con sé stessa”, come avrà a pensare il giudice della Contea – in un crescendo di sospetti e maldicenze, in cui l’invidia e la gelosia fanno la loro parte, quelli che si credono giusti e infallibili prendono il sopravvento e così, nonostante l’accorato discorso di Abigail, il processo alle streghe di Salem volgerà al suo drammatico e ingiusto finale.

Corpi alchemici

Corpi alchemici di Thomas Gilbert
Corpi alchemici è un libro complesso, che parla di rapporti e di transizione. Rapporti che cambiano e si evolvono, partendo dai ricordi del passato – quello che c’è stato e quello che non c’è stato – che si intrecciano con i sentimenti forti che legano Camille, Aniss e Sarah. L’amore li ha legati e poi separati, fatti a pezzi nell’animo, fin quasi ad odiarsi, ma senza spezzare il legame che li porta a ritrovarsi dopo quasi dieci anni. Un amore che è cambiato con loro, così come è cambiato il corpo di Camille. Rivedersi fa esplodere vecchie e nuove emozioni, rabbia in Aniss e paura in Sarah. Cosa vuole Camille? Perché li ha richiamati entrambi? In questi anni Camille ha studiato molto, unendo diverse discipline, e ora vuole mettere in pratica le sue ricerche. Chiede ad Aniss e Sarah di unirsi a lei per andare oltre le loro individualità “che si attraggono e si respingono come astri sperduti”e le loro relazioni inceppate, per superare le incomprensioni che li consumano e le meschinità del loro ego. Quella che Camille propone è un’esperienza folle e mistica, un percorso per oltrepassare le proprie realtà psicologiche e fisiche, e i propri complessi, unendosi per ritrovare infine l’essenza dei loro corpi alchemici. Con questo libro Thomas Gilbert fa una profonda riflessione – filosofica e poetica – sulla vita, sfruttando al massimo dialoghi, disegno e colori.

Nostra Signora dei Lupi

Nostra Signora dei Lupi di Thomas Gilbert
“Mi chiamo Brunilde, percorro le strade del regno e sono una guida dei lupi”. Così si presenta la giovane protagonista di Nostra Signora dei Lupi, l’ultimo graphic novel di Thomas Gilbert, presentato a Lucca Comics & Games 2024, dov’era ospite allo stand della Diabolo Edizioni. Nostra Signora dei lupi (in originale La voix des bêtes, la faim des hommes) è ambientato nell’alto Medioevo, in una regione del sud-ovest della Francia, le cui strade sono infestate da briganti, schiavisti e “strane bestie”, o almeno così si dice. Sul suo cammino Brunilde incontra Paulin, un ragazzino come lei, intelligente ma preda di tante paure – anche se millanta spavalderia – figlio di un’epoca in cui la superstizione era forte e il cristianesimo si faceva strada alimentandola e portando nuovi timori, soprattutto nei villaggi e nelle campagne. E se c’è chi si sente prescelto da dio per salvare il mondo, per Brunilde il rischio di essere additata come strega è sempre in agguato, nonostante in molti cerchino il suo aiuto per curare ferite da morsi di animali e malattie.

Nel loro peregrinare Brunilde e Paulin passano per alcuni villaggi, nei cui dintorni avvengono atroci delitti ai danni di isolati pastorelli. Per gli uomini la colpa è di una bestia, un demone o un lupo mannaro, ma Brunilde conosce i morsi degli animali e non ne riconosce nel cadavere della vittima da lei ritrovata. Per lei il colpevole è un uomo e non si fermerà fino a quando non avrà scoperto la verità, anche se il mondo intorno a lei sembra sprofondare sempre più nella follia e nella violenza.
Con Nostra Signora dei Lupi, come già aveva fatto con Le figlie di Salem, Thomas Gilbert realizza un’opera che rappresenta un lontano passato, ma che ci parla anche del presente.

con Thomas Gilbert allo stand Diabolo Edizioni a Lucca Comics & Games 2024

immagini © Edizioni BD / Diabolo Edizioni / Dargaud