Chieri. Musica in Corte: empatia interpreti-pubblico

Il terzo concerto della rassegna “Musica in corte” affidata all’Accademia dei Solinghi si è risolto in una lunga ovazione finale all’Orchestra e al Coro Musica Manens diretti da Andrea Damiano Cotti.

Serata aperta dal mottetto Exultte jubilate KV 165 per soprano e orchestra, scritto da un Mozart diciasettenne per ii castrato Vincenzo Rauzzini, interprete del ruolo di Cecilio nella prima rappresentazione dell’opera Lucio Silla al Regio Ducale Teatro di Milano. Sebbene non sia una composizione di ampie proporzioni, è ritenuta tra i massimi esempi di musica vocale del Mozart ragazzo.

Dal punto di vista strutturale è suddiviso in quattro episodi (Allegro-Recitativo secco-Andante-Allegro). Il testo di autore ignoto è pieno di gioia e Wolfgang ha saputo catturare questo stato d’animo gioioso nella musica. Il terzo movimento si conclude con un brillante ed esuberante Alleluja.  Ancora Mozart con il brano “Laudate Domine” dal Vesperae de confessore KV 339 dedicato a un non meglio identificato martire della Fede, è l’ultimo lavoro sacro scritto da Mozart al servizio dell’arcivescovo Colloredo. Ci troviamo di fronte a una vera e propria aria per soprano nel ritmo cullante di 6/8 e con una strumentazione peculiare. La melodia del soprano , calata in una incantevole ambientazione espressiva, viene poi ripresa dal coro e la voce solista ritorna infine nella Coda. Il Gloria in re maggiore RV 589 per soli, coro e orchestra è una delle pagine più avvincenti e conosciute di Vivaldi. Strutturata in dodici sezioni che si alternano in una varietà di forme, di tempi, di ritmi, di tonalità, brani solistici nello stile dell’aria, strumenti concertanti, cori omofonici, contrappunti, ritornelli nello stile del Concerto. L’unitarietà del brano viene garantita dalla ripresa dell’ultimo movimento dello stesso tema iniziale in una sorta di circolarità strutturale. Completava la sera il brano “Sacrificium” per controtenore dal Miserere di Baldassarre Galuppi, una ita spesa tra l’isola lagunare di Burano, dove nacque, e San Pietroburgo, passando per Londra, Milano, Roma, prima di ritornare con tutti gli onori a Venezia. Eccellente autore di musica chiesastica benché molte arie, come nel caso di “Sacrificium”, siano scritte con stile grave, buona armonia e modulazione:   Il Miserere e il Gloria sono custoditi nell’importante Fondo Foà-Giordano presso alla Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, costituito nel 1930 e splendido esempio di mecenatismo privato che ha salvato dall’oblio un ingente patrimonio di manoscritti originali.

Marta Cellini e Sofia Mammone (soprani) sono voci promettenti che, se sostenute da un adeguato studio, potrebbero regalare spunti interessanti. Angelo Galeano si è ormai confermato una solida realtà nel contesto dei concerti di “Musica in corte”.

Andrea Damiano Cotti ha firmato una direzione garbata, fluida, senza cadere nella freddezza di maniera e questo ha facilitato la salita della temperatura espressiva cui forse è mancata una maggiore naturalezza del flusso melodico. Comunque un esempio più che positivo  dietro a cui si intravede un  periodo di prove intense.. Serata da non dimenticare

EDOARDO FERRATI.