PIEMONTE ARTE: CERAMICA CASTELLAMONTE, M.A.O., CARENA, GALLIZIO, TAZZETTI, AGLIE’, BARD…

Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo

LA 64° MOSTRA DELLA CERAMICA DI CASTELLAMONTE

Al Senato, nella Sala Caduti di Nassirya, in Piazza Madama 11 a Roma, viene presentata mercoledì 23 luglio, alle 10, la 64° Mostra della Ceramica di Castellamonte che sarà visitabile dal 23 agosto al 14 settembre.

Un appuntamento da non perdere, curato da Giuseppe Bertero, che esprime nelle varie sedi le eccellenze della ceramica d’arte attraverso un itinerario che unisce, di volta in volta, la manualità a una singolare creatività, la sapiente resa del manufatto alla sensibilità degli autori, in una sorta di pregevolissimo percorso.

Un percorso che rivela la molteplicità delle esperienze tra vasi raffinati e opere concettuali, impressioni dalla matrice fantastica e sequenze di pregevoli tavole dall’impostazione pittorica che, in generale, esprimono una indubbia capacità tecnico-artistica o un’elegante resa dell’immagine evocata, che unisce tradizione, ricerca e testimonianze legate alla ceramica contemporanea.

La rassegna di Castellamonte guarda, quindi, al futuro senza dimenticare il passato, dalle antiche tradizioni e alle soluzioni tecnico-espressive delle nuove generazioni, dalle famose stufe al design contemporaneo e all’artigianato artistico.

Una mostra che rientra nel programma del Festival della Reciprocità delle Tre Terre Canavesane, mentre si sviluppa dalla affascinante e scenografica Rotonda Antonelliana a Palazzo Botton con le opere del Concorso Internazionale “Ceramics in Love” e quelle di Arnaldo Pomodoro, Ugo Nespolo, Carlo Zauli, Plinio Martelli e Nino Caruso. Per poi raggiungere al Centro Congressi Martinetti i fischietti di Mario Giani, in arte Clizia, e successivamente scoprire le ceramiche da indossare e i lavori degli allievi del Liceo Artistico Statale “Felice Faccio”.

Anche in questa occasione non mancano i punti espositivi privati come il Cantiere delle Arti, la Fornace Pagliero 1814, la Galleria di via Educ e altri spazi ricchi di storia e di opere dal notevole interesse artistico firmati, tra gli altri, da Sandra Baruzzi, Guglielmo Marthyn, Nino Ventura, Brenno Pesci, Giovanni Matano, Maria Teresa Rosa e Katia Giannotti, Marta Jorio e Elisa Talentino, sino a Maurizio Grandinetti, Giose Camerlo e Cristina Faccio.

 

Angelo Mistrangelo          

 

PRALI. MOSTRA DEL CHIERESE GUIDO PERSICO

Mostra “RIFUGIO” dell’artista chierese Guido Persico:  si inaugurerà VENERDI’ 25 a Prali (CN).

La mostra personale è inserita nel programma di PRALIBRO (rassegna libraria del Piemonte).a cura di Ponti di Parole ETS con presentazione di Roberto Mastroianni.

MAO Museo d’Arte Orientale. Chiharu Shiota. The Soul Trembles

a cura di Mami Kataoka e Davide Quadrio

con Anna Musini e Francesca Filisetti, assistenti curatrici

22 ottobre 2025 – 28 giugno 2026

Mostra organizzata dal MAO Museo d’Arte Orientale in collaborazione con il Mori Art Museum di Tokyo

 

Il MAO Museo d’Arte Orientale di Torino presenta la mostra Chiharu Shiota: The Soul Trembles, a cura di Mami Kataoka, direttrice del Mori Art Museum, che ne ha concepito il progetto originale, e Davide Quadrio, direttore del MAO, con l’assistenza curatoriale di Anna Musini e Francesca Filisetti.

La grande mostra monografica dedicata all’artista giapponese arriva al MAO in anteprima nazionale – e per la prima volta in assoluto in un museo di arte asiatica – dopo essere stata ospitata in prestigiose istituzioni internazionali, tra cui il Grand Palais di Parigi, il Busan Museum of Art, il Long Museum West Bund di Shanghai, la Queensland Art Gallery di Brisbane e lo Shenzhen Art Museum.

Si tratta di un progetto ampio e articolato, di grande potenza espressiva, che ripercorre l’intera produzione di Shiota attraverso disegni, fotografie, sculture, e alcune delle sue più celebri installazioni ambientali e monumentali.

Spesso ispirate da esperienze personali, le opere di Chiharu Shiota esplorano l’intangibile – ricordi, emozioni, immagini e visioni oniriche, offrendo spazi di silenzio e contemplazione – e pongono interrogativi su concetti universali ed esistenziali quali l’identità, la relazione con l’altro, la vita e la morte; valicando i confini temporali e spaziali, i suoi lavori coinvolgono la parte più intima e vulnerabile dell’essere umano.

Le sue installazioni più celebri, composte da fili rossi o neri intrecciati a creare strutture imponenti, avvolgono gli spazi in cui sono collocate, trasformandone i volumi e guidando lo spettatore in un’esperienza immersiva in cui la fascinazione si alterna all’inquietudine, il movimento alla stasi.

Il progetto espositivo è concepito come un’unica grande installazione che si espande negli spazi del MAO, dall’area delle mostre temporanee fino alle gallerie delle collezioni permanenti, ponendosi in un dialogo diretto con le opere del Museo. Oltre a una serie di disegni, sculture, fotografie e installazioni, l’esposizione prevede interventi site-specific e nuove opere realizzate appositamente dall’artista per l’occasione.

Tra le opere in mostra alcune delle più iconiche installazioni di ShiotaWhere Are We Going? (2017-2019), in cui il motivo della barca, ricorrente in diverse opere, evoca visioni di vite e futuri incerti; Uncertain Journey (2016), costituita da scheletri di imbarcazioni disposti in uno spazio avvolto da fili rosso vivo, a suggerire i molti incontri che potrebbero manifestarsi alla fine di ogni viaggio; In Silence (2008), in cui un pianoforte bruciato e diverse sedute per un fantomatico pubblico, immerse in un reticolo di fili neri, raccontano il silenzio che segue alla distruzione; Reflection of Space and Time (2018), che utilizza un abito e la sua immagine specchiata per riflettere sulla presenza nell’assenza; o ancora Inside – Outside (2009), opera incentrata sul concetto di separazione fra interno ed esterno, privato e pubblico, Est e Ovest;  infine la monumentale Accumulation – Searching for the Destination (2021), composta da centinaia di valigie oscillanti, simbolo di ricordo, spostamenti, migrazioni e archetipo del viaggio compiuto da ciascuno di noi.

Come sempre accade nei progetti espositivi del MAO, anche la mostra Chiharu Shiota: The Soul Trembles è concepita come un organismo vivo e, per tutta la sua durata, presenta al pubblico un ricco public programme musicale e performativo, che include anche proiezioni, incontri e conferenze.

Lungo il corso della mostra sarà inoltre attivato un programma di attività educative e laboratori per le scuole, le famiglie e per i visitatori di tutte le età, dai più piccoli fino al pubblico adulto.

La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue in italiano e inglese edito da Silvana Editoriale con testi a cura di Kataoka Mami e Davide Quadrio che include contributi di esperti internazionali di approfondimenti sul lavoro dell’artista e un ricco apparato iconografico.

 

“CIELO COME ORIZZONTE”, ANTOLOGICA DI ANTONIO CARENA A CERVO LIGURE

La Casa Museo Antonio Carena e il Comune di Cervo presentano la mostra antologica “Antonio Carena. Cielo come Orizzonte”, a cura di Tin Carena e Nicolò Balocco testo critico di Cinzia Tesio dal 12 luglio al 28 settembre 2025, presso l’Oratorio Santa Caterina (Cervo). 

In occasione del centenario della nascita del pittore (1925–2025), la Casa Museo, in collaborazione con il Comune di Cervo, è lieta di presentare la mostra “Antonio Carena. Cielo come orizzonte”, ospitata nello storico Oratorio di Santa Caterina. L’esposizione intende rendere omaggio a una delle figure originali e poliedriche dell’arte italiana del secondo Novecento, portando “in viaggio” le sue opere, come racconto itinerante del suo percorso artistico e umano.

Definito “colui che trovò la luce del buio” e “colui che rese pop case e carrozzerie”, Carena ha saputo attraversare con vitalità e spirito sperimentale tutti i decenni dell’arte contemporanea, senza mai perdere la propria identità.

Nato a Rivoli nel 1925 in una famiglia di decoratori, si forma presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino sotto la guida di Enrico Paulucci. Sin dagli esordi, il suo linguaggio si distingue per una personale ricerca della luce, influenzata dal classicismo caravaggesco e presto evolutasi in una pittura astratta, informale e infine visionaria.

Diplomatosi nel 1950 vince il premio Dino Uberti come miglior allievo, nello stesso anno partecipa alla XXV Biennale di Venezia. Nel 1951 vince il Premio per la Cattedra di Pittura alla II Mostra Nazionale delle Accademie di Belle Arti, tenutasi a Napoli.

“Nel 1955 Albino Galvano curò la sua prima mostra personale, all’interno della rassegna Europa Giovane a Torino, dove l’artista presentò i suoi Paesaggi Materici, opere oscure ispirate ai paesi di campagna.

Da quel momento, la sua carriera si sviluppa rapidamente: espone nel 1959 alla storica mostra internazionale Arte Nuova, organizzata al Circolo degli Artisti di Torino portando i suoi Ghiacci o Paesaggi Lunari , accanto a nomi come Pollock, Burri, Vedova, Fontana e altri protagonisti della scena artistica internazionale. Nel 1961 viene invitato a Parigi da Michel Tapié a esporre presso la Galerie de la Seine.

Le sue prime ricerche oggettuali le Carrozzerie e trance metalliche (1963), le Pellicole (1964) vengono esposte alla Galleria Sperone di Torino (1965) e alla Galleria Scipione di Macerata (1966), con un testo critico di Edoardo Sanguineti.

Nel 1965 Carena inaugura il suo ciclo più iconico Pop: i Cieli, dipinti realizzati su soffitti, muri, barattoli, plexiglass e persino carrozzerie d’auto, come la celebre Fiat 500, esposta ad Artissima nel 1995.

Sperimenta l’Arte Povera e l’iperrealismo, fino a realizzare opere di graffitismo provocatorie come Droga droga droga o performance pubbliche come Nulla da dire, nulla da ascoltare, che nel 1970 animò Piazza San Carlo a Torino con una marcia silenziosa di cartelli bianchi.

Attivo anche come promotore culturale, tra il 1961 e il 1963 dirige la Galleria L’Immagine di Torino, dando spazio a giovani allora emergenti come Aldo Mondino e Piero Gilardi.

Negli anni ’80 è tra i primi a portare la street art in Italia, decorando spazi pubblici e privati, tra cui lo scalone del Castello di Rivoli (1984), l’Hôtel de Ville d’Albert a Parigi (1988) e le sedi Martini & Rossi (1988) e gli uffici degli Agnelli a Roma (1992).

Le sue opere sono oggi visibili in numerosi spazi urbani, tra cui il MAU – Museo d’Arte Urbana di Torino e il Piazzale Antonio Carena a Rivoli, a lui intitolato nel 2013. Altri luoghi che ospitano suoi interventi sono Piscina Arte Aperta, BondArte (Biella), la Sala delle Arti di Collegno (TO), Bagnolo (TO) e molti altri.

“Nel 2006, all’età di 81 anni, ha realizzato una performance di body painting intitolata Oggi sereno, al Museo di Scienze Naturali di Torino. Sotto la regia di Willy Darko, l’artista dipinse di azzurro una modella in movimento trasformando la coreografia in pittura.

Si spegne nel 2010, nella sua casa-studio di Rivoli (TO), oggi trasformata in Casa Museo, visitabile su prenotazione.

La mostra “Cielo come orizzonte” è un invito a rileggere l’opera di Carena in tutta la sua ricchezza, dalle origini alla maturità, attraverso dipinti, installazioni, materiali d’archivio e foto, testimoni della sua instancabile ricerca. Una retrospettiva non solo celebrativa, ma viva, pensata per un pubblico ampio e trasversale.

ALBA. “Era Gallizio”. Pinot Gallizio e la scoperta della preistoria: reperti, opere, collezionismo

Giovedì 24 luglio, alle ore 21, visita guidata alla mostra “Era Gallizio” al Museo Civico Eusebio di Alba.

 

Il percorso verte sulla figura dell’artista e archeologo albese Pinot Gallizio, che ebbe uno stretto legame con il Museo civico, in quanto contribuì alla cura e all’ampliamento delle sue collezioni archeologiche.

Attraverso documenti inediti d’archivio, reperti e opere d’arte, la mostra ripercorre la vita e l’attività di questo poliedrico personaggio.

Tra le opere esposte è possibile ammirare “l’Anticamera della morte”, realizzata da Gallizio nel suo studio negli ultimi mesi del 1963, il “Diario emozionale”, esempio unico di dipinto in forma di libro in cui Gallizio sperimentò tutte le possibilità espressive della pittura e “Teste”, il dipinto di Asger Jorn, appartenente alle collezioni della GAM di Torino, realizzato dall’artista danese durante il Congresso nel Laboratorio sperimentale di Alba, nel settembre del 1956.

Partecipazione al costo del biglietto del Museo: intero € 3; ridotto € 1; gratuito per possessori Abbonamento Musei e bambini fino a 10 anni.

MUSEO TAZZETTI. PREMIO DI PITTURA “ARTE UOMO NATURA” IN MEMORIA DI ELENA TAZZETTI

Il Museo Tazzetti ha sempre avuto attenzione per le sue collezioni di carattere artistico e ha promosso il talento di giovani artisti come, ad esempio, il concorso di incisioni avvenuto negli anni 2010 e 2011, in collaborazione con l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, con la produzione di interessanti opere che hanno fissato negli inchiostri edifici storici e particolarità naturali della Valle di Viù. In questo ambito di valorizzazione di giovani talenti s’inserisce questa nuova iniziativa del Premio di Pittura “Elena Tazzetti” voluta da Alberto Tazzetti in ricordo dell’amata sorella Elena, mancata nel 2024, appassionata di arte e lei stessa pittrice.

Al concorso intitolato Arte Uomo Natura hanno partecipato nove allievi e tre ex allievi della Scuola di Pittura dell’Accademia Albertina di Torino, formatisi ai corsi di Massimo Barzagli, Salvatore Giamblanco, Giuseppe Leonardi e Laura Valle. I dodici giovani artisti che hanno aderito all’iniziativa sono stati coordinati dal docente dell’Accademia Gabriele Garbolino Rù; questi i loro nomi e i titoli delle opere: Chiara Anello, Petali immortali Elisa Baj, 15 di agosto 1995 Nicholas Bruni, Slaves to Nature Daniele Costante, Un pomeriggio Elena Dosio, Vestigium Giuseppe Gallace, Prima del fuoco Francesca Garelli, Finestra sul mondo Daniela Gjyzeli, Progenie di Gea Sofia Mattiuzzo, La natura delle cose Clarissa Moretto, Il terzo giorno Gioele Piazzano, Il cacciatore dell’effimero  Guangyun Yang, Contemplazione  

La premiazione del vincitore avverrà sabato 26 luglio alle ore 16 presso il Museo Tazzetti dove saranno esposte tutte dodici le opere, corredate da un catalogo che illustra questo evento artistico-culturale.

 

Arte e naturalia al Castello di Agliè

Visite naturalistiche alla scoperta di arte, storia e scienze naturali

Castello di Agliè

luglio – ottobre 2025

Prosegue la rassegna Arte e naturalia al Castello di Agliè, il ciclo di visite naturalistiche nelle sale e negli spazi verdi del Castello, ideato e condotto dall’Associazione Vivere i Parchi e promosso dalle Residenze reali sabaude – Musei nazionali Piemonte su iniziativa dell’Accordo di promozione territoriale Morena Ovest, che unisce i Comuni di Agliè (capofila), Bairo, Castellamonte, Cuceglio, San Martino Canavese, San Giorgio Canavese, Torre Canavese e Vialfrè.

Le visite propongono un format innovativo e multisensoriale che si caratterizza per l’approccio coinvolgente e appassionante. Guide naturalistiche abilitate accompagneranno il pubblico in un vero e proprio viaggio di scoperta della biodiversità del territorio attraverso la conoscenza di opere, collezioni e consuetudini di un tempo.

 Prossimi appuntamenti

 Sabato 26 luglio:

  • ore 11.00 – Dipinti e animalia nelle sale del Castello di Agliè
  • ore 15.00 – Sapori e naturalia nelle cucine del Castello di Agliè

Sabato 23 agosto:

  • ore 15.00 – Sapori e naturalia nelle cucine del Castello di Agliè

 Sabato 27 settembre

  • ore 15.00 – Sinfonie e naturalia tra i sentieri nel parco del Castello di Agliè

 Sabato 25 ottobre

  • ore 15.00 – Dipinti e animalia nelle sale del Castello di Agliè

  

Descrizione delle attività

 Dipinti e animalia nelle sale del Castello di Agliè

Alla ricerca della natura espressa nell’arte: tra quadri, affreschi e collezioni si nascondono infinite tracce della fauna e del rapporto tra esseri umani e animali. Un’occasione, dunque, per scoprire la fauna attraverso l’arte.

Sapori e naturalia nelle cucine del Castello di Agliè

Dall’antipasto al dolce, gli ingredienti dell’arte gastronomica derivano dalla flora e dalla fauna locali, per questo la visita è dedicata alle dispense e alle cucine del Castello, dove la quotidiana convivenza tra arte, scienze naturali e storia si trasformava in appetitose pietanze.

 Sinfonie e naturalia tra i sentieri nel parco del Castello di Agliè

La visita si svolge nel Parco, in collaborazione con Alice Fumero, esperta musicologa dell’Associazione LeMus. Una passeggiata dedicata alle note della natura e al rapporto tra compositori, animali e piante: la musica si veste di biodiversità grazie allo stretto legame degli spartiti con l’osservazione del mondo.

INFO

Arte e naturalia al Castello di Agliè

Visite naturalistiche a cura delle guide di Vivere i Parchi

Castello di Agliè

Piazza Castello, 1 – Agliè (TO)

 Prenotazione obbligatoria: vivereiparchi@gmail.com; 345 7796413.

 

La Sindone: scienza e mistero in mostra a Bardonecchia

La nuova puntata di Storie metropolitane ha come protagonista la Sindone, il sacro lino che la tradizione identifica come il sudario di Gesù. Si tratta di un oggetto di profonda venerazione e studio, la cui storia è avvolta da secoli di mistero e dibattito. La nuova puntata è pubblicata sul canale Youtube della Città metropolitana di Torino https://www.youtube.com/watch?v=DlXILNjz9M0Il luogo stabilmente destinato, anche al di fuori delle ostensioni, alla devozione, divulgazione e studio del sacro lino è il Museo della Sindone di Torino. Nell’attività di disseminazione rientra a pieno titolo la mostra “Le Ostensioni della Sindone in immagine”, curata dal ModS – Museo della Sindone, dal Centro Internazionale di Studi sulla Sindone e dall’Associazione Cultores sindonis con il patrocinio di Regione Piemonte, Città metropolitana di Torino e Comune di Bardonecchia, che fino al 30 luglio è ospitata al Palazzo delle Feste del Comune di Bardonecchia. Un’occasione per il Museo della Sindone di aprirsi ad un pubblico ampio e diversificato uscendo temporaneamente dalla sede storica di via San Domenico a Torino e diffondendo conoscenza sul territorio.“In questo percorso espositivo, – spiega Nello Balossino, direttore del Museo della Sindone di Torino – ho voluto prendere in considerazione il fatto che la Sindone deve essere prima conosciuta scientificamente per capire di cosa si tratti, senza ovviamente tralasciare l’aspetto storico e spirituale”. “L’idea di una mostra itinerante – continua il professor Balossino – è nata perché il Museo dedicato di Torino è visitato da molti turisti, anche stranieri, ma il luogo è ancora troppo legato alla città di Torino. Abbiamo allora pensato di mettere in movimento alcuni reperti del Museo e di portarli, accompagnati da elementi espositivi creati ad hoc, fuori dai confini torinesi. Dopo una prima esperienza a Morbegno, in Valtellina, lo scorso anno siamo venuti a Bardonecchia, non con una vera e propria mostra ma con seminario di approfondimento. Quest’anno invece eccoci con “Le Ostensioni della Sindone in immagine”, una mostra che ha tra gli obiettivi quello di invogliare il pubblico ad approfondire la conoscenza della Sindone attraverso gli oggetti esposti a Bardonecchia e soprattutto quelli presenti a Torino che suscitano un coinvolgimento diverso da quello che si può fare con la visita virtuale”.L’attività del Museo della Sindone si avvale della collaborazione dell’associazione Cultores sindonis, un Ente del Terzo Settore costituitosi a Torino nel giugno 2022 su iniziativa di un gruppo di persone tutte in vario modo legate dalla devozione e dall’interesse scientifico nei confronti della Santa Sindone. “Cultores sindonis, – spiega Valentina Caputo, segretario dell’associazione – promuove la devozione al Sacro Lino e le attività del Centro Internazionale studi sulla Sindone”. “La mostra di Bardonecchia – continua Valentina Caputo – è un’ attività che abbiamo messo in campo perché volevamo poter parlare di Sindone al di fuori della città di Torino coinvolgendo, come un museo diffuso, anche i comuni del territorio. In questo percorso di divulgazione abbiamo anche coinvolto le scuole, con un concorso dedicato e con gite su itinerari sindonici: tutte attività per creare un museo di tutti e per tutti, accessibile ed inclusivo. In quest’ottica rientrano la spiegazione della Sindone in Braille e il volto tridimensionale tattile che si trovano in esposizione a Bardonecchia e la Sindone tattile che si trova nella sede del museo torinese”.La Sindone di Torino è uno degli oggetti più studiati e controversi della storia che, nei secoli, ha generato un’enorme mole di ricerche scientifiche. Il dibattito sulla sua autenticità e sulla modalità di

La mostra a Bardonecchia è visitabile fino al 30 luglio al Palazzo delle Feste

Ingresso libero

Visite guidate il lunedì e vernerdì dalle 9,30 alle 12 e mercoledì dalle 15 alle 16,30 cultores.sindonis@gmail.it

Il Museo della Sindone è situato a Torino in Via San Domenico n. 28    https://www.sindone.it/

 

Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso. Domenica 27 luglio 2025 “Intrepide” 

Una visita dedicata alle donne, in bilico tra le immagini realizzate dalla fotografa iraniana Marjan Moghaddam e le figure femminili raffigurate negli affreschi di Jaquerio

Intrepide è il titolo della mostra della fotografa iraniana Marjan Moghaddam che racconta la vita, attraverso i loro volti, di 30 donne straniere residenti in Italia, ma è anche il nome della visita guidata che mette in relazione le “intrepide” ritratte provenienti da ogni parte del mondo con le “Sante” raffigurate negli affreschi della chiesa abbaziale da Giacomo Jaquerio, uno dei maggiori esponenti del gotico internazionale in Piemonte.

Da un lato, donne che hanno scelto di lasciare la propria terra d’origine per iniziare una nuova vita in Italia, mettendosi in gioco per inseguire i loro sogni ed affrontare le sfide del cambiamento con coraggio, forza e determinazione. Dall’altro le Sante Maddalena, Margherita, Marta con le loro storie di fede, violenza e riscatto. Tutte insieme condividono uno spazio, quello della Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, storicamente dedicato all’accoglienza dei pellegrini e dei viandanti.

 

Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso

Località Sant’Antonio di Ranverso, Buttigliera Alta (TO)

Domenica 27 luglio, ore 15.30

Intrepide, visita guidata

Costo della visita guidata: 5 euro, oltre il biglietto di ingresso

È indispensabile la prenotazione entro il giorno precedente

La mostra Intrepide di Marjan Moghaddam sarà visitabile fino al 31 agosto

La visita alla mostra è compresa nel biglietto di ingresso

Biglietto di ingresso: intero 5 euro, ridotto 4 euro

Hanno diritto alla riduzione: minori di 18 anni, over 65, gruppi min. 15 persone

Fino a 6 anni e possessori di Abbonamento Musei: biglietto ingresso gratuito

Info e prenotazioni (dal mercoledì alla domenica): 011 6200603

ranverso@biglietteria.ordinemauriziano.it

www.ordinemauriziano.it

Forte di Bard. Eroi. Evoluzione di un mito. Dal Giappone antico al contemporaneo

24 luglio – 30 novembre 2025

Il primo supereroe della storia non è americano e non si chiama Superman ma è una supereroina giapponese, ed è nata nel 1848. La mostra Eroi. Evoluzione di un mito. Dal Giappone Antico e Contemporaneo allestita dal 24 luglio al 30 novembre 2025 nelle sale delle Cantine del Forte di Bard, esplora questa sorprendente genealogia e attraverso un percorso inedito, tra stampe di Hokusai, Kuniyoshi e Kunisada, dipinti e arazzi, racconta l’evoluzione del concetto di eroe e le profonde differenze che emergono tra le figure eroiche della cultura mediterranea e quelle dell’immaginario giapponese, con i suoi antichi eroi e i suoi popolari supereroi contemporanei.

Otto sezioni che raccontano le imprese di figure epiche, gesta di uomini realmente esistiti che fecero l’impresa impossibile, guerrieri leggendari, eroine dalla spada impietosa, ragazze pronte a morire per testimoniare la potenza del proprio amore. Qui l’eroismo non è sfida, ma senso dell’onore, del dovere e spirito di sacrificio; non gloria personale, ma lealtà, dedizione, e – talvolta – vendetta giusta.

In mostra 86 opere fra capolavori dell’arte come l’universalmente noto scheletro di Kuniyoshi e i raffinati combattenti di Hokusai e di altri maestri dell’Ukiyo-e, immagini del Mondo Fluttuante che narrano di saghe leggendarie, drammi struggenti, romantici e supereroi manga che vanno dal 1800 al contemporaneo.

Dagli eroi del bacino mediterraneo e della tradizione monoteista all’affascinante mondo giapponese che dal VII secolo ha sviluppato tradizioni e racconti basati su uomini con poteri straordinari che hanno suggerito guerrieri in armatura dorata, fiabe di principesse che hanno ispirato paladine lunari; storie di giusta vendetta, ninja che combattono affiancati dai loro famigli in forma di rospi, serpenti, gru. All’interno della mostra, a cura del professor Paolo Linetti e in collaborazione con Vidi Cultural e l’Associazione culturale Mnemosyne, sarà possibile ammirare preziosi arazzi della fine del XVII secolo, storiche incisioni su rame, stampe su seta e numerose xilografie, opere per la maggior parte provenienti dalla collezione dell’Associazione culturale Mnemosyne e dal Museo d’arte Orientale Mazzocchi di Coccaglio.

La mostra ha due obiettivi: comprendere quali siano le caratteristiche che definiscono un eroe in quanto tale, passando dal Monte Olimpo al Fuji. L’itinerario sviscererà la natura dell’eroe nipponico, confrontandola con quella della cultura dell’epica mediterranea per meglio comprenderne tutte le sfumature. Il secondo è scoprire come il concetto di supereroe fosse un argomento ben radicato in Giappone prima che in Occidente.

Inaugurazione e presentazione stampa mercoledì 23 luglio, alle ore 18.00.

Visita guidata col curatore aperta al pubblico giovedì 24 luglio, alle ore 11.30 inclusa nel biglietto di ingresso alla mostra su prenotazione: prenotazioni@fortedibard.it.