Chieri, storie di autovelox a Fontaneto. Mata Hari, la multa e il ricorso misterioso
Una storia vera raccontata in gergo giornalistico “vecchia maniera”
Immaginiamo una bella signora di mezza età, a cui daremo lo pseudonimo di “Mata Hari” per non incorrere nella “mano spietata della legge”, che si becca una contravvenzione per moderato eccesso di velocità in un ipotetico Autovelox “, situato in altrettanto presunto luogo a cui daremo il nome di fantasia: “strada fontaneto”, collocandolo nella “signoria” di Chieri.
Immaginiamo Miss Mata Hari che si reca presso il “comando dei tutori della legge, al servizio del cittadino per bene”. Immaginiamola informarsi sulla legittimità del radar in questione, poiché molte voci circolarono allora sul suo essere a norma oppure no. Immaginiamola chiedere informazioni a una rappresentante in divisa a cui daremo lo pseudonimo di “Lolita Lobosco”, tanto per restare in tema. La quale suggerisce alla signora Hari di fare ricorso riguardo alla conformità del radar. Ricorso che riconosceva l’occhio elettronico non a norma di legge.
Logica vuole che Miss Mata Hari non avrebbe dovuto pagare alcuna sanzione… Oppure no? Stringendo sui fatti, al momento del ricorso, la gola profonda rivela che l’agente Lolita, al momento del ricorso non ha comunicato di ricorrere anche contro la contravvenzione.
Conclusioni del giallo: la signora ha dovuto pagare la sanzione, poiché non aveva fatto ricorso contro la multa, ma ha vinto il ricorso contro il radar che non era a norma!? E il funzionario Lolita, era tenuta ad avvisare del secondo ricorso? Mistero irrisolto. Il pathos però non manca: poiché è lecito pensare che la gabella sia comunque finita alla signoria di Chieri, con tanti saluti a qualche ammiccamento di questa vicenda, che si spera sia presa per quello che è: un modo di raccontare tra il serio e il faceto, un avvenimento forse non unico nella sua bizzarra complessità…
A complicare i fatti chiamiamo in causa una celebre citazione di Marco Tullio Cicerone: «è meglio subire un’ingiustizia piuttosto che compierla». Un vero rompicapo! Degno de: “Dei delitti & delle pene”. Monumentale testo del mio remoto parente Cesare Beccaria!
Carlo Mariano Sartoris