Chieri. San Domenico. Parte l’operazione per salvare la grande tela del Moncalvo

Il Moncalvo con la muffa
Si lavora da qualche giorno nella chiesa di San Domenico a Chieri per salvare dalla muffa (che l’ha aggredita da tempo) la grande tela del Moncalvo sulla Resurrezione di Lazzaro. L’allarme era stato lanciato qualche mese fa dai Padri Domenicani e da 100torri.it, che aveva dedicato al problema prima un articolo di denuncia dello storico dell’arte Antonio Mignozzetti e poi le puntualizzazioni della Soprintendenza, chiamata in causa per studiare il problema.
Il passaggio successivo è stato la costituzione di un gruppo di lavoro formato dalla comunità dei padri domenicani, tecnici del restauro, Fondazione di Comunità Chierese e associazione culturale Carreum Potentia. In parallelo, è partita una raccolta fondi per far fronte alle spese (che in una prima valutazione ammontano a circa 62 mila euro per le due fasi di intervento previste.
Ecco il documento che il gruppo di lavoro ha elaborato per presentare l’iniziativa.
“La chiesa di San Domenico a Chieri, Il grande edificio di origine gotica, contiene una delle più grandi collezioni di opere dell’artista seicentesco Guglielmo Caccia detto il Moncalvo. Tele e affreschi caratterizzano un percorso importante all’interno della chiesa che culmina con due grandi tele sul presbiterio di dimensioni di 5 x 4 mt. Attualmente queste due ultime tele stanno subendo un insolito ma preoccupante degrado di cui apparentemente non si comprende la causa. Una delle due tele in particolare è diventata ormai quasi illeggibile a causa di un attacco biologico superficiale (muffe, funghi) non derivato da qualche situazione improvvisa come potrebbe esser una infiltrazione di acqua dal tetto o cambiamenti microclimatici. Il fenomeno ha cominciato a manifestarsi nel mese di dicembre 2024 quindi in una stagione fredda e sta aumentando in modo preoccupante l’estensione a tutta le superfici e dei due quadri. Le due opere su tela montate su telaio ligneo sono incastrate in due nicchie architettoniche sui lati del presbiterio sopra gli stalli lignei, e circondati da cornici in stucco e dorature che non hanno problemi conservativi. L’edifico ha un riscaldamento a aria poco utilizzato solo durante le poche funzioni e l’ambiente dell’edificio è così grande che sembra improbabile che quel poco di calore in breve tempo possa causare danni anche perché le altre opere non manifestano nessun problema. Non è possibile in questo momento accedere al retro delle opere visto le loro dimensioni e l’incastro nell’architettura. INTERVENTO Vi è una necessità di intervenire al più presto per non aggravare le condizioni della pellicola pittorica delle tele e di approfondire le cause del fenomeno. Si tratta quindi di predisporre uno studio analitico delle condizioni dell’ambiente e dell’opera con il riconoscimento dell’elemento degradante di natura biologica. Per questo viene predisposto un ponteggio a tutto un piano all’altezza delle due opere e queste estrarle dalla nicchia e mantenendo la loro posizione verticale, costruendo intorno un laboratorio di restauro per poter effettuare gli interventi necessari sia sul retro che sul davanti. In questo modo si potrà verificare e monitorare le condizioni, e attraverso i risultati scientifici e il confronto con la dl effettuare le prove per la rimozione del degrado. Il ponteggio cosi come predisposto potrà essere utilizzato per visite guidate durante le analisi e il restauro. Restauro che poi comporterà la rimozione delle formazioni biologiche e la ripresa di ritocchi e stuccature, con successiva verniciatura finale Sappiamo che le due tele sono state restaurate circa 20 anni fa dallo studio Nicole in cui è stata effettuata una foderatura dei dipinti ovvero è stata incollata una nuova tela dal retro con la “colla pasta” che è un metodo tradizionale ma che contiene molto materiale organico e in certe condizioni deteriorabile. Inoltre spesso prima delle fasi di foderatura i dipinti vengono “ velinati” apponendo una velina di carta incollata con colla di coniglio per proteggere il dipinto durante le varie fasi e poi rimossa. Può darsi che questi elementi organici siano stati attaccati per cause non ancora comprese e si sia innescato il processo di deterioramento con la formazione delle muffe. Sarà quindi da stabilire, una volta rimosse le tele se la foderatura è recuperabile oppure è talmente attaccata da muffe da richiedere la rimozione; rimozione che comporterebbe di adagiare il quadro su un piano , smontare il telaio e rimuovere con estrema attenzione la nuova tela incollata al dipinto. Poi la tela dipinta andrebbe restaurata e ritensionata sul telaio con nuova foderatura. Questa sarebbe l’ipotesi pessimistica, sperando invece che la formazione delle muffe risulti superficiale tale da poterle rimuovere senza smontare la tela. “
GRUPPO DI LAVORO
Convento San Domenico; Padre Pio Marcato
Direzione lavori ; architetti Giovanni Milone e Paolo Giannetto
Progetto e restauro: Perino Giorgio, Ornella Prato
Analisi chimiche; Studio Adamantio
Soprintendenza; dottor David Lucidi e arch. Manuela Pratissoli
Coordinamento; dott.ssa Serena Zucchi
Enti di supporto e sponsor; Consulta per le tele del Moncalvo costituita da Fondazione di Comunità Chierese , Carreum Potentia.
Per fare una donazione: sul conto bancario per la chiesa e i restauri presso Banca d’Alba, intestato a Convento San Domenico Chieri, Iban: IT 29 X 08530 30360000000265582 specificando la causale “Donazione per restauro tele Moncalvo in San Domenico Chieri”.
Qualora volesse detrarre la Sua donazione dalla dichiarazione dei redditi potrà versare a: Fondazione di Comunità Chierese: Iban IT 42 L 03069 09606 100000174686 presso Banca Intesa San Paolo specificando la causale “Donazione per restauro tele Moncalvo in San Domenico Chieri”.