PIEMONTE ARTE: GUALA A CASALE, CIRCOLO ARTISTI A BENE, PAULUCCI AD ACQUI, I SANTI SUI CARRI, OTTOFINESTRE…

Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo

 

CASALE MONFERRATO. “Pietro Francesco Guala, ritrattista e pittore tra sacro e profano.”

Dai ritratti dei marchesi Scarampi di Camino alle opere del Museo Civico di Casale Monferrato

Il 6 settembre inaugurazione per la mostra aperta fino al 6 gennaio

Sabato 6 settembre 2025, alle ore 11,00, presso il Museo Civico e Gipsoteca Bistolfi di Casale Monferrato, verrà inaugurata la mostra “Pietro Francesco Guala, ritrattista e pittore tra sacro e profano. Dai ritratti dei marchesi Scarampi di Camino alle opere del Museo Civico di Casale Monferrato”, organizzata dalla Città di Casale Monferrato con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo e finanziata dalla Fondazione Compagnia di San Paolo.

Il percorso espositivo sarà focalizzato sulle opere di Pietro Francesco Guala (1698–1757), che intrecciano ritrattistica e pittura sacra e profana, con particolare attenzione al prezioso ciclo dei ritratti dei marchesi Scarampi di Camino, scampato alla dispersione, attribuito al Ministero della Cultura, e infine restaurato grazie a un complesso intervento di recupero reso possibile dall’azione congiunta del Ministero della Cultura, del Segretariato Regionale per il Piemonte, della Soprintendenza ABAP di Alessandria-Asti-Cuneo, del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Torino e della Fondazione Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”.

Il corpus, composto da 23 dipinti raffiguranti i membri della famiglia tra il XIV e il XVIII secolo, dei quali 15 saranno esposti in mostra, fu commissionato probabilmente dal marchese Paolo a partire dal 1738, e realizzato da Guala per il salone del castello di Camino.

Questo nucleo di opere trova ideale collocazione accanto a quelle già conservate nella Pinacoteca del Museo Civico di Casale Monferrato, che custodisce dodici dipinti del pittore casalese entrati in collezione tra il 1911 e i giorni nostri grazie a donazioni, acquisizioni e depositi: tra essi figurano capolavori come “Il Giudizio di Salomone”, “Giuditta con il capo di Oloferne” e il bozzetto per “La disfatta degli Albigesi”, oltre ad altre opere provenienti da chiese del territorio, depositi statali e collezioni private.

In occasione della mostra, il Museo accoglie, inoltre, una nuova opera recentemente acquisita allo Stato e conferita dal Ministero della Cultura in deposito a fini espositivi: la tela raffigurante “Marte e Minerva”, già sovrapporta del Palazzo Sannazzaro.

L’occasione sarà anche motivo di valorizzazione e divulgazione del Fondo Fotografico della Biblioteca Civica di Casale Monferrato “Giovanni Canna”, con immagini di inizio Novecento del Castello di Camino realizzate da Francesco Negri, messe a confronto con i recenti scatti del fotografo piemontese Giorgio Olivero.

Come sottolineava lo storico dell’arte Giovanni Romano in occasione delle celebrazioni del terzo centenario della nascita di Guala (1998), “l’attività pittorica di Pietro Francesco Guala spazia da Torino a Milano, da Vercelli ad Asti, ma solo a Casale Monferrato ci si può rendere veramente conto della grandezza e del carattere particolare della sua personalità”.

La mostra, infatti, prosegue idealmente in città, con un itinerario che conduce tra chiese e palazzi dove si conservano opere significative dell’artista: dalla Chiesa di San Domenico, che custodisce “La disfatta degli Albigesi” e altri dipinti di tema religioso, alla Chiesa di Santo Stefano con la serie di ovali raffiguranti santi ed evangelisti; dal Palazzo Municipale Gozzani di San Giorgio, con gli affreschi della cosiddetta “Sala Guala”, al Palazzo Gozzani di Treville, sede dell’Accademia Filarmonica, con la volta dello scalone raffigurante “L’Allegoria dell’Olimpo”.

Per accompagnare i visitatori in questo ampio e suggestivo itinerario, il Museo Civico ha organizzato un calendario di visite guidate mensili, curate dalle guide turistiche locali, nelle seguenti date: domenica 7 e 21 settembre, 5 e 19 ottobre, 16 e 30 novembre e 7 dicembre, con partenza dal Museo alle ore 15,30.

A corredo della mostra è stato pubblicato un catalogo, edito da LineLab di Alessandria, costituito di 122 pagine con le riproduzioni delle opere esposte e i testi di Claudio Bertolotto, Marianna Ferrero, Roberto Livraghi, Silvia Martinotti, Alessandra Montanera, Enrico Ricchiardi, Liliana ReyVarela, Elena Varvelli, Maria Grazia Zenzani.

“Questa mostra – ha dichiarato il Sindaco di Casale Monferrato, Emanuele Capra – non è soltanto un’occasione per ammirare capolavori di grande valore artistico, ma anche un momento di riconoscimento del legame profondo che Pietro Francesco Guala ha con la nostra città. L’esposizione rafforza il ruolo di Casale Monferrato come centro di riferimento per la conoscenza e la valorizzazione del suo patrimonio storico e culturale, offrendo a cittadini e visitatori un percorso che unisce Museo, chiese e palazzi in un dialogo unico tra arte e territorio”.

“La Soprintendenza – aggiunge il Soprintendente di Alessandria, Asti e Cuneo Lisa Accurti – come ultima tappa del percorso virtuoso intrapreso con il recupero allo Stato dei ritratti Scarampi, e consapevole dell’opportunità unica di offrire alla pubblica fruizione i dipinti ritrovati – destinati presto a ‘rientrare’ presso la loro storica dimora a Camino – ha fortemente promosso questa rilevante iniziativa di valorizzazione culturale; la sua valenza si amplifica grazie alla possibilità, offerta dal Comune e dal Museo Civico di Casale, di contestualizzare i ritratti di Guala non solo in riferimento alla più ampia parabola artistica dell’autore, ma soprattutto ‘posizionandoli’ entro quell’antica e felice stagione culturale casalese, che costituì per il pittore terreno ideale per lo sviluppo della sua più rappresentativa produzione”.

La realizzazione del progetto è stata resa possibile anche dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, che, nel condividerne gli obiettivi, ha messo a disposizione il proprio prezioso supporto.

Il percorso espositivo sarà visitabile fino al 6 gennaio 2026 secondo gli orari di apertura del Museo Civico di Casale Monferrato e sarà compreso nel prezzo del biglietto di accesso ordinario.

Per ulteriori informazioni è possibile contattare il Museo Civico ai recapiti telefonici 0142.444.249 e 0142.444.309 oppure scrivendo a museo@comune.casale-monferrato.al.it

 

Orari:

  • giovedì dalle ore 8,30 alle ore 12,30 e dalle ore 14,30 alle ore 16,30;
  • venerdì, sabato, domenica e festivi infrasettimanali dalle ore 10,30 alle ore 13,00 e dalle ore 15,00 alle ore 18,30;
  • Chiusure: 24 e 25 dicembre – 31 dicembre – 1° gennaio.

Biglietti d’ingresso:

  • Intero 8,00 €
  • Ridotto 5,00 € – Studenti fino a 24 anni; – ultrasessantenni; – Associazioni convenzionate (FAI, Touring Club Italiano, Italia Nostra, Soci Coop, Unicredit).
  • Ridotto Gruppi 4,00 € – gruppi superiori a 10 persone; – iniziative speciali: Giornate Europee del Patrimonio.
  • Ingresso gratuito – ragazzi fino a 16 anni senza attività didattica; – attività didattica per scuole dell’obbligo situate a Casale Monferrato e sul territorio del Monferrato Casalese; – invalidi e accompagnatori di invalidi; – giornalisti; – titolari Abbonamento Musei; – iniziative speciali e aperture serali in occasione di manifestazioni cittadine; – ogni secondo fine settimana del mese in occasione di Casale Città Aperta; – bambini titolari di “passaporto culturale” più due accompagnatori.

VISITE GUIDATE MUSEO + CITTA’

Nelle seguenti date sarà possibile partecipare a visite guidate itineranti tra Museo e città alla scoperta dei luoghi in cui sono conservate le opere di Guala.

Le visite guidate sono programmate nelle seguenti date: 7e 21 settembre, 5 e 19 ottobre, 16 e 30 novembre, 7 dicembre alle ore 15,30.

La partecipazione alla visita guidata prevede il pagamento del biglietto di ingresso + 4 €.

CHIERI. MOSTRA FOTOGRAFICA IN PIAZZA CAVOUR

A BENE VAGIENNA LA COLLETTIVA “SOGNI” DEL CIRCOLO DEGLI ARTISTI DI TORINO

L’ampio e diversificato programma espositivo, e non solo, dello storico Circolo degli Artisti di Torino offre momenti ed esperienze che definiscono l’impegno e le storie delle artiste e artisti che sono stati invitati a partecipare a questa rassegna, dal 7 settembre (inaugurazione alle 10,15) al 28 dicembre, a Palazzo Lucerna di Rorà a Bene Vagienna, dedicata a “Immagini, realtà e sogni” e al fascino indiscusso di un’interiore e personalissima memoria. Attività dell’Associazione Culturale Amici di Bene, Città di Bene Vagienna e il patrocinio di Regione Piemonte, Consiglio Regionale del Piemonte e Provincia di Cuneo.

Memoria di giorni, di stagioni, di incontri che appartengono a

questo nostro e complesso tempo, ai ricordi, alle sensazioni che affiorano da profondissimi silenzi capaci di interpretare sguardi e la magia dei versi di Antonio Machado: “L’arcobaleno ed il balcone. In sogno/ tremolano le sette corde della/ lira del sole”.

Il sogno è, quindi, visione, raffigurazione e lettura, o rilettura, di quelle immagini fantastiche che emergono dall’intima essenza dell’uomo, dall’intrecciarsi della ragione con i sentimenti, in una sorta di continua adesione a una realtà ridefinita tra intuizione e immaginazione, facoltà sensitiva e trasfigurata simbologia e, come ha scritto Arthur Schopenhauer, “Noi abbiamo sogni; non è forse tutta la vita un sogno?”.

E questa riflessione unisce i versi dei poeti ai colori dei pittori, il modellato degli scultori al segno degli incisori e dei grafici, creando un percorso ricco di contenuti legati al cammino dell’umanità. E, in particolare, la mostra si snoda attraverso un linguaggio onirico, risolto secondo ben precisi processi mentali in un continuo interscambio di informazioni, pagine pittoriche e stampe fotografiche in cui “il Tempo scintilla e il sogno è sapere” (Paul Valery).

Aspetti filosofici e personaggi, volti e corpi immersi nell’atmosfera, impronte e accentuato naturalismo, concorrono a delineare il senso di una scrittura caratterizzata da paesaggi, animali, eteree figure e da una narrazione dalla sensibile resa espressiva.

Una narrazione scandita con l’energia di personalissime rievocazioni segnate dal “sogno” e dalle notti fatate, dalla luce lunare e dalle visioni celesti, in una dimensione che richiama la rapida e sottesa tensione della linea, del colore e della materia.

Una visione che emerge, inoltre, dalle parole di Gian Giorgio Massara che in “Il messaggio dell’arte”, nel catalogo della “Sociale” del 2021-22, ha sottolineato il valore di “opere intensamente vissute, evocanti il passato, memori della tradizione, che pongono interrogativi oppure rallegrano lo spirito, che ci consentono di evadere dal quotidiano oppure di sognare, di compiere viaggi ideali”. E, ancora, il sogno costituisce la trama infinita del rinnovarsi dei silenzi e delle attese, del carnevale veneziano e delle impressioni espresse con un fraseggio capace di fissare una sognante dimensione figurale o un limite assoluto o un’astrazione, raggiungendo inattesi e palpitanti moti dell’animo.

L’indagine intorno a un sogno perduto, al racconto che va oltre l’iride, a una testimonianza che oltrepassa il tempo si identifica con una fotografia digitale, una scultura in argilla, una maschera in legno che diventano misura di una singolare ricerca che si può, idealmente, ricollegare alle teorie di André Breton: “Crediamo talmente alla vita, a quello che la vita ha di più precario-intendo parlare di vita “reale”-che alla fine perdiamo questa fede. L’uomo, questo definitivo sognatore, sempre più scontento del proprio destino tocca faticosamente gli oggetti al cui uso è stato condotto e che gli sono stati attribuiti dalla sua incuria e dai suoi spazi….”.

Momenti, segnali, intuizioni fanno indissolubilmente parte della nostra società, di ricuperate stagioni dell’esistenza e della volontà di riscrivere la propria storia tra frammenti di idee e gli impercettibili attimi di un dire che rivela improvvise e intense rappresentazioni scandite dalle parole di Jorge Luis Borges: “Prima che il sogno (o il terrore)intrecciasse/ mitologie e cosmogonie/ e che il tempo prendesse forma in giorni,/ il mare, il sempre mare, era lì, eterno”.

            Angelo Mistrangelo 

 

ACQUI TERME. PALAZZO ROBELLINI OSPITA LA MOSTRA “ENRICO PAULUCCI – GRAFICA” A CURA DI ADRIANO BENZI E ROSALBA DOLERMO

Acqui Terme: Palazzo Robellini dal 30 agosto al 12 ottobre 2025

 

Riparte l’appuntamento annuale con la Mostra di Adriano Benzi e Rosalba Dolermo, un evento molto atteso dal pubblico, che segue ormai da anni con interesse le opere di importanti protagonisti del Novecento. Collezionisti ed esperti d’arte, Adriano Benzi e Rosalba Dolermo, in collaborazione con il Comune di Acqui Terme Assessorato alla Cultura, propongono, di volta in volta, Mostre che ricoprono un ruolo di primo piano nell’attività culturale della nostra Città, offrendo al pubblico un’esposizione di elevato valore culturale e artistico, lasciando in tal modo un’impronta significativa nel tessuto culturale della nostra cittadina.

Quest’anno la Mostra ideata dai due curatori, dal titolo “Enrico Paulucci – grafica”, intende rendere omaggio a Enrico Paulucci, uno dei più importanti artisti del ventesimo secolo, protagonista della mostra, che raccoglie circa 70 opere (calcografie-acqueforti, litografie, serigrafie, disegni, tecniche miste) appartenenti alla collezione di Adriano e Rosalba Benzi, che Palazzo Robellini di Acqui Terme (Piazza Abramo Levi, 7) ospiterà dal 30 agosto al 12 ottobre 2025. Una rassegna che consente di ripercorre le tappe fondamentali del lavoro nel campo della grafica dell’Artista piemontese.

Importante protagonista della vicenda artistica italiana ed europea del secondo Novecento, Enrico Paulucci o Paulucci delle Roncole (Genova, 13 ottobre 1901 – Torino, 22 agosto 1999) si colloca anche nell’olimpo degli artisti specializzati nella grafica. Artisti, scultori, pittori, disegnatori, capaci anche di effettuare sostanziali interscambi artistici tra l’incisione e la pittura modulando ed influenzando, ora nell’uno ora nell’altro campo, invenzioni ed emozioni. Paulucci ha partecipato alle più importanti rassegne artistiche nazionali e internazionali, Biennale di Venezia compresa, ed ha esposto in numerose mostre personali in Italia e all’estero.

A corredo dell’esposizione, ci sarà un catalogo con tutte le immagini in gruppi omogenei e commentate da scritti di Gianfranco Schialvino e Francesco Proto.

 

La Mostra è stata inaugurata sabato 30 agosto e rispetta il seguente orario di apertura:

dal 31 agosto al 12 ottobre 2025 da martedì a domenica ore 10 – 12,30 e 16 – 19. Lunedì chiuso –

Ingresso gratuito. Per informazioni contattare info@vecchiantico.com oppure cultura@comune.acquiterme.al.it

VILLANOVA D’ASTI. MOSTRA “I SANTI SUI CARRI. ARTE E TRADIZIONI POPOLARI”

INTESA SANPAOLO: LE MOSTRE IN ARRIVO ALLE GALLERIE D’ITALIA

Lady with the goose, Cristina Mittermaier

Intesa Sanpaolo, che ha chiuso il primo semestre 2025 con 420.000 visitatori nella rete museale delle Gallerie d’Italia a Milano, Napoli, Torino e Vicenza, presenta una stagione autunnale ricca di grandi mostre nell’ambito del proprio Progetto Cultura, il piano pluriennale delle iniziative con cui la Banca esprime il proprio impegno per la promozione dell’arte e della cultura nel nostro Paese.

Il programma espositivo parte l’11 settembre alle Gallerie d’Italia di Torino con il progetto dell’artista olandese Erik Kessels che realizzerà un’installazione multimediale composta dalle oltre 60 mila immagini provenienti dall’Archivio Publifoto di Intesa Sanpaolo. Le fotografie saranno tutte “cucite” e “trasformate” per formare un’unica immagine in continuo movimento grazie all’ausilio dell’intelligenza artificiale, da cui emerge un ritratto fluido dell’Italia in cui i volti di persone, di immagini di cronaca, di guerra, di lavoratori, di politica, di sport, di frammenti storici si compenetrano nello spazio l’una nell’altra.

Il 3 ottobre alle Gallerie d’Italia a Vicenza arriverà la mostra ‘Cristina Mittermeier. La grande saggezza’, a cura di Lauren Johnston e in collaborazione con National Geographic, dopo il successo ottenuto alle Gallerie d’Italia di Torino e la presentazione alla GAM-Galleria d’Arte Moderna di Palermo. L’esposizione, arricchita di nuovi scatti, è dedicata al lavoro della grande fotografa e attivista messicana, con immagini ad alto impatto emotivo e scenografico, per riflettere sulla bellezza del pianeta e la difesa della natura.

Dal 9 ottobre le Gallerie d’Italia di Torino presenteranno una grande mostra dedicata a Jeff Wall, (Vancouver, 1946) uno dei fotografi più significativi e influenti del momento, che da oltre 40 anni si muove tra la staged photography e l’osservazione documentaria, realizzando immagini che esplorano ogni aspetto della società contemporanea.

La mostra ‘Jeff Wall. Photographs’, a cura di David Campany, raccoglierà le fotografie più importanti dell’artista dalla fine degli anni Settanta fino a quelle più recenti, raccontandone la realizzazione a più livelli.

Dal 12 novembre le Gallerie d’Italia di Torino, in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema che nel 2025 compie 25 anni, ospiteranno una mostra dedicata al fotografo Riccardo Ghilardi, noto in particolare per i suoi ritratti di celebrità. A cura di Domenico De Gaetano, l’esposizione sarà un racconto fotografico originale e ambizioso che, come un lungo “piano sequenza”, ripercorre il cinema e la sua storia dalle origini ai giorni nostri, la Mole e le collezioni del Museo coinvolgendo le maggiori personalità del cinema nazionale e internazionale.

Il programma prosegue alle Gallerie d’Italia di Napoli, dove il 20 novembre aprirà la mostra ‘Donne nella Napoli spagnola. Un altro Seicento’, un approfondimento sull’importante e spesso trascurato contributo femminile alle arti figurative del Seicento a Napoli, sulla scia del successo della mostra dedicata ad Artemisia Gentileschi nel 2023. Protagoniste di questa nuova rassegna saranno personalità femminili note e altre finora rimaste in ombra, poiché spesso confinate alla bibliografia specialistica o locale. Il campo di ricerca si estenderà alle figure di letterate, cantanti, musiciste e commedianti.

L’esposizione autunnale che Intesa Sanpaolo apre dal 28 novembre alle Gallerie d’Italia di Milano sarà dedicata all’età napoleonica: in questo straordinario periodo si assistette a un confronto senza precedenti tra Roma, capitale universale delle arti, e Milano, uno dei grandi centri europei del Neoclassicismo per la sua indiscussa modernità. Protagonisti della mostra ‘Eterno e visione. Roma e Milano capitali del Neoclassicismo’, organizzata in partnership con la Bibliothèque nationale de France, saranno Antonio Canova e Giuseppe Bossi, affiancati da altri grandi artisti, come Andrea Appiani, le cui opere restituiranno un universo artistico poco conosciuto al grande pubblico. La mostra vedrà l’esposizione dei cosiddetti Onori d’Italia, gli apparati vestimentari utilizzati da Napoleone nel corso dell’incoronazione a Re d’Italia avvenuta nel Duomo di Milano nel 1805, sottoposti a restauro nell’ambito della XIX edizione di Restituzioni. Aprirà la mostra il Cavallo colossale in gesso di Antonio Canova, del Museo Civico di Bassano del Grappa, sottoposto a un importante intervento conservativo in occasione della XX edizione del programma Restituzioni.

 

OTTOFINESTRE. R-ESISTENZE: MOSTRA “FINESTRE SU ARTIFICIALE & NATURALE””

 

A PICK GALLERY. ON LIFE, THE UNIVERSE AND EVERYTHING ELSE. Jay Gard – Wolfgang Flad

a cura di Emanuela Romano

Inaugurazione giovedì 18 settembre 2025, ore 18

18.09.25 – 25.10.25

Il 18 settembre, in occasione della riapertura condivisa delle gallerie di TAG con l’evento Ouverture2025, A PICK GALLERY inaugura la nuova stagione espositiva con la mostra On Life, the Universe and Everything Else, un dialogo inedito tra le ricerche di Jay Gard e Wolfgang Flad, entrambi – protagonisti della scena berlinese – saranno presenti all’opening per incontrare il pubblico.

L’esposizione esplora le complesse interconnessioni tra vita, natura, movimento e spazio, mettendo in relazione architettura, botanica e scienza in un linguaggio formale, capace di oltrepassare confini disciplinari. Berlino, città simbolo di apertura e sperimentazione, è il contesto che alimenta le loro ricerche, che spaziano dal Bauhaus al Barocco, dal rigore della geometria alla fascinazione per le forme organiche. Le opere di Gard e Flad, tutte realizzate appositamente per la mostra, nascono da una riflessione profonda sul movimento, sulle dinamiche naturali e sul legame tra essere umano e ambiente.

Con Jay Gard (Halle, Germania 1984), la precisione quasi ingegneristica e l’eleganza formale si traducono in composizioni che intrecciano pittura e scultura, con materiali come legno, metallo e pigmenti puri, rielaborando suggestioni dal modernismo, dalla storia dell’arte e dalla grafica industriale; il suo lavoro è riconosciuto a livello internazionale, con mostre in istituzioni come il Museum Gunzenhauser e progetti pubblici in Austria e Svezia. Wolfgang Flad (Reutlingen, Germania, 1974) sviluppa invece sculture e installazioni sospese, leggere e dinamiche, realizzate con materiali organici e riciclati, in cui forme biomorfiche evocano mondi vegetali e microscopici; la sua pratica, caratterizzata da un meticoloso lavoro artigianale, indaga processi di erosione, crescita e trasformazione, creando ambienti immersivi che sfidano la percezione dello spazio. Insieme, Gard e Flad aprono uno spazio mentale e sensoriale che invita a riflettere su ciò che è visibile e ciò che resta nascosto, sul noto e sull’ignoto. On Life, the Universe and Everything Else diventa così un invito a esplorare, attraverso il linguaggio delle immagini, la complessità della vita e degli universi possibili, oltre ogni convenzione e limite.

 

La mostra sarà visibile fino al 25 ottobre 2025.

 

Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso. HIC sunt Viperae. Breve storia degli animali ai piedi delle Alpi: una visita tematica e una conferenza alla scoperta della fauna rappresentata negli affreschi

Sabato 6 settembre, dalle ore 15.30

 

?

Maiali, capre, draghi e scorpioni: nella Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, dedicata al santo protettore degli animali, sono presenti affreschi che rappresentano anche la fauna. Dai maiali, che si trovano spesso nell’iconografia legata a Sant’Antonio per il largo uso che i monaci Antoniani facevano del grasso dei suini per la cura delle malattie cutanee legate al fuoco di Sant’Antonio, alle capre raffigurate nella processione di pastori e ancora scorpioni e draghi sui vessilli dei “carnefici” di Cristo a rappresentare il male.

L’appuntamento di sabato 6 settembre “HIC sunt Viperae” è una visita tematica seguita da una conferenza organizzata in collaborazione con Daniele Pesce, Ente di Gestione delle Aree Protette dei Parchi Reali, alla scoperta della fauna rappresentata negli affreschi e della sua simbologia.

Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso

Località Sant’Antonio di Ranverso, Buttigliera Alta (TO)

Sabato 6 settembre 2025, dalle ore 15.30 alla chiusura

HIC sunt Viperae

Costo: 7 euro + biglietto di ingresso

Biglietto di ingresso: intero 5 euro, ridotto 4 euro

Hanno diritto alla riduzione: minori di 18 anni, over 65, gruppi min. 15 persone

Fino a 6 anni e possessori di Abbonamento Musei: biglietto ingresso gratuito

Prenotazione obbligatoria entro il giorno precedente

Info e prenotazioni (dal mercoledì alla domenica):

011 6200603 ranverso@biglietteria.ordinemauriziano.it

www.ordinemauriziano.it

Per ritenere valida la prenotazione attendere una conferma

 

CIRCOLO DEGLI ARTISTI. Revolucion. Mostra personale di Marco Ruffino

a cura di Clizia Orlando

Giardiniera Reale del Circolo degli Artisti di Torino

c.so San Maurizio 6 – Torino

INGRESSO LIBERO

dal 13 settembre al 1 ottobre 2025

INAUGURAZIONE sabato 13 settembre ore 17

Riprende dopo la pausa estiva, la programmazione espositiva del Circolo degli Artistidi Torino, alla Giardiniera Reale di c.so San Maurizio 6, a Torino, con la mostra personale di Marco Ruffino, inserita nella programmazione di ExhibiTo 2025.

L’esposizione curata da Clizia Orlando sarà aperta al pubblico tutti i giorni dalle 15:30 alle 19:30 sino al 1 ottobre.

Negli spazi del Circolo degli Artisti di Torino Marco Ruffino propone un viaggio crudo e potente attraverso le sfaccettature più dolorose dell’esistenza umana, utilizzando la plastica combusta non solo come medium artistico ma come metafora tangibile di una sofferenza che consuma e trasforma.

L’artista, con una sensibilità acuta, riesce a plasmare un coagulo di patimenti, interpellando direttamente l’osservatore per sollecitare un input di Revolucion : è il tentativo di riappropriarci della nostra Umanità usando come uniche armi le relazioni, i valori, le proiezioni condivise di futuro, frammenti forse utopistici di vera civiltà.

Il freddo utilizzo della ragione, che è il motore del mero progresso tecnologico, ci ha infatti permesso di conquistare il mondo esterno ma ci ha reso ciechi al mondo interno, sordi ai rintocchi emotivi dell’ essere, che ci vede indissolubilmente legati gli uni agli altri, nella responsabilità di declinare le prossime pagine del nostro esistere .

Marco Ruffino recupera così icone proprie di una sacralità millenaria per dare voce alla desolazione del nostro tempo, riflettendo su come il mondo si sia abissalmente allontanato dal praticare e non solo declamare parole come pace e amore de Il figlio dei fiori.

Clizia Orlando

(Stralcio del testo dedicato all’artista da Clizia Orlando e presentato nella sua interezza in mostra)

 

CASALE MONFERRATO. “Indiani d’America. Il Popolo del Grande Spirito”

Dal 13 settembre la mostra al Castello del Monferrato

Sabato 13 settembre 2025, alle ore 17,00 nella Manica Lunga del Castello del Monferrato, verrà inaugurata la mostra di carattere etnografico e didattico, curata dall’artista e collezionista casalese Mauro Galfrè: “Indiani d’America. Il Popolo del Grande Spirito”.

Il percorso della mostra offrirà un’ampia panoramica oggettistica e fotografica di questi popoli attraverso una variegata e nutrita esposizione di poster, immagini pubblicitarie, manifesti cinematografici, fumetti, cartoline, libri, dischi, drappi, tappeti, tamburi, sculture, statue, abiti, manufatti originali, armi, suppellettili varie.

L’esposizione presenterà, inoltre, un’interessante sezione dedicata a dipinti e disegni realizzati su questo tema da artisti italiani locali e nazionali, come, oltre a Mauro Galfrè, Gigi Marini, Piergiorgio Panelli, Pit Piccinelli, Marco Briolini, Gian Vittorio Daverio, a cui si aggiungono opere di illustratori e celebri fumettisti come Dario Gentilini, Claudio Villa, Alex Piccinelli, Luigi “Cortez” Corteggi, Gino Vercelli. In mostra anche alcuni diorami, riproduzioni fotografiche e opere dalle collezioni di Massimo Barbano, Giovanni Cappa, Edo Ferraro, Bona Tolotti e Mario Cravino.

La rassegna sarà completata da una serie di pannelli illustrativi e didattici, con testi e fotografie d’epoca, gli accadimenti storici legati all’espansione territoriale e all’invasione e colonizzazione dei territori dell’ovest americano, incoraggiata dal Governo federale e difesa dall’esercito degli Stati Uniti, che ebbe come conseguenza un lungo periodo di fiera resistenza indiana con gli scontri che confluirono infine nelle guerre indiane di metà ‘800.

Il curatore, Mauro Galfrè, sottolinea: “Attraverso il suo allestimento si vuole riportare l’attenzione sul mondo suggestivo, ma oggi alquanto dimenticato, dei Nativi Americani, sui loro usi e costumi, sulla loro cultura e spiritualità e sulle tragiche vicende delle guerre indiane dell’Ottocento.

Gli attuali discendenti, infatti, considerati da sempre cittadini di serie B, ancora oggi vivono in gran parte dimenticati nelle poverissime riserve, disseminate sul territorio degli Stati Uniti, in condizioni di vita precarie, con gravi problemi di alcolismo, campando di scarsi sussidi governativi e impossibilitati a integrarsi nella moderna società americana dei consumi e dei profitti, dove le diverse etnie, più deboli e disagiate, vengono ancora ghettizzate, sfruttate e spesse volte respinte oltre i confini del territorio americano”.

Nel corso della mostra sarà programmato un incontro con la professoressa Naila Clerici, presidente dell’Associazione “Soconas Incomindios” di Torino e già docente all’Università di Genova di storia dei popoli nativi d’America, che da anni porta avanti attività di divulgazione sulla storia e la cultura di queste popolazioni e si dedica alla salvaguardia dei loro diritti civili anche attraverso la rivista dell’associazione: “Tepee”.

In un successivo incontro verrà presentato il libro: “La bella gente” dell’illustratore torinese Dario Gentilini.

Emanuele Capra, Sindaco di Casale Monferrato, puntualizza: “Questa esposizione consente di approfondire una pagina significativa della storia mondiale attraverso un percorso ricco di contenuti e spunti di riflessione. Il suo valore divulgativo e culturale la rende particolarmente adatta anche al pubblico più giovane, offrendo approfondimenti e strumenti per comprendere meglio una realtà troppo spesso eccessivamente semplificata nell’immaginario collettivo”.

La mostra, allestita in collaborazione con mON! Eventi in Monferrato e l’Associazione culturale Soconas Incomindios odv ets, sarà visitabile gratuitamente fino al 5 ottobre 2025 nelle giornate di sabato e domenica dalle ore 10,00 alle 13,00 e dalle 15,00 alle 19,00.

CHERASCO. “I guardiani del fuoco” di Maria Mesiano

Mostra fotografica sui Carbonai di Serra San BrunoCherasco, Chiesa di San Gregorio dal 6 al 28 settembre 2025

 

Da sabato 6 settembre nella Chiesa di San Gregorio di Cherasco prende il via la mostra fotografica della cheraschese Maria Mesiano dedicata ai Carbonai di Serra San Bruno.

Insegnante originaria di Capistrano, la Mesiano risiede a Cherasco da oltre vent’anni e svolge la professione di maestra presso la scuola primaria Edoardo Mosca di Bra; coltiva una profonda passione per la fotografia. Ama raccontare, attraverso le sue fotografie, i dettagli della sua terra natale, alla quale è profondamente legata. Ha presentato i suoi scatti in diverse mostre sul territorio piemontese. Nell’agosto del 2023 si è recata a Serra San Bruno per documentare il lavoro tradizionale dei carbonai, uno dei mestieri più antichi del mondo; ha seguito con attenzione tutte le fasi della produzione del carbone, realizzando un reportage ricco di particolari, dalla costruzione dello “scarazzu”, la catasta di legna, fino alla combustione del legno di leccio. Oggi il carbone prodotto viene utilizzato soprattutto per il barbecue, mentre un tempo era impiegato anche per il riscaldamento domestico, in particolare nel sud Italia. «Durante il mio reportage – spiega Maria Mesiano – ho incontrato persone felici e aperte al dialogo e ho cercato di trasmettere questa esperienza attraverso le immagini in bianco e nero, che richiamano tempi remoti e suscitano sentimenti contrastanti».

Il lavoro dei carbonai nelle montagne delle Serre rappresenta una delle ultime testimonianze vive dell’archeologia industriale della zona, un’attività antichissima che un tempo coinvolgeva decine di famiglie e costellava i boschi con numerosi siti di produzione del carbone. Ancora oggi, otto siti a conduzione familiare sono attivi e portano avanti questa tradizione secolare. Il processo di carbonizzazione è lungo e complesso: prevede la costruzione dello “scarazzu”, una perfetta cupola di legna selezionata e disposta in modo geometrico, seguita da una combustione controllata che dura circa venti giorni. Il fumo, monitorato costantemente, guida il carbonaio nella regolazione del fuoco per ottenere una cottura ottimale del legno. È un lavoro faticoso e continuo, che richiede la partecipazione dell’intera famiglia, anche durante la notte. Nonostante la modernità, questa attività resiste come simbolo di un passato ancora vivo e parte integrante dell’identità economica e culturale del territorio.

Nel periodo della mostra è inoltre stato organizzato un convegno dal titolo “Carbonai e gessaioli di Cherasco” venerdì 12 settembre, alle 20.45, ad ingresso libero, a cura di Barbara Davico, archivista e bibliotecaria di Cherasco, con la partecipazione di Bruno Tibaldi e Mario Novarino e le testimonianze di Carlo Marenda.

La mostra sarà aperta e visitabile dal 6 al 28 settembre 2025, il sabato e la domenica dalle ore 15 alle 19, a ingresso libero.

Convegno: I Guardiani Del Fuoco – L’arte di Carbonai e GessaioliChiesa di San Gregorio di Cherasco, venerdì 12 settembre 2025, ore 21

Nell’ambito della mostra, venerdì 12 settembre, alle 21, sempre nella Chiesa di San Gregorio si svolgerà il convegno dal tema “I guardiani del fuoco. L’arte di Carbonai e Gessaioli”

Interverranno: Bruno Tibaldi, da anni studioso del territorio cheraschese dal punto di vista naturalistico e morfologico, che descriverà la “Geomorfologia del territorio (canyon e Grotta dei gessi)”; Mario Novarino, ricercatore storico del Roero, fondatore dell’associazione culturale “Bel Monteu” ­che parlerà de “I carbonai del Roero. Storie antiche di boschi e carbonere con la storia di Serafino e la carbonaia”; Carlo Marenda, testimone diretto racconterà “La famiglia Marenda: estrazione e lavorazione del gesso in borgata Meane”; Barbara Davico, archivista e bibliotecaria del Comune di Cherasco accompagnerà in un viaggio virtuale “Alla scoperta dei documenti di archivio sull’attività di carbonai e gessaioli a Cherasco”.

Il carbonaio e il gessaiolo sono alcuni dei mestieri più antichi al mondo, i carbonai in Piemonte sono scomparsi da ormai 200 anni. I gessaioli a Cherasco hanno operato fino agli anni Sessanta del secolo scorso. Sono attività di sapienza millenaria che richiedono sacrificio, pazienza, cura e maestranza.

Il presente convegno sarà incentrato sull’ elogio della lentezza, quale relazione antropologica molto stretta tra l’uomo e la natura in una lavorazione puramente artigianale.

La mostra di Maria Mesiano e il convegno non hanno solo valore storico – documentale di mestieri ormai estinti sul territorio cheraschese, ma permettono ai presenti di apprendere o magari riscoprire antiche e preziose arti svolte in passato da famiglie di cui magari si conoscono i discendenti.

 

CASALE MONFERRATO. “Colori e graffiti. Frammenti di tempo”. Mostra personale di Giuseppe Mazzoleni al Castello del Monferrato

Sarà inaugurata sabato 13 settembre 2025 alle ore 17,30, ma con possibilità di visita già venerdì 12, presso la Ex Cappella del Castello del Monferrato, la mostra “Colori e graffiti. Frammenti di tempo”, che presenterà al pubblico dipinti e sculture di Giuseppe Mazzoleni.

Le opere, realizzate dall’artista casalese tra il 1970 e il 2025 daranno vita a un percorso che si articolerà basandosi su due nuclei distinti: Colori e graffiti, che raccoglie lavori in cui dominano l’uso del colore e segni incisivi, e Frammenti di tempo, serie già esposta a San Donato Milanese e ispirata a suggestioni dell’arte mediterranea e medio orientale, dalle pitture rupestri alla classicità greca. Alcune sculture completano la mostra.

La ricerca di Mazzoleni, che nella sua carriera professionale ha operato a lungo nei campi della grafica pubblicitaria ed editoriale, è segnata dalla libertà di spaziare dall’astratto al figurativo, fino a esiti ibridi che uniscono entrambi i linguaggi. Al centro, la volontà di suscitare emozioni e di restituire, attraverso forme e segni, un dialogo con il tempo e con le radici culturali comuni.

L’esposizione sarà visitabile con ingresso libero e gratuito fino a domenica 28 settembre, nelle giornate di sabato e domenica dalle ore 10,00 alle 13,00 e dalle 15,00 alle 19,00.

BRA. “TUTTI DESIGNERS”, MOSTRA A PALAZZO MATHIS

Torna a Bra “Dedalus” la rassegna dedicata al design, a distanza di oltre 20 anni. Inaugurazione lunedì 8 settembre alle 18.30 con le opere dei più affermati designers italiani e internazionali, a cura di Axel Iberti, con l’organizzazione della Città di Bra e della Fondazione “Pietro Fraire”.

Dedalo inventore e scultore, autore del labirinto, disegna e costruisce, progetta e fabbrica, immagina e guida. Fugge a caro prezzo dalla sua opera più nota e si rifugia in Italia dove prendono vita altre sue forme ed invenzioni. Possiamo definire Dedalo come il primo designer della nostra penisola, della nostra storia, della nostra civiltà. E da qui riparte Dedalus Bra chiamando a raccolta una stupenda compagine di autori in un affascinante viaggio italico nel mondo del progetto, degli oggetti, degli strumenti che per antonomasia rappresentano l’evoluzione antropologica della nostra civiltà occidentale e che in questa mostra in alcuni casi riescono a metterla in discussione nella commovente ricerca delle radici mediterranee e spirituali della nostra cultura. In questo labirintico universo di approcci progettuali artigianali, industriali ed artistici, Dedalus Bra vuole essere il filo d’Arianna che guida in una lettura completa della complessità del nostro vivere contemporaneo.  Perché in realtà siamo “Tutti Designers”. Ognuno di noi è impegnato in un progetto, coinvolto in un disegno professionale o un traguardo di vita, fatto di piccoli sogni e grandi desideri, tempestato da irrefrenabili pulsioni del fare, urgenze nel costruire per lasciare il segno, per far sentire la nostra voce, per vederci e riconoscerci. Metterci la firma. Segnare il punto. Sì, sì, siamo Tutti Designers, ma qualcuno lo è di più. Nel dedalo delle opportunità, qualcuno è veramente designer di professione. Si interroga e si arrovella per davvero, per lavoro.Da forma, sostanza, segno, tattilità, superficie, consistenza e colore alle nostre passioni.Le sublima, le rappresenta, le definisce, riesce a racchiuderle, impersonificarle in oggetti e progetti.E Dedalus Bra nel solco della sua riscoperta autorevolezza. Così come la pensò Francesco Comoglio, braidese e illuminato dirigente d’azienda, scova, cerca, raccoglie e presenta queste storie professionali portandole ai confini delle usuali terre conosciute, le fa approdare in provincia, dove si incontrano le persone, le mani, le aziende, i laboratori, dove il design si fa, si produce, prende vita e poi riparte per nuove rotte». Questo nuovo viaggio Dedalus lo fa partire dalle colonne d’Ercole segnate dalla filosofia progettuale di Michelangelo Pistoletto, la cui opera per Meta Memphis dà titolo a questa edizione 2025, Ettore Sottsass, Gaetano Pesce e Alessandro Mendini e punta la prua verso una nuova vibrante, febbricitante e ricca scena di  autori italiani che da nord a sud attraccano a Bra e popolano le stanze di Palazzo Mathis dove la mostra Tutti Designers verrà allestita dal 8 Settembre al  2 novembre 2025 sotto la direzione artistica e curatoriale di Axel Iberti

A introdurre alla mostra è lo stesso Axel Iberti: «Accanto alle opere dei maestri, i flussi migratori del progetto, a Dedalus attraversano l’Italia intera nella pienezza del paesaggio progettuale allineando rotte diverse, a volte poste agli antipodi. Ci saranno le poetiche di pura produzione industriale di Gio Tirotto. Attraversamenti accoglienti e sicuri costruiti da Francesco Favaretto con gli artigiani del tessuto e del legno. La ricerca sulla sostenibilità viene portata avanti da Monoferments con nuovi oggetti da materiali alla deriva. Matteo Pellegrino lavora sulla trasparenza dando vita ad oggetti che ingannano anche il vetro. Andrea Zambelli come un mastro d’ascia costruisce nuovi vettori che trasportano archetipi dell’architettura tradizionale». Il direttore artistico aggiunge: «Matteo Cibic pianta un albero cresciuto nelle mani sapienti degli artigiani e diventa un punto focale paesaggio domestico. Mandalaki trasforma lo spazio chiuso in un magico orizzonte infinito al tramonto. Tobia Zambotti emigrato in Islanda ci restituisce riflessioni sul nostro istinto di preservazione di fronte alle mutazioni pandemiche. Thanos Zakopolus dal mare della Grecia pianta radici nella verde natura pensinulare e fa vivere la pietra. Elisa Seitzinger disegna nuove ataviche e mitologiche figure gotiche che sono cristallina narrazione illustrata meritevole di pellegrinaggio. Alessio Scalabrini gira il mondo e nelle lastre marmoree celebra il melting pot conteporaneo componendo tavole da skateboard imperiali. Antonio Aricò è mediterraneo catturato nei tappeti disegnati con cicli pittorici di piccole chiese di promontori marini che si fondono con i colori del tramonto. Federico Peri costruisce macchine per riposare di estrema eleganza formale che solo noi italiani possiamo concepire. Emanuele Magini viaggia con l’ironia e ci fa sedere togliendoci peso. Studio Lievito trasforma in luce il marmo attraverso forme famigliari che incontriamo quotidianamente nei nostri cammini e viaggi o in quelli di Anotherview che ci mette in una valigia e ci porta in viaggio in costiera amalfitana. Tra i progetti speciali c’è poi il percorso di Studio Nucleo nella translucenza colorata delle resine e della memoria, la mappa materica di Iammi Studio che è un carnet di esplorazioni di materiali e forme, Sara Ricciardi che ci regala una sosta aulica ed onirica e Undesign che con il progetto grafico della mostra diventa la colonna visiva quasi sonora di questo magnifico itinerario nel mondo del design che Dedalus Bra 2025 cerca di restituire». A fare eco il sindaco di Bra Gianni Fogliato, con l’assessore alla cultura Biagio Conterno: «Dopo oltre vent’anni siamo lieti di dare vita e ospitare, insieme alla Fondazione Piero Fraire, una rinnovata edizione della stagione di Dedalus, che negli anni Novanta si inserì nel panorama italiano e internazionale come una delle prime e visionarie manifestazioni dedicate al design. La mostra di palazzo Mathis, in particolare, permetterà non solo di ammirare opere di artisti di fama mondiale ma anche, come annunciato fin dal titolo, di coinvolgere il più largo pubblico su temi quali la progettazione diffusa, l’educazione al bello, il rapporto tra persone e oggetti simbolo dell’evoluzione culturale della società contemporanea». «Il voler riprendere un progetto storico così ambizioso come Dedalus è per noi, della Fondazione Piero Faire di Bra, un onore e una sfida – precisa la presidente della Fondazione Carla Ravera – da tempo stiamo lavorando per riconsegnare alla Città e al nostro vivere quotidiano questo momento che sa di confronti, di riflessioni e che vorrebbe aiutare anche lo spirito a destreggiarsi meglio nella contemporaneità. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza il supporto concreto di tre Fondazioni bancarie che hanno creduto in questa rivincita: la Fondazione C.R. Torino, la Compagnia di San Paolo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo. Inoltre, la disponibilità dimostrata dall’Amministrazione Comunale, devo dire, è stata pari all’ambiziosità che questo Progetto si propone anche per il futuro». La presidente aggiunge: «Ringrazio il proficuo lavoro di professionisti che ci hanno affiancato e hanno saputo mettere insieme visioni, concretezze e sensibilità tali da offrire ad un pubblico, che senz’altro saprà riconoscersi nelle proposte. Questa mostra a Palazzo Mathis rappresenta, inoltre per me, occasione per salutare tanti amici e simpatizzanti che ci sono stati da sempre vicini nelle nostre attività e che vorranno ancora accompagnarci nelle tante idee e progetti che stiamo rendendo concreti, sempre più parlanti di cultura braidese e di territorio».

La mostra sarà visitabile a Palazzo Mathis, piazza Caduti per la libertà 20, dal venerdì alla domenica con orario continuato dalle 10 alle 18, ingresso gratuito. Apertura straordinaria lunedì 22 settembre in occasione di Cheese, dalle 10 alle 18. Dal lunedì al giovedì, visite riservate, su prenotazione, a gruppi e scuole dalle 9 alle 12.30. (chiamare il numero 0172-430185 o scrivere alla mail promozione@comune.bra.cn.it).

CUNEO. “GRAND’ARTE”. MOSTRA COLLETTIVA “QUADRILOGIA”

La mostra collettiva “Quadrilogia” si presenta al pubblico come l’ottavo evento organizzato da grandArte nell’ambito della rassegna “OMG – grandArte 2025-2026 – I confini del sacro” che proporrà una serierappresenta;va di altre esposizioni d’arte in numerose località dell’intera provincia nel corso degli anni 2025-2026.

Dopo la precedente edizione di HELP, sostantivo e acronimo di Humanity, Ecology, Liberty, PoliCcs,tenutasi nel 2022, si è voluto concentrare l’attenzione su temi e considerazioni più specificamente rivolti all’ambito della spiritualità, intesa nel senso più ampio del termine, nonostante i tempi odierni domina; dalla secolarizzazione e da una conseguente e diffusa indifferenza verso le ques;oni che investono il mondo dell’interiorità, del rapporto con il divino e più in generale di tutto ciò che costituisce la dimensione deltrascendente.

“Vediamo di restare in ascolto sempre, fino all’ultimo”, scrive Sergio Givone quasi alla fine del suo saggio intitolato La ragionevole speranza. Come i filosofi hanno pensato l’aldilà (Solferino, 2025). Ed è quanto si cercherà di attuare con la nuova serie di mostre di grandArte 2025-2026: dare voce agli artisti; che parteciperanno con le loro meditazioni in forma di immagini elaborate attraverso le più diverse tecnicheespressive (dalla pittura alla fotografia e dalla scultura alle installazioni oggettuali).*Il tema del sacro viene introdotto come sentimento di stupore e timore reverenziale di fronte a qualcosa di trascendente e inaccessibile, che si manifesta in una forza che va oltre l’ordinario. Derivando dal latino”sacrum” (separato), il sacro è ciò che si dis;ngue dal mondo profano e quo;diano, come nei luoghi di cultoo nelle fes;vità, divenendo un’esperienza fonte di mistero e di significato profondo per l’individuo.Il ;tolo della mostra richiama il senso di un’opera composita (letteraria, cinematografica o di altro genere, nel nostro caso artistica) costituita da quattro parti distinte ma guidate da un unico scatto ispiratore, tematico e stilistico.

Centenario della morte di Pier Giorgio Frassati:una mostra al Politecnico di Torino ne celebrala memoria di studente in prossimitàdella canonizzazione del 7 settembre

Il Politecnico di Torino rende omaggio a uno dei suoi studenti più illustri, il beato Pier Giorgio Frassati, nell’anno in cui si celebra il centenario della sua morte. Dal 1 al 5 settembre, la Sala Emma Strada ospiterà la mostra “Conosci Pier Giorgio”, un percorso espositivo che ne esplora la figura a tutto tondo, arricchito per l’occasione da materiali inediti provenienti dall’Archivio storico dell’ateneo.

La mostra, ideata dall’agenzia Mediacor per l’Azione Cattolica Italiana, propone un viaggio nella vita di Pier Giorgio, focalizzandosi in particolare su aspetti spesso meno noti al grande pubblico: la sua profonda spiritualità, il suo impegno laicale nel sociale e nella politica, la sua passione per la montagna come luogo di crescita interiore. Per questa speciale esposizione, l’allestimento è stato potenziato con quattro nuovi pannelli dedicati specificamente alla sua esperienza universitaria e al suo legame con il Politecnico, presentando documenti esclusivi e testimonianze dirette che ne raccontano il percorso di studio e la rete di amicizie e interessi maturati tra i banchi dell’ingegneria meccanica.

Ricordare Frassati non è solo un atto di memoria storica, ma un’opportunità per riflettere sull’importanza di coniugare l’impegno intellettuale e professionale con i valori umani e la solidarietà. La sua figura di studente, appassionato e impegnato, dimostra come la costruzione del futuro passi anche attraverso l’esempio di chi ha saputo vivere con coerenza e generosità il proprio tempo, mettendo le proprie competenze al servizio degli altri.

L’esposizione della mostra “Conosci Pier Giorgio” si aggiunge alle numerose iniziative cittadine dedicate a Frassati nell’anno del centenario, tra cui si può ricordare l’apertura dello Spazio espositivo multimediale “Verso l’altro”, realizzato dall’Arcidiocesi di Torino.

 

Mostra “Conosci Pier Giorgio”•Luogo: Politecnico di Torino, Sala Emma Strada•Date: Dal 1 al 5 settembre 2025•Ingresso: Libero

CASTAGNETO PO. FONDAZIONE VIARENGO MINIOTTI: “SPAZI D’ARTE”

RUBIANA. MOSTRA PERSONALE DI GIORGIO RAMELLA

La Pinacoteca comunale di Rubiana chiude sabato 6 settembre la fortunata stagione espositiva estiva con l’inaugurazione della mostra personale di Giorgio Ramella “Il sogno di Penelope. Un filo tra mito e modernità”, curata da Marco Marzi.

La mostra presenta una selezione di circa venti opere ad olio, alcune mai esposte prima, del ciclo dedicato da Ramella al poema epico dell’Odissea tra il 2012 e il 2018. Un viaggio in cui Ramella racconta di paesaggi mentali, mondi interiori e affascinanti cammini nelle culture che da sempre hanno catturato la sua attenzione.

 

 

 

 

COCCONATO. COLLINE MONDANE: mostra di dipinti di Sabina Villa 

Opening: sabato 6 settembre 2025, ore 18.00

Visite: dal 6 al 30 settembre 2025Orari: tutti i giorni dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00

 

Nel cuore del Monferrato, a Cocconato – paese insignito della Bandiera Arancione del Touring Club Italiano e annoverato tra I Borghi più belli d’Italia – la Terrazza Vallìa di Poggio Ridente ospita, dal 6 al 30 settembre 2025, la mostra “Colline Mondane” di Sabina Villa.

Nel pieno del Settembre Cocconatese, l’esposizione propone una selezione di opere dedicate ai paesaggi del Monferrato, reinterpretati con un linguaggio pittorico che fonde colore e ironia.

Sabina Villa – scrive il critico d’arte Salvatore La Piazza – è cresciuta tra le opere dei migliori pittori piemontesi e italiani del ‘900.  Casorati, Baretta, Spazzapan, i Sei di Torino, Guttuso, per dirne alcuni ne frequentavano la collezione di famiglia ed erano spesso invitati per periodi di lavoro, di studio e di amicizia, anticipando presso quella casa, in modo amichevole quelle che oggi chiameremo residenze d’artista.  Quanto alla tecnica pittorica, Sabina l’ha mutuata in modo disciplinare ed empatico dagli allievi di Casorati e dalla scuola torinese.  Tecniche decise ed incorreggibili come l’acquerello, l’ecoline e gli inchiostri che obbligano a sintesi puntuali. Non solo olio e acrilico che non potrebbero cogliere sintesi i colori netti. È stato così anche per le colline del Monferrato che hanno colpito fortemente Sabina, che vi ha dedicato un ciclo pittorico ed una serie di dipinti. Aggiungendo però in modo simbolico e allegro, elementi quasi surreali per superare il limite della ruralità, che parrebbe un limite se lasciata sola.  Anche i paesaggi unici del Monferrato sono sintetizzati in colori vivi con riflessioni toniche e romantiche. Quasi in modo surreale su questi paesaggi si posano elementi a tutta prima estranei, come a evocare una mondanità desiderata. Quasi una denuncia piacevole di una contraddizione che pone un problema di futuro possibile e di sogni auspicati, pieni di desiderio autentico per un territorio amato e da amare. È una mostra particolare rispetto alle più di 20 che Sabina ha maturato negli anni della sua manifestazione artistica e pittorica. Un salto di umore e una piacevole ambiguità tra surrealismo ed ironia. Tra allegria e riflessione su di un territorio che questi lavori promuovono con sintesi e colori da sempre meritati”.

Il catalogo e i libri dell’artista saranno disponibili nella sede dell’evento.

Sabato 6 settembre alle 18:00 l’inaugurazione. Tutti sono invitati. L’ingresso è gratuito.

 

PINEROLO. Africa forme d’Arte in mostra

Dal 5 al 21 settembre, la Città di Pinerolo ospiterà la mostra “Africa forme d’Arte” nei locali del CIT-Centro di Interpretazione del Territorio Pinerolese.L’esposizione, curata da Ettore Brezzo, propone un percorso etno-artistico attraverso una selezione di manufatti, tra cui maschere, sculture e feticci, appartenenti alla sua ricca collezione. Un’occasione per approfondire la conoscenza delle tradizioni e dei riti di diverse etnie africane.Promossa dal Centro Arti e Tradizioni Popolari del Pinerolese e dal Consorzio Vittone, la mostra è un omaggio a Ezio Giaj, già ideatore della prima edizione nel 2013, e rientra nell’ambito delle iniziative culturali del Centro di Interpretazione.“Africa forme d’Arte”, con i materiali grafici realizzati da Remo Caffaro, verrà inaugurata venerdì 5 settembre alle 17,30 al CIT, in viale Giolitti 1, e sarà visitabile fino al 21 settembre nei seguenti giorni e orari: il venerdì dalle 16 alle 19, il sabato e la domenica dalle 9.30 alle 12 e dalle 15 e alle 19 a ingresso libero.La mostra è patrocinata da Regione Piemonte, Consiglio Regionale del Piemonte, Città metropolitana di Torino, Città di Pinerolo, con Turismo Torino e Provincia e nell’ambito di Artigianato Pinerolo.