UN SECOLO FA NASCEVA LA RADIO IN ITALIA. Seconda parte: L’Eiar negli anni 1928-1938

L’Eiar, il nuovo ente della radio

Il settimanale cambiò titolo diventando Radiocorriere e presentò in copertina la Nazionale Italiana di calcio vincitrice del campionato mondiale nel 1934, battendo in finale la Cecoslovacchia 2-1. Il radiocronista della partita fu il grande Nicolò Carosio, che aveva da poco iniziato la collaborazione con l’Eiar.

L’Eiar (Ente italiano per le audizioni radiofoniche) fu creato a fine 1927 per dare maggior impulso alla radiofonia, sostituendosi alla precedente Uri (Unione Radiofonica Italiana) e gli azionisti privati dovettero accettare un nuovo statuto nei termini voluti dal governo guidato da Benito Mussolini. La nuova concessione, data in esclusiva all’Eiar per 25 anni, fu legata a precisi impegni per il potenziamento degli impianti esistenti e la realizzazione di nuovi in altre sedi. Inoltre la vigilanza e il controllo pubblico, senza che lo Stato vi partecipasse come azionista, furono rafforzati con la presenza nel Consiglio di Amministrazione di 4 membri delegati del governo e con la nomina del Presidente e del Consigliere Delegato subordinata ad approvazione governativa. Anche se l’informazione radiofonica aveva spazi ridotti la si voleva tenere sotto stretta osservazione e infatti l’art. 8 della convenzione recitava: “La trasmissione di comunicati di carattere politico e di notizie attuali di carattere economico è subordinata al preventivo visto dell’autorità politica locale, salvo il caso di notizie fornite da agenzia autorizzata dal governo”.

 

La Direzione viene trasferita a Torino

Sotto l’aspetto tecnico-organizzativo, alla fine del 1929, le Stazioni di trasmissione erano localizzate in sei città: Bolzano, Genova, Milano, Napoli, Roma

Nicolò Carosio

e Torino. Nel febbraio 1930 venne inaugurata una nuova stazione a Roma – Santa Palomba, a quel tempo la più potente d’Europa. Negli anni successivi ne furono inaugurate delle nuove a Bari, Firenze, Palermo e Trieste. Un grande cambiamento, con l’obiettivo di rafforzare tecnicamente la radiofonia e la diffusione nel Paese, avvenne nel gennaio 1930 con il trasferimento della Direzione generale e amministrativa dell’Eiar da Milano a Torino, nella sede di via Arsenale 21. Su questa decisione il settimanale della radio scrisse: “Torino, in materia elettrica e di studi scientifici, ha degli attributi che la portano all’avanguardia del pensiero e della vita italiana. D’altra parte Milano resta una delle Stazioni radio più ricche e potenti, mentre l’attività della Eiar tende ad una migliore efficienza di quell’alto strumento di cultura che va diventando la radio…”. Vennero anche trasferite a Torino la direzione e la redazione del settimanale che cambiò titolo da “Radiorario” a “Radiocorriere”, che uscì con un formato più grande e con un costo ridotto per copia che passò da L. 1,50 a L. 0,70, puntando su un forte incremento delle vendite.

La radio italiana passa presto in orbita statale

L’apparecchio economico Radiobalilla

Non mancarono presto altre novità e dopo pochi mesi, nel 1931, la Sip (Società Idroelettrica Piemonte), società per azioni privata con sede a Torino e una forte presenza industriale nel settore telefonico, acquisì il controllo della società Radiofono, a sua volta azionista di maggioranza dell’Eiar, e poi nel 1933 aumentò il suo peso diventando direttamente azionista di maggioranza nella concessionaria della radio. Dal suo canto la stessa Sip, proprio nel 1933, passò sotto il controllo dell’Iri (Istituto per la ricostruzione industriale), un ente pubblico istituito dal governo nel 1933 con funzioni di politica industriale per sanare le criticità delle imprese ed a cascata per le banche nel periodo della “grande depressione”, dopo la crisi mondiale del 1929. A seguito di tutti questi passaggi azionari l’Eiar passò quindi sotto la sfera pubblica anche dal punto societario e dal 1935 il controllo sui programmi venne affidato al ministero per la stampa e la propaganda mentre quello sugli impianti rimase affidato al ministero delle comunicazioni.

 

I programmi e gli abbonati

Nel 1936 venne completato il collegamento via cavo tra le Stazioni e migliorata la qualità delle trasmissioni che erano ripartite in un primo

programma, detto anche nazionale, un secondo programma che dava maggior spazio alla musica e all’intrattenimento popolare, ai quali si

1933 – Vari modelli di radio

aggiunse nel 1937 un terzo programma. Furono anche effettuate trasmissioni dalle colonie dell’Africa Orientale Italiana. Se ad inizio del 1928 gli abbonati erano solo circa 60.000, nel 1938 avevano raggiunto il livello significativo di circa 1 milione. La volontà del governo di diffonderne sempre più la fruizione anche nelle classi sociali più modeste portò nel 1937 a stipulare un accordo con le ditte produttrici per la messa in vendita del “Radiobalilla”, un apparecchio radio più spartano ma di buona qualità e di costo inferiore che poteva essere pagato anche a rate.  

 

I palinsesti

Riguardavano in prevalenza: concerti, opere e operette, musica da camera, canzoni e melodie regionali, commedie, drammi e vi erano anche alcuni programmi più leggeri di intrattenimento. Vi era anche lo sport, e in particolare il calcio, con la diretta delle partite più importanti. Molte trasmissioni, di ogni genere, avevano degli sponsor che pubblicizzavano i loro prodotti. Quotidianamente vi erano i giornali radio della durata di 15 minuti, le previsioni del tempo e qualche rubrica. A titolo esemplificativo ecco la programmazione di domenica 25 aprile 1937:

8.30-8.50 Segnale orario – Giornale radio – Previsioni del tempo, 10.00 L’ora dell’agricoltore, 11.00 Santa Messa cantata, 12.00 Lettura e spiegazione del Vangelo, 12.20 Concerto di musica varia, 13.00 Giornale radio, 13.15 Conversazione, 13.40 Monologo, 13,45 Ritmi e canzoni, 14,20 Trasmissione per italiani all’estero, 15.00 Accademia Campanaria dalla Torre di S. Petronio in Bologna (con 18 Mastri campanari), 15.30 Dallo stadio Mussolini di Torino radiocronaca dell’incontro internazionale di calcio Italia-Ungheria, 17.15 Notizie sportive, 17.25 Operetta in tre atti, 19.30 Notizie sportive, 20.00 Giornale radio, 21.00 Concerto per violino e pianoforte, 22.00 Conversazione, 22.10 Banda della R. Guardia di Finanza, 23.00 Musica da ballo. Nei programmi venivano inserite di tanto in tanto notizie e propaganda su specifiche iniziative e realizzazioni del regime che trovavano eco ancora maggiore sulle prime pagine del Radiocorriere. Trasmissioni speciali furono allestite in occasione delle campagne di guerra coloniale in terra d’Africa.

 

Alcuni programmi di successo

“I quattro moschettieri”

Era una “rivista radiofonica” ed ebbe un successo strabiliante, infatti venne trasmessa dal 1934 al 1937 e per un lungo periodo la domenica all’ora di pranzo nella fascia di maggiore

Nunzio Filogamo

ascolto. Gli autori, Angelo Nizza e Riccardo Morbelli, ispirandosi al romanzo “I Tre Moschettieri” di Alessandro Dumas padre, lo avevano riscritto in chiave umoristica, inserendovi nelle varie puntate molti altri personaggi, veri o leggendari di epoche diverse. Il programma era sponsorizzato da una nota industria dolciaria e vi era abbinato un concorso a premi legato alla raccolta di figurine disegnate dall’artista Angelo Bioletto che si potevano trovare nelle confezioni dei

il feroce saladino: una figurina introvabile

prodotti venduti dallo sponsor. L’apprezzamento per il programma si diffuse sempre più come pure la frenesia nella collezione delle figurine, tanto che si aggiunse un secondo sponsor, una nota industria produttrice di paste alimentari. Nunzio Filogamo, conduttore, attore e regista per molti anni a seguire, che interpretava il personaggio di Aramis, era uno dei protagonisti più apprezzati.

 

“Cantuccio dei Bambini”

Un programma variegato che andò in onda sin dai primi tempi della radio, verso metà pomeriggio e con la durata di circa una ventina di minuti. Conteneva fiabe, brevi racconti, canzoncine, un radiogiornalino, le risposte ai ”perché ?”, e altre curiosità. Uno degli autori di punta, sin dai tempi dell’Uri, fu lo scrittore e illustratore biellese Giuseppe Eugenio Chiorino (1871-1941). Era suo il “Radiogiornalino di Spumettino”, come pure le radiofiabe e radioleggende che nel 1934 furono anche pubblicate a stampa dalla Casa Editrice Paravia di Torino. Inoltre sul “Radiocorriere” ogni settimana Chiorino, con lo pseudonimo “Baffo di Gatto”, rispondeva a svariate domande di grandi e piccini che gli erano state poste nelle lettere inviategli presso la sede dell’Eiar.

Da gennaio 1936 il programma cambiò nome in “Camerata dei Balilla e delle Piccole Italiane”,

e cioè delle organizzazioni giovanili fasciste di ambo i sessi nella fascia d’età tra gli otto e i quattordici anni, anche se i programmi successivi rimasero in gran parte di fantasia e divertimento simili a quelli andati in onda negli anni precedenti.

 

Concorsi a premi  

Chi è al microfono con i fratelli De Filippo

Oltre a quello legato al programma “I Quattro Moschettieri” furono svariati i concorsi, ne ricordiamo brevemente alcuni: “Chi è al microfono?”, dove si doveva indovinare di quale personaggio fosse la voce trasmessa e inviare la cartolina postale per partecipare all’estrazione dei premi offerti dallo sponsor; analogo era il “Concorso di cultura musicale” nel quale si doveva indovinare il titolo e l’autore di brani musicali; “Trovate un finale” nel quale i radioascoltatori dovevano scrivere il finale di un racconto trasmesso settimanalmente alla radio senza la parte conclusiva, che era lasciata all’immaginazione degli ascoltatori, che dovevano scriverlo e poi inviarlo per concorrere a un premio assoluto per il migliore e premi accessori; “Radio-cruciverba sonoro”: sul “Radiocorriere” veniva riprodotto uno schema di cruciverba senza le definizioni e queste venivano in seguito lette alla radio nel giorno e orario prestabilito. Gli ascoltatori erano invitati a riempire lo schema, ad incollarlo su una cartolina postale e a inviarlo per l’estrazione dei premi. In generale i premi non avevano valori elevati e consistevano generalmente in prodotti degli sponsor: cassette di liquori, confezioni di dolciumi, paste alimentari, materiale fotografico, ecc. Nonostante ciò i concorsi trovavano sempre una vasta accoglienza.

 

Bruno Bonino