SORPRESE DI STORIA – 1848: tutta Chieri trasformata in caserma e ospedale militare

Vecchia foto del convento di San Domenico

 

Vecchia foto dell’ala posteriore dell’ex convento di Sant’Antonio.

Chieri è stata sempre in prima fila nelle vicende risorgimentali d’Italia.

Prima ancora che Carlo Alberto desse inizio alla prima guerra d’Indipendenza (23 marzo 1848), a Chieri si respirava aria di guerra: dal 3 al 6 marzo soggiornarono in città, in attesa di ordini superiori, 400 bersaglieri e alcuni reparti del reggimento Novara.

Qualche giorno dopo, dal 17 al 19 marzo, fu la volta di altri 286 soldati al comando di cinque ufficiali. Nell’agosto del 1848, a guerra ormai iniziata, nell’ex convento di Sant’Antonio venne attrezzato un ospedale militare, servito da 15 Suore della Carità, da 15 chirurghi e da quattro medici giunti da Torino. Verso la fine del mese incominciarono ad arrivare i feriti, che furono molti di più di quelli che si era immaginato.

Una volta riempito l’ex convento di Sant’Antonio con circa 450 feriti, fu la volta del Seminario Arcivescovile (ex convento di San Filippo), dove vennero sistemati quelli che continuavano ad arrivare sfiniti, logori, affamati e senza denaro. I chierici si tassarono per sfamarli; i sacerdoti cedettero le loro stanze cercandosi altre sistemazioni.

Non bastando nemmeno il Seminario, si riempì il noviziato di San  Domenico, dove furono adibiti ad ospedale anche i granai. Nella cappella dell’ex monastero di Santa Chiara, che era stata suddivisa in due piani, furono collocati 150 soldati sani destinati all’assistenza di quelli malati.

Nell’intervallo fra l’armistizio di Salasco (9 agosto 1848) e la ripresa della guerra (maggio 1859)  Chieri ospitò circa ottomila soldati che dovevano essere preparati alla guerra: 1500 furono sistemati  in San Domenico, altrettanti al Regio Ospizio di Carità, mille al convento della Pace, mille nell’Istituto delle Rosine, cinquecento nell’ex convento di Sant’Andrea di via Tana, cinquecento presso l’Orfanotrofio femminile e altri duemila in dislocazioni minori. A partire dal 25 novembre il convento di San Domenico fu adibito ad alloggio per l’inverno di 700 soldati. La mattina del 18 dicembre ne giunsero altri 300 provenienti da  Genova. (La sera dello stesso giorno, tutti con fucile in spalla ed equipaggiamento, si diressero in  Duomo alla novena di Natale, riempiendo le tre navate della chiesa.

La vicinanza di Chieri a Torino fece sì che anche in seguito i rapporti della città con l’esercito fossero frequenti.

Nel maggio del 1860, ad esempio, da Moncalieri arrivò l’intero  4° Reggimento Granatieri di Lombardia, che venne accolto in piazza d’Armi con una festa e alloggiato nell’ex convento di Sant’Antonio Abate.

Antonio Mignozzetti