Chieri. Quel pilone di Piazza Dante ha bisogno di cure urgenti
Nel 1986 l’ultimo restauro. A rischio il dipinto secentesco della Madonna
“CENTOTORRI” crede di dover spendere qualche parola per questo pilone che tutti i Chieresi conoscono bene e che versa in condizioni precarie. Poche parole, giusto per raccontarne la storia e per porre a tutti una domanda.
Il pilone fu costruito nel 1786 nel giardino di una casa privata da un signore che in questo modo intese ringraziare la Vergine Maria per il buon esito della gravidanza di sua moglie. Ma non lo costruì dal niente: piuttosto, ricostruì un pilone più antico, addirittura risalente al Seicento, che conteneva un affresco raffigurante la Madonna col Bambino: probabilmente una di quelle Madonne che i Chieresi dipinsero in ogni dove in occasione della peste del 1630.
La casa e il giardino, e quindi anche il pilone, si trovavano dove ora passa la via San Francesco. Nel 1915, quando il Comune decise di tracciare quella via e per questo li espropriò , trasferì il pilone dove si trova ora, su terreno comunale. E anche nel 1920, quando venne costruita la tettoia del mercato, si fece ben attenzione a non danneggiarlo.
Nel 1945 il pilone fu oggetto di un ulteriore voto da parte della gente, che temeva di subire bombardamenti a causa del materiale bellico perennemente stoccato sotto le tettoie del mercato. I bombardamenti non vi furono: da allora, davanti all’immagine della Madonna c’è una lampada elettrica sempre accesa e una targa a ricordo del voto.
Da allora la “Madonna della Piazza” è considerata Patrona del Rione e del mercato. Per anni e anni sono stati i Commercianti , l’8 settembre, festa della Natività di Maria, ad organizzarne la festa, dedicata soprattutto ai bambini. Ma la città, intesa sia come Amministrazione che come cittadini, si è sempre presa cura del pilone. Lo ha sottoposto a periodici restauri: uno nel 1948, un altro nel 1956, un terzo nel 1961.
Nel settembre del 1986 fu celebrato il secondo centenario dell’edificazione, con una S. Messa serale concelebrata dal parroco del Duomo Don Gianni Carrù, da Don Burzio e da P. Garelli. Quel centenario fu anche l’occasione per un ulteriore e radicale restauro, finanziato dalla Cassa di Risparmio, dal Comune e dalla ditta De Tommasi. Fu anche compilata una pergamena con la storia del pilone, ricostruita da Guido Burzio, perché non venisse di nuovo dimenticata. Un copia fu consegnata al comune di Chieri che di sicuro la conserva da qualche parte. Un’altra fu murata ai piedi del pilone.
Ora, dopo quarant’ anni, il pilone di piazza Dante ha di nuovo bisogno di restauri. I muri trasudano umidità, che ne compromettono l’intonaco e la tinteggiarura. Ciò che è peggio, l’affresco seicentesco minaccia di staccarsi in più punti e di andare irrimediabilmente perduto.
Alla luce di tutto ciò CENTOTORRI pone una domanda, e la pone innanzitutto al Comune (che del pilone è il proprietario), ma anche alla Soprintendenza ai Monumenti, ai Commercianti e a tutti i Chieresi : vogliamo proprio lasciare che vada in malora una realtà cittadina con questa storia e con questo significato ? O non è il caso di fare qualcosa, ognuno per le sue competenze, per salvarla ?
Antonio Mignozzetti