LE PERLE NERE DELLA MUSICA  a cura di Edoardo Ferrati

Salieri: riscoperta di un titolo censurato-

Cablai grande khan de’ Tartari dramma eroico in due atti;; 

libretto di Giambattista Casti

prima rappresentazione : Vienna, 1778

interpreti: Mrko Palazzoi (Cublai), Antonio Zorzi Giustiniani (Timurr), Marie Lys (Alzima) Aeneas Humm (Posega), Fabio Capitanucci (Orcano), Anna Quintana (Mamura), Giorgio Cadouro (Bozzone), Lauranne Oliva (Lipi)

Les Talens Lyriques e Orchestra da camera di Namur diretti da Christophe Rousset

registrazione: aprile 2024 etichetta: Aparté ABT 379 (2 CD) durata: 2h.10″

Una prima registrazione mondiale di un titolo che, dopo oltre due secoli di oblio, vede la luce in questo 2025, bicentenario della mote di Salieri, nato nel 1750. L’opera fu censurata per ragioni politiche: il libretto di Casti è una satira sulle corti monarchiche europee celata da una ambientazione nel Catai in cui la figura del Grande Khan evoca Pietro il Grande dipinto come uno zotico despota  che tenta i di costruirsi una facciata di modernità (come il celebre decreto che mise al bando la barba). Questa satira non doveva piacere Giuseppe II° Asburgo-Lorena che stava facendo il possibile per stringere un’alleanza con Caterina II di Russia. La mannaia della censura era inevitabile e sul titolo calò il sipario prima ancora di andare in scena. Nodo della trama è la figura di Lipi, figlio del Grane Khan e suo legittimo erede rappresentato da Casti come un fanciullo demente manipolato dal potere sacerdotale per tentare di ottenere il potere, evidente un riferimento allo zarevic Aleksej che, come Lipi, era assai poco interessato alle questioni di stato. Lipi manifesta interesse nei riguardi del bonzo Posega i cui piani vengono  sventati, mentre al potere salirà il più degno Timur, nipote del Gande Khan e guarda caso innamorato ,ovviamnte ricmbiato, della principessa cinese Alzima, Posega e Lipi vengono rinchiusi in un monastero con pochi crucci da parte di quest’ ultino più che contento di proseguire con i propri giochi. La musica alterna con sapienza eroismo e farsa, illustranti con  ironia  dal testo. Sebbene siano presenti alcune arie da capo, sono gli ensembles a dominare, in particolare nei due brillanti finali di ciscuno dei due atti. Les Talents Lyriques confermano la propria qualità interpretativa restituendo una lettura precisa e brillante, mentre Christophe Rousset imprime freschezza e colore alla partitura. Compagnia di voci solide in esemplare comunione con gli strumenti e ottimo equilibrio tra inventiva e sobrietà. Una giusta attenzione al  Cublai che, senza essere un capolavoro, si presta comunque a momenti di ottimo teatro musicale.