PERSONAGGI NOVARESI.  ATTILIO CAROTTI, LEADER DELLA SOCIETA’ OPERAIA DI NOVARA

Attilio Carotti

Attilio Carotti (nella foto) nacque a Novara il 26 maggio 1855 da una agiata famiglia; dopo essersi laureato a Torino in giurisprudenza dedicò buona parte della propria vita all’attività politica. Considerato dai moderati come un utopista, divenne ben presto il capo indiscusso della democrazia novarese, oltre a essere presidente o dirigente di numerose associazioni locali. Infatti, avvocato, si affermò come un leader di tendenza radicale, con doti di organizzazione e ricoprì, fra le altre, la carica di presidente dell’Associazione democratica della Provincia di Novara e di consulente legale del Consolato operaio e del Circolo operaio. Diede inoltre impulso e diffuse l’associazionismo cooperativistico attraverso le società di mutuo soccorso (nelle foto una bandiera di società di mutuo soccorso e l’immagine di un circolo novarese cooperativistico di lavoratori).

Considerata la sua importanza nella storia della Città è il caso di fare un approfondimento sulla Associazione di mutuo soccorso di Novara, che negli anni ebbe diverse denominazioni: Società di mutuo soccorso degli artisti ed operai di Novara (1852-1862), Società operaia maschile di Novara, Società operaia di muto soccorso di Novara, Associazione degli operai di Novara. Ebbe sede sempre a Novara ed era anche considerata ente di credito, assicurativo e previdenziale.

La Società di mutuo soccorso degli artisti ed operai di Novara fu costituita nel gennaio 1852 dalla riforma della preesistente Pia unione degli operai di Novara (fondata nel 1836), perdendo l’originario carattere di confraternita religiosa. Il 28 settembre 1862, quando gli fu unita la Grande associazione di mutuo soccorso degli operai, commercianti, artisti e contadini della città di Novara, altro sodalizio filantropico ispirato a principi liberal-conservatori,

Bandiera di una Società di Mutuo Soccorso

assunse il nome di Associazione degli operai di Novara. I componenti erano divisi tra soci onorari, di estrazione per lo più medio borghese e soci effettivi (erano ammessi solo i maggiori di 16 anni): fino al 1873 tra questi ultimi potevano iscriversi anche i contadini, mentre le donne, ammesse fino al 1862 nella precedente Grande Associazione, erano escluse.

I soci onorari versavano un contributo annuo di sei lire o di sessanta lire una tantum, mentre quelli effettivi pagavano una tassa d’iscrizione diversa a seconda dell’età e un contributo mensile uguale per tutti (50 centesimi, dal 1873 invece 70 centesimi). In caso di infermità, i soci effettivi usufruivano di un sussidio giornaliero per un massimo di 90 giorni all’anno, il cui ammontare venne modificato nel corso degli anni. I soci onorari non avevano diritto a sussidi.

L’associazione divenne ente morale giuridicamente riconosciuto nel 1892; alla fine del XIX° secolo, rispetto all’iniziale carattere moderato l’Associazione abbracciò tendenze sempre più democratiche, soprattutto dal 1891 proprio con la nomina a Segretario di Attilio Carotti, eletto deputato per l’estrema sinistra nel 1895.

Dal 1892 l’Associazione, divenuta Società operaia maschile (sempre nel 1892 si costituì anche una Società operaia femminile di mutuo soccorso), compì sforzi per la creazione a Novara di una Camera del lavoro che riunisse varie associazioni di categoria. Tale istituzione fu però

Circolo Riscatto in una foto d’epoca

fondata solo nel 1901.

Nel corso della riunione del Consiglio del 20 ottobre 1946 venne proposto lo scioglimento dell’associazione, ritenuta ormai priva di uno scopo pratico, scioglimento che venne ratificato dalla successiva assemblea dei soci del 17 novembre 1946.

A livello nazionale Attilio Carotti ricoprì incarichi importanti nella Federazione delle Cooperative Italiane e nella Lega Ferrovieri italiani. Eletto consigliere comunale nel 1885, dieci anni dopo si presentò alle elezioni politiche sconfiggendo al ballottaggio il ministeriale Carlo Cerutti. Fu quindi eletto deputato radicale nelle elezioni alla Camera del 1895. In campo forense fece parte del collegio di difesa al processo contro i contadini mantovani per le agitazioni del “La Boje!”, svoltosi nel febbraio 1886 presso la Corte d’Assise di Venezia mentre come pubblicista, oltre alla direzione de “L’Avvenire”, fu assiduo collaboratore del democratico “Il Secolo”. Morì a Roma nel 1897.

Il Consiglio Comunale di Novara gli dedicò una via del centro cittadino, con provvedimento del 31 luglio1899, mutando l’originario nome di via del Seminario, in seguito alla petizione del 21 giugno dello stesso anno, presentata dai moltissimi soci dei Circoli ricreativi novaresi. Ciò per riconoscenza, ricordando così le importanti iniziative da lui realizzate per il bene delle classi lavoratrici.

Enzo De Paoli