UNA SORPRESA VERA NEL DUOMO DI CHIERI: FINALMENTE LIBERA DALLE IMPALCATURE LA CAPPELLA DEL CORPUS DOMINI

Gli affreschi e gli stucchi della volta

Dopo lunghi lavori di restauro, eseguiti dal laboratorio del chierese Michelangelo Varetto facente parte del Consorzio San Luca, sono state finalmente smontate le impalcature che ingombravano la cappella del Corpus Domini, restituendo a questa l’aspetto che le è proprio a partire dal secolo XVII.

Fu negli anni 1651-1652, infatti, che, ristrutturando quell’area della grande chiesa, il capomastro Giovanni Francesco Garove, incaricato dalla Compagnia del Corpus Domini, costruì questa cappella.

La decorazione plastica e pittorica, invece, fu eseguita con qualche anno di ritardo (attorno al 1661) da un gruppo di stuccatori e pittori, in gran parte di origine luganese, probabilmente coordinati dallo stesso Garove.

Tutta la cappella venne affrescata con scene del Vecchio e del Nuovo Testamento inscritte in elaborate cornici barocche.

Stranamente, dopo solo una ventina di anni la Compagnia fece ricoprire gli affreschi delle pareti laterali con quattro grandi tele di Sebastiano Taricco  e Giovanni Antonio Mari.

La semicupola e la volta, invece, hanno conservato le caratteristiche originali, con gli affreschi che nella semicupola raffigurano l’“Esaltazione dell’Eucaristia” nella volta della nave le scene di “Giosuè che ferma il sole”, de “La manna che sfama il popolo ebraico nel deserto” e de “La cacciata dal Paradiso degli Angeli ribelli”.

Nel tempo i dipinti, gli intonaci  e gli stucchi della volta e della parte alta delle pareti erano stati gravemente danneggiati da ripetute infiltrazioni di acqua, che avevano reso necessari ed urgenti gli interventi di consolidamento e restauro.

Antonio Mignozzetti