Tra sport e storia dell’ISEF di Torino: quattro domande al professor Giuseppe Trucchi

Giuseppe Trucchi

In questo articolo vi racconto una storia che parte da lontano e si evolve nel corso del tempo … una storia di un luogo di formazione, un luogo di sport e di saperi che ha visto protagonisti grandi nomi dello sport e dell’educazione fisica, quell’Educazione Fisica che ha formato intere generazioni di studenti che poi sono diventati illustri docenti, personaggi autorevoli nell’ambito dello sport e dell’Esercizio Fisico e che oggi, continuano a lasciarci una grande eredità da portare avanti: quella delle Scienze Motorie e dell’importanza di costruire la consapevolezza corporea in ognuno di noi, partendo dalla scuola e proseguendo con la prevenzione e la cura della propria salute e del proprio benessere psico-fisico.

In Italia, il primo Istituto Superiore di Educazione Fisica fu quello di Roma sorto nel 1952, nato dall’esperienza precedente dell’Accademia di Orvieto che formava le donne e quello della Farnesina che formava gli uomini a diventare insegnanti di educazione fisica. Il secondo Istituto fu proprio quello di Torino, che avrà, come vedremo, diverse sedi fino poi a stabilirsi definitivamente in piazza Bernini.

L’Istituto Superiore di Educazione Fisica di Torino (ISEF), Ente di diritto pubblico ad opera dell’Università, Provincia di Torino, Comune di Torino, Unione Industriale, Camera di Commercio di Torino, vede luce, nel 1958. Inizialmente la sede dell’ISEF viene ospitata in alcune aule della Reale Società Ginnastica di Torino in via Magenta 11, successivamente tra il 1965 e il 1966 gli uffici si spostano in corso Vittorio Emanuele, ma il 19 giungo del 1974 la sede verrà definitivamente trasferita in piazza Bernini 12, in quel palazzo tanto discusso, che fu in epoca fascista la Casa Centrale del Balilla, luogo deputato all’educazione e alla formazione della gioventù torinese, come richiesto dall’Opera Nazionale Balilla e successivamente cinema e ancora sede del Provveditorato agli Studi. Qui inizialmente, la Giunta Provinciale concesse l’utilizzo del solo primo piano ma gli studenti beneficiarono anche dell’uso della piscina presente all’interno del palazzo, piscina costruita nel 1929, la prima nella città di Torino. Questa piscina, dovete sapere, era il luogo dove i fascisti facevano le esercitazioni natatorie e durante la Seconda guerra mondiale divenne un magazzino per depositare il grano. Come ancora il dottor Antonio Postiglione ricorda, dai locali sotterranei di piazza Bernini, partiva uno dei più grandi rifugi antiaerei di Torino, entrando dalla sala caldaie. Luogo ricco di storia, dunque, che prima di ospitare i futuri insegnanti di educazione fisica, fu tanto altro, così come ricorda il dottor Antonio Postiglione.

Questi aneddoti e fatti che in parte avete letto in questo scritto, sono una preziosa testimonianza del dottor Antonio Postiglione, già Direttore Amministrativo ISEF e attuale Direttore della Fondazione ISEF che ha fatto tantissimo per far diventare l’ISEF di Torino il fiore all’occhiello della formazione a livello nazionale e che ringrazio per la gentile disponibilità.

Storicamente e giuridicamente gli ISEF di tutta Italia diventeranno, nel 1999 Facoltà di Scienze Motorie, con la Legge 109/99 e da qui, la storia riparte con nuovi percorsi.

Quando si parla di ISEF, ancora oggi, nei cittadini torinesi la memoria ritorna al palazzo Bernini che resta storicamente il posto per eccellenza dell’Istituto.

L’ISEF di Torino come luogo iconico di formazione, ha avuto molti momenti importanti, nell’ambito dello sport studentesco, in modo particolare nelle varie edizioni della Gymnaestrada, nei vari tornei locali legati alle discipline sportive, dove molti studenti, nel corso degli anni raggiunsero risultati importanti non solo come atleti di rilievo, ma anche come docenti e professionisti di eccellenza nell’ambito dello sport e dell’educazione fisica.

Mantenere viva la memoria su fatti ed eventi accaduti in quegli anni, non è così scontato; infatti;  ho voluto recuperare le memorie di un uomo, un professionista che ha vissuto quell’epoca, da studente del primo ISEF istituito a Roma e in seguito da docente dell’ISEF di Torino, uno dei maggiori esponenti dell’educazione fisica e dello sport, non solo a livello piemontese, ma direi a livello nazionale. Lui è il professore Giuseppe Trucchi, Docente e Coordinatore Tecnico ISEF Torino, co-fondatore della Scuola Calcio Juventus, memoria storica dell’ISEF di Torino. Nel 1988 collaborò con il Comune di Chieri e con l’Assessorato allo Sport, con un volume, “Di fronte allo sport” distribuito a più di quindicimila studenti del Distretto Scolastico. Autore di diversi articoli sul quotidiano torinese  “La Stampa sera” tra gli anni Ottanta e il 1992, ultimo anno di uscita.

Quattro domande, dunque, a un uomo che ha praticato il percorso di studi e che ha insegnato a intere generazioni di ragazzi i valori dell’educazione fisica e dell’atletica, vivendo i cambiamenti che hanno portato oggi alle Scienze Motorie.

  1. Professor Trucchi che ricordi ha da studente dell’ISEF?

Io non ho studiato a Torino ma all’ISEF di Roma (1956-59). Quello di Torino, come hai scritto nell’articolo, non c’era ancora. L’ ISEF di Torino è stato fondato ricalcando quello di Roma, allora condizione necessaria per ottenere la parificazione. A Roma c’era la possibilità di stare in un convitto, venivano forniti gli indumenti e i libri e le lezioni pratiche si svolgevano tutte negli impianti del Foro Italico ogni giorno dal lunedì al sabato per 4 ore delle 8 alle 12. Quelle teoriche obbligatorie (spesso con appello nominativo) le seguivamo alla Facoltà di anatomia dell’Università di Roma per cinque giorni alla settimana. È stata un’esperienza molto bella, dal punto di vista sociale, infatti, c’erano studenti provenienti da ogni parte d’Italia e il concorso per entrare prevedeva cinquanta posti nella sessione maschile (il primo anno eravamo duecentocinquantasei a fare domanda) e cinquanta per quella femminile (trecento quindici studentesse fecero domanda il primo anno). Io, ad esempio, ricordo Maria Rosa Rosato, anche lei era entrata a Roma nel primo corso femminile. Lei è diventata docente all’ISEF di Torino nella disciplina di Ritmica e ancora oggi è attiva e svolge attività legate alla ginnastica ritmica.

  1. Lei è stato per molti anni docente all’ISEF di Torino, che ricordi ha degli studenti di allora e di Piazza Bernini come luogo di apprendimento?

 Sono stato docente dal 1960 al 2001 la Cattedra era quella di Atletica Leggera. In pratica ho visto passare diverse generazioni di studenti con differenze anche rimarchevoli. Nei primi corsi la prevalenza era di sportivi praticanti, successivamente, anche per l’allargamento del numero degli studenti immessi, sono entrati molti che (non sempre) avevano praticato qualche sport a livello dilettantistico, ma vedevano l’ISEF soprattutto come una opportunità di impiego successivo. Le lezioni di Atletica si sono svolte nel corso degli anni, in diversi posti, mi ricordo, ad esempio, di fronte all’attuale Stadio Olimpico (ex Stadio Comunale), c’era un campo di atletica, noi lo chiamavamo “il Campetto” che in realtà era un campo regolamentare, perché all’interno dello Stadio Comunale non era regolamentare (quando poi hanno regolamentato l’atletica) perché era di 440 metri, mentre per l’atletica deve avere la pista di 400 metri, e questo era ubicato dove oggi c’è il PalaIsozaki (Inalpi Arena), e qui si facevano varie gare, come i campionati regionali e mi ricordo una grande tribuna. Mi ricordo anche le lezioni alla Sisport della FIAT, in corso Unione Sovietica, dove c’era il rettilineo coperto che garantiva la possibilità di far lezione con gli studenti anche nella stagione invernale (mentre prima i ragazzi erano costretti a fare allenamento in palestra, mi ricordo ad esempio la palestra di via Massari). Dal 1979 al 2001 sono stato nominato coordinatore tecnico dell’ISEF. Un altro luogo che ricordo è il Pala Vela dove facevo lezione anche nella pista indoor, e lo Stadio Ruffini … quindi nel corso di tutti questi anni c’è sempre stato un luogo che rappresentava l’atletica dell’ISEF torinese.

 Oggi l’ISEF è stato sostituito dalle Facoltà di Scienze Motorie, sicuramente ci sono alcune differenze nelle materie di insegnamento a livello teorico e pratico nel nuovo percorso di studi universitario. Quali sono i valori dell’Educazione Fisica, del movimento per stare bene che i professionisti dovrebbero tramandare alle nuove generazioni?

 La Facoltà di Scienze Motorie è stata caratterizzata da un notevole abbandono delle attività di palestra e di campo che, a mio parere, sono indispensabili per rendersi conto dei reali effetti del movimento sul corpo umano. Da anni ormai hanno ridotto e successivamente eliminato le prove pratiche nei test d’ingresso e il risultato è che oggi molti allievi, quando si trovano a dover far svolgere attività “motorie”, dimostrano di essere in difficoltà (comunicazioni personali di proprietari di palestre e di responsabili di Licei sportivi). A mio parere c’è stato un regresso sensibile in questa direzione. Non sono in grado di esprimere un parere sulla parte teorica. Non è più come una volta, i primi corsi che ho fatto io come docente erano frequentati da allievi che provenivano da tutti gli sport, c’erano diversi nazionali che frequentavano l’ISEF di Torino, ricordo ad esempio Locatelli, pattinatore di velocità su ghiaccio di livello mondiale, che diventò responsabile della Nazionale italiana di atletica e divenne docente proprio all’ISEF di Torino.

  1. Professore, lei ha composto per puro diletto dei versetti su varie tematiche che ho avuto il piacere di leggere e che trovo molto belli. Cito qui un passaggio significativo sull’ISEF di Torino: “Per prima via Magenta ospitò gli isefini – corso Vittorio poi – e infin Piazza Bernini.” Da dove nascono questi versetti e che importanza hanno per lei?

 I versetti sull’ISEF di Torino sono un modo che ho per passare il tempo, sono assolutamente senza pretese e fanno parte di un mio hobby che ha sostituito in parte la mia passione per i giochi da tavolo e per l’enigmistica. Ho composto dei versetti anche sull’ISEF di Roma, ne ho fatti anche sull’allenamento, sulla Ginnastica Ritmica, insomma mi sono divertito (e mi diverto ancora) a farne su molti argomenti, i più disparati, ma sono soltanto per me, tranne qualcuno che ho mandato a poche persone direttamente interessate. Negli ultimi tempi ho rifatto in versetti l’Odissea, l’Amleto, sempre come hobby, sai da quando ho compiuto gli ottant’anni ho deciso di fare dei versetti anche sulla mia vita, ma queste sono altre storie.

 Ringrazio il dottor Antonio Postiglione e il professor Giuseppe Trucchi per la loro disponibilità e il tempo che hanno dedicato, offrendomi la loro preziosa testimonianza. Queste sì sono chicche, ma soprattutto rievocazioni che meritano di raggiungere tutti.

 

Dott.ssa Roberta Benedetta Casti,

Chinesiologa, docente di Scienze Motorie, storica dello sport, Psicologa dello sport

Referente CISM Piemonte, Referente FiPsiS Piemonte