Ambiente Unico
AUTORE ANONIMO. Ciclo della Passione di Cristo (1405-1418)
Le pareti del piccolo locale sono completamente ricoperte di affreschi con le scene della Passione di Cristo. La “narrazione” inizia dalla parete destra rispetto all’ingresso. In una lunetta che sovrasta una porta secondaria è raffigurato l’Arresto di Cristo. Al centro Giuda bacia il Maestro. Dietro di lui si affollano i soldati in appariscenti armature. Alle spalle di Gesù, Pietro con una spada taglia l’orecchio di uno sgherro. La scena è descritta con realismo e con forte resa drammatica.
Procedendo verso destra, si incontra l’episodio di Cristo davanti a Pilato, giocato soprattutto nella descrizione dei volti: di Gesù, di Pilato e dei soldati. Inquietante e misterioso quello scudo con la testa di un leone in primo piano. Segue l’Incoronazione di spine, molto danneggiata, ma con l’eloquente particolare della mano del soldato che, colpendola con la canna, fissa la corona sul capo di Cristo.
La parete sinistra è dedicata alla Crocifissione. La parte centrale è scomparsa. Rimangono soltanto i due gruppi contrapposti di personaggi: la Madonna che sviene fra le braccia degli amici di Gesù e, dall’altra parte, i suoi carnefici.
Di fronte all’ingresso è rappresentata la Deposizione di Gesù dalla Croce. Appena visibili sono i personaggi che ne sorreggono il corpo e la sagoma della Vergine che si piega su di esso. Integre, e di grande effetto drammatico sono le tre croci nude che si stagliano contro il cielo scuro. Sulla destra, la figura di Cristo Risorto e trionfante equivale alla dichiarazione che la vicenda non si è conclusa con la Passione e la morte: sottolineatura che, probabilmente, voleva essere di consolazione ai degenti dell’ospedale.
Riccamente decorata è anche la volta: i costoloni con cordoni fittamente intrecciati; i bordi delle vele con fasce dai minuziosi disegni geometrici; le facce delle stesse con le lettere Y, M e A in caratteri gotici, evidenti riferimenti ai nomi di Gesù e di Maria.
Il ciclo venne realizzato fra il 1405 e il 1418. Cronologicamente, perciò, esso si colloca fra le Storie della Vergine della chiesa di San Domenico e la vita di San Giovanni Battista della cappella Gallieri, nella Collegiata. Anche in questo caso si tratta dell’opera di un artista ancora legato ai modi espressivi della pittura trecentesca lombarda dagli evidenti echi giotteschi.
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