Oratorio privato

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Oratorio privato

All’interno del convento dei Filippini, parallelamente alla chiesa di San Filippo, si trova l’oratorio, o cappella domestica: una cappella, cioè, ad uso dei soli religiosi, mentre la chiesa grande era aperta anche ai fedeli esterni.

Questa cappella venne realizzata nell’ambito dell’ampliamento del convento, compiuto su disegno dell’architetto Ignazio Amedeo Galletti a partire dal 1762. Comunque fu una delle ultime opere realizzate: infatti la struttura fu terminata soltanto nel 1772, l’altare nel 1773 e il pulpito addirittura nel 1775.

Allorché, nel 1828, l’ex convento dei Filippini fu acquisito dalla diocesi di Torino e venne adibito a seminario, la cappella risultò troppo piccola. Per questo nel 1908 il rettore, mons. Francesco Duvina, la fece ristrutturare e ampliare da Giovanni Massoglia, il quale ingrandì il presbiterio sopra il quale innalzò la cupola i cui archi incrociati costituiscono una evidente citazione guariniana.

E. Reffo. Sacro Cuore

E. Reffo. Sacro Cuore

E. Reffo. S. Francesco di Sales

E. Reffo. S. Francesco di Sales

E. Reffo. S. Tommaso d'Aquino.

E. Reffo. S. Tommaso d’Aquino.

E. Reffo. San Giuseppe

E. Reffo. San Giuseppe

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Dopo aver ristrutturato la cappella e ampliato il presbiterio, in quattro nicchie dell’abside, che si aprono due a destra e due a sinistra dell’altare, Massoglia collocò altrettante tele raffiguranti il Sacro Cuore, San Giuseppe, San Francesco di Sales e San Tommaso d’Aquino, dipinte da Enrico Reffo, come lui appartenente al Collegio degli Artigianelli di Torino, pittore stimatissimo e richiestissimo: sono numerosissime le sue opere in varie chiese sorte all’inizio del Novecento in Torino e provincia.

Queste quattro tele, che qualcuno aveva alienato, recentemente (2014) sono tornate al loro posto grazie al caparbio interessamento di Roberto Toffanello, fino a qualche anno addietro archivista e custode del patrimonio artistico del Duomo.

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