Cappella di S. Antonino

Pubblicità

Cappella di S. Antonino

È la prima cappella a sinistra dopo l’ingresso. Sotto il titolo di S. Erasmo e Druone, nel 1459 apparteneva alla famiglia dei Dodoli, il cui stemma si può notare ancora sui capitelli dell’arco di ingresso. Nel 1706 divenne la cappella di San Raimondo da Peñafort. Nel 1874 venne dedicata a Sant’Antonino, vescovo di Firenze, già frate domenicano.

Attualmente è la cappella riservata al Sacramento della Confessione.

Autore ignoto, Sant’Antonino da Firenze, (copia da originale del Guercino, con modifiche. 1874 ca.)

Autore ignoto, Sant’Antonino da Firenze, (copia da originale del Guercino, con modifiche. 1874 ca.)

 

È una copia, probabilmente risalente all’epoca in cui la cappella venne dedicata a Sant’Antonino, della pala della Madonna del Rosario dipinta dal Guercino nel 1646 per la chiesa torinese di San Domenico.

L’anonimo autore ha apportato evidenti modifiche all’originale. Ha trasformato San Domenico in Sant’Antonino mettendogli al collo il pallio vescovile; invece della corona del Rosario, la Vergine consegna al Santo un nastro su cui sta scritto: “Qui elucidant me vitam aeternam habebunt” (Chi mi onora avrà la vita eterna); infine (particolare del tutto assente nell’originale), dalla mano destra di Sant’Antonino cadono delle monete, ad indicare la sua carità.

 

 

Dalla parete sinistra della cappella pende un quadro raffigurante la Deposizione della Croce: è una delle copie di quadri d’autore fatti eseguire nel 1641 dal priore padre Broglia e originariamente appesi in corrispondenza dei pilastri della chiesa. Questa deriva da un originale di scuola gaudenziana del primo Seicento che si trovava nella chiesa di San Paolo di Vercelli e poi finito a Madrid quando quella città passò sotto la Spagna.

É un’opera che, sebbene eccessivamente affollata, emana forte drammaticità e senso del movimento.

© Tutti i diritti riservati ©
Vietata la riproduzione, anche parziale, senza autorizzazione scritta