La Madonna del Latte a Gionzana (Novara). Dal Trecento un angolo di pace

A pochi chilometri da Novara,  in mezzo alla campagna ed in questo periodo alle risaie allagate, c’è un vero e proprio angolo di pace: ci troviamo all’Oratorio della Madonna del Latte, nei pressi di un minuscolo paese, Gionzana.

L’Oratorio fu edificato nel XIV secolo sulle terre della nobile famiglia Tettoni, feudatari e cittadini di Novara.

La chiesetta all’inizio, doveva funzionare come luogo di preghiera per i contadini. L’ampliamento e i raffreschi risalgono al 1487- 88 e sono testimoniati dallo stemma araldico dei Tettoni che si trova nel semi cilindro dell’abside.

Il  Vescovo Carlo Bescapé, nel 1596 testimoniò che la Madonna Addolorata era oggetto di culto e tantissimi ex voto erano appesi alle travi della chiesa.

Nel 1618  il Vescovo Ferdinando Taverna mostrò devozione all’immagine della Madonna del Latte che allatta il Bambino, affresco che nei primi del Novecento fu staccato e posto sopra all’altare, fino al 1967, anno in cui fu rimesso al suo posto.

Purtroppo oggi c’è solo la foto, perché anni addietro fu trafugata e mai ritrovata.

L’interno è un vero gioiello, tutto affrescato di colori vivaci alle pareti.

Nel 700 fu costruita una parte muraria, adibita a Casa dell’Eremita, che fungeva anche da custode.

Anche il grazioso parchetto fu aggiunto in seguito  e nel 1829 all’interno della chiesa fu fatta la copertura a volta ribassata.

C’è poi una sagrestia ed un piccolo cimitero.

Gli affreschi furono realizzati da pittori di alcune botteghe operanti nel novarese; quelli dell’abside sono attribuiti a Daniele De Bosis , mentre quelli laterali sono attribuita alla bottega del pittore Cagnola.

Durante la settimana il luogo è immerso nel silenzio e nel gracidare delle rane nelle risaie circostante. Solo alla domenica mattina risulta più animato, per la celebrazione della Santa Messa.

Nelle belle giornate di sole, specie quelle terse in inverno si può godere del panorama del Monte Rosa e della Cupola di San Gaudenzio di Novara, nonché, sul versante opposto del Monviso.

 

Manuela Peroni Assandri