CENTOTORRI/SFOGLIA LA RIVISTA – SORPRESE  DI ARTE E DI STORIA Viale Wilson e Viale Val Cismon: due viali chieresi che cambiarono precipitosamente nome.

di Antonio Mignozzetti

 

Viale Wilson

L’alberata di viale Fiume (già viale Wilson)

Sorprende che  per un certo periodo, fra la fine del 1918 e il 1920,  il viale che dalla porta del Vayro (l’odierna  “area Tabasso”) si dirige verso Torino si sia chiamato corso Wilson dal nome del 28° presidente degli Stati Uniti d’America Woodrow Wilson . Come  mai? Cosa ha avuto a che fare Wilson con Chieri? Per capirlo bisogna andare al 4 novembre 1918. Le piazze di Chieri (come quelle di tutte le altre città d’Italia) si riempirono di gente festante per la fine vittoriosa della seconda guerra mondiale.  Sulla scia di quell’entusiasmo, nella sua seduta del 3 dicembre, il Consiglio Comunale  cambiò il nome di alcune vie e piazze: piazza San Francesco diventò piazza Vittorio Emanuele III;  le due “piazze della legna” presero il nome di piazza Trento e piazza Trieste; la via della stazione ferroviaria diventò via Roma;  quella del mercato dei buoi via IV novembre; un tratto di via lungo il Tepice via Cesare Battisti. E fin qui niente di strano: si trattava di nomi legati alla storia d’Italia. Meno comprensibile è il fatto che ad un viale sia stato dato il nome di “corso Wilson”. Per quale motivo? Il fatto è che quel presidente americano, dopo aver pronunciato davanti al Congresso degli Stati Uniti il famoso discorso dei “quattordici punti” sul “principio di nazionalità” o “autodeterminazione dei popoli”, per queste sue idee avanzate divenne molto popolare anche in Europa. In Italia numerose città gli intitolarono vie e piazze. Chieri fece anche di più: gli dedicò il viale alberato all’estremità della città in direzione di Torino e gli conferì anche la cittadinanza onoraria!  L’infatuazione per Wilson, però, durò pochissimo. Quando, nel 1919, alla conferenza di pace di Parigi, le aspettative dell’Italia, che rivendicava il possesso della Dalmazia e soprattutto della città di Fiume,  non trovarono soddisfazione  anche e soprattutto per l’opposizione di Wilson, la popolarità del presidente americano si trasformò rapidamente in avversione. Dappertutto il suo nome sparì dalle vie e dalle piazze. Anche a Chieri, dove viale Wilson diventò, ed è rimasto, viale Fiume.

 

Viale Val Cismon

L’imbocco di Viale Fasano (già viale di Val Cismon) oggi

Anche durante il “Ventennio”, l’amministrazione fascista, sempre attenta a sfruttare ogni occasione a fini propagandistici, usò la toponomastica per osannare esponenti di spicco del Regime. Un personaggio fascista che a Chieri, in seguito alle sue frequenti visite alla città, si vide dedicare un viale fu il senatore del Regno Cesare Maria De Vecchi. Anche se ciò avvenne solo indirettamente, perché il viale in oggetto non ebbe il suo nome ma quello di viale Val Cismon. De Vecchi, infatti, nel 1925 dal Re Vittorio Emanuele III aveva ottenuto  il titolo di conte di Val Cismon per il vittorioso combattimento da lui sostenuto, nell’ottobre del 1918, al comando di quattro bombardieri, al Ponte di Corlo, nella val Cismon, fra Trentino e Veneto.  Il nuovo nome del viale venne inaugurato alla presenza dello stesso De Vecchi domenica 4 settembre 1927, festa della Madonna delle Grazie, con la benedizione impartita dall’Arciprete della Collegiata di Santa Maria della Scala mons. Giovanni Battista Rho. Ma dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e la caduta del regime fascista, anche questo viale cambiò precipitosamente nome: viale val Cismon diventò viale Francesco Fasano, in onore dell’importante industriale del Tessile che per oltre dieci anni, dal 1902 al 1913, fu anche sindaco della città