SORPRESE DI ARTE E DI STORIA. La stampa chierese: c’era una volta la ‘Gazzetta di Chieri’…

Un gesto che a Chieri si compie ininterrottamente da 150 anni è quello di andare, ogni fine settimana, ad acquistare il settimanale locale.

Che non è sempre stato il Corriere. Il primo settimanale chierese, che vide la luce nel 1873, fu la “Gazzetta di Chieri”: un periodico emanazione della borghesia liberale del tempo e, in contrasto con un contesto molto religioso come quello chierese, aspramente anticlericale. Durò solo un paio di anni.

Seguirono: Avvenire di Chieri (1877), La Sveglia (1882), SanGiorgio! (1886) e Il Cittadino Chierese (1889): tutti dall’esistenza molto breve; tutti dello stesso indirizzo ideologico. Il Cittadino Chierese, però, nel suo secondo anno di vita passò di mano ed entrò nell’orbita cattolica.

Poco dopo fu sostituito da “La scintilla”, diretto dal combattivo sacerdote Olimpio Torta.

Motivo per cui il liberale Nicolò Francone, futuro fondatore della Società di Previdenza e Istruzione, ritenne di dover fondare L’Arco, di indirizzo opposto. Due tipi battaglieri, Francone e Torta, protagonisti di vivaci baruffe: le tensioni fra Stato e Chiesa legate al Risorgimento non erano ancora sopiti. Anche perché la legislazione italiana, specialmente quella dei governi di sinistra succedutisi dal 1876 in poi, con i suoi provvedimenti antireligiosi non cessava di rinfocolarli.

Nel 1910 a La Scintilla subentrò Il Faro, più malleabile e conciliante: Cattolici e Liberali avevano capito che dovevano coalizzarsi contro il comune nemico piombato sulla scena: il Socialismo. Ma nelle elezioni del 1913, quando L’Arco e Il Faro si coalizzarono per sostenere lo stesso candidato, Cesare Ferrero di Cambiano, non tutti i Cattolici furono d’accordo: alcuni candidarono Luigi Giordano, e lo sostennero fondando un altro effimero settimanale, Vita Nuova.  L’Arco e Il Faro, invece, non solo rimasero in vita ma con l’affermarsi del Fascismo ripresero a litigare.

Nel 1919 Il Faro fu sostituito da L’Alfiere, organo del Partito Popolare di don Luigi Sturzo. Nel 1938 l’Alfiere fu chiuso per antifascismo, come del resto il suo partito.

L’Arco, invece, simpatizzante per il Fascismo, continuò a vivere per alcuni anni. Fino a quando esso pure fu chiuso dal Regime, per punizione del suo voltafaccia in occasione dei fatti del 25 luglio e dell’8 settembre 1943.

Per diversi mesi, dopo la guerra, Chieri si trovò senza periodici. Fino al 5 maggio 1945, data della nascita del settimanale Il Chierese, organo della Democrazia Cristiana.

Poco dopo, il 28 luglio 1945, uscì il Corriere di Chieri e dintorni, dell’editore e stampatore Mario Ghirardi, che si presentò come un giornale non schierato (“Le finalità ed il riconoscimento della nostra pubblicazione ci obbligano, per motivi contingenti, ad omettere ogni ideologia di parte, ogni polemica faziosa”) ma era accesamente antidemocristiano. Il Corriere è tuttora vivo e vegeto. Al contrario de Il Chierese, che sospese le pubblicazioni nel dicembre del 1964.

Circa un anno dopo gli subentrò Cronache Chieresi che, nato come organo della Sinistra democristiana e del progressismo cattolico, finì col diventare un periodico di area comunista con il nome di Cronache.

Nel 1983 nacque Centotorri programmi, un mensile pensato per diffondere i programmi di Radio Centotorri. In seguito, con il nome di Centotorri, ha sostituito, e tuttora sostituisce,  la radio nel ruolo di “raccontatore” degli eventi chieresi.

Antonio Mignozzetti