PIEMONTE ARTE: MUSEO DEL TESSILE CHIERI, CAMBIANO COME MONTMARTRE, MONCALVO AD ALESSANDRIA, MASSIMO DELLEANI…

Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo

 

CHIERI. TESSILI DAI VIAGGI DI UN PRINCIPE DEL NOVECENTO

Arazzo con ricamo_Asia centro-meridionale_particolare

Dal 12 al 27 settembre 2025 – MUSEO DEL TESSILE DI CHIERI. In mostra per la prima volta, Kilim anatolici e persiani e altri manufatti tessili di pregio dal corredo del Principe Scipione Borghese, appassionato scalatore, viaggiatore e collezionista, famoso per la vittoria alla guida dell’Itala nel raid “Pechino-Parigi” del 1907.

 

Venerdì 12 settembre, alle ore 17.30, sarà inaugurata al Museo del Tessile di Chieri (via Santa Clara, 6) la mostra Tessili dai viaggi di un Principe del Novecento, visitabile fino al 27 settembre 2025.

Per la prima viene esposta al pubblico una raccolta di manufatti tessili appartenuti a Scipione Borghese, X Principe di Sulmona (1871-1927), oggi nella Collezione della Contessa Giovanna Ruffini Valletti-Borgnini, che ne ha gentilmente concesso il prestito. In mostra anche una serie di coevi manufatti e tappeti da sella Kilim, con diverse lavorazioni, dalla collezione privata di ArteRestauro Tessili Torino.

 Sei Kilim anatolici di piccole dimensioni e un grande esemplare del Kurdistan rivelano i materiali, la tecnica e la simbologia di queste creazioni a tessitura piana tipiche di diverse regioni del Medio Oriente e dell’Asia centrale. In mostra è esposto anche un arazzo in lana con trame policrome discontinue e ricami in seta e oro, foderato in taffeta di seta dall’Asia Centro-meridionale. Dal Tien Shan e dalla Cina provengono diversi incensieri in bronzo che fanno da contrappunto ai tessili. Del corredo principesco si possono ammirare teli ricamati e altri oggetti di pregio, che riflettono il gusto e le passioni di un protagonista del primo Novecento.

Cartolina storica con ritratto del Principe Scipione Borghese al volante dell’Itala durante il raid Pechino Parigi del 1907

Principe di Sulmona e primogenito di un casato famoso nel mondo per le sue raccolte d’arte, Scipione Borghese visse fra Roma, dove studiò scienze fisiche e matematiche, Venezia, Riva del Garda e poi Firenze, ma in giovinezza si formò all’Accademia Militare di Torino, dove, nel 1891, ottenne l’attestato di merito per disegno topografico. Congedato con grado di sottotenente di artiglieria l’anno seguente, si trasferì a Parigi per frequentare l’École libre des Sciences Sociales et Politiques.

Con questo background, il Principe affrontò un viaggio in Asia Minore, Siria e Palestina. Quell’esperienza avrebbe lasciato in lui il “gusto dell’Oriente” e il desiderio di compiere il lungo viaggio dall’Asia Minore all’Asia centrale, intrapreso da gennaio a settembre del 1900. Di quel viaggio, oltre agli oggetti in mostra, rimane traccia nei Diari, parzialmente pubblicati nel volume “In Asia: Siria, Eufrate, Babilonia” (Bergamo, Istituto Arti Grafiche 1903).

A pochi anni di distanza dai viaggi in oriente agli albori del Novecento, “Scipione l’Asiatico”, così come lo definirono gli amici veneziani del Casato Papafava, sarebbe andato in Cina per poi attraversare la Siberia alla guida dell’Itala, accompagnato dal meccanico Ettore Guizzardi e dal giornalista Luigi Barzini, per gareggiare nel raid “Pechino-Parigi”, trionfare al traguardo nel 1907. Di quell’avventura conservano cimeli unici.

Mentre “Scipione l’Asiatico” si dirigeva dalla Cina alla volta della Russia, dove fu ospite d’onore al Palazzo d’estate dello Zar e omaggiato con varie medaglie e doni, fu la sua consorte a raggiungere le coste del Pacifico. Nel Paese del Sol Levante, acquisì due splendidi kakemono dipinti a inchiostro su seta, anch’essi in mostra. 

Il percorso espositivo inizia con sei Kilim di piccole dimensioni a tessitura piana. Sono realizzati in lane tinte con coloranti naturali per ottenere disegni tradizionali a valenza simbolica – regali di nozze quali pettini e cassoni, amuleti, simboli di armonia e stelle. Ognuno di questi esemplari, probabilmente tessuti da ragazze in ambiente domestico, è unico per disegno o per tecnica esecutiva – tessitura a fessure, con trame a vista, in diagonale o aggiunte.

Vi è poi un tappeto da preghiera Kilim di Senandaj, Kurdistan, tessuto con trame ricurve usando i fuselli tipici della tecnica kani per ottenere raffinati disegni floreali e zoomorfi nel campo, bordure con motivo Medakhyl (sequenza di rosette) e consolidamento a dente di sega con fessure. Di rilievo, un prezioso arazzo in lana dell’Asia centro-meridionale, tessuto a mano con i fuselli tipici della tecnica kani e ricamato con lane e fili in seta e oro.

Completa la mostra una serie di storici tappeti da sella kilim di tipologia Sumak e con altre lavorazioni dalla Persia, il Turkmenistan e il Kurdistan dalla collezione ArteRestauro Torino – Maryam Shabani e Said Mehdi Azini, i quali, sabato 13 settembre, terranno dimostrazioni di restauro tappeti al Museo del Tessile.

Con questa mostra si riscoprono esemplari storici di arazzi, tappeti, tessuti e ricami che affascinarono, servirono o semplicemente accompagnarono un intraprendente aristocratico viaggiatore protagonista del Novecento in Europa e in Asia. Attraverso i tessili che raccolse “andando per il mondo” sforzandosi di “tenere gli occhi aperti, intenti alle mille parvenze degli orizzonti mutevoli” possiamo ripercorrere il percorso di chi, andando “per il mondo così, può fissare non certo l’essenza dei paesi traversati e dei popoli intravveduti, ma molti profili di luoghi, di cose e d’uomini”.

“Tessili dai viaggi di un Principe del Novecento”

Museo del Tessile di Chieri (via Santa Clara, 6)

Evento patrocinato dal Comune di Chieri e dalla Città Metropolitana di Torino

Con il sostegno del Comune di Chieri e della Regione Piemonte

 Inaugurazione: venerdì 12 settembre 2025, ore 17.30

Ingresso libero, prenotazione obbligatoria, fino a esaurimento posti (prenotazioni@fmtessilchieri.org)

La mostra è visitabile fino al 27 settembre nei giorni e orari di apertura al pubblico

del Museo del Tessile: martedì mattina per le scuole, mercoledì e sabato ore 15:00- 18:00

Ingresso con biglietto: 3 euro Museo+Mostra temporanea

Visite guidate su appuntamento scrivendo a prenotazioni@fmtessilchieri.org.

 Iniziative collaterali:

–          Visita guidata e lettura animata nell’ambito dell’appuntamento con i “Nati per leggere” in collaborazione con la Biblioteca civica, Mercoledì 24 settembre ore 16.45 (prenotazione obbligatoria presso la  Biblioteca di Chieri 011/9428400 biblioteca@comune.chieri.to.it)

–          Dimostrazioni di restauro tappeti storici a cura di Said Mehdi Azini, ArteRestauro,

Sabato 13 settembre ore  14-18. Ingresso dal Museo del Tessile

–          Workshop di Kilim per le scuole su prenotazione (prenotazioni@fmtessilchieri.org).

 

“CAMBIANO COME MONTMARTRE” DOMENICA 21 SETTEMBRE SUL TEMA “NATURARTE”

La nuova edizione 2025 di Cambiano come Montmartre è in arrivo domenica 21 settembre!Il tema di quest’anno 𝗡𝗮𝘁𝘂𝗿𝗔𝗥𝗧𝗘 mira a mettere in evidenza il rapporto multidimensionale fra arte e natura nelle espressioni artistiche contemporanee.Per info, dettagli e modulistica per la partecipazione in qualità di #artisti e #hobbisti è possibile consultare il sito ufficiale del Comune di Cambiano al seguente link: https://comune.cambiano.to.it/…/xxxviii-edizione…/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ALESSANDRIA. MONCALVO A PALATIUM VETUS. PROROGATA L’ESPOSIZIONE DELLE 40 OPERE. LA MOSTRA APERTA AL PUBBLICO FINO A DICEMBRE 2025

 

La mostra Il Moncalvo e la sua bottega. Movimento e sentimento nella Controriforma, allestita a Palatium Vetus, rimane aperta al pubblico fino a dicembre 2025.

La decisione di prorogare la rassegna è stata assunta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e dalla società Palazzo del Governatore – a cui è affidata l’organizzazione operativa – in considerazione del grande successo di pubblico riscontrato, e consente di prolungare l’accessibilità alle opere di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo (Montabone 1568 – Moncalvo 1625) e degli artisti della sua bottega. Capolavori che risalgono al tardo Cinquecento e all’inizio del Seicento e provengono in parte dalla Collezione d’arte della Fondazione stessa e in parte da chiese delle Diocesi di Alessandria, Casale, Tortona, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e da collezionisti privati.

L’interesse per le opere dell’artista e della sua bottega è attestato dall’elevato numero di visite guidate rilevato nei mesi scorsi (oltre 4.500 presenze registrate dall’inaugurazione della mostra) e dalle prenotazioni già programmate per i prossimi week end, oltre ai numerosi laboratori didattici che a breve riprenderanno con l’avvio dell’anno scolastico in tutto il Piemonte. Attività gratuite che la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria mette a disposizione di turisti, cittadini e studenti al fine di promuovere la conoscenza degli artisti locali e del territorio.

Quaranta le opere esposte, alcune assolutamente inedite, tra cui dipinti ad olio su tavola e su tela, affreschi staccati e disegni a testimonianza della versatilità e abilità del pittore nelle differenti tecniche esecutive. In mostra si trova una sezione dedicata ai dipinti della figlia Orsola Maddalena, il cui talento artistico è confermato dalla presenza di alcune opere anche al MoMA di New York, accanto a tele del Caravaggio.

L’iniziativa è organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo e la Consulta per la valorizzazione dei beni artistici dell’Alessandrino in occasione della ricorrenza dei 400 anni dalla morte di questo artista piemontese di fama internazionale. La cura, l’organizzazione e l’allestimento della mostra sono di Mariateresa Cairo, Vittoria Oneto e Liliana Rey Varela che stanno lavorando alla realizzazione del catalogo di prossima pubblicazione.

La mostra Il Moncalvo e la sua bottega. Movimento e sentimento nella Controriforma ha permesso di restaurare diverse tele che versavano in precarie condizioni conservative grazie al sostegno della Consulta per i Beni artistici dell’alessandrino e con i contributi della Fondazione stessa.

Nel cortile interno di Palatium Vetus è presente anche un percorso multimediale interattivo, con una mappa digitale delle opere conservate sul territorio e un touch screen che permette ai visitatori di esplorare virtualmente i capolavori del Moncalvo.

 Informazioni e prenotazioni

e-mail didattica.fondazionecral@gmail.com – telefono 347-80.95.172

@fondazionecassadirisparmiodialessandria

Orari di visita              SAB-DOM: 9-13; 15-19

 Sede della mostra      Alessandria, Palatium Vetus, Piazza della Libertà 28

 

MASSIMO DELLEANI. UN RACCONTO TRA SEGNO E QUOTIDIANE PERCEZIONI

Nella seconda metà del mese, il 22 agosto, è scomparso dopo una lunga e invalidante malattia, Massimo Delleani, nato a Torino il 5 giugno 1958, insegnante e pittore figlio di Luigi Delleani, un artista del Novecento torinese che era pronipote dell’ottocentista Lorenzo Delleani.

Diplomato in Scenografia all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, Massimo Delleani ha trascorso l’intera esistenza nel segno della pittura, di una personale ricerca compositiva e di una grafica elegante e dalle lievi cadenze fantastico-surreali, in una dimensione che ha fatto dire a Lucio Cabutti: “Cabalistico, ermetico e alchemico, il suo linguaggio visivo assembla frammenti

fantasmarici della memoria, in una deriva agravitazionale ricca di risonanze esoteriche”.

Vi è nel suo percorso una continua rivisitazione di un universo di impressioni allegoriche e simboliche, di immagini intessute di ricordi, dal cinema ai video, dalla letteratura ai film in super 8, che costituiscono il “corpus” di un’esperienza che gli appartiene da sempre come “l’ingranaggio di un orologio rotto” (Angelo Dragone).

E con l’interpretazione di una quotidianità letta e rivelata, il discorso di Massimo Delleani stabilisce immediate connessioni con una singolare figurazione, con la costruzione di meditate prospettive, con una scrittura che inizialmente trova determinanti e costruttivi riferimenti nelle  opere del suo maestro Raffaele Pontecorvo.

Insegnante all’Istituto Istruzione Superiore Giovanni Plana di Torino, Massimo Delleani ha presentato giovanissimo alla Promotrice delle Belle Arti al Valentino, nella 131° Esposizione Arti Figurative del 1974, i due disegni: “Il presente nella raffigurazione teorica del mondo vegetale” e “La cattedrale dell’Universo”.

E dalla Galleria Triade al Piemonte Artistico e Culturale, dalla Galleria La Cittadella alla “Micrò”, si sviluppa l’attività di Massimo Delleani secondo una misurata interpretazione di quelle sottili inquietudini che attraversano questo nostro e complesso tempo. Tra le altre esposizioni si ricordano le Biennali del disegno a Torre Pellice, la minipersonale alla Galleria Arteregina di Torino e, subito dopo, “Presence of the night” alla Galleria Fogliato.

Abilità grafica, sensibilità espressiva, “allegorie e simboli si alternano nelle sue immagini a citazioni di figure note e di precisi oggetti”, ha scritto Paolo Levi, caratterizzano una suggestiva e interiorizzata profondità pittorica.

 

             Angelo Mistrangelo

 

CASTELLAMONTE. 64^MOSTRA DELLA CERAMICA

Castellamonte accoglie il mondo alla 64ª Mostra della Ceramica.

L’edizione di quest’anno si distingue per la presenza di ospiti internazionali provenienti dallaCalifornia e dalla Nuova Zelanda, segno del crescente respiro globale della manifestazione.

La Mostra della Ceramica di Castellamonte ha ospitato due visitatrici internazionali:Valerie Mattioda, nipote di Giuseppe Mattioda (emigrato in California da Sant’Anna Boschi all’inizio del ‘900), e Franca Bertani, artista che ha vissuto peranni ad Auckland, dove ha fondato il laboratorio di ceramica della Elam School ofFine Arts dell’Università di Auckland.

Le ospiti sono state accolte dal Sindaco di Castellamonte, Pasquale Mario Mazza,in un incontro che ha simboleggiato il dialogo interculturale e la volontà dirafforzare i legami tra le tradizioni ceramiche di diverse parti del mondo.La Mostra, punto di riferimento per gli appassionati e gli operatori del settore, siconferma non solo come vetrina delle eccellenze italiane, ma anche come luogo discambio e dialogo internazionale.

COOPERATIVA BORGO PO E DECORATORI. MOSTRA “ARTE E MESTIERI” DI GIULIANO AMENDOLA E MARCO MAZZILLI

Venerdì 12 settembre 2025, ore 17:30: Inaugurazione della mostra Arte e mestieri di Giuliano Amendola e Marco Mazzilli.

Paesaggi sonori, interventi musicali di Roberto Barbieri.

Nella storica sede della Cooperativa Borgo Po e Decoratori, una rassegna di progetti ed opere di decorazione murale realizzate dai due artisti in Italia e all’estero, in siti prestigiosi, utilizzando tecniche diverse sia tradizionali sia innovative.

La mostra sarà visibile fino al 22 ottobre 2025 nella sala al primo piano nell’orario 10:30-12:30 e 17-19 (chiuso il mercoledì).

 

 

 

 

CONDOVE. MOSTRA “PAESAGGI D’AUTORE”

Settembre d’arte a Pinerolo: 8 mostre e Scultura Diffusa

La 49ª Rassegna di Artigianato di Pinerolo sarà il fulcro di un ricco calendario di mostre ed eventi che trasformano la città in un palcoscenico diffuso di creatività.

 

Quest’anno, la 49° Rassegna di Artigianato Pinerolo diventa il cuore di un mese dedicato alla creatività in tutte le sue forme: accanto agli stand degli artigiani, la città ospita un percorso artistico che spazia dalla fotografia alla pittura, fino alla scultura contemporanea diffusa. Al centro di questo ricco calendario c’è la Biennale Scultura Diffusa, a cura di Galleria Losano Associazione Arte e Cultura e Città di Pinerolo, giunta alla quarta edizione, che inaugura venerdì 12 settembre alle ore 18 presso la Cavallerizza Caprilli con il progetto “Metamorfosi” di Hilario Isola. Le opere dell’artista dialogano con i luoghi storici e pubblici di Pinerolo, trasformando la città in un museo a cielo aperto e stimolando riflessioni sul mondo degli insetti e sul delicato equilibrio degli ecosistemi.

Intorno alla Biennale, numerose mostre arricchiscono l’esperienza del pubblico. Si parte venerdì 5 settembre alle ore 17.30 al CIT – Centro di Interpretazione del Territorio Pinerolese con “Africa forme d’Arte”, curata da Ettore Brezzo e promossa dal Centro Arti e Tradizioni Popolari del Pinerolese e dal Consorzio Vittone: un viaggio tra maschere, sculture e feticci africani, raccontando riti, tradizioni e quotidianità di molteplici etnie e offrendo una prospettiva unica sulle arti del continente africano. Sabato 6 settembre, alle ore 11.00, apre alla Pinacoteca Civica di Palazzo Vittone “Microvisioni”, curata da Elena Privitera e Luca Storero, dedicata agli insetti come simboli di fragilità, ingegno e bellezza nascosta, interpretati in opere che oscillano tra ironia, poesia e mistero. Nella stessa giornata, alle ore 16.30, la Chiesa di Sant’Agostino inaugura “Sogno e Materia”, mostra fotografica curata dall’Associazione Fotografica Atlante, un percorso che intreccia immaginazione e realtà, offrendo nuove prospettive sulla rappresentazione del mondo.

Dal 10 al 14 settembre, la città ospita “Inferni Contemporanei – Paure e demoni del nostro tempo, dal mondo di Dante”, curata da Giuliana Salvai, direttrice della Lilium Art, e da Maurizio Trombotto. Il programma prevede inaugurazioni, concerti, spettacoli teatrali, conferenze e letture dantesche, con opere collettive e la personale di Roberto Pino “Oltre l’Inferno” che conducono il pubblico in un percorso di trasformazione dall’oscurità alla rinascita.

Sempre venerdì 12 settembre, alle ore 17.00, sarà inaugurata “Castelli e Cinema nelle Dimore Storiche del Pinerolese”, curata da Remo Caffaro e organizzata da ADSI e Italia Nostra presso l’atrio di Palazzo Vittone. La mostra celebra il patrimonio architettonico e cinematografico del territorio, con abiti d’epoca, oggetti storici e scene di film e serie girate nella zona, creando un dialogo affascinante tra storia, cinema e memoria culturale. Infine, durante Artigianato sarà possibile scoprire le collezioni di Mineralogy, al Museo di Scienze Naturali Mario Strani, visitare la mostra “Viaggi D’Arte” alla scoperta della Ghironda nella Chiesa di Sant’Agostino e scoprire la presentazione de “La Maschera all’opera” nello spazio dedicato alla Maschera di Ferro in via Trento 31. Settembre a Pinerolo si conferma così un mese straordinario in cui la Rassegna di Artigianato si arricchisce di arte contemporanea, con la Biennale Scultura Diffusa come cuore pulsante e le altre mostre ad arricchirne il percorso. Passeggiare per la città significa lasciarsi coinvolgere in un dialogo continuo tra creatività, territorio e arte.

COSTIGLIOLE SALUZZO. MOSTRA “ALFA BETA. L’ELOQUENZA DEL FRAMMENTO

 

Pinacoteca Agnelli, FIATCafé500. Presentazione del volume “ARCHITETTURE MODERNE A TORINO Guida agli 88 Top

 

Sabato 20 settembre, alle ore 10, la Pinacoteca Agnelli-FIATCafé500 (Lingotto, via Nizza, 230/103) ospita la presentazione del volume “Architetture moderne a TorinoGuida agli 88 Top” (Neos Edizioni ).

Introduce: Cinzia Ballesio, Neos Edizioni

Intervengono: gli Autori Elena Del Santo e Claudio Marinari

Partecipa: Roberta Ingaramo, Presidente Ordine Architetti di Torino

Modera il giornalista Maurizio Ternavasio

Dalla GAM al MAUTO, alla Nuvola Lavazza a Casa Aurora, dal Nuovo Regio al Palazzo del Lavoro, dalla Chiesa del Santo Volto alle Fonderie Limone, dalla Pista del Lingotto al grattacielo di Intesa Sanpaolo…88 opere architettoniche realizzate a Torino e dintorni fra il secondo Novecento e i nostri giorni, palazzi, fabbriche, musei residenze e monumenti da scoprire per comprendere l’anima innovativa e sempre in movimento della città.

 Una città si può leggere nelle pietre. In 13 capitoli, che identificano altrettante aree urbane e suburbane, Elena Maria Del Santo e Claudio Marinari propongono una esplorazione fuori dai percorsi classici sia per il visitatore che arriva a Torino, sia per chi la abita e pensa di non conoscerla mai abbastanza. Una guida per scoprire e per capire l’evoluzione della città e le sue trasformazioni storiche, economiche e sociali, dove le architetture scelte, oltre a essere originali dal punto di vista estetico e culturale, rappresentano tappe fondamentali del cambiamento e della resilienza di una città che non si ferma mai e ne suggeriscono anche gli sviluppi futuri.

«Leggere la città attraverso i suoi edifici permette di decifrare non solo il passato, ma anche di intuire le direzioni del suo futuro-spiegano gli Autori-La guida promuove un’esplorazione consapevole di edifici che a volte passano inosservati, ma che racchiudono storie significative. Incoraggia il turismo culturale suggerendo percorsi per chi vuole vivere Torino da una prospettiva diversa, andando oltre i luoghi turistici tradizionali».

Torino non è solo Barocco. E non è solo Liberty. C’è anche un’altra architettura a Torino, spesso ignorata: è quella più moderna, fatta di edifici sorti dagli Anni Cinquanta in poi. Dalle costruzioni moderniste del Dopoguerra alle trasformazioni urbane indotte dalle Olimpiadi del 2006 ai grandi progetti di rigenerazione (Torino Esposizioni, l’ex Manifattura Tabacchi, la Cavallerizza Reale…) agli edifici green (25 verde, The Heat Garden…) Sono ormai molti anni che emergono iniziative fuori dal coro, eccezionali, eccentriche o semplicemente diverse. Costruzioni completamente nuove o che reinventano strutture preesistenti. Trasformazioni di enormi complessi industriali in una nuova anima. Edifici che hanno una loro personalità, frutto dell’opera di architetti e committenti illuminati.

Il volume è corredato da un ampio album fotografico accessibile tramite Qrcode.

SAVIGLIANO. MOSTRA SULLA GRECIA DI SANTORRE DI SANTAROSA

Il programma delle celebrazioni del Bicentenario della morte di Santorre di Santa Rosa si arricchisce di un evento espositivo di rilievo nazionale.

 

Dal 12 settembre al 16 novembre 2025, le sale di Palazzo Muratori Cravetta a Savigliano ospiteranno la mostra “La Grecia di Santorre di Santa Rosa. Dal mito classico alla lotta per la libertà”, promossa dal Comune di Savigliano in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano e l’Accademia di Belle Arti di Carrara, a cura di Elena Lissoni e Chiara Nenci, con la collaborazione di Diego Repetto. L’esposizione rappresenta il cuore culturale delle celebrazioni 200 Santa Rosa, il ricco palinsesto di appuntamenti che da aprile a novembre accompagna cittadini e visitatori in un viaggio tra storia, memoria e attualità. Conferenze con protagonisti del dibattito culturale come Ezio Mauro, concerti in costumi d’epoca, passeggiate nei luoghi del patriota, eventi gastronomici e spettacoli teatrali stanno restituendo a Savigliano il ruolo di città custode di un’eredità risorgimentale che parla ancora al presente. Attraverso un’attenta selezione di dipinti, disegni, incisioni, libri antichi e opere d’arte provenienti da istituzioni e collezioni prestigiose – tra cui l’Ateneo di Brescia, Accademia di Scienze, Lettere ed Arti, l’Archivio Daniele Fissore, la Banca Cassa di Risparmio di Savigliano S.p.a., Fondazione Brescia Musei e il maestro Elio Garis – la mostra delinea la figura di Santorre ripercorrendone la fase conclusiva della vicenda umana e politica: dall’esilio londinese dopo il fallimento della rivoluzione in Italia, alla partecipazione alla lotta per l’indipendenza della Grecia, fino alla morte in battaglia sull’isola di Sfacteria, l’8 maggio 1825. Il percorso si articola in quattro sezioni tematiche, che accompagnano il visitatore in un viaggio tra mito, storia e memoria: La Grecia classica come modello Dalla metà del Settecento, negli anni della riscoperta dell’arte classica e dello sviluppo della ricerca archeologica, la Grecia divenne una meta privilegiata per studiosi e artisti. Nella formazione e nella diffusione della sua immagine ideale svolsero un ruolo decisivo le Accademie di Belle Arti, il cui insegnamento si fondava sullo studio dell’antico, veicolato attraverso i testi classici e la suppellettile didattica che comprendeva – tra gli altri materiali – calchi in gesso di sculture greche e romane. Formatosi da autodidatta, Santorre di Santa Rosa frequentò una strettissima cerchia di intellettuali, tra i quali l’abate Tommaso Valperga di Caluso (1737-1815), suo insegnante di greco e già maestro di Vittorio Alfieri (1749-1803). Le sue prime letture, tra cui Senofonte e Plutarco, così come la vicinanza dei più grandi letterati europei, in primis Ugo Foscolo (1778-1827), dovettero influire sulla sua visione della Grecia, patria di Socrate e culla degli ideali democratici. Verso la Grecia Intrapreso nel novembre del 1824 il viaggio di Santorre di Santa Rosa da Londra alla Grecia si conclude con l’arrivo a Nauplia, antica città nel golfo dell’Argolide. Nei mesi seguenti Santa Rosa visita Epidauro, l’isola di Egina e il tempio di Giove Panellenico, Atene e l’Attica, fino ad arrivare a Maratona e Capo Sunio. Quell’itinerario diventerà uno dei più frequentati anche dagli artisti. Tra i primi il bresciano Giovanni Renica (1808-1884) che, nel 1839 nel viaggio verso il Vicino Oriente fissa le linee del paesaggio e i costumi locali in una sorta di diario pittorico, di reportage sentimentale di impressioni e suggestioni dal vero. Dall’interpretazione romantica del paesaggio emerge in tutta la sua forza la verità dei luoghi, catturati nel variare atmosferico e delle ore, insieme al fascino esotico di un popolo che appariva forte e fiero. Combattere per la libertà Nel 1821 la sollevazione dei Greci contro il dominio turco dà il via a un decennio di aspri combattimenti. Numerosi volontari europei raggiungono la Grecia desiderosi di lottare per la sua liberazione. Tra i grandi personaggi dell’epoca, anche Lord Byron salpa da Genova per trovare infine la morte a Missolungi nel 1824. Soprattutto dalla fine degli anni venti dell’Ottocento, gli artisti italiani si lasciano sempre più ispirare da quelle vicende. È il caposcuola del Romanticismo, Francesco Hayez (1791-1882) a inaugurare la stagione della pittura filoellenica in Italia con I profughi di Parga (Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo), opera monumentale – della quale si espone qui un disegno di studio – destinata a imporsi come esempio per un’intera generazione di artisti, tra i quali Michele Bisi (1788-1874) e Teodoro Lipparini (1800-1856). L’eroe e la sua immagine Giunto in Grecia nel dicembre del 1824, Santa Rosa si arruola come militare semplice sotto il nome di Derossi. In una lettera alla moglie Carolina, scritta da Nauplia il 2 aprile del 1825, esalta le virtù militari del popolo greco, ne sottolinea l’audacia generosa come pure le difficoltà che si frapponevano alla soluzione del conflitto. Nei giorni seguenti partecipa alla difesa dell’isola di Sfacteria, postazione strategica per il controllo della baia di Navarino, rifiutando di ritirarsi sotto la pressione turco-egiziana. L’8 maggio 1825 cade in combattimento. Non se ne ritroverà mai il corpo. In Grecia, sullo scoglio presso cui Santa Rosa trova la morte, è eretto un obelisco a suo ricordo, mentre a Savigliano nel 1869 è inaugurato il monumento che lo celebra come eroe, dove vengono apposte le parole dedicategli da Niccolò Tommaseo (1802-1874). Da una sala all’altra il visitatore è accompagnato dalle installazioni olfattive curate da Claudia Sepertino. Il percorso espositivo si chiude con un’ambientazione sonora, risultato della collaborazione tra il musicista Flavio Ferri e il regista Davide Forleo. A partire dalle Lettere dall’esilio (1821-1825) e dagli studi più aggiornati, la mostra restituisce l’intatta forza degli ideali di libertà e democrazia che animarono Santorre e che ancora oggi parlano con sorprendente attualità. “Il mio cuore mi dice: servi la Grecia… Se la Grecia cade, non cadono con essa tutte le speranze di libertà?”, scriveva nel 1825 alla moglie Carolina. Con questa mostra, 200 Santa Rosa non celebra soltanto un anniversario, ma rinnova il dialogo tra passato e presente, trasformando Savigliano in un centro di riflessione, cultura e partecipazione civile.

La Grecia di Santorre di Santa Rosa. Dal mito classico alla lotta per la libertà

Savigliano, Palazzo Muratori Cravetta

12 settembre – 16 novembre 2025

Promosso da Comune di Savigliano

A cura di Elena Lissoni e Chiara Nenci

SWANN ART GALLERY. IN – OLTRE. Fernando Montà 

12 settembre – 3 ottobre 2025

Mostra personale 

a cura di Swann Art Gallery 

presentazione di 

Riccardo Dellaferrera

Inaugurazione

venerdì 12 settembre 2025 ore 18.30 

Orari: lunedì chiuso – da martedì a sabato ore 12.30 – 19.00 

Swann Art Gallery via A.Bertola 29 -Torino – tel. 3332455018 e.mail: info@swannarte.com sito web: www.swannarte.com 

ingresso libero 

La ricerca artistica di Montà, in questa mostra, affronta una questione fondamentale: quella dell’essenza profonda. Un tema che, nella nostra epoca, appare quasi come un non-problema, un aspetto a cui si presta attenzione solo in funzione di un’analisi relativa alla nostra esistenza esteriore e esteriorizzante. L’artista rivendica invece la necessità di un passaggio ulteriore oltre la logica, oltre il carattere costruttivo e matematizzante del nostro approccio al reale. Nella sua poetica, l’intuizione delle essenze e l’incontro più profondo e intimo con le cose e la natura – non ridotte a mera conoscenza scientifica – rappresentano la ragione stessa della propria arte. La ricerca di Montà non si limita a considerare l’essenza come una semplice presenza che si manifesta davanti agli occhi dell’artista o dello spettatore. Nei suoi dipinti emerge piuttosto uno sguardo dall’interno, dalle profondità stesse della natura, capace di avvolgere chi osserva in una perfetta simbiosi con essa. La pittura di Montà è esistenzialista, non nel senso di un primato dell’esistenza umana, ma nella volontà di andare oltre la concezione, falsamente chiarificatrice ed ancora oggi dominante, dell’Essere come mera presenza e obiettività. L’artista suggerisce, nelle sue raffigurazioni, che il rapporto dell’uomo con la natura rappresenta la possibilità più autentica dell’uomo stesso: il problema della sua verità e della sua essenza; infatti questa consiste proprio nel non avere una natura fissa e irriducibile, bensì realizzabile attraverso la relazione con gli altri e con l’ambiente. Nelle opere in mostra, lo sguardo dell’uomo non si dirige verso un oggetto dato e immobile, ma riceve la propria significanza in modo dinamico e centripeto dall’ambiente ( In segno Vr, Ev 7, Ev 4, Ev 11, Fiore di Cactus 5), ritrovando, in questo rapporto progettuale e di dimensione della cura, l’orizzonte più proprio. “IN – OLTRE” allora vuole significare stare fuori e dentro la realtà allo stesso tempo, oltrepassarla, superare la sua mera presentificazione per aprirsi a nuove possibilità. Le rappresentazioni dinamiche della vegetazione avvolta vorticosamente nel vento, lo sguardo rassegnato di un animale in cattività: sono immagini che ci pongono di fronte a una realtà che rifiuta di essere ridotta a mero strumento della scienza, della presentificazione, della utilizzabilità matematica e tecnologica (Essenza – Elsa la leonessa, Essenza – Sogno di libertà). Attraverso il movimento, il segno di Montà tenta di decostruire quel linguaggio che concepisce il mondo solo come un insieme di strumenti per il dominio umano sulla natura invitandoci a distinguerci dalla mera autoreferenzialità per intraprendere un rapporto con pluralità dei significati, orientato verso la cura e la vita. L’artista ci invita a riconoscere che il nostro esserci non è un contenitore chiuso da cui uscire per incontrare il mondo: siamo già, da sempre, in un rapporto costitutivo con esso: le sue pennellate vorticose e dinamiche rendono questa relazione tangibile, eliminando ogni distinzione tra soggetto e oggetto. In altre opere in mostra (Ev br, Essenza la collina 9), anche il tema della memoria e il richiamo alla natura vissuta nelle campagne biellesi emergono come elementi centrali. Siamo ciò che siamo grazie a ciò che impariamo e ricordiamo: la memoria costruisce la nostra conoscenza del mondo e la nostra capacità di entrare in relazione con esso. In esse le linee ritmiche guidano lo sguardo a velocità variabili, tra accelerazioni improvvise e spazi aperti modellati da pennellate curve (Ev 7, Ev 11), attraverso forme figurative e astratte che emergono nel colore, catturando l’occhio e sfuggendo allo stesso tempo. Nei lavori più recenti (In-segno vr, In-segno 2021), la riduzione della figurazione apre la strada a componenti emotive e concettuali; forme naturali e astrazioni evocative invitano lo spettatore a esplorare la superficie della tela, a percepirne le trame e a impegnarsi nel gioco infinito tra primo piano e sfondo. Inoltre anche quando un motivo centrale è presente, le opere – quasi sempre realizzate su tavola o su tela, con soggetti inseriti in forme circolari – rifiutano ogni centro di enfasi, stimolando visioni periferiche e percezioni di continuo movimento. In questa pittura vitale e dinamica lo sguardo non trova mai tregua, coinvolti in un flusso che non permette di fermarci e che costringe a riflettere e a sentire. 

Riccardo Dellaferrera, Luglio 2025

Il Museo del Giocattolo di Bra riapre con una mostra sui soldatini

Visitabile dal 7 settembre al 30 novembre  

Dopo la pausa estiva il 7 settembre 2025 riaprirà i battenti il Museo del Giocattolo di Bra, e lo farà con una grande sorpresa. Nella sala recentemente adibita alle esposizioni temporanee, verrà infatti allestita una mostra dedicata al soldatino storico, sia da gioco che da collezione ed esposizione. Saranno presenti sia pezzi provenienti da collezioni private (la maggior parte sono gentile concessione di Paolo Di Marco) che appartenenti a quella del museo in quanto frutto di donazioni.

Fino al 30 novembre saranno esposti soldatini di diverse epoca e marche storiche come le francesi Querilou e MdM e Starlux, le inglesi Britain, Tradition e Stadden; non mancheranno anche gli italianissimi soldatini Airfix, compagni di giochi di tanti bambini degli anni 60/70. Ci saranno anche figurini da esposizione, frutto del lavoro attento e preciso di artisti miniaturisti, punto di contatto tra l’hobby e l’arte.

Il museo riaprirà al pubblico con i consueti orari (accesso solo con visita guidata nei seguenti orari: 10,30 – 11,30 – 14,30 – 15,30 – 16,30) con ingresso gratuito per i residenti a Bra, disabili con un familiare o altro accompagnatore, minori di 12 anni, possessori Carta Famiglia 6G – Forum Associazioni familiari, soci dell’Associazione “Amici dei Musei” di Bra e possessori della Carta Abbonamento Musei Piemonte. Per tutti gli altri, il biglietto di accesso al singolo museo costa 5 euro con la possibilità di acquistare un biglietto unico per l’accesso a tutti i musei civici al costo di 10 euro.

 

“DONNE E MOTORI? GIOIE E BASTA!”

In occasione del Salone dell’Automobile la mostra fotografica fa tappa a Palazzo Lascaris, via Alfieri 15 – Torino | 10 settembre – 4 ottobre 2025

 Inaugurazione mercoledì 10 settembre ore 11

 

Sarà ospitata negli spazi della Galleria Carla Spagnuolo di Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte, la terza edizione della mostra fotografica “Donne e Motori? Gioie e Basta!”, ideata da Elisabetta Cozzi, fondatrice e presidente del Museo Fratelli Cozzi di Legnano (MI), promossa dall’associazione Friends of Museo Fratelli Cozzi.

L’esposizione, dal 10 settembre al 4 ottobre, approda a Torino, capitale italiana dell’automobile, in una delle sue sedi istituzionali più prestigiose, in concomitanza con il Salone dell’Automobile. In occasione della manifestazione automobilistica la mostra sarà aperta al pubblico anche sabato 27, domenica 28 settembre e sabato 4 ottobre.

“Donne e Motori? Gioie e Basta!” nasce con l’obiettivo chiaro di smascherare e decostruire gli stereotipi che ancora oggi relegano il femminile a narrazioni svilenti e anacronistiche, come “Donne e motori, gioie e dolori” o “Donna al volante, pericolo costante”.

La terza edizione del progetto si concentra su un pregiudizio ampiamente diffuso: “Le donne non sanno fare squadra”. A rispondere a questa affermazione, con autenticità e determinazione, sono 20 donne, scelte per il loro impegno in ambito professionale, sociale o sportivo, ritratte in coppia con una “sorella”, figura scelta per il valore del legame, professionale o personale. Il tema della “sorellanza” diventa così filo conduttore di una narrazione nuova, fatta di solidarietà, alleanze, energia condivisa. Autrice delle immagini è la fotografa Camilla Albertini.

AIDA Associazione Italiana Donne per l’Automotive, sostenitrice dei valori di women empowerment e parità di genere, collabora attivamente alla diffusione della mostra sul territorio piemontese.

Orari: dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17. Apertura straordinaria sabato 27, domenica 28 settembre e sabato 4 ottobre, dalle 14 alle 18.30. Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria su: turismotorino.org

OFFICINA AD hoc. MURI: Punto d’intersezione di arte, architettura materia e memoria

11 settembre – 14 ottobre 2025 – Officina ADhoc, Torino

L’Officina ADhoc, studio di architettura e design fondato da Enrico Fabbri, torna con una nuova esposizione ed è lieta di presentare MURI, mostra collettiva curata da Elena Radovix. L’esposizione, che si terrà dall’11 settembre al14 ottobre 2025, trasforma lo spazio postindustriale di via Cervino 24 in un laboratorio di riflessione sul rapporto intimo e complesso tra arte e architettura.

Muri di Barriera.

La mostra, nata nel quartiere di Barriera di Milano, evoca fin da subito il tema del confine, della soglia e del margine, elementi intrinseci alla storia urbana e sociale del luogo. L’architettura non è qui un semplice contenitore, ma un protagonista attivo, un tessuto narrativo che interroga i visitatori. I muri superano il proprio essere unicamente elemento divisorio ma divengono la tela su cui si stratificano storie, trasformazioni e memorie.

L’Officina ADhoc, che si occupa da sempre di intrecciare relazioni tra persone, luoghi e cose, fornisce il contesto ideale per questo dialogo. “Il muro, metafora della nostra condizione umana, si offre come punto di incontro tra l’individuo e lo spazio urbano: è protezione e prigione, identità e separazione” spiega la curatrice Elena Radovix. La mostra esplora come il muro, nel suo essere elemento architettonico, possa diventare un’opera d’arte, un archivio e uno specchio delle tensioni sociali.

I VideoPodcast

Operazione inedita e coerente con le forme di divulgazione più accattivanti del presente, per questa collettiva Officina AdHoc ha realizzato dei video podcast di circa 15, 20 minuti, per ogni artista. Dando così occasione ad ognuno di loro di raccontare il proprio percorso professionale, i progetti realizzati e il pensiero che li sottende, con un focus particolare per le opere esposte in mostra. Questi diverranno materiali informativi per i potenti e molto seguiti canali social di Officina AdHoc.

Gli artisti in mostra: un dialogo tra materia e significato

La collettiva riunisce sei artisti – Laura Berruto, Raffaella Brusaglino, Claudio Cravero, Bahar Heidarzade, Guido Pigni e Michele Rigoni – che attraverso linguaggi diversi (fotografia, pittura, incisione, collage e installazione) analizzano il muro dal punto di vista fisico e simbolico, creando una narrazione che sfuma i confini tra le discipline.

La mostra rappresenta un’occasione per riflettere su come arte e architettura si influenzino a vicenda, trasformando lo spazio costruito in un’esperienza emotiva, critica e poetica.

Officina AdHoc Progettazione contemporanea, studio di design, pianificazione urbana, design industriale grafica.

Via Cervino 24/A |10155 Torino www.adhocvoice.com