PIEMONTE ARTE: DE-COLL AD AVEZZANO, RABINO, IL GIOIELLO CONTEMPORANEO, DEORSOLA, CHIRONI, MOSAICO DI CACCIAPIATTI…
Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo
IL CHIERESE DE-COLL AD AVEZZANO PER LA MOSTRA “MARE E MONTI”
Sabato 25 ottobre alle ore 18.00, sarà inaugurata la mostra “MARE e MONTI”, curata dal sociologo e critico d’arte Maurizio Vitiello, allo “Studioripartiamodazero” ad Avezzano (AQ), con opere recenti di Maurizio Bonolis, Beatriz Cárdenas, Maria Pia Daidone, Pier Tancredi De-Coll’, Lars Howler, Franca Lanni, Vincenzo Mascia, Mauro Molinari, Girolamo Mulinaro, Viviana Pallotta, Maria Carmen Salis. Roberto Sanchez.
MUSEO M.I.I.T.: MOSTRA DI CLAUDIO RABINO “I COLORI DELL’ANIMA”
Si è inaugurata sabato 18 al Museo MIIT di Corso Cairoli 4 a Torino, la personale del Maestro Claudio Rabino.
Un viaggio emozionante attraverso ” i Colori dell’anima”
PINACOTECA ALBERTINA. IL GIOIELLO CONTEMPORANEO TRA ARTE E DESIGN
TORINO OMAGGIA IL FOTOGRAFO TULLIO DEORSOLA
Negli spazi di 515, dal 27 ottobre, la mostra “365”. In esposizione tutte le 365 foto che Deorsola ha scattato nel 2011: uno scatto al giorno
Avrebbe compiuto 60 anni quest’anno il fotografo Tullio Deorsola, scomparso prematuramente nel 2023. Per questo, la sua Torino, nella Settimana dell’arte contemporanea, lo omaggia con una mostra unica e originale “365“. Raccoglie le 365 foto che Deorsola ha scattato nel 2011: uno scatto al giorno, realizzato, allora, per la figlia lontana, residente negli Usa.
La location è decisamente originale, gli spazi di 515, l’agenzia creativa di via Mazzini 40, che alcuni torinesi hanno scoperto in occasione di Open House ed è già stata, in passato, contenitore di iniziative artistiche e culturali: le pareti del grande spazio principale del creative lab faranno da contenitore alla mostra. L’inaugurazione lunedì 27 ottobre alle 18,30, apertura, con ingresso gratuito, dal martedì 28 a venerdì 31 ottobre con orario 10,30-13,30 e 15-20. Sabato 1 novembre la mostra aderisce alla Notte delle Arti contemporanee, con apertura speciale 17-22.
Tra i 365 scatti, ci sono molti scorci di Torino, ma anche un particolare delle caramelle Grether’s Pastilles, ad esempio, e poi paesaggi di montagna e dettagli come un caffè espresso o i medicinali assunti quella mattina. «Tullio scattava ciò che catturava la sua attenzione quel giorno: questo è dunque un racconto di vita, una testimonianza» spiega Barbara Brondi, che gestisce l’archivio Deorsola. Il titolo dalla mostra, «365», è quello che Deorsola aveva scelto per salvare sul suo pc il lavoro: ogni giorno scattava una foto, ogni sera la mandava alla figlia. Di «365», nel 2012, aveva scritto: «È per ora l’unica cosa tangibile con la quale lascio un modo per essere interpretato e per cercare di penetrare l’interesse di una figlia alla quale voglio un bene immenso ma della quale sono all’oscuro di tutto».
Negli spazi di 515, che in passato furono una fabbrica di flipper e poi una galleria d’arte, la mostra è la scintilla per un progetto molto più ambizioso. C’è anche un lato benefico: chiunque potrà infatti acquistare una copia di una delle immagini esposte, del giorno che preferisce. Il ricavato servirà a valorizzare, organizzare e digitalizzare tutto l’immenso patrimonio dell’Archivio Deorsola.
È la seconda iniziativa che Torino dedica a Deorsola dopo la sua morte: a giugno 2024 Camera – Centro Italiano per la fotografia aveva raccolto e presentato 24 fotografie appartenenti alla serie “Night Shift”.
La mostra segna anche il varo del sito www.tullio-deorsola.com che sarà, poi, implementato nei prossimi mesi.
Chi era Tullio Deorsola
Deorsola, torinese classe 1965, si trasferì, appena ventenne, in California, dove studiò fotografia e si diplomò all’Academy of Art di San Francisco. Attivo come primo assistente in diversi studi fotografici a San Francisco e Los Angeles, maturò un’approfondita e raffinata esperienza da tecnico di stampa che – coniugata a un’innata sensibilità creativa in ambito visivo – segnò e caratterizzò il suo approccio alla fotografia.
Definita una personale grammatica espressiva, lavorò producendo diversi progetti originali. La serie di scatti dedicata alle architetture urbane della West Coast statunitense, originata da lunghe esposizioni notturne, diventò distintiva del suo linguaggio d’autore, privilegiando scorci non convenzionali resi mediante colori delicatamente poetici.Nel 2005 si trasferì in Italia per stabilirsi a Roma, dove lavorò per il cinema come fotografo di scena per diversi produttori e registi italiani, tra i quali Carlo Verdone, Neri Parenti e Giovanni Veronesi. Dopo alcuni anni, fece ritorno a Torino, alternando i suoi impegni per il cinema italiano alla realizzazione di diversi progetti fotografici originali.
Mostra «365».
Dove: 515, via Mazzini 40, Torino.
Inaugurazione: lunedì 27 ottobre alle 18,30.
Orario: dal martedì 28 a venerdì 31 ottobre 10,30-13,30 e 15-20. Sabato 1 novembre 17-22.
Ingresso: gratuito.
CAMERA. MOSTRA: CRISTIAN CHIRONI. ABITARE L’IMMAGINE

Cristian Chironi, Offside, 2007 ©Cristian Chironi
CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia presenta una nuova mostra nella sua Project Room: Cristian Chironi. Abitare l’Immagine.
L’esposizione, curata da Giangavino Pazzola, è dedicata alla lettura del rapporto privilegiato tra fotografia e performance nell’opera multidisciplinare dell’artista sardo (Nuoro, 1974).
Il percorso espositivo, che apre al pubblico il 24 ottobre, include una selezione di lavori fotografici, installativi e video che ripercorrono la ricerca dell’artista dagli esordi negli anni ‘90 sino ad oggi, mostrando come la sua pratica artistica sia caratterizzata da originali strategie di costruzione dell’autoritratto, della messa in scena, della creazione dei personaggi e dell’ambientazione.
AL VIA IL RESTAURO DEL MOSAICO DI CACCIAPIATTI SOTTO LA CUPOLA DI SAN GAUDENZIO
Al via il restauro del mosaico del Cardinale Cacciapiatti sotto la Cupola di San Gaudenzio. La Fabbrica Lapidea della Basilica di San Gaudenzio ha annunciato l’avvio del restauro del prezioso mosaico pavimentale del Cardinale Giovanni Cacciapiatti, situato al centro della Basilica, direttamente sotto la celebre Cupola antonelliana. L’intervento è reso possibile grazie al contributo della Regione Piemonte, il cofinanziamento della Fabbrica Lapidea e il sostegno del Comune di Novara. «Come assessorato alla Cultura siamo orgogliosi di contribuire a riportare allo splendore originale il mosaico di Cacciapiatti – afferma l’assessore alla Cultura della Regione Piemonte Marina Chiarelli – . Un’opera che verrà riportata alla luce del pubblico restituendo la sua importanza centrale nell’architettura interna della basilica di San Gaudenzio. Dopo i lavori il mosaico potrà nuovamente dialogare con la cupola soprastrante di Antonelli creando una percezione unica dello spazio sacro».Il pavimento, realizzato tra il 1838 e il 1839 su disegno dello scultore, pittore e architetto Pelagio Palagi, costituisce una delle opere più raffinate del complesso monumentale. L’opera, in commesso marmoreo e mosaico lapideo policromo, fu eseguita in adempimento del legato testamentario del Cardinale Cacciapiatti, illustre benefattore della città e devoto del santo patrono novarese. Negli anni, la superficie del mosaico ha subito alterazioni, fratturazioni e fenomeni di degrado dovuti anche alla presenza prolungata di una pedana lignea ormai gravemente deteriorata, che ha compromesso la corretta traspirazione del pavimento e che, in più punti, mostrava segni di instabilità e deformazione delle tavole, rendendo necessario il suo smantellamento. A ciò si aggiunge il fatto che, per oltre trent’anni, il mosaico è rimasto coperto da un ampio tappeto, la cui permanenza ha favorito l’accumulo di umidità e lo sviluppo di alterazioni cromatiche e biologiche.
Il restauro, affidato al Consorzio Arkè, prevede operazioni di pulitura, consolidamento, reintegrazione delle lacune, disinfezione da biodeteriogeni e protezione finale delle superfici marmoree, per un importo complessivo di circa 70 mila euro, comprensivi di una quota per imprevisti legati alle aree finora non accessibili, smantellamento della predella danneggiata e acquisto di una copertura dedicata al mosaico da utilizzarsi durante gli eventi cittadini. L’intervento è reso possibile grazie a un finanziamento di 50 mila euro della Regione Piemonte e a un cofinanziamento di 20 mila euro della Fabbrica Lapidea, ente che dal 1552 tutela e conserva il Complesso Gaudenziano grazie all’indispensabile supporto del Comune di Novara, proprietario del Complesso Monumentale di San Gaudenzio.
La Fabbrica Lapidea esprime un «sentito ringraziamento alla Regione Piemonte per la sensibilità dimostrata verso il patrimonio culturale novarese, al Comune di Novara per il costante impegno nella tutela e valorizzazione del bene, alla Consulta Cattolica Piemonte, in particolare al responsabile Don Gianluca Popolla, e a Sua Eccellenza Mons. Franco Giulio Brambilla, Vescovo di Novara, per la disponibilità e l’attenzione con cui accompagna ogni fase della vita della Basilica – sottolinea Matteo Caporusso, Presidente della Fabbrica Lapidea di San Gaudenzio –. Questo restauro restituisce alla Basilica un tassello prezioso della sua storia e al tempo stesso testimonia quanto la collaborazione tra istituzioni civili, religiose e culturali possa generare bellezza e responsabilità condivisa. San Gaudenzio è il cuore simbolico di Novara, e ogni intervento che lo riguarda appartiene idealmente a tutti i cittadini».
CONCORSO LETTERARIO METROPOLI DI TORINO
Al Teatro San Giuseppe, in via Andrea Doria 18 A, si tiene sabato 25 ottobre, alle 15,45, la manifestazione di premiazione dei vincitori della XXII° Edizione del Premio di Arti Letterarie Metropoli di Torino, patrocinio della Regione Piemonte e Città di Torino, con narrativa, saggistica e poesia.
Promosso dal Centro Culturale Arte Città Amica, presieduto da Raffaella Spada, il concorso vanta ormai una consolidata presenza di scrittori, italiani e stranieri, che confermano la realtà culturale nazionale e il costante impegno di Danilo Tacchino, Direttore letterario del concorso che, in un editoriale, ha sottolineato come il Premio sia “cresciuto in esperienze, emozioni letterarie e personaggi che si sono alternati, membri di giuria, responsabili dell’organizzazione e autori partecipanti nelle varie sezioni”.
In particolare, all’interno dei componenti delle giurie si annoverano, nei diversi settori, giornalisti, docenti, poeti, esperti culturali: da Bruna Bertolo a Mauro Minola, da Pier Giorgio Tomatis a Andrea Bolfi e Bruno Giovetti, Mario Parodi, Barbara Borini, Erica Comoglio, Graziella Gumina, Massimo Centini, Ernesto Vidotto, Piero Abrate, Imma Schiena e Angelo Mistrangelo.
E proprio Mistrangelo mette in evidenza che nell’ambito della poesia “si alternano pagine in cui sensazioni e interiori suggestioni, personalissimi ricordi e testimonianze di conflitti e inaudite sofferenze, costituiscono i temi di un continuo e inesausto percorso espressivo, di una singolare visione di questi nostri complessi giorni scanditi da incontri, ricerche e riflessioni” (www.artecittaamica.it).
ALBA CAPITALE DELL’ARTE CONTEMPORANEA 2027, IL COMMENTO DEL PRESIDENTE CIRIO E DELL’ASSESSORE CHIARELLI
“Quella di oggi è una giornata straordinaria da incorniciare per tutti i piemontesi. È una vittoria della squadra, di un dossier credibile come “Fabbriche del vento”, costruito da istituzioni pubbliche e private che hanno lavorato insieme e che rafforzeranno il sistema dell’arte contemporanea piemontese sempre più attraente e riconosciuto a livello nazionale e internazionale. È particolarmente significativo poi che questo riconoscimento arrivi in Piemonte alla vigilia delle settimane dell’arte contemporanea di Torino e che saranno ora ancora più ricche Sappiamo che ora c’è molto da fare e lo faremo insieme” dichiarano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alla Cultura Marina Chiarelli. “Il Piemonte e Alba hanno dimostrato che la cultura è un linguaggio condiviso, e che l’arte è capace di unire energie e persone. Questo riconoscimento è un ulteriore prezioso passo per continuare a costruire un Piemonte dove l’arte non resta chiusa nei musei, ma innerva le comunità e la nutre tutti i giorni. È la conferma che investire nella bellezza e nel talento è una scelta che ripaga sempre – proseguono Cirio e Chiarelli – Il nostro ringraziamento va a tutti coloro che insieme a noi hanno reso possibile questo risultato: il sindaco di Alba Alberto Gatto, la presidente del comitato promotore della candidatura Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, il critico d’arte Nicolas Ballario e il presidente Fondazione San Patrignano Roberto Spada, i sostenitori e tutti coloro che in questi mesi hanno lavorato con passione e impegno per rendere possibile questa straordinaria vittoria”.
IDOLO di Mike Nelson è la prima opera d’arte di “Mirafiori dopo il Mito | Arte”
Mike Nelson è l’artista internazionale selezionato per creare la prima Opera d’Arte per Mirafiori, nell’ambito del nuovo capitolo del programma dedicato all’arte e al paesaggio di Fondazione della Comunità di Mirafiori
Torino, 16 ottobre 2025 – IDOLO di Mike Nelson è la prima opera d’arte di “Mirafiori dopo il Mito | Arte” che inaugura un calendario ricco di iniziative culturali, con l’obiettivo di valorizzare il territorio di Mirafiori sul lungo periodo, esplorando come l’arte e le pratiche di ricerca contemporanee possano trasformare il paesaggio periurbano, anche con il coinvolgimento attivo delle comunità locali e con attenzione alle vulnerabilità umane e ambientali.
La Fondazione della Comunità di Mirafiori, ente filantropico impegnato dal 2008 nello sviluppo del quartiere di Mirafiori sud, opera da anni per stimolare prospettive generative e dinamiche sinergiche in quartiere, richiamandosi ai principi dell’iniziativa della New European Bauhaus, nata su iniziativa dell’Unione Europea.
“Mirafiori dopo il Mito | Arte” è un programma incentrato sull’arte e sul paesaggio, connesso alla memoria degli abitanti del quartiere e al loro modo di viverlo, offrendo nuovi modi di vedere e interpretare il territorio, grazie alla valorizzazione dei tesori locali e alle collaborazioni con la comunità, gli enti istituzionali, come Città di Torino, e culturali, come quelli rappresentati nel Tavolo delle Idee.
CIRCOLO DEGLI ARTISTI. “POESIA VISIVA, RACCONTO DI UN ANIMO MALINCONICO”. TEILER, AL SECOLO FERRUCCIO SPEZZATI
Circolo degli artisti di Torino, Corso San Maurizio, 6
Vernissage sabato 25 ottobre ore 17
Verrà inaugurata il 25 ottobre alle 17, presso la sede del Circolo degli Artisti di Torino in Corso San Maurizio,6 la mostra “Poesia visiva, racconto di un animo malinconico” con opere pittoriche e rame sbalzato dell’artista “Teiler”, al secolo Ferruccio Spezzati.
L’evento, curato dalla dottoressa Carla Bertone, proseguirà con ingresso gratuito fino al 7 novembre e sarà visitabile dal martedì al sabato dalle 15,30 alle 19,30.
La mostra, corredata da un ricco dépliant con testi di Carla Bertone e Remigio Bertolino, è l’espressione di un modo di concepire l’arte ben riassunto da Teiler in una frase che lo rappresenta: “Lampi di creatività per sfuggire alla realtà vissuta. Che l’arte sia fuga?”.
ARCHIVI APERTI: IL FONDO FELIX DE CAVERO.
Fra le manifestazioni culturali promosse in questi giorni che precedono la settimana di Artissima, si ricorda “Archivi Aperti 2025”, che in occasione dell’80° Anniversario della Liberazione, presenta all’Istoreto, istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti”, venerdì 24 ottobre, dalle 17,30, l’archivio Felix de’Cavero nella Sala Memoria delle Alpi, in via del Carmine 13(archivio@istoreto.it).
Si tratta di un “unicum” nella fotografia resistenziale – circa settecento scatti – che per volere della figlia Paola sono ora custoditi presso l‘Istoreto, che ne ha curato il riordino.
Una sorprendete collezione, quindi, che viene illustrata al pubblico dalle archiviste Laura Cosso e Alessia Vaccarotto con il giornalista Angelo Mistrangelo.
L’iniziativa costituisce una importante testimonianza per ricordare il pittore e fotografo Felix de’Cavero (Diano Marina 1908 – Torino 1994) che, immagine dopo immagine, ha documentato gli aspetti della vita quotidiana delle formazioni partigiane garibardine nelle Langhe, attraverso un viaggio nella memoria e nella storia.
Felix, di una famiglia dalle nobili origini spagnole, stabilitasi a Torino, si era diplomato nel 1930 all’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova, per poi seguire i corsi di incisione di Marcello Boglione. Richiamato alle armi nel 1942 nel corpo degli Alpini, dopo l’8 settembre passò nelle file dei partigiani della XIV° divisione Garibaldi, comandata da Marco Fiorina “Kim”, prendendo parte alla Resistenza nelle Langhe.
Fotoreporter e redattore del giornale clandestino “Stella Tricolore”, ha partecipato con la sua divisione alla Liberazione di Torino. E Luciano Boccalatte, vicepresidente Istoreto, nota che “Felix è stato un fotografo capace di trasmettere un senso di fratellanza universale ed è un testimone insostituibile della Seconda Guerra Mondiale”
Le vicende umane e artistiche di Felix de’Cavero si configurano, inoltre, nel secondo dopo guerra, con la nascita del gruppo “Decalage”, che ha fondato nel 1952, composto da Felix, Attilio Aloisi e Nardo Gilardi. E, così, ogni dipinto prendeva forma e contenuti dalla loro stretta, inedita e originale collaborazione.
Le opere, realizzate per oltre un trentennio da questo trio di pittori, tra figurazione e cadenze surreali, tra un colore luminoso e suggestioni romantiche, rappresentano “un discorso del tutto particolare nell’arte piemontese, e non solo” sottolinea Paola de’Cavero, docente emerita dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.
Apre ad Aosta la mostra Chicco Margaroli. Ad Atto
L’Assessorato Beni e Attività culturali, Sistema educativo e Politiche per le relazioni intergenerazionali informa che venerdì 24 ottobre 2025, alle ore 18, sarà inaugurata l’esposizione Chicco Margaroli. Ad Atto, allestita presso la Chiesa di San Lorenzo di Aosta. La presentazione istituzionale è prevista nella splendida cornice del Chiostro di Sant’Orso di Aosta.
Questa esposizione di arte contemporanea, che vede la collaborazione tra Chicco Margaroli e Andrea Carlotto, è accompagnata da un testo critico di Paolo Pecere, filosofo e scrittore, docente di Storia della filosofia all’Università di Roma Tre e ruota intorno al tema della Natura, intendendo sottolinearne la fragilità strutturale e antropologica, ma anche la sostenibilità, nonché la capacità di rinnovo espressa dagli artisti attraverso metafore di grande impatto.
Dopo ventisei anni Chicco Margaroli torna a esporre alla Chiesa di San Lorenzo di Aosta. Il progetto Ad Atto affascina per l’attualità che lo connota. L’arte guarda alla scienza e questa inedita ricerca di Chicco Margaroli con Andrea Carlotto, artista audiovisivo, parte dal tema dell’adattamento degli esseri viventi a una realtà in continua metamorfosi, come ci suggerisce il titolo dell’esposizione.
Coordinata dalla Struttura Attività espositive e promozione identità culturale la mostra si compone di installazioni artistiche e multimediali che accolgono il pubblico in un’esperienza immersiva e dalla forte valenza didattica, che potrà essere apprezzata anche dalle scuole valdostane, a cui saranno dedicate attività specifiche di approfondimento.
La collaborazione con il Museo Regionale di Scienze Naturali di Saint-Pierre Efisio Noussan e con la Struttura Biodiversità, sostenibilità e aree naturali protette sottolinea come le attività espositive possano proporre un lavoro corale che sottolinea il ruolo dell’arte nella società contemporanea quale strumento attivo di riflessione.
La mostra nasce infatti dalla frequentazione da parte dell’artista del Museo di Scienze naturali. Chicco Margaroli, da sempre sensibile ai temi ambientali, ha interrogato i ricercatori per comprendere l’adattamento attraverso argomenti di attualità, quali la rete ecologica, la biodiversità, le specie esotiche, il tardigrado. Capace di sopravvivere in condizioni estreme, dalle vette delle montagne ai deserti più inospitali, il tardigrado è diventato per l’artista un esempio di adattabilità legato al tema dei cambiamenti climatici sul quale riflettere.
In questo percorso, il Museo di Scienze naturali di Saint-Pierre diviene fonte di ispirazione, uno spazio vivo di confronto dove trova spazio la riflessione artistica che interpreta la Scienza e, attraverso il suo linguaggio, contribuisce a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle grandi emergenze ambientali. Chicco Margaroli, affascinata da gusci di noci, piante, latte e altri materiali naturali, attraverso le sue opere vuole offrire al pubblico un diverso e originale punto di vista, un’altra lettura del mondo biologico, che sottolinea l’urgenza di affrontare queste tematiche e diventa occasione per comunicare, suscitare emozioni e coinvolgere la collettività nell’azione comune.
La mostra è corredata da un catalogo bilingue italiano-francese riccamente illustrato, con i testi di Andrea Carlotto, Daria Jorioz, Chicco Margaroli, Paolo Pecere, Stefano Sburlati e Santa Tutino, edito dalla Tipografia Valdostana.
Orario di apertura: martedì-domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.
L’esposizione è a ingresso gratuito.
Apertura al pubblico dal 25 ottobre 2025 al 3 maggio 2026.
M.A.O. : Chiharu Shiota. The Soul Trembles
a cura di Mami Kataoka e Davide Quadrio
con Anna Musini e Francesca Filisetti, assistenti curatrici
MAO Museo d’Arte Orientale
Via san Domenico 11, Torino
22 ottobre 2025 – 28 giugno 2026
Mostra organizzata dal MAO Museo d’Arte Orientale in collaborazione con il Mori Art Museum di Tokyo
Il MAO Museo d’Arte Orientale di Torino presenta la mostra Chiharu Shiota: The Soul Trembles, a cura di Mami Kataoka, direttrice del Mori Art Museum, che ne ha concepito il progetto originale, e Davide Quadrio, direttore del MAO, con l’assistenza curatoriale di Anna Musini e Francesca Filisetti.
La grande mostra monografica dedicata all’artista giapponese arriva al MAO in anteprima nazionale – e per la prima volta in assoluto in un museo di arte asiatica – dopo essere stata ospitata in prestigiose istituzioni internazionali, tra cui il Grand Palais di Parigi, il Busan Museum of Art, il Long Museum West Bund di Shanghai, la Queensland Art Gallery di Brisbane e lo Shenzhen Art Museum.
Si tratta di un progetto ampio e articolato, di grande potenza espressiva, che ripercorre l’intera produzione di Shiota attraverso disegni, fotografie, sculture, e alcune delle sue più celebri installazioni ambientali e monumentali. Spesso ispirate da esperienze personali, le opere di Chiharu Shiota esplorano l’intangibile – ricordi, emozioni, immagini e visioni oniriche, offrendo spazi di silenzio e contemplazione – e pongono interrogativi su concetti universali ed esistenziali quali l’identità, la relazione con l’altro, la vita e la morte; valicando i confini temporali e spaziali, i suoi lavori coinvolgono la parte più intima e vulnerabile dell’essere umano.
Le sue installazioni più celebri, composte da fili rossi o neri intrecciati a creare strutture imponenti, avvolgono gli spazi in cui sono collocate, trasformandone i volumi e guidando lo spettatore in un’esperienza immersiva in cui la fascinazione si alterna all’inquietudine, il movimento alla stasi.
Il progetto espositivo è concepito come un’unica grande installazione che si espande negli spazi del MAO, dall’area delle mostre temporanee fino alle gallerie delle collezioni permanenti, ponendosi in un dialogo diretto con le opere del Museo. Oltre a una serie di disegni, sculture, fotografie e installazioni, l’esposizione prevede interventi site-specific e nuove opere realizzate appositamente dall’artista per l’occasione.
Tra le opere in mostra alcune delle più iconiche installazioni di Shiota: Where Are We Going? (2017), in cui il motivo della barca, ricorrente in diverse opere, evoca visioni di vite e futuri incerti; Uncertain Journey (2016), costituita da scheletri di imbarcazioni disposti in uno spazio avvolto da fili rosso vivo, a suggerire i molti incontri che potrebbero manifestarsi alla fine di ogni viaggio; In Silence (2008), in cui un pianoforte bruciato e diverse sedute per un fantomatico pubblico, immerse in un reticolo di fili neri, raccontano il silenzio che segue alla distruzione; Reflection of Space and Time (2018), che utilizza un abito e la sua immagine specchiata per riflettere sulla presenza nell’assenza; o ancora Inside – Outside (2009), opera incentrata sul concetto di separazione fra interno ed esterno, privato e pubblico, Est e Ovest; infine la monumentale Accumulation – Searching for the Destination (2021), composta da centinaia di valigie oscillanti, simbolo di ricordo, spostamenti, migrazioni e archetipo del viaggio compiuto da ciascuno di noi.
MAO Museo d’Arte Orientale
Via San Domenico, 11, Torino
BIGLIETTI
Intero 18€; ridotto 12€; biglietto famiglia (2 adulti+1 minore 6-18 anni) 44€ / (2 adulti+2 minori 6-18 anni) 48€
ORARI
Martedì, mercoledì, venerdì, sabato, domenica: 10-18; giovedì: 12-22. Questo orario è valido fino al 29 gennaio. Lunedì chiuso. La biglietteria chiude un’ora prima.