PIEMONTE ARTE: IL QUADRATO.2, WESTON A CAMERA, PRAGELATO, CANELLI, O.G.R., CASALE MONFERRATO, DISEGNI ITALIANI A PECHINO…
Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo
Chieri. Il Quadrato.2 – Ombre di Luce. Prosegue la mostra alla Libreria Mondadori – Centro Storico
Chieri. Gli artisti incisori dell’associazione Il Quadrato.2 ripropongono l’ormai tradizionale mostra collettiva di Natale, presso la libreria Mondadori – Centro Storico.
Le loro opere calcografiche si ricollegano direttamente alla prestigiosa scuola di Gianni Demo, conosciuta a livello nazionale.
La calcografia è una tecnica espressiva plurisecolare che richiede un notevole livello di conoscenza ed abilità, per riuscire a conciliare il rigore del procedimento pratico ed
artigianale, con la necessaria impellenza artistico/espressiva.
Nella collettiva natalizia ogni autore propone liberamente le proprie opere, senza vincoli tematici, ma rispettando il processo metodologico in tutte le sue fasi consolidatesi nel tempo.
Per visualizzare il catalogo con le opere esposte:
CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia: Edward Weston. La materia delle forme (12 febbraio – 2 giugno 2026).
Curata da Sérgio Mah e organizzata da Fundación MAPFRE, la mostra approda per la prima volta in Italia con una selezione di 171 immagini, tra ritratti, paesaggi e sperimentazioni, per ripercorrere tutte le fasi della produzione di Edward Weston, grande fotografo statunitense, che ha contribuito ad affermare la fotografia come forma d’arte.
PRAGELATO OSPITA LA MOSTRA “FLOATING MOUNTAINS”UN DIALOGO TRA ARTE E PAESAGGIO ALPINO
Opere di quattro artisti internazionalitra installazioni, sculture e interventi site-specific nel paesaggio alpino
L’Associazione di Promozione Sociale Neks presenta la mostra d’arte contemporanea “Floating Mountains – Pensare come una montagna”, ospitata dalla città di Pragelato e realizzata grazie al contributo della Fondazione CRT, che da anni sostiene progetti capaci di coniugare innovazione artistica e valorizzazione del territorio. L’iniziativa si avvale inoltre del sostegno del Consiglio regionale del Piemonte e della Regione Piemonte – Assessorato alle Politiche Sociali e Assessorato alla Cultura – con il patrocinio del Comune di Pragelato. L’esposizione, curata da Michele Bramante e Cristina Giudice, con la direzione di Paolo Facelli, vedrà la partecipazione di quattro artisti internazionali, portatori di linguaggi e sensibilità differenti, che dialogheranno con il paesaggio alpino e con la comunità locale.
La mostra rappresenta il primo progetto artistico di Neks in ambito montano, un debutto che segna l’inizio di un percorso dedicato alla montagna come spazio di ricerca artistica e innovazione culturale. L’arte diventa infatti strumento per interpretare i mutamenti climatici, sociali ed economici che attraversano le aree alpine, e occasione per costruire una nuova identità culturale della montagna, capace di superare la stagionalità turistica legata alla neve e di aprirsi a esperienze accessibili durante tutto l’anno.
Il titolo dell’esposizione “Floating Mountains” richiama l’idea di una montagna che perde la sua immagine tradizionale di elemento fisso e immutabile per diventare simbolo di trasformazione. Nella percezione collettiva la montagna è sempre stata sinonimo di solidità, stabilità e permanenza; oggi, però, le alterazioni climatiche in corso, i cambiamenti nell’economia della neve e le nuove forme di abitare e visitare i territori alpini ne stanno modificando profondamente l’identità. La montagna “fluttuante” rappresenta quindi una condizione in divenire, un paesaggio che si ridefinisce continuamente e invita a riflettere sul rapporto tra essere umano, ambiente e cultura. In questa visione, l’arte diventa strumento di lettura e di dialogo con un territorio che non è più solo scenario naturale, ma soggetto attivo, dotato di un suo valore etico e di capacità di relazione.
“Floating Mountains” si configura come una mostra diffusa, con opere collocate in spazi aperti e urbani del comune di Pragelato, pensate per integrarsi con il paesaggio e dialogare con la comunità locale. L’iniziativa trasforma la montagna in un laboratorio vivo di cultura, sostenibilità e innovazione, dove l’arte diventa un linguaggio condiviso capace di generare nuove forme di partecipazione e di relazione con l’ambiente.
Johannes Pfeiffer, Luisa Valentini, Gabriele Garbolino e Carlo D’Oria sono i quattro artisti protagonisti di “Floating Mountain”. Ognuno di loro porta in mostra una personale visione del rapporto tra uomo e paesaggio, intrecciando linguaggi diversi – dalla scultura alla land art, dall’installazione alla ricerca site-specific – in un dialogo aperto con l’ambiente alpino e con la comunità di Pragelato. Le loro opere si inseriscono nel contesto naturale e urbano del territorio, trasformandolo in uno spazio di riflessione sulla relazione tra arte, natura e trasformazione contemporanea.
Johannes Pfeiffer, nato a Ulm – città del Baden-Württemberg, nel sud della Germania – ha studiato alla Freie Universität di Berlino e alle Accademie di Belle Arti di Roma e Carrara. Dal 1985 si dedica alla land art e alle installazioni ambientali, con interventi in Europa, Asia e Sud America, tra cui Pechino, Praga, Palma de Maiorca e il deserto di Atacama. Le sue opere, concepite come esperienze site-specific, instaurano un dialogo diretto con lo spazio e con le forze naturali che lo attraversano.
Luisa Valentini, docente fino al 2022 all’Accademia Albertina di Belle Arti, dove si è formata dopo la laurea in germanistica presso l’Università di Torino, dal 2024 è direttrice artistica del Museo Piscina Arte Aperta. Presente con le sue opere in importanti collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero, vanta collaborazioni internazionali quali quella con il Cirque du Soleil e, negli ultimi anni, è stata particolarmente impegnata sul fronte dell’arte sacra. Le sue opere coniugano spiritualità e materia, equilibrio e tensione formale.
Gabriele Garbolino, diplomato in Scultura all’Accademia Albertina sotto la guida di Riccardo Cordero, è docente di Anatomia Artistica e autore di numerose opere pubbliche. Le sue sculture, in materiali come bronzo, marmo e alluminio, sono presenti in collezioni museali in Italia e all’estero. La sua ricerca riflette sul corpo e sulla forma come sintesi tra esperienza fisica e tensione interiore.
Carlo D’Oria, nato a Torino, esplora nelle sue opere la fragilità della condizione umana e la relazione tra individuo e collettività. Le sue sculture, essenziali e simboliche, sono presenti in importanti collezioni pubbliche, tra cui il Castello di Rivara, il Castello Reale di Racconigi e il Parco d’Arte Quarelli. Il suo linguaggio plastico traduce in forma la memoria del paesaggio e il segno della presenza umana.
Canelli. Piero Inalte e la copia di San Giovanni Evangelista
Il pittore di Canelli (AT) Piero Inalte ha donato un quadro raffigurante San Giovanni Evangelista (olio su tela 60×70) alla chiesa consacrata al santo di frazione Merlini di Canelli, in occasione della tradizionale Messadel 27 dicembre.Il dipinto e’ una fedele copia di un lavoro eseguito dal pittore Pompeo Girolamo Batoni nel periodo1740/43.
Pompeo Batoni (Lucca 1708 – Roma 1787), figlio di un orafo si trasferì a Roma nel 1727, e, dopo unperiodo di apprendistato passato per lo più a copiare opere di Raffaello e Annibale Carracci, comincio’ ad ottenere, nei primi anni trenta, commissioni di prestigio dai mecenati del tempo. Negli anni quaranta si specializzò in ritratti diventando molto ambito dai nobiluomini stranieri di passaggio a Roma per il Grand Tour. Il suo San Giovanni evangelista si trova nell’Inghilterra sud-orientale e fa parte delle collezioni diBasildon Park, residenza di campagna costruita tra il 1776 e il 1783, nel Berkshire.
La copia eseguita da Piero Inalte e’ nata con l’intento di donarla alla chiesa dei Merlini. Tuttavia il dipinto è stato precedentemente esposto in alcune mostre: dall’8 marzo al 6 aprile 2025 nella mostra personale “Da pittori famosi” presso il MUSarMO di Mombercelli; dal 7 giugno al 20 luglio nella VI edizione di “Roràrte”presso il Castello di Costigliole d’Asti; dal 25 agosto al’8 settembre nella mostra personale “Non solo neve”allestita presso la Galleria Civica d’Arte Moderna di Saint Vincent.
Da Torino a Parigi: le leggende del rally della Fondazione Macaluso arrivano a Rétromobile
Dopo il successo a Torino e il recente tour in Giappone, la mostra “The Golden Age of Rally” è stata scelta da Rétromobile, il salone più prestigioso al mondo per il motorismo storico, per la retrospettiva ufficiale del suo 50° anniversario.
A gennaio 2026, Parigi ospiterà non solo un’esposizione, ma la consacrazione della collezione della Fondazione Macaluso nel tempio dell’auto d’epoca, con icone come la Lancia Stratos, l’Audi Quattro e la Renault R5 Turbo.
OGR TORINO. Al via il 15 gennaio 2026 il public program dedicato alle mostre ELECTRIC DREAMS e WE FELT A STAR DYING
Un programma che accompagna le mostre fino a primavera con cene d’artista, performance e talk, creando occasioni per approfondire il dialogo tra arte e pubblicoULTERIORI INFORMAZIONISCARICA LA CARTELLA STAMPA
Nel 2026 le OGR Torino approfondiscono le traiettorie di ricerca delle mostre Electric Dreams. Art & Technology Before the Internet, organizzata da Tate Modern e OGR Torino, e We Felt A Star Dying, l’installazione immersiva di Laure Prouvost commissionata da LAS Art Foundation e co-commissionata da OGR Torino, con un public program che porta negli spazi delle ex Officine un calendario di appuntamenti, tra nuovi format e collaborazioni inedite per ampliare l’esperienza delle mostre oltre i percorsi espositivi. A partire dal 15 gennaio 2026, il programma presenta numerose occasioni per il pubblico di scoprire i temi delle mostre in corso con modalità insolite: dalle cene d’artista che trasformano la convivialità in un dispositivo narrativo alle performance che utilizzano la tecnologia per creare esperienze sonore e coreografiche, fino ai talk che aprono nuove prospettive sull’innovazione e sul pensiero contemporaneo. In linea con la vocazione delle OGR a rendere la visita espositiva un’esperienza coinvolgente, molti degli appuntamenti del public program sono pensati in continuità con l’accesso alle mostre, come le performance che si svolgeranno tra le opere, i talk che offriranno una riduzione sui biglietti e gli eventi su prenotazione con aperture serali straordinarie delle sale espositive. Il public program coinvolge artisti affermati e nuove voci della scena contemporanea – Luca Gerry Conte (Gerolamore) & Teresa Satta, Rie Nakajima, Asuna, Masayoshi Fujita, Keiji Haino, Chiara Bartl-Salvi, Marta Magini – e figure della divulgazione scientifica e culturale, come Telmo Pievani e Domenico Scarpa. Le cene d’artista sviluppano nuove forme di narrazione attraverso il cibo, i talk approfondiscono i temi della tecnologia, dell’evoluzione e dell’immaginazione, le performance, realizzate anche in collaborazione con il MAO Museo d’Arte Orientale di Torino, trasformano gli spazi con sonorità e coreografie rispecchiando la vocazione interdisciplinare delle OGR. Inaugurate a novembre, le mostre Electric Dreams. Art & Technology Before the Internet e Laure Prouvost. We Felt A Star Dying mettono in relazione le sperimentazioni tecnologiche degli artisti del secondo Novecento con le più recenti ricerche sul quantum computing e sull’intelligenza artificiale, ispirando un programma che intreccia arte contemporanea, performance, scienza, filosofia, musica e pratiche conviviali. Proseguendo l’attitudine sperimentale che attraversa entrambe le esposizioni, il public program invita il pubblico a esplorare come discipline diverse, quando entrano in dialogo con l’arte, possano trasformarsi in dispositivi di conoscenza e di innovazione. Grazie a un approccio aperto e in costante dialogo con il pubblico e con i molteplici linguaggi della contemporaneità, il public program crea uno spazio di approfondimento e confronto in cui le OGR riaffermano la propria missione: essere un hub per tutti, un laboratorio in cui arte, tecnologia e pensiero contemporaneo si incontrano per generare nuove forme di esperienza e conoscenza.
Casale Monferrato. Visita guidata conclusiva “con Guala”
In occasione dell’ultimo giorno di apertura della mostra l’approfondimento tra Museo Civico e città
Si avvia alla conclusione il fitto calendario di iniziative del Museo Civico di Casale Monferrato dedicate all’approfondimento della mostra “Pietro Francesco Guala ritrattista e pittore tra sacro e profano”, iniziativa organizzata in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio e che beneficia del contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo.
Martedì 6 gennaio 2026, alle ore 15,30, in concomitanza con l’ultimo giorno di apertura della mostra, è in programma la visita guidata conclusiva del ciclo, con un itinerario che partirà dalla mostra dei ritratti Scarampi e da alcune opere della Pinacoteca, per poi spostarsi nella Sala Guala del Palazzo Municipale Gozzani di San Giorgio, dove sarà possibile ammirare il soffitto affrescato raffigurante Bacco e Arianna.
La visita proseguirà nello scenografico scalone d’ingresso di Palazzo Gozzani di Treville, sede dell’Accademia Filarmonica, e si concluderà alla vicina Chiesa di San Domenico, che conserva alcune tra le più celebri tele di grandi dimensioni realizzate da Guala.
Ad accompagnare i partecipanti sarà Anna Bruno, guida turistica abilitata, che condurrà i visitatori attraverso un percorso diffuso tra la mostra e le vie della città, intrecciando curiosità e approfondimenti legati alla storia e al patrimonio culturale locale.
Per la partecipazione all’iniziativa non è richiesta la prenotazione; i biglietti (comprensivi di visita al museo e itinerario cittadino guidato) avranno i seguenti costi:
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Intero: euro 12;
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Ridotto: euro 9 (riservato a ultra sessantenni, studenti dai 16 a 24 anni, soci Coop, soci Touring);
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Gratuito: ragazzi che frequentano la scuola dell’obbligo e titolari Abbonamento Musei.
Il ritrovo è fissato alla biglietteria del museo.
Per maggiori informazioni è possibile contattare il Museo ai recapiti telefonici 0142 444309 e 0142 444249 oppure via email all’indirizzo: museo@comune.casale-monferrato.al.it
FONDAZIONE GARUZZO. A PECHINO LE DIVISAMENT DOU MONDE: disegni italiani sull’Estremo Oriente. A cura di Angela Tecce.
La Fondazione Garuzzo annuncia l’apertura della seconda tappa della mostra “Le Divisament dou Monde: disegni italiani sull’Estremo Oriente“, visitabile dal 31 dicembre 2025 fino al 31 gennaio 2026, presso il China Millennium Monument·Contemporary Art Museum a Pechino, Cina. Attraverso una raffinata selezione di opere su carta di 44 artisti, Le Divisament dou Monde mette in dialogo una serie di disegni realizzati da artisti italiani, dai Maestri fino ai giovani emergenti più interessanti e accreditati, in un percorso che indaga l’influenza visiva, culturale e simbolica dell’Estremo Oriente sull’arte contemporanea italiana. La scelta di un medium così specifico, il disegno, è dettata anche della grande tradizione e sensibilità che la Cina testimonia verso il disegno e la calligrafia, un’attenzione che né gli sviluppi tecnologici né la relativa apertura verso le forme visive più occidentali sono riuscite in alcun modo a minare.Le opere – alcune realizzate appositamente per il progetto – sono pensate come un omaggio allo spirito di esplorazione, osservazione e conoscenza che animò il viaggio di Marco Polo.Le Divisament dou Monde è un invito a esplorare non solo ciò che l’Oriente ha rappresentato per l’Italia e per l’arte, ma anche come la memoria di quel viaggio continui a influenzare la nostra percezione del mondo, in un continuo intreccio di visioni, segni e narrazioni. L’esposizione è realizzata da Fondazione Garuzzo, a cura di Angela Tecce.Con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Ambasciata d’Italia a Pechino, Istituto Italiano di Cultura di Pechino.




