PASSIONE FUMETTI: BLAST, il fumetto capolavoro di Manu Larcenet


BLAST è un fumetto, o meglio, un vero e proprio romanzo a fumetti, straordinario.
Una di quelle letture che ti catturano e ti appassionano, di quelle che ti gusti veramente, assaporandone i disegni – alla scoperta di soluzioni grafiche e dettagli sorprendenti (dagli ambienti agli sguardi dei personaggi) – e i dialoghi, asciutti ed essenziali, perché ogni parola è carica di significato (di significati) tanto da fermarti spesso a rileggerle. Frasi potenti, a volte dure e affilate, a volte emozionanti e commoventi, di quell’intensità che l’unione con il disegno rende ancora più profonda.
Tuttavia BLAST (se già non ne conosci l’autore) è un fumetto che, ad una prima occhiata, non leggeresti mai. Sembra avere poco in comune con la maggior parte degli altri fumetti, anche per chi ne legge tanti.
Le copertine non dicono molto e anche aprendo i quattro volumi di cui è composto e scorrendone le pagine è impossibile avere un’idea di cosa parli. Tavole in bianco e nero, realizzate con un tratto sottile, quasi minimalista, ma spesso dominato da un nero pesante e da toni e sfumature di grigio che rendono il tutto piuttosto cupo. A prima vista non c’è nulla di particolarmente bello o appariscente, nulla che ti catturi facilmente.
Eppure quanto affascina.


BLAST: 800 pagine di narrazione a fumetti, suddivise su quattro volumi, editi in Italia da Fandango – Coconino Press ma pubblicati originariamente dalla Dargaud in Francia, paese di Emmanuel “Manu” Larcenet.
Larcenet, classe 1969, è un autore di fumetti piuttosto attivo in Francia, dove ha debuttato sulla rivista umoristica Fluide Glacial nel 1994. Successivamente ha lavorato per diversi editori, sia come disegnatore, sia come autore completo, su riviste, albi e serie. Tra le altre cose ha realizzato un albo di Valerian “L’ARMURE DU JAKOLASS”, primo autore a cimentarsi sulla mitica serie creata da Pierre Christin e il Jean-Claude Mézières di cui è uscito in questi giorni la versione in film di Luc Besson. Di Manu Larcenet in Italia è stato pubblicato pochissimo: “Ritorno alla terra”, “Lo scontro quotidiano”, “BLAST” e “Il rapporto di Brodeck”, tutti in volume dalla Coconino.


Che cos’è un BLAST? Questo ce lo spiega il protagonista del romanzo già nelle prime pagine: “una parola inglese difficile da tradurre… indica uno spostamento d’aria, l’onda d’urto di un’esplosione…”. Per Polza Mancini – questo è il suo nome – il BLAST è molto di più, è uno stato di alterazione fisica e mentale, un’esperienza devastante e mistica che prova dopo aver rivisto il padre in fin di vita all’ospedale, al termine di una grave malattia.
Polza, un personaggio che non finirà di stupirvi, pagina dopo pagina. Fisicamente è impressionante, enorme, grasso e goffo. “Peso molto. Quintali. Amalgama opprimente di lardo e speranze distrutte, inciampo in ogni sasso sulla via. Cado e mi rialzo, e di nuovo cado. Peso molto, ancorato al suolo, oppresso dalla gravità. Atlante anomalo, mi trascino dietro il mondo. Peso molto. Più di un cavallo da tiro. Più di un carro armato. Peso molto, eppure a volte volo.” Così recita la quarta di copertina di “Grassa carcassa”, il primo volume.


“Avete idea di come si vive con un fardello simile? Forse no… eppure… con questo corpo… posso volare” dice Polza ai due poliziotti che lo interrogano. Polza Martini è uno scrittore, una mente lucida e brillante. Dopo il BLAST, dopo la morte del padre, lascia tutto e va a vivere nella natura.
Libertà. Per Polza inizia un viaggio al di fuori delle regole della società, niente più morale, nessuna convenzione, nessuna ipocrisia. Inizia per lui un viaggio – una vera e propria odissea – allucinante, ai confini della società. Spesso anche ai confini della realtà. Ma non prendetela come una citazione. Sempre ai poliziotti che lo interrogano (non è uno spoiler) Polza ad un certo punto ribatte “eppure dovreste saperlo come sono le vicende umane… complesse, intricate… dovreste saperlo meglio di chiunque altro che niente è univoco, privo di sfumature… state cercando di ridurre la mia storia a una successione logica di eventi… la mia storia non è un problema matematico! Si riassume tutta nella collisione tra il caso e le mie …ossessioni… e la cosa più affascinante è che, tra questi due poli, non c’è alcuna traccia di morale, né di etica, né di giustizia… mentre voi vi limitate alla legge, io mi conformo solo alla natura… e la giustizia, in natura, non esiste!”.


Affascinante. In questi scampoli di dialogo che ho estrapolato dal primo volume c’è molto della filosofia che guiderà il protagonista nel corso della storia. Polza Martini, apparentemente disgustoso nell’aspetto, ma incredibilmente affascinante. Caratteristiche che peraltro lo accomunano alla maggior parte dei personaggi che incontrerà nel corso del suo viaggio. Con quasi tutti condivide un’altra fondamentale caratteristica: l’ambiguità. Continuerete a chiedervi fino alla fine se Polza è buono o cattivo (ma probabilmente il dubbio vi rimarrà anche dopo). BLAST può essere definito un noir – uno di quelli tosti – ma è molto di più. E’ un racconto esistenziale, che stupisce per l’estrema lucidità con cui viene rappresentato, un racconto che inchioda il lettore, stimolando curiosità e riflessioni, spesso insite più nella natura e nel comportamento dei personaggi che non negli accadimenti.


Manu Larcenet è un disegnatore che arriva dal fumetto umoristico (e satirico) e si vede. Eppure il suo stile su BLAST è realistico, a volte incredibilmente realistico, soprattutto nei paesaggi e negli animali. Nella rappresentazione dei personaggi invece conserva alcuni dettagli grotteschi e caricaturali, come i nasi lunghi, o grossi, o a becco, e alcune movenze, soprattutto nei campi lunghi. Uno stile che è però estremamente funzionale alla narrazione. Leggere BLAST è un’esperienza emozionante e coinvolgente, sia per la storia, sia per i personaggi, ma soprattutto per come Manu Larcenet racconta e descrive il tutto.
BLAST non è un fumetto semplice. E certamente non è un semplice fumetto. Leggendolo si percepisce chiaramente il valore insito nel narrare usando sinergicamente parole e immagini, la dove ognuna delle due cose può essere maggiormente efficace. Un concetto che ha bene espresso Gipi nel corso di un recente intervento al Circolo dei Lettori di Torino: “nel fumetto, una frase, a volte, si può esprimere al meglio rappresentandola semplicemente con uno sguardo, non serve altro”.


Ho citato Gipi (con cui – curiosità – ha in comune lo stile di alcune tavole iniziali dei capitoli, piene di cielo e con il mondo schiacciato in basso) ma, parlando di BLAST, si possono tranquillamente citare altri noti fumettisti e capolavori del fumetto. Perché BLAST è un capolavoro. Certo, soffre della difficoltà dell’impatto iniziale, come ho già detto, e bisogna arrivare a leggerlo (di certo un po’ pesa anche il costo dei 4 volumi). Quando mi è capitato di parlarne con qualcuno che lo aveva letto il giudizio è sempre stato entusiasta. Così come sono entusiastiche le recensioni che si possono trovare sulle riviste o su internet. BLAST, per certi versi, è un capolavoro come “La ballata del mare salato” di Hugo Pratt, con cui ha tantissime differenze, eppure un respiro comune, a partire dall’anelito alla libertà del protagonista. Manu Larcenet è un autore geniale, nella narrazione, nei dialoghi e nel disegno, capace di passare da un divertente umorismo (ci sono scene in controluce nel bosco in cui Polza sembra l’orso Mosè di Lupo Alberto) ad un realismo incredibile.


BLAST di Manu Larcenet
1. Grassa Carcassa
2. L’Apocalisse secondo San Jacky
3. A capofitto
4. Spero che i buddisti si sbaglino
Coconino Press – Fandango
€ 20 il primo volume, € 22 i successivi
Blast ha vinto nel 2010 il Prix des Libraires francese, andato in passato a scrittori come Fred Vargas e Muriel Barbery, e il prestigioso Premio 2011 della rivista letteraria “Lire” per il miglior fumetto dell’anno. In Italia, tra gli altri premi, Manu Larcenet ha vinto il Premio Micheluzzi per Blast 3-4.