ALLEGRO MOLTO a cura di Edoardo Ferrati

TORINO- PROTAGONISTA LA VIOLA-  Juri Bashmet (foto), da annoverarsi tra i musicisti più celebri del momento è un virtuoso di viola, strumento che ha rilanciato e il cui repertorio ha arricchito grazie a numerose committenze. Di quest’ultime ne è un esempio Preludio, Presto e Lento (2014) di Silvia Colasanti, brano tripartito: esposizione del materiale tematico, una sezione caratterizzata da un ritmo ostinato e veloce del solista su interventi secchi dell’orchestra e un finale costruito su un ordito di armonie bachiane. Prima del brano della compositrice romana verrà proposta la Suite in stile antico op. 40/1 Fra Holberg Tid (Dai tempi di Holberg): datata 1884 è un omaggio allo scrittore Ludvig Holberg, personaggio centrale della letteratura danese della seconda metà del Settecento, tanto da essere definito “il Molière del Nord”. La suite è opera di Edvard Grieg, artista che seppe esprimere i più crepuscolari sentimenti con naturale freschezza. Il pezzo ha un certo fascino espressivo e vuole disegnare cinque momenti musicali nello stile settecentesco, quasi a rievocare in sintesi il clima storico dell’opera di Holberg, ispirata alle forme e allo stile del barocco. Poi, entra in scena una selezione dalla raccolta Visions fugitives op. 22, un insieme di stati d’animo e suggestioni che hanno il sapore dell’intuizione piuttosto che della descrizione. Qui si notano le esperienze tecniche e stilistiche di Prokof’ev quali dinamismo meccanico, tenero lirismo e vorticosi ostinati.

Kol Nidrei di Max Bruch, invece, è ispirato all’omonima preghiera penitenziale recitata alla vigilia dello Yom Kippur, una grande festività ebraica. La pagina vede protagonista la voce brunita dello strumento solista che esegue una serie di variazioni su due antiche preghiere ebraiche. Congedo con la Serenata in do maggiore op. 48 dove Cajkovskij sotto le spoglie di una elegante semplicità nasconde il disagio di una crisi profonda. Bashmet sarà accompagnato da I Solisti di Mosca, complesso nato ventisette anni or sono con all’attivo 1.500 concerti in cinquanta Paesi.

 

Torino, Conservatorio, p. Bodoni

Stagione Unione Musicale

Mercoledì 7 febbraio, ore 21.00

I SOLISTI DI MOSCA, direttore e viola JURI BASHMET

Musiche di. Grieg, Colasanti, Prokof’ev, Bruch, Cajkovskij

 

TORINO- UN REQUIEM PER I NAUFRAGHI- Il tredicesimo concerto sinfonico dell’Orchestra Nazionale RAI proporrà il brano dell’ungherese Peter Eotvos (foto) Alle vittime senza nome, commissionato congiuntamente dalle quattro principali orchestre italiane: Santa Cecilia, Filarmonica della Scala, Maggio Musicale Fiorentino e Nazionale RAI. Il brano nasce con l’intento di fare memoria di quei numerosi migranti periti in mare prima di approdare alle coste italiane, nel vano tentativo di arrivare in un mondo migliore. Mentre componevo- afferma Eotvos- vedevo  quelle dolorose immagini e questa visione si traduce nelle lievi melodie degli strumenti solisti  e nell’amalgama denso e compatto interpretato  dall’intera orchestra. Una volta completata la partitura ho avuto la sensazione che la struttura ritmica e la drammaticità del tema del brano fossero adatte per una coreografia e che forse per la prima volta nella storia della musica potesse esserci un requiem danzato. Eotvos molto apprezzato per il suo linguaggio musicale evocativo, ritorna dopo undici anni a Torino: figura di primo piano della musica contemporanea, collaboratore di Stockhausen, già direttore del celebre Ensemble InterContemporain di Paigi e direttore principale della BBC Symphony, ricopre medesimo incarico dal 2003 presso la svedese Goteborg Symphony.

Si resterà in terra magiara nel prosieguo della serata con le Danze di Marossek di Kodaly, scritte per pianoforte nel 1927 e orchestrate nel ’30. Marossek è una cittadina nel distretto della Transilvania, terra da cui proviene Eotvos, famosa per le due danze popolari fin dal Seicento, molte delle quali sono pervenute fino al primo ventennio del Novecento. Queste danze godono tuttora di larga fortuna sia in sede concertistica che teatrale. In chiusura il balletto pantomima in un atto Il mandarino meraviglioso di Bartok. Ecco la trama. Nella periferia di una metropoli tre malviventi costringono una ragazza ad adescare i passanti per poi derubarli. Capita tra questi un misterioso mandarino cinese che s’innamora perdutamente della ragazza. Nulla può vincere la sua passione e, intanto i malviventi lo pugnalano, lo soffocano, l’impiccano. Egli non morrà se non dopo aver voluto la ragazza. L’audacia del soggetto e della musica sollevarono polemiche. La partitura composta nel 1918-19 e orchestrata nel ’23 e rivista l’anno successivo, venne proposta per la prima volta al pubblico italiano solo nel 1942 alla Scala. Il divieto di rappresentazione venne superato dallo stesso Bartok che ne approntò una versione da concerto nel 1928. La musica viaggia in un clima espressionistico dove visioni, allucinazioni e tensioni lasciano intendere rigorose strutture formali che rendono compatti i singoli episodi, stabilendo così uno stretto rapporto con le relazioni tematiche

 

Torino, Auditorium “Toscanini”(RAI), p. Rossaro

Giovedì 8 , ore 20,30 e venerdì 9 marzo, ore 20.00

ORCHESTRA SINFONICA NAZIONALE DELLA RAI diretta da PETER EOTVOS

Musiche di Eotvos, Kodaly, Bartok

 

TORINO-RITORNO DI UN’ORCHESTRA LONDINESE- Dopo vent’anni ritorna a Torino la London Philharmonic Orchestra

diretta dal quarantaseienne russo Vladimir Jurowki di cui è direttore musicale e medesimo incarico ricoperto all’Orchestra di Radio Berlino, città in cui risiede. Con lui il violinista tawaiano, ma cresciuto in Australia, Ray Chen, appena ventunenne e talmente bravo che gli è stato affidato un violino Stradivari tra i più preziosi, quello appartenuto al mitico Joseph Joaqim, amico di Brahms che gli dedicò il suo Concerto. Interpreterà il Concerto in re minore op. 47 di Sibelius, lavoro di matrice nordica con una scrittura violinistica di grande impegno che stabilisce una stretta connessione con la compagine orchestrale.

Con il balletto allegorico in un atto Le baisier de la fée (Il bacio della fata) Stravinskij nel 1928 volle onorare il trentacinquesimo anniversario della scomparsa di Cajkovskij, autore che amava molto. Tratto dalla fiaba di Andersen La regina dei ghiacci,  riprende il significato allegorico, facendo riferimento alla personalità di Cajkovskij segnata sempre dalle Muse, più di quella di ogni altro compositore russo. L’amore di Stravinskij per l’illustre collega lo conduce a comporre una delle sue opere più tenere in cui la nostalgia del tempo percorso  si esprime in modo più diretto

 

Torino, Auditorium “Agnelli” (Lingotto), v. Nizza 246

Stagione Concerti Associazione Lingotto Musica

Giovedì 8 febbraio, ore 20,30

LONDON PHILHARMONIC ORCHESTRA diretta da VLADIMIR JUROWSKI

Solista RAY CHEN (violino)

Musiche di Sibelius, Stravinskij