PIEMONTE ARTE: BURRUNI, RAZZIA, DONNE IN LIBERTY, CHAMPOUSSIN, ASVERI, AVICO, FO.TO. , AVIGLIANA…

 

ILIO BURRUNI A SAINT-TROPEZ

 

TORINO, MOSTRA “UN VIAGGIO INTORNO A RAZZIA”

Da giovedì 9 a sabato 18 maggio. Inaugurazione mercoledì 8 maggio ore 18,30

Gérard Coubouleix-Dénériaz, in arte Razzia, è considerato l’ultimo tra gli autori di manifesti a realizzare le proprie opere a mano, senza l’uso di computer grafica. I suoi manifesti nascono da una composizione pittorica eseguita a olio o ad acrilico, arricchita e completata in un secondo momento tipografico dal testo. Il risultato che ne scaturisce è al tempo stesso rétro e moderno, suadente e incisivo, sensuale e volitivo, efficacemente comunicativo. Tra i suoi più importanti committenti vi sono stati Louis Vuitton, Stetson, Lancia, L’Oréal, Bloomingdale’s, Macy’s, Harrod’s, il Nizza Jazz Festival, la Città di Deauville e molti produttori di Champagne, oltre a numerosi ristoranti di Parigi e New York. I suoi lavori sono apprezzati e collezionati dagli Stati Uniti all’Europa, dall’Australia al Giappone. Più recentemente, i lavori di Razzia hanno trovato una nuova vita nelle tirature limitate eseguite su lastra d’alluminio, supporto che conferisce ai soggetti un risalto straordinario esaltandone cromie e lucentezza. Nel corso di questa mostra antologica, saranno esposti alcuni tra i più noti, importanti e apprezzati manifesti impressi su carta oltre ad alcuni soggetti stampati su alluminio. All’inaugurazione sarà presente l’artista.

Galleria d’Arte Antica e Moderna L’Estampe

via dei Mercanti 3/G 10122 Torino

La mostra potrà essere visitata dal martedì al sabato dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 19,00

info@gallerialestampe.com

011.561.28.01

 

ROMANO CANAVESE: DONNE IN LIBERTY A LE JARDIN FLEURI

4 maggio – 30 novembre 2019

Si svolgerà dal 4 maggio al 30 novembre 2019, presso Le Jardin Fleuri (via S. Teresina 25, piazza del Municipio) di Romano Canavese, la mostra DONNE IN LIBERTY, un’esposizione di oggetti di vita quotidiana del Primo Novecento il cui soggetto è la donna.

Disegni e dipinti, foto e litografie, oggetti decorativi in biscuit, vasi in ceramica e peltro, pagine di riviste di moda e pubblicitarie, alcuni gioielli non preziosi: una ricchezza di testimonianze della raffigurazione della donna, tra sensualità e raffinatezza.

La mostra DONNE IN LIBERTY, propone un percorso unico e alternativo. In uno spazio che non poteva essere più consono – un ristorante all’interno di una villa del primo Novecento completamente restaurata in maniera filologicamente coerente ai dettami dell’Art Nouveau ed arredata con materiali d’epoca originali – sono esposti semplici oggetti decorativi che testimoniano il valore della figura femminile, pervasa da epocali cambiamenti sociali ed estetici: un tuffo totale nell’atmosfera di questo periodo di rottura, spumeggiante e vitale che, pur avendo avuto vita brevissima, si è radicato con forza nell’immaginario collettivo.

L’esposizione, organizzata dalla Fondazione Arte Nova, è visitabile il sabato pomeriggio e la domenica pomeriggio, dalle 15 alle 19. Negli stessi orari è anche possibile la visita nell’appartamento privato della villa dove il percorso viene integrato e arricchito dall’allestimento permanente, che presenta due camere da letto, un salotto e la sala da pranzo progettata da Eugenio Quarti nel 1902, completando la suggestione della vita nell’epoca liberty.

DONNE IN LIBERTY si inserisce nel percorso che vede il movimento Liberty al centro di un particolare interesse che quest’anno sta animando l’iniziativa culturale torinese e non solo. E’ in corso, infatti, alla Reggia di Venaria ART NOUVEAU, Il trionfo della bellezza, una mostra che attraverso 200 opere e 5 sezioni racconta quelli che furono gli sconvolgimenti nel campo di tutte le arti figurative tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900; fino al 12 maggio la Fondazione Accorsi Ometto di via Po a Torino ha imbandito due tavole  con servizi di piatti e posaterie dell’epoca e infine fino al 21 luglio la Galleria Harry Bertoia di Pordenone ospita Femmes 1900, la donna Art Nouveau, con circa 300 gli oggetti che hanno per protagonista la figura femminile. In ogni esposizione la Fondazione Arte Nova è presente con il prestito di splendidi arredi ed oggetti che invitano i visitatori ad immergersi in quell’atmosfera di arte “totale” che ancora oggi affascina e stupisce per la sua eleganza e modernità.

 

TORINO: LAURENT CHAMPOUSSIN, “NATURE HUMAINE”

Per la sua prima mostra personale italiana, Laurent Champoussin indaga, attraverso il mezzo fotografico, uno dei temi portanti di tutta la storia dell’arte: il rapporto tra corpo umano e paesaggio. Tema sviluppato con una visione assolutamente personale, ma che affonda le basi nelle iconografie classiche, guardando a esse con grande rispetto ed elevandole a fonte di ispirazione. Negli scatti di Champoussin si possono trovare la bellezza della proporzioni e la ricerca spasmodica della perfezione tipiche della scultura greca ellenistica, ma anche un utilizzo impressionistico della luce e dei colori che regalano immagini familiari che appartengono a tutti noi, ma allo stesso tempo ci sembrano “nuove”, come elevate a una perfezione estetica che le rende uniche. L’idea apparentemente semplice che si cela dietro le venti fotografie presentate in occasione della mostra Nature Humaine – da Burning Giraffe Art Gallery, dal 3 maggio al 19 luglio – è che nella visione dell’artista il corpo umano e il paesaggio sono la stessa cosa, e quindi vengono fotografati esattamente nella stessa maniera. In questo modo, i corpi perdono la loro sessualità e carica erotica e al contrario la natura mostra la sua forma più voluttuosa. Per enfatizzare questa relazione, l’artista presenta i suoi lavori in forma di dittici, in una connessione relativa, assolutamente non ovvia, giocando con le dimensioni delle fotografie e con accostamenti che creano un incastro visivo inedito, un collegamento che vuole svelare immagini nascoste, senza però far perdere l’ identità di ogni singolo scatto, che continua a vivere di vita propria. Lo stile del fotografo francese è pulito ed essenziale, privo di virtuosi barocchismi, immagini formalmente classiche, ma allo stesso tempo pregne di un appeal contemporaneo. Fotografie dai colori saturi, soggetti perfettamente collocati nello spazio, l’ossessione dei dettagli che a volte diventano soggetti stessi. Un lavoro dallo stile iconico e riconoscibile apprezzato anche al di fuori del mondo dell’arte. Molti i lavori su commissione legati al mondo della moda come quelli per la maison Hermes e  Usagi o le incursioni nel mondo del cinema per i registi Dominique Rocher, Sebastien Marnier, Michael Winterbottom e Mat Whitecross. Laurent Champoussin rappresenta, nel mondo della fotografia contemporanea, un talento unico. Legato alla tradizione, realizzatore meticoloso, quasi artigianale. Un’attitudine che possiamo definire “vintage”, un percorso artistico che mira a un ideale di bellezza pura,  la stessa “extraordinary semplicity” che possiamo provare ascoltando Hand in Glove degli Smiths, osservando la copertina del disco che mostra un giovane George O’Mara immortalato nudo di spalle da Jim French.

Laurent Champoussin. NATURE HUMAINE

Periodo mostra: 3 maggio– 19 luglio 2019

Inaugurazione: venerdì 3 maggio, ore 18:30 – 21:30

Orario di apertura: martedì – sabato, 14:30 – 19:30 (mattina su appuntamento)

Burning Giraffe Art Gallery

Via Eusebio Bava 8A, 10124 Torino

  1. +39 011 583 2745; m. +39 347 7975704

info@bugartgallery.com | www.bugartgallery.com

 

BORGOMANERO: “ABRACADABRA IL RITORNO”, OPERE DI GIANFRANCO ASVERI

Galleria Borgoarte – Borgomanero. Fino all’11-05-2019

Quintus Serenus Sammonicus, medico di Caracalla, credeva nel potere curativo delle parole e per proteggere il proprio imperatore dalle malattie gli prescrisse un amuleto, in forma di triangolo capovolto, con la scritta “abracadabra”. Se per l’uomo di oggi “abracadabra” è solo una vuota formula magica, un goliardico motto da prestigiatori improvvisati, per Asveri conserva invece intatto tutto il suo potere terapeutico, se non del corpo almeno dello spirito. Non a caso, l’artista piacentino l’ha scelta sia come lemma di una serie di opere recenti sia, per estensione, come titolo di questa bella mostra borgomanerese. A ben vedere, tutto il lavoro pittorico di Asveri è in qualche modo magico e rituale, anzi, direi addirittura sciamanico, fatto com’è di gesti ripetuti, di impasti fecondi e di segni elementari da cui nascono figure sintetiche e primitive, forme dai cromatismi accesi e dai perimetri ritagliati come carte di collage, presenze apotropaiche che ricordano quelle che gli indiani d’America tracciavano sulla sabbia o imprigionavano negli intagli lignei dei totem. Figure, queste, che hanno fortemente suggestionato anche Pollock e Calder, ad esempio. Ma, per tornare alle opere qui raccolte, possiamo innanzitutto dire che le composizioni di Gianfranco Asveri hanno delle strutture sintattiche che si ripetono con una certa frequenza e che appartengono solo alla sua personale grammatica. Vediamole. Innanzitutto, la presenza di animali variopinti, vagamente chagalliani e riesumati da chissà quale racconto popolare o immaginario onirico. Poi, una famiglia di teste dai denti aguzzi, dagli occhi stralunati e dai lineamenti scompaginati, forse lontane parenti di certune dipinte da Mattia Moreni. A queste si affianca una collezione di vasi neri, da cui traboccano enormi mazzi di fiori dai colori gioiosi e dai contorni incisi nello spessore della materia. Infine, un assortimento di disegni, dalla figurazione elementare, come fossero pagine strappate da vecchi quaderni di scuola, sulle cui superfici sfilano case, uomini e animali senza spessore, senza ombre, senza proporzioni, fantasmi appuntati dall’istinto, dalle emozioni e da quelle suggestioni che scaturiscono dai sogni, dalle paure, dai ricordi e dallo sgomento. Troppo spesso, davanti ai quadri di Asveri, inevitabilmente catturati da quel suo segno barbarico e da quella sua figurazione arcaica, si è parlato di infanzia, di Art Brut, di arte istintiva, ma si è sottovalutato o, peggio, ignorato il senso di una narrazione che non è mai fluida e consequenziale, di una storia che inizialmente prende il via da quella che pare essere solo un’accozzaglia eterogenea di cose, ma che poi, grazie al ruolo determinate del colore (che non riempie, ma divide il quadro in zone cromatiche ben distinte e autonome) e alla facilità di trovarvi una parte di sé, sentiamo che dentro a quelle cose c’è anche la nostra storia, pensieri e immagini che mai abbiamo avuto il coraggio di confessare, nemmeno a noi stessi.

 

Lorella Giudici

 

Borgo Arte corso Mazzini, 51 – 28021 Borgomanero (No) Tel/fax 0322 834262 cell.: 333-8093905 email: galleriaborgoarte@gmail.com orari: Galleria Borgo Arte mercoledì, giovedì dalle 16.00 alle 19.30 venerdì e sabato dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.30 domenica su appuntamento

 

 

TORINO: “IL NOSTRO PASSATO. FOTOGRAFIA DELL’ITALIA DAGLI ANNI ’50 AGLI ANNI ’80”

Vernissage 7 Maggio 2019

Dalle ore 18,30 alle ore 20,00

Mostra inserita all’interno di Fo.To. Fotografi a Torino

Durata: dal 2 Maggio al 30 Giugno 2019

A cura di Paola Meliga  e Barbara Vincenzi

In occasione del secondo anno di Fo.To Fotografi a Torino, la Galleria Paola Meliga propone al pubblico sabaudo ed internazionale una interessante retrospettiva fotografica dell’Italia, con una selezione di fotografi che hanno operato dagli anni ’50 fino alla fine degli anni ’70. “Il nostro passato -Fotografia dell’Italia dagli anni ’50 agli anni ’80”, visibile già dal 2 Maggio, inaugura ufficialmente il 7 Maggio ore 18,30.

Artisti come Mario De Biasi, Paolo Monti, Mario Giacomelli, Vincenzo Castella, Franco Fontana, Maurizio Galimberti, ci faranno partecipi di una ricca documentazione di come era l’Italia ne “Il nostro recente passato”. Dunque uno spaccato di storia italiana, in un percorso curatoriale che mette in rassegna una ventina di fotografie “Vintage” che fanno ripensare, sognare e viaggiare a quel precedente paesaggistico e architettonico: ambientazioni ed elementi narrativi che nel corso del tempo hanno subito un mutamento e che in alcuni casi sono scomparsi. Una immersione in quei trent’anni di vicende narrate attraverso le immagini dell’Italia tratte dalla cronaca del recente passato: gli scatti ci riportano indietro costringendoci ad una rilettura della nostra cultura territoriale tentando di farla coincidere con una cultura più ampia, che non ha più confini, ma diventa racconto inedito. Un’esposizione caratterizzata da un taglio diverso, che in un momento storico come il ‘nostro’ assume maggiore rilevanza: ‘uno sguardo indietro’ diviene necessario per colmare quei vuoti che un progresso molto veloce ha cancellato, a discapito, a volte, della conservazione del nostro patrimonio. Il focus comune della mostra sono immagini quotidiane, oggetti di uso comune che appartenevano (ed appartengono) alla struttura della casa: pavimenti, muri, colori, porte, maniglie: oggetti di un vissuto personale corrispondenti a un’esperienza legata alla totalità delle persone.

La mostra è inserita nel circuito della manifestazione Fo.To – Fotografi a Torino

Paola Meliga Art Gallery – Via Maria Vittoria 46/D | 10123 Torino

Tel. Fax.: 0112079983 | cell: 3284363514 | mail: paolameliga@libero.it

Orario visite: dal martedì al venerdì dalle ore 15,30/19,00. Il sabato dalle ore 10,30/12,30 -15,30/18,30.                       Chiuso il lunedì ed i Festivi.

 

TORINO E AGLIE’: LO SPIRITUALE NELL’ARTE

Fino al 16/06/2019

La Cattedrale di San Giovanni di Torino ospita grandi opere pittoriche dedicate al tema della Passione realizzate da Renato Missaglia (www.renatomissaglia.it) raffiguranti la Crocefissione, la Deposizione di Gesù Cristo e una terza opera, Cristo con la croce sulle spalle, che entrerà a far parte della collezione del Museo del Duomo. di Torino. Le opere, appositamente create per la Cattedrale, sono ispirate ad alcune stazioni della Via Crucis di Cerveno in Val Camonica (Brescia). Renato Missaglia non è nuovo a rappresentazioni sacre. Inoltre, in anni recenti, ha realizzato per il Vaticano i ritratti degli ultimi tre Papi.

 

TORINO, MUTABILIS: LORENZO AVICO, MOSTRA “AMO TUTTO CIÒ CHE È STATO”

Fotografie. Inaugurazione: venerdì 3 maggio dalle ore 18:00

Mutabilis, via dei Mille 25/c Torino

Durata della mostra: 3 – 25 maggio 2019

Orari: da martedì a venerdì 15:00-19:00

sabato 10:30-13:00/15:00-19:00

chiuso domenica e lunedì

Nell’ambito della rassegna Fo.To fotografi a Torino in collaborazione con il Museo Ettore Fico, la mostra di Lorenzo Avico, Amo tutto ciò che è stato, presenta una selezione di fotografie che hanno come tema la memoria e la persistenza del passato nel nostro presente: tracce e segni che nel farsi parte di noi possono trattenerci nel rimpianto di ciò che è stato ma anche condurci verso il domani, aprendo il nostro sguardo a sempre nuovi, sconosciuti orizzonti. Sul tema della mostra è anche stato realizzato un libro d’artista, che unisce alle fotografie testi di Pessoa, Baudelaire, Dickinson, Negri, Rimbaud, Pozzi, Esenin. Il libro, stampato dall’autore su carta di cotone e rilegato a mano, racconta la magia e lo  struggimento del ricordare, l’incanto del vivere ogni istante che ci è dato, l’inesauribile bellezza di quanto fiorisce, passa e se ne va, nell’eterno fluire del tempo. Lorenzo Avico nasce a Torino nel 1960. Fotografo professionista, si occupa prevalentemente di bianco e nero, sia per la ripresa che per la stampa. Le sue fotografie si connotano per il rigore compositivo e per la stampa eseguita con perizia in camera oscura; queste caratteristiche concorrono a creare immagini evocative in cui ritrovare le atmosfere di luoghi e paesaggi ormai perduti o trasformati dal tempo. Numerose sue opere sono presenti alla G.A.M. di Torino ed in importanti collezioni italiane e straniere. Vive e lavora tra Torino e Mondovì.

 

FO.TO 2019 – FOTOGRAFI A TORINO

3 maggio – 16 giugno 2019

A seguito del grande successo riscosso nel 2018 dall’edizione pilota di Fo.To, che ha registrato un record di oltre 100.000 visitatori nelle 81 sedi che hanno aderito alla manifestazione, il Museo Ettore Fico è lieto di annunciare Fo.To 2019, che inaugurerà venerdì 3 maggio e chiuderà domenica 16 giugno 2019. Torino torna a trasformarsi nella vivace cornice di una kermesse interamente dedicata alla fotografia e alla celebrazione delle varie e complesse sfaccettature di quest’arte, dalla fotografia storica a quella contemporanea, dal mondo analogico a quello digitale, dai grandi maestri classici ad autori giovani contemporanei. Tre sono le componenti chiave di Fo.To: il suo voler essere un festival eclettico e democratico che dà voce a tutte le realtà che si occupano di fotografia; musei, fondazioni, gallerie, associazioni, biblioteche, studi di fotografi indipendenti e spazi no-profit. La kermesse intende mettere in relazione tutte le realtà espositive costruendo una rete di mostre indipendenti per temi, orari e realizzazione.

In secondo luogo c’è il desiderio di voler essere una manifestazione fruibile per tutti e a tutti i livelli: dagli appassionati di fotografia ai collezionisti, dagli amatori ai professionisti, dagli adulti agli studenti. In terzo luogo c’è il desiderio, da parte del Museo Ettore Fico, ente organizzatore, e di Andrea Busto, ideatore di Fo.To, di voler coinvolgere in maniera attiva e costruttiva tutte le realtà che a Torino e in Regione Piemonte si occupano di fotografia, dal centro alla periferia, nella ferma convinzione che fare rete sul territorio sia la chiave vincente per valorizzare le diversità e l’alta qualità dei singoli enti. Fo.To nasce infatti dall’esplicita volontà del Museo Ettore Fico di dare vita a un progetto di collaborazioni e sinergie congiunte.

Le 90 adesioni a Fo.To 2019 dimostrano quanto la città stessa senta l’esigenza e il desiderio di avere un festival interamente dedicato all’arte fotografica.

Da quest’anno prende il via anche The Phair, fiera dedicata esclusivamente alla fotografia, che vede la partecipazione di circa quaranta gallerie italiane selezionatissime che esporranno le eccellenze fotografiche da loro rappresentate dal 2 al 5 maggio all’ex Borsa Valori in via San Francesco da Paola 28. Tra Fo.To, The Phair e TAG (Torino Art Galleries) si è avviato un accordo di collaborazione supportato dalle istituzioni pubbliche (Regione Piemonte, Comune di Torino e la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea – CRT), che insieme partecipano al rilancio primaverile della città e del sistema Arte cittadino già molto forte nel periodo autunnale di Artissima. Inoltre anche UBS (Union de Banques Suisses) supporta Fo.To 2019.

Il fitto calendario di mostre e appuntamenti sarà consultabile in forma definitiva dal 2 maggio sul sito della manifestazione al link:

www.fotografi-a-torino.it

in cui si potranno trovare orari, date di inizio e fine mostre, elenco dei convegni, presentazioni, tavole rotonde e workshop.

Sabato 11 maggio si svolgerà la Notte bianca della Fotografia a cui parteciperanno le gallerie private, che resteranno aperte al pubblico dalle 18,30 alle 23.

 

FIAF, MOSTRA FOTOGRAFICA

Dal 3 al 24 maggio 2019 la Galleria FIAF di Torino presenta la mostra fotografica “Senza la Memoria di Simone Martinetto” e “Memoria a breve termine” di Alessandro Fruzzetti

Venerdì 3 maggio ore 21 Inaugurazione e incontro con gli autori. http://www.fiaf.net/gallerie/torino/

La mostra è inserita nel contenitore culturale ARCHIVIARE il Presente, riflessioni sul fotografico fra antichi e nuovi linguaggi ( http://www.archiviareilpresente.com/ ) che partecipa al progetto FO.TO Fotografi a Torino ( https://www.fotografi-a-torino.it/ ) Senza la memoria di Simone Martinetto è un lavoro molto intimo che racconta la storia di Valentina, nonna dell’autore, dei suoi problemi a ricordare per più di 2 minuti e dei mille biglietti di cui è cosparsa la sua casa. È un’interrogazione sul tema della memoria utilizzando il linguaggio del cuore. Il lavoro ha riscosso un grandissimo interesse di pubblico, è stato esposto a New York, in Francia, Portogallo, Austria e in molte città italiane. Ha vinto alcuni importanti premi di fotografia nazionali e internazionali. Simone Martinetto, nato a Torino nel 1980, è artista, fotografo di scena per il cinema e insegnante di fotografia. È laureato in Filosofia con una tesi sul concetto di tempo in fotografia. Memoria a breve termine di Alessandro Fruzzetti: ricorrendo al campionario degli stereotipi visuali del panorama social, intende porsi come riflessione su una delle principali funzioni associate alla pratica sociale della fotografia: la tesi, sottolineata dalla sequenza è che rimanendo nelle memorie dei dispositivi tutte queste fotografie e i momenti di cui sono testimoni sono destinate ad andare perduti per sempre. Alessandro Fruzzetti, nato a Pisa nel 1971, si esprime con disegno e pittura, ma negli ultimi anni si è avvicinato alla fotografia. Il racconto per immagini è il suo modo di esprimersi. Con questo lavoro si è aggiudicato il primo posto alla tappa di Portfolio Italia 2016

La mostra rimarrà aperta dal 3 al 24 maggio 2019 Orari: Lun-Gio: 9,30-12,30 14,30-17:00; Ven: 9,30-12:30; Sab-Dom e Festivi: chiuso

Galleria FIAF di Torino – Via Pietro Santarosa, 7/a – 10122 Torino

 

AVIGLIANA, MOSTRA “MAL D’AFRICA”

Casa Mattone, Piazzetta Santa Maria – 10051 Avigliana (To)

Artisti: Alfredo Ciocca e Lella Grasso, Dipinti e acquerelli.

Inaugurazione:sabato 4 maggio 2019 ore 16:30

Periodo: da sabato 4 a domenica 12 maggio 2019

Orari di apertura: feriali:15:30-19:00; festivi: 11:00-13:00 / 15:30-19:00.           lunedì:            chiuso

Organizzazione: Associazione culturale “Arte per Voi” – Avigliana (To)

Presentazione di: Alfredo Ciocca

Una mostra per ricordare, nel borgo medioevale di Avigliana, gli aviglianesi in Sud Africa.

Le tante famiglie che ebbi l’opportunità di conoscere nel lontano 1992. Da allora, contagiati dalle bellezze e dal fascino di Pretoria, Città del Capo, Durban. Zimbawe, Zambia e poi la Namibia e il Mozambico, siamo tornati diverse volte e in un angolo del nostro cuore è rimasto il KrugerPark.

Questo ”Mal d’Africa” che l’anno scorso si è fatto sentire forte e che siamo riusciti a placare con un viaggio a settembre nel Motswari, ci ha riempito gli occhi ed il cuore. E’ stata l’occasione per ritrovare i Gastaldi Sandro e Luciano con le loro belle famiglie e riabbracciare la loro mamma: Jole.

Dai Bertassi ci portò con se a Pretoria facendoci scoprire un mondo a noi sconosciuto.

Oggi alcuni amici non ci sono più. Ricordiamo la cara Ebe, Vittorio, Bruno, Lino Bravi, Ferruccio, Balbo e altri ancora. Attraverso le mie ultime tele e alcuni acquerelli di Gabriella vorremmo farvi entrare in questi grandi spazi e magiche atmosfere e farvi vivere i bei momenti trascorsi con loro.

Grazie Jole, un abbraccio.

Alfredo

 

TORINO, POP-APP AL MUSLI

 

CORIO, MOSTRA ALL’APERTO

A Corio, una mostra dedicata agli artisti del museo all’aperto AR.CO.,  in Santa Croce.

Sarà questa l’occasione anche per inaugurare l’opera che Marina Sasso da diverso tempo ha destinato a questo museo. Nella mostra sarà presente anche Luciano Cappellari, futuro artista di AR.CO. del quale si andrà  successivamente ad appendere l’opera.

Lo scopo della mostra è far conoscere maggiormente ai coriesi l’importanza e l’opera di questi artisti, come la fortuna di poterli ammirare per le vie del paese.

Inaugurazione il 4 maggio alle 16.

 

 

 

CAPPELLARI E IL MONUMENTO AL GRANDE TORINO

Lunedi’ 6 maggio 2019 ore 17:30 centro Pannunzio Via Maria Vittoria 35, conferenza con proiezione video incontro con l’artista Luciano Cappellari autore del monumento al Grande Torino  al cimitero monumentale VIII ampliaz. campi 6/7 “dall’ idea alla realizzazione”