CENTOTORRI/SFOGLIA LA RIVISTA – La gioia di vivere il Natale

Una festa che non si può trascurare neppure nel clima e in circostanze come queste

di P. Pio Giuseppe Marcato op

 

È Natale! Siamo arrivati alla festa di Natale. Non potevamo prevedere che saremmo arrivati a celebrare questa festa in questo modo. Pronunciare questa parola, per quanto abbia perso molto del suo significato originale, sollecita nell’intimo di tutti una serie di pensieri e sensazioni che non possiamo né dimenticare né soffocare. Ricordi infantili, momenti irripetibili legati alla forte intimità familiare, ai doni, alle sorprese, alle attese, alle tante luci, al Presepe da allestire, all’albero da addobbare, agli auguri… un fiume, una massa di pensieri e di emozioni che hanno caratterizzato la nostra crescita, la meraviglia di momenti unici, carichi di stupore e che ora fanno parte del nostro bagaglio culturale e religioso. È Natale, e si rimane in silenzio per non perdere quell’istante magico. Ma il Natale ‘vero’, il motivo di tutto questo è Lui, l’Ospite, la presenza di quella ‘Vita’ che nasce e ritorna continuamente per semplificare, illuminare, ricreare spazi di gioia e pace. Il Natale è Lui, Gesù. All’inizio, soprattutto Gesù Bambino, ma è sempre Lui, Gesù Cristo, il Figlio di Dio che entra nella nostra storia, nella vita di ciascuno, nella storia dell’umanità bisognosa di luce e di speranza. Soprattutto in questo tempo di pandemia, di limitazioni forzate, di impossibilità di agire e muoversi secondo progetti ormai consolidati che tuttavia snaturano il vero senso della festa.

Lo sappiamo bene, ogni festa ha una radice, un inizio, un senso, una verità. Quella di oggi è di una semplicità disarmante: “Oggi è nato un Bambino, il Salvatore, che è Cristo Signore”. Le parole proclamate dall’Angelo ai pastori hanno un significato immediato: “A Betlemme, la città di Davide, è nato Gesù”, sì, Gesù Bambino! La riflessione assume poi un connotato storico e teologico definitivo: Dio che aveva parlato molte volte e in diversi modi, a nostri padri, nei tempi antichi, OGGI, ci parla per mezzo del suo Figlio, che ha costituito Signore e per mezzo del quale ha creato il mondo! È questa la ‘novità’ che trasforma per sempre la nostra relazione tra Dio e l’umanità e tra le persone stesse. Dio prende l’iniziativa di rendersi realmente presente nella nostra storia, condividendo con noi tutto. Le parole del Concilio ci aiutano a comprendere la semplicità e la profondità di questo mistero: “Solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo (GS 22), e di rimando la Liturgia natalizia afferma: “O Padre, per questo misterioso scambio di doni, trasformaci nel Cristo tuo Figlio”! Già, scambio di doni! Uno degli elementi fondamentali del Natale è proprio lo scambio di doni, ma nel significato prettamente religioso non si tratta di ‘pacchetti-regalo’ quanto piuttosto di quella simultanea rivelazione della nostra dignità di ‘figli nel Figlio di Dio’ e nella possibilità di ‘vedere il volto di Dio’ nel Figlio unigenito che si è incarnato per noi ed è rimasto tra noi. La nascita del Figlio di Dio nella carne, ci ha rigenerati come figli amati, capaci di ricevere in dono la vita immortale. Prosegue il Concilio “Con l’Incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo. Nascendo da Maria Vergine, Egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi”. In questi giorni ci soffermeremo davanti ai piccoli e grandi Presepi che raccontano questa ‘storia’ e pretendono nell’attimo di stupore quel momento di riflessione per assaporare quanto il mistero di Dio ci propone: uno sguardo alla Vergine Madre, alla figura silenziosa di Giuseppe, alla semplicità dei pastori, al coraggio dei Magi, alla presenza degli Angeli… il tutto avvolto dal silenzio che si concretizza in una preghiera spontanea: qui ha inizi il nuovo cammino della (mia) Vita. Ma nel nostro presepio non può mancare un elemento ‘forte’: la luce! Tante piccole luci che non possono soffocare o indebolire la Luce, quella Luce che illumina il cuore di ogni uomo. Da tanto tempo gli uomini attendevano la luce; non una luce qualsiasi, un lumicino che presto si spegne in balia di un soffio o di una tempesta. Tutti abbiamo atteso lungo i secoli una luce più forte di qualsiasi oscurità, capace di vincere le forze del male, capaci di tracciare una via, un percorso sicuro che conduca alla felicità. Proprio in quella notte, nella nostra notte di oggi, Dio invia la sua luce, suo Figlio che si fa uomo, nasce come un bambino, un figlio di poveri, in un alloggio di fortuna. Chi viene nel mondo è la Luce vera, eppure tutto accade nella semplicità, nel nascondimento. Viene nel mondo debole, indifeso per raggiungere tutta l’umanità nella propria condizione, per condividere le fatiche e le pene di ognuno. Non pretende sconti, non assicura scorciatoie, non domanda privilegi: vuole vivere la nostra stessa vita per offrire amore e strapparci dalla paura della morte, dal potere del male. Solo così può aprirci la porta della speranza. Ma questo è solo il primo atto che avrà l’epilogo sul Calvario per poi spalancare il sepolcro. Quel luogo, opposto alla mangiatoia dell’inizio, non può trattenere il Signore della Vita. La gioia, l’amore e la pace del Natale hanno un caro prezzo, hanno il valore inestimabile di trasfigurare il volto di ciascuno di noi. A tutti un gioioso, sereno e santo Natale del Signore Gesù.